Vegeteriani (e vegani) a giudizio:

Su fb mi sono imbattuto in questo articolo (quindi lo conoscerete già tutti :) ) che voglio proporre per dare spunti di riflessione e anche per dare agli "accusati" la possibilità di controbattere.

Personalmente questo articolo mi sembra un pò forzato: non sono esperto ma mi pare strano che gli animali da allevamento pascolino o vengano nutriti perlopiù con erbe di campo spontanee.

comunque ammetto che io, venendo dal basso Piemonte dove i prati da fieno sono ancora superiori a quelli da orto, dopo essermi trasferito nelle Marche, soffro un bel pò a vedere campi su campi e dove trovare un prato per cogliere un pò di tarassaco o trifoglio è sempre più difficile; e confido che il famoso "mare biondo che si muove" non mi commuove come un prato variopinto.

Ma io sono veramente ignorante in materia, faccio parlare gli "esperti":


I vegetariani uccidono piu' animali di chi mangia carne.
25 Gennaio 2013 b_print.png



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Quante volte avete sentito dire dagli animalisti che mangiare carne non e' etico perche' comporta l'uccisione di esseri senzienti, che l'allevamento danneggia l'ambiente, che spreca vegetali che sarebbero meglio impiegati per sfamare le persone?

Non solo non e' cosi', ma sarebbero proprio loro, i vegetariani, ad uccidere piu' animali degli onnivori che mangiano carne. Addirittura 25 volte in piu', dimostra uno recente studio australiano.

Partiamo dal presunto spreco di vegetali impiegati nell'allevamento: e' vero che gli animali di cui si nutre l'uomo si nutrono di vegetali e che l'uomo si nutre anche di vegetali (alcuni uomini, i vegani, solo di vegetali), ma non e' vero che gli animali consumino gli stessi vegetali che consuma l'uomo. Non li consumano nella stessa forma neanche quando la pianta e' la medesima.

Facciamo l'esempio del mais, il granoturco che tutti conosciamo: l'uomo ne consuma solo la granella (spesso solo parte di essa), mentre l'animale mangia tutta la pianta, e se da un ettaro di terra coltivato a mais si possono ottenere oltre 75 tonnellate di mais ceroso per alimentare gli animali, se ne possono ottenere solo 13 di granella.

Non e' molto differente per la soia, tanto cara ai vegani: gli animali non mangiano il tofu o il tempeh, ma il "pannello", dopo che e' stato estratto l'olio.

Senza contare poi, che la maggior parte dei bovini nel mondo si nutre al pascolo di vegetazione che l'uomo non mangia.

Cio' dovrebbe gia' essere sufficiente per sfatare la teoria animalista secondo cui l'allevamento di animali per l'alimentazione umana sprecherebbe vegetali che sarebbero meglio impiegati per sfamare le persone.

Ma Mike Archer, Professore australiano dell'Università del New South Wales, impegnato nella ricerca sull'evoluzione della Terra ed i sistemi di Vita, e' andato oltre, dimostrando che rispetto alla produzione di carne, la produzione di molti vegetali consumati dall'uomo possa uccidere un numero di animali senzienti 25 volte superiore per chilogrammo di proteine utilizzabili prodotte, tra l'altro in modo crudele, ed anche generare maggiori danni ambientali.

Archer ha evidenziato cio' che e' ovvio, ma di cui la gente spesso non si accorge: mentre la maggior parte dei bovini macellati si nutrono al pascolo di vegetazione perlopiu' spontanea, la produzione di grano, riso e legumi richiede l'eliminazione di tale vegetazione autoctona e cio' si traduce nella morte di migliaia e migliaia di animali la cui vita era legata a quell'ecosistema e a quel tipo di vegetazione.

Quindi, visto che dal pascolo non si ottengono vegetali che l'uomo possa consumare, per ottenere piu' vegetali consumabili dall'uomo e' necessario distruggere nuova vegetazione spontanea, con le conseguenze appena descritte.

Qualcuno ora obbiettera' che l'Italia abbia estensioni ben diverse dall'Australia e che qui gli animali non pascolino. Beh!, sappia che nel mondo i pascoli e le praterie coprono piu' del doppio della superficie destinata alle colture e che nel nostro Paese, che e' un puntolino sul mappamondo, gran parte della carne bovina, suina, ovina ed anche equina e' di importazione. Fanno eccezione le carne di pollo e di tacchino che sono prodotte in quantita' sufficienti direttamente in Italia.

Chiarito questo punto, passiamo ai numeri degli animali uccisi per essere mangiati e di quelli uccisi per non essere mangiati: Archer ha calcolato che dall'abbattimento di un bovino cresciuto al pascolo si ottenga una carcassa di circa 288 Kg, la quale, una volta disossata, rende il 68% di carne, che al 23% di proteine e' pari 45kg di proteine per animale ucciso. Questo significa che per ottenere 100 kg di proteine animali utilizzabili serva abbattere 2,2 animali.

