Escursione Il Murolungo quando la montagna non va presa sotto gamba!

Parchi del Lazio
  1. Riserva Naturale Montagne della Duchessa
Dati:
Data: 24/12/2011
Regione e provincia: Lazio/Abruzzo
Località di partenza: Cartore (RI)
Località di arrivo: monte Murolungo m. 2184
Tempo di percorrenza: 7 h
Chilometri: 13
Grado di difficoltà: EEA
Descrizione delle difficoltà: Ghiaccio, orientamento tra monte e lago in in caso di scarsa visibilità
Dislivello: 1300m
Accesso stradale: A24 uscita Valle del Salto - sterrata per Cartore
Regione e provincia: Lazio
Località di partenza: da Cartore Fraz. di Borgorose (RI)Località di arrivo: da Cartore Fraz. di Borgorose (RI) Tempo di percorrenza in moto: 4h31’ Soste: 2h34’ Tempo Totale 7h05’ Media di movimento: 2,9 Km Media Totale: Km 1,8 Velocità Max: 7,7 Chilometri: 13 Grado di difficoltà: EE con assenza di neve (EEA con neve)


Descrizione
L'itinerario parte dal borgo di Cartore (950 m), dove è presente un cartello del parco con la descrizione dei sentieri, il primo tratto di circa 300 mt è sterrato per poi trovare sulla destra l’inizio del sentiero identificato con il numero 2B (presente altro cartellone con descrizione sentieri) che sale con forte pendenza la Val di Fua all’interno del bosco sono presenti due tratti attrezzati con la catena ancorata sulla parete della montagna niente di difficoltoso solo eccessiva sicurezza che non guasta, e prosegue nel Vallone del Cieco qua e la salendo oltre a i caratteristici segni in vernice bianco rossi sono presenti dei cartelli in legno con inciso il numero 2 ad indicare il numero del sentiero; risalendo la valle si entra nella faggeta, che poco prima degli stazzi delle Caparnie (sono circa sette di cui uno dovrebbe essere adibito a rifugio) diviene sempre più rada lasciando il posto ad ampi prati adibiti al pascolo; dalla testata del Vallone del Cieco (1670 m) si sale dolcemente fino al Lago della Duchessa (1788 m); da qui si percorre tutta la Valle Fredda per poi piegare verso ovest e raggiungere la vetta del Monte Murolungo (2184 m). Il ritorno in invernale conviene farlo per lo stesso percorso dell'andata, in assenza di neve si può tagliare per il bosco puntando verso gli stazzi.
Periodo consigliato: autunno, primavera, estate in invernale con ramponi
Ascesa totale: 1433 mt ( si intende il saliscendi)
Segnaletica: si presente (prendere il sentiero 2B) Dislivello in salita: 1234 mt circa
Dislivello in discesa: come sopra
Quota massima: Monte Murolungo 2184
Accesso stradale: Autostrada A24 Roma l’Aquila uscita Valle del salto e Cartore è nei pressi del casello