Chi ha avuto occasione, almeno una volta nella vita di soffermarsi a guardare l'aratura dei campi, si sara' sicuramente accorto che il trattore e' sempre seguito da stormi di uccelli predatori, dalle nostre parti soprattutto corvi e gabbiani. Questi uccelli non fanno altro che predare tutti i piccoli mammiferi, lucertole, serpenti e altri animali, soprattutto cuccioli, messi in fuga dal trattore. Il loro numero e' difficilmente stimabile, ma elevatissimo.

Poi ci sono gli animali che vengono uccisi per difendere i raccolti: non solo viene avvelenata una quantita' incalcolabile di insetti e ragni, ai quali ben pochi animalisti si interessano, ma anche migliaia di topi, che, invece, vengono considerati esseri senzienti.

Archer ha stimato che nella coltivazione del frumento vengano uccisi almeno 100 topi per ettaro all'anno, quindi, con rese medie di circa 1,4 tonnellate per ettaro, visto che il frumento contiene il 13% di proteina utilizzabile, si puo' calcolare che vengono uccisi almeno 55 animali senzienti per produrre 100 kg di proteine vegetali utilizzabili: 25 volte di piu' che per la stessa quantita' di carne bovina prodotta al pascolo.

Considerino inoltre i "cari" animalisti, che questi animali soffrono di piu' di quelli uccisi nel ciclo di allevamento o nella caccia, perche' a loro non e' garantita ne' la limitazione del dolore al minimo o lo stordimento preventivo che e' garantito agli animali da macello, ne' la morte istantanea che e' assicurata a quelli selvatici cacciati.

Liberamente tratto da "Ordering the vegetarian meal? There's more animal blood on your hands" di Mike Archer AM, Professor, Evolution of Earth & Life Systems Research Group at University of New South Wales

Ordering the vegetarian meal? There's more animal blood on your hands
 
il sunto sarebbe: con la stessa superficie dedicata ai campi, ci si potrebbe mettere molti più animali al pascolo e questo ottimizzerebbe l'utilizzo del campo rispetto al fabbisogno umano? (inoltre sarebbe meno dannoso per l'ambinente)
la cosa ha senso. il problema è che l'uomo deve bilanciare tra carne e vegetali quindi direi che il messaggio migliore da trarre è che il consumismo è dannoso da entrambe le parti (carnivori puri o vegani) inquanto è causa della produzione intensiva che richiede quanto descritto sopra. se ci fosse più produzione locale (di sussistenza) per quanto riguarda le verdure e le cari che consumiamo e lo si facesse senza pesticidi o fertilizzanti, sicuramente molti danni sarebbero ridotti.
inoltre, direi che evidenzia una cosa che i vegani ignorano sempre: i danni dell'agricoltura per avere il cibo bello bello come viene proposto anziché più naturale ma soggetto agli imprevisti.
 
molti più animali allevati significa anche maggiore consumo di acqua.

non si può pensare di far crescere la produzione di qualsiasi cosa, quando già si sprecano tonnellate di cibo (non solo a livello domestico: quanti alimenti vanno al macero per livellarne il prezzo?)

il fatto è che la nostra è una società ipernutrita e sprecona.
consumiamo e buttiamo via tonnellate di cibo, molto più di quel che ci serve; ci alimentiamo in maniera squilibrata perchè ipnotizzati da modelli commerciali; ci imbottiamo di ormoni e di mille schifezze perchè vogliamo un cibo finto e plastificato.

la questione, qui, non è se sia "giusto" essere onnivori o vegetariani. la questione è come possiamo impiegare le risorse del pianeta.

sul fatto che alcuni non considerino "etico" uccidere esseri senzienti, posso solo osservare che quegli esseri senzienti sono comunque inseriti nella catena alimentare. mi sembra che si dia agli animali un attributo in qualche maniera umano, in una visione comunque antropocentrica che, a mio personalissimo giudizio, non ha fondamento.
 
sul fatto che alcuni non considerino "etico" uccidere esseri senzienti, posso solo osservare che quegli esseri senzienti sono comunque inseriti nella catena alimentare. mi sembra che si dia agli animali un attributo in qualche maniera umano, in una visione comunque antropocentrica che, a mio personalissimo giudizio, non ha fondamento.

riprendo solo questa parte perché per il resto ti do ragione.

il problema è che la visione antropocentrica ancora prima di umanizzare gli animali, scinde l'uomo dal resto del regno animale. bisognerebbe ricordare che l'uomo fa parte del regno animale quindi è soggetto alle stesse regole.

partendo da quanto appena scritto, quindi se l'uomo naturalmente mangerebbe carne oltre a vegetali, secondo natura non ha senso che non si mangi la carne.
 