Relazione: Il tutto è iniziato parlando un po’ con i ragazzi che mi stanno seguendo nelle mie proposte, dandomi lo spunto per questa escursione sia per la scelta sia per la giornata, appunto il 24 dicembre, giornata particolare per molti, preparazione del cenone ultimi acquisti per i regali in corse sfrenate nei centri commerciali; ma la giornata cadeva di sabato, la mia giornata prediletta per la montagna! non potevo disertare, nei giorni scorsi i miei pensieri erano rivolti sull’escursione da scegliere per brindare con tanto di panettone, ma la vetta doveva essere nei dintorni di Roma, per dare modo a tutti di rientrare a casa in tempo utile per il cenone con i parenti, ma allo stesso tempo doveva essere un percorso affascinante che meritava la giornata del 24 la vigilia di Natale! la mia scelta è caduta sul Murolungo con i suoi 2184 mt ad una distanza dal nostro RW di Telespazio di soli 86 Km e raggiungibile in un’ora di macchina…….. penso quale posto migliore? Bene posto l’escursione aspettando le adesioni, che non tardano ad arrivare, cominciano in successione i vari scambi di post su i consigli più svariati relativi sul tipo di attrezzatura da portare sul grado di difficoltà i Km da percorrere etc., io cerco di consigliare al meglio tutti ma che i ramponi erano indispensabili; ci ritroviamo il 24 mattina alle 06:30 al parcheggio di Telespazio in 6 arditi avventurosi decisi a brindare sul Murolungo! Maurizio, Riccardo, Alessandro, Massimiliano, Francesco e la nostra unica componente femminile ma avventurosa e tenace come non mai Lisa; imbarchiamo tutti sulla Jeep Nissan Terrano 7 posti di Riccardo che si era proposto il giorno prima e quindi appena conosciuto. Durante il viaggio verso Cartore la nostre discussioni sono rivolte tutte sul tipo di attrezzatura appena comperata e quella da acquistare, Riccardo appena conosciuto dimostra subito la sua competenza tecnica sui materiali invernali dandoci i dovuti consigli sul tipo di equipaggiamento da acquistare. Parlando il viaggio è veloce, arriviamo a Cartore alle 07:40 dove ad attenderci troviamo il nostro 7° escursionista, che non si era postato sul sito…… ma era molto motivato a partecipare con noi all’ascesa sul Murolungo……voleva la sua razione di panettone! Il nostro 7° escursionista è un giovane pastore abruzzese a 4 zampe che chiameremo simpaticamente muro. La giornata promette bene il cielo è limpido e sereno di un azzurro spettacolare le previsioni su Cartore previste per il giorno 24 erano sole fino alle 13:00 poi pioggia………! Scesi dalla Jeep ci cambiamo velocemente le scarpe ed indossiamo i nostri zaini pronti a partire alle 08:00 in punto! Mi metto alla testa del gruppo, la mia andatura senza rendermene conto è un po’ troppo da Forze Speciali ! e ne sono consapevole solo voltandomi……. alle mie spalle vedo le facce dei miei compagni d’avventura affaticate ed i loro occhi imploranti a chiedermi di ridurre il passo, il più affaticato fra tutti appare subito Francesco, riduco l’andatura e ritengo opportuno effettuare una sosta per riprenderci e rifocillarci…… ed ecco uscire fuori dagli zaini come dal cilindro di un mago i torroni più vari al caffè, al cioccolato, bianchi alle nocciole, dopo circa 10 minuti ripartiamo carichi di calorie! Nel primo tratto del percorso all’interno del bosco la neve è assente tranne nei punti esposti a Nord dove il sottobosco è di un bianco candido, che ci fa presagire un spettacolo degno di nota nell’avvicinamento verso la nostra amata vetta, continuiamo il nostro cammino, attraversata la faggeta nelle vicinanze degli stazzi ecco apparire la prima neve, il paretone del Murolungo alla nostra destra è maestoso tutto innevato……. a 360° le montagne sono innevate i nostri occhi si nutrono di questo splendore, proseguiamo senza sosta fino ad arrivare nei pressi del lago della duchessa che si presenta ghiacciato. Qui tutti ci fermiamo per estrarre da i nostri zaini i ramponi necessari ed indispensabili per l’ascesa sul Murolungo ad eccezione di Riccardo