A me questo sedicente studio australiano mi sembra una sciocchezza.

Premetto che non sono vegetariano, ma lo è mia moglie e conosco le loro argomentazioni.
Al di là del cibarsi di carne, la questione è molto più seria per quanto concerne l'inquinamento e lo spreco di risorse idriche causato dall'allevamento animale.
E anche se il problema fosse semplicemente relativo al peso dei topi uccisi rispetto al peso dei capi da macello non avrebbe senso comunque.
Ricordo che i topi sono animali nocivi, che oltre a causare innumerevoli malattie, causano ogni anno la perdita di parecchi milioni di tonnellate di solo grano, senza contare gli altri cereali. Stiamo parlando di quantità pari a circa 10 volte il consumo annuale italiano.
La sensibilità nel mangiare un animale è soggettiva (io stesso faccio fatica a non farlo), ma l'ambiente in cui viviamo è patrimonio di tutti e almeno sotto questo aspetto, un pochino di preoccupazione dovremmo averla.
 
Ricordo che i topi sono animali nocivi, che oltre a causare innumerevoli malattie, causano ogni anno la perdita di parecchi milioni di tonnellate di solo grano, senza contare gli altri cereali. Stiamo parlando di quantità pari a circa 10 volte il consumo annuale italiano.

prendi N gatti per ogni campo da proteggere e l'eco sistema si bilancia. ok contrastare i problemi, ma fallo nella maniera eco-compatibile, no con i veleni!

i topi nocivi? in città forse, nei campi sono nel loro contesto.
 
Quest'articolo è chiaramente lacunoso: si riferisce esclusivamente agli animali lasciati al pascolo che non sono poi così tanti dato che la tendenza sempre maggiore sembra essere quella dell'allevamento tipo batteria. Altrimenti che motivo ci sarebbe di disboscare per fare piantagioni di soia, mais, cereali ecc, riservati alla zootecnia...
Come già detto non considera l'immenso consumo d'acqua per produrre una "bistecca", non contempla l'inquinamento derivato dagli escrementi (solo parzialemnte convertito in concime), dal trasporto dei capi fino al macello, le celle frigo ecc.
E poi 'sto studioso sembra vivere nel regno delle fate dato che è ormai risaputo da tutti le condizioni in cui i capi sono abbattuti nei macelli data la necessità di rispettare tempi e quantitativi...come sempre a tal proposito consigli di leggere J.S. Foer " Se niente importa"
inoltre, direi che evidenzia una cosa che i vegani ignorano sempre: i danni dell'agricoltura per avere il cibo bello bello come viene proposto anziché più naturale ma soggetto agli imprevisti.
Ma guarda che ci di solito è vegan-vegetariano non per moda evita l'ortofrutta delle gdo anche per questo...
 
Indubbiamente una argomentazione interessante, ma la vedo un po' come un'esca per calde, bollenti, incandescenti discussioni.

Non amo le tesi estremiste vegane, non amo le tesi estremiste carnivore, rifletto sul fatto che:

A) la decisa evoluzione da ominidi verso l'homo sapiens (cerebrale soprattutto) sembra sia avvenuta con l'inizio di un consumo continuativo di proteine animali.

B) che in Africa, appena possono, tutti mangiano carne, in quantità impressionante, almeno per noi, ed i bianchi, che sono peraltro discendenti di popolazioni fortemente carnivore, hanno avuto sempre misure decisamente più imponenti dei popoli mediterranei che avevano un consumo di carne molto ridotto.

C) Come ho già scritto due dei più grandi criminali in assoluto nella storia mondiale erano vegetariani o vegani, Adolf Hitler e Heinrich Himmler.

D) Le contestazioni sull'allevamento animale alla fine possono essere fatte solo sul come trattiamo gli animali,

E) La cosa di MASSIMO interesse è la descrizione relativa alla grande distruzione di animali che avviene per cause diverse (aratura, concimazione, diffusione di pesticidi e diserbanti e raccolto)

Uff. se mi vengono in mente altri punti li aggiungerò,
 
"C) Come ho già scritto due dei più grandi criminali in assoluto nella storia mondiale erano vegetariani o vegani, Adolf Hitler e Heinrich Himmler."

Con ciò quale studio, ricerca, teoria, si vorrebbe avvalorare?
 
Nessuno, ma intendo negare la vulgata che i vegetariani e vegani siano diversi e più buoni degli onnivori.