che continua con il suo fedele muro per altri 500 mt per indossare più avanti anche lui i suoi ramponi. Lisa e Massimiliano sfoggiano soddisfatti i loro ultimi acquisti indossando i loro ramponi nuovi di zecca! Tutti abbiamo i ramponi ad eccezione di Francesco che si presenta con un mezzo ramponcino con sole 4 punte sul tacco della scarpa, (sinceramente non riesco ad immaginare il possibile utilizzo di un rampone del genere). Quando siamo tutti pronti con i ramponi indossati, mi dirigo verso Riccardo e valuto con lui la via da prendere per l’ascesa in vetta, in considerazione dei problemi che avrebbe avuto Francesco senza le punte centrali indispensabili per una progressione in salita sul ghiaccio, scegliamo per quanto possibile una via meno ripida, cominciamo a salire ma ecco presentarsi per Francesco i primi problemi, impacciato lento ed insicuro nei sui movimenti voleva tornare indietro per aspettarci al lago della Duchessa, forse con il senno del poi erroneamente sia io che Riccardo lo convinciamo a salire in vetta per brindare con noi. Parlando con Riccardo valutiamo insieme che per rassicurare Francesco ed aiutarlo nella sua progressione in vetta un buon sistema poteva essere quello di legarlo in vita e trainarlo, rapidamente mi tolgo lo zaino e tiro fuori il mio spezzone di corda da roccia di circa 8 mt. da 11 mm. e sotto gli occhi stupiti e meravigliati di Riccardo per l’esecuzione e la velocità di una gassa lo lego in vita e comincio a tirarmelo su in vetta. Durante una delle soste Riccardo ci mostra, simulando uno scivolone l’utilizzo della piccozza per arrestarsi in caso di caduta sul ghiaccio, a dimostrazione della sua esperienza nelle escursioni invernali, continuiamo la nostra ascesa sulla vetta che ci appare sempre più vicina ma allo stesso tempo lontana, nel frattempo giù a valle vediamo la perturbazione dichiarata dal meteo in avvicinamento che non prometteva nulla di buono ma solo scarsa visibilità unita a possibile pioggia mista a neve Lisa appare impaurita cerchiamo di rassicurarla e ci portiamo in vetta, il mio passo è ora più veloce Francesco sotto la trazione della mia corda è visibilmente affaticato lo sento ansimare alle mie spalle, finalmente giungiamo sul Murolugno, su un sasso con la vernice c’è scritto il nome della vetta con l’altitudine, la classica croce è caduta a terra a testimonianza degli ultimi eventi atmosferici; tutto intorno a 360° il paesaggio è magnifico, Riccardo apre il suo zaino e tira fuori una bottiglia di spumante italiano Ferrari e la apre come si fa nelle migliori occasioni spruzzandolo qua e là, Lisa tira fuori dal suo zaino il suo bel panettone già affettato ed eccoci a brindare tutti insieme sul Murolungo come mi ero ripromesso, ero soddisfatto della buona riuscita e dall’entusiasmo che leggevo negli occhi di tutti, anche il nostro amico muro era felicissimo e si sollazzava aggirandosi intorno a noi mangiando qua e la il panettone offerto da ognuno di noi. Dopo le foto di rito riprendiamo la via di ritorno anche per la vista della perturbazione che minacciosa si avvicinava sempre di più a noi, tolgo la corda dalla vita di Francesco consigliandolo nella discesa di usare i talloni dove aveva le punte del suo ramponcino, Riccardo porge la sua fedele piccozza a Francesco e lo aiuta nella discesa, il fedele muro è li con il suo amico Riccardo. Per la discesa prendiamo una via un po’ più ripida dell’andata per accelerare la via del ritorno, io sono avanti Massimiliano è li con me, dietro a scaletta Lisa e Alessandro per ultimi Francesco, Riccardo e il fedele muro. Durante la nostra discesa sento un’imprecazione seguita da un urlo……..mi volto e vedo venire giù Riccardo in scivolata che cerca inutilmente di arrestarsi………ma senza la sua fedele piccozza è impossibile……. Si arresta solo dopo una caduta in scivolata di circa 60/70 metri contro un masso……….ho pensato al peggio……anche per il rumore udito dato dal suo corpo contro la roccia, dico a Massimiliano di correre a vedere, la perturbazione si