No, ce ne sono di buoni e di cattivi, di belli e di brutti. Di onesti e disonesti, e a questo proposito ne ho letta una di recente, che perlomeno è esercizio di pura malafede. Ma avrei da fare e quindi faccio.
 
"C) Come ho già scritto due dei più grandi criminali in assoluto nella storia mondiale erano vegetariani o vegani, Adolf Hitler e Heinrich Himmler."

Con ciò quale studio, ricerca, teoria, si vorrebbe avvalorare?

Maddai sono le stesse cazzate che scrivono anche "dall'altra parte" quando tirano fuori che questo o quello scienziato/sportivo ecc è vegano.....embè? dai non mettiamoci a fare le baruffe dell'asilo
 
Mi chiarite però un concetto, si parla di "immenso consumo dell'acqua" relativamente alla quantità di acqua necessaria per chilo di carne rispetto ad un "equivalente" chilo di vegetali e non discuto il fatto che sia necessaria più acqua ma come questa sia un lato così tanto negativo.

Mi spiego meglio, mi è chiaro che più acqua serve più energia consumo per cui, alla fine avrò un costo maggiore (relativamente a quella voce), oltre al fatto che per produrre più energia ho bisogno di "più" di tutto ciò che è dietro all'energia, ma non riesco a capire il perchè utilizzare più acqua (intesa proprio come materia prima) sia un problema visto che, di fatto, il ciclo dell'acqua è un ciclo "chiuso" e che l'acqua utilizzata non è necessariamente potabile. Oddio in un luogo dove scarseggia la materia prima (l'acqua in generis) mi è chiaro, se alla fine ho sete "io" mi è chiaro il perchè sia un lato negativo, ma in un ambiente dove non c'è scarsità di acqua e quando c'è qualcuno che ha sete (parlo in Italia ma probabilmente si potrebbe parlare di Europa piuttosto che di America, del nord) non è dovuto al fatto che manca l'acqua ma perchè magari le infrastrutture (acquedotti e rete di distribuzione) non sono all'altezza dei consumi umani (per cui acqua potabile), perchè viene considerato, quì e non in africa (per fare un esempio), come uno dei principali problemi o motivi per il quale prediligere una coltivazione di vegetali piuttosto che un allevamento animale (a prescindere dal tipo di allevamento) ?

Ciao :), Gianluca
 
Indubbiamente una argomentazione interessante, ma la vedo un po' come un'esca per calde, bollenti, incandescenti discussioni.

Non amo le tesi estremiste vegane, non amo le tesi estremiste carnivore, rifletto sul fatto che:

A) la decisa evoluzione da ominidi verso l'homo sapiens (cerebrale soprattutto) sembra sia avvenuta con l'inizio di un consumo continuativo di proteine animali.

il sembra mi piace

B) che in Africa, appena possono, tutti mangiano carne, in quantità impressionante, almeno per noi, ed i bianchi, che sono peraltro discendenti di popolazioni fortemente carnivore, hanno avuto sempre misure decisamente più imponenti dei popoli mediterranei che avevano un consumo di carne molto ridotto.

Documentazione a riguardo? mi fanno sorridere queste conclusioni.

C) Come ho già scritto due dei più grandi criminali in assoluto nella storia mondiale erano vegetariani o vegani, Adolf Hitler e Heinrich Himmler.

errato, non so Himmler ma Hitler non era vegetariano infatti ha fatto chiudere diverse associazioni anche vegetariane in Germania, pare invece che il suo medico lo obbligasse ad una dieta vegetariana e che Adolfo ignorasse la cosa. Poi non c'ero e non posso sapere.

D) Le contestazioni sull'allevamento animale alla fine possono essere fatte solo sul come trattiamo gli animali,

verissimo, quindi le mucche sono stronze e i gattini son bravi?

E) La cosa di MASSIMO interesse è la descrizione relativa alla grande distruzione di animali che avviene per cause diverse (aratura, concimazione, diffusione di pesticidi e diserbanti e raccolto)

Il discorso e' molto ampio e il flame e' dietro l'angolo, ho postato a riguardo un video molto interessante... e pensare che mi son trattenuto tanto :D

Uff. se mi vengono in mente altri punti li aggiungerò,

Io no, ne avrei tante ma e' come l'eterna discussione sul sesso degli angeli, "fate cio' che volete nel rispetto del prossimo".

IMHO
 
Vegetariani e vegani, sono sicuramente "diversi" dagli onnivori, diversitá data dal tipo di cibo con cui si alimentano, concordo con te sul fatto che non sono più o meno buoni, caratteristiche psicologiche di quei 2 estranee sicuramente al loro modo di alimentarsi, per come l'hai posta è come se ti dicessi che Osama Bin Laden amava cogliere le margherite prima di un azione di guerra.
 
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