avvicinava sempre di più, allungo il passo per avvicinarmi a Riccardo, ma allo stesso tempo tenendo sotto controllo il resto del gruppo che era dietro di me, lo volevo avere a contatto visivo, scendendo osservo preoccupato Riccardo, dopo qualche minuto zoppicante lo vedo rialzare e proseguire per il cammino di ritorno, tiro un sospiro di sollievo aspetto il resto del gruppo, chiedo a Francesco cosa fosse accaduto, lui mi risponde che Riccardonper aiutare il suo fedele muro anche lui in difficoltà nella discesa ha commesso un movimento sbagliato facendogli perdere l’equilibrio. Ricompattato il gruppo scendiamo giù e raggiungiamo Riccardo e Massimiliano mi accerto delle condizioni fisiche di Riccardo che rassicura tutti dicendo di avere dolori in tutto il corpo ma che era tutto integro, giunti nei pressi del lago ci togliamo tutti i ramponi Massimiliano aiuta Riccardo e proseguiamo per la via di ritorno dove non mancano le svariate soste per la difficoltà di locomozione di Riccardo, che comincia ad accusare crampi alla coscia destra, cerchiamo di fasciarlo alla meglio con la sciarpa di Lisa, continuiamo a scendere ma i dolori di Riccardo aumentano, finalmente siamo al parcheggio Riccardo sale in auto e si sdraia sul sedile passeggero visibilmente provato dal dolore, gli chiediamo se ritiene sia meglio andare in Ospedale ma lui insiste che vuole andare a casa per farsi vedere nell’ospedale a lui vicino, in un certo senso lo capivo era la vigilia di Natale ed andare in ospedale nei pressi di Cartore significa complicare le cose per tutti per lui e la sua famiglia, ed ho pensato se aveva sopportato un cammino di 2 ore per il rientro potevamo andare a Roma in auto. Mi metto alla guida della Jeep e ci dirigiamo verso Roma in tanto la perturbazione prevista si manifesta con tanto di pioggia a catinelle raggiungiamo il parcheggio di Telespazio verso le 16:00, tutti scendiamo e ci salutiamo dandoci gli auguri di Natale e soddisfatti dell’escursione chiedo a Riccardo se era meglio se uno di noi lo accompagnasse a casa ma lui ci rassicura dicendo che sarebbe riuscito a guidare. Riccardo si mette alla guida della sua jeep e si appresta a rientrare a casa, io mi trattengo per altri 10 minuti a parlare con Lisa e Alessandro e poi riparto in direzione di Ardea dove abito, preso il raccordo vedo la jeep di Riccardo ferma in corsia di emergenza con una volante della stradale vicino, comincio a pensare al peggio mi fermo per la velocità dopo circa 300 mt più avanti e lo chiamo sul cellulare sento la sua voce affaticata e dolorante e mi dice che la polizia aveva provveduto a chiamare l’ambulanza ma di stare tranquillo e rientro amareggiato a casa……..lo chiamo più tardi invano poi mi arriva un SMS rassicurandomi che era ricoverato per accertamenti.

Inizialmente non volevo relazionare questa escursione, per quanto accaduto e per l’amarezza che mi ha lasciato ma ho deciso di farlo per dar modo a tutti di riflettere su quanto può accadere…. La montagna, è bella stupenda………ma non va presa sotto gamba……. occorre comunque un discreto allenamento fisico ed ogni disattenzione può essere fatale l’equipaggiamento è indispensabile nella buona riuscita se non vogliamo trasformare una gita in qualcosa di peggio.

Noi abbiamo commesso un grosso errore quello di non chiamare i soccorsi sentendo quanto detto da i medici a Riccardo, è necessario con questo tipo di cadute non camminare ma chiamare l’elicottero per il successivo trasporto in ospedale perché camminare può solo peggiorare le cose detto questo auguro una pronta guarigione a Riccardo sperando presto di averlo con noi in montagna!
 

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Un grande saluto a Riccardo, ed un grande abbraccio a tutti quanti, ricordando le parole (sante) di Maurizio.
Mai abbassare l'attenzione in montagna e soprattutto mai sentirsi troppo sicuri delle proprie capacità fisiche e mentali.
La natura vince sempre quando si tenta di sfidarla senza prestare l'attenzione necessaria.
 
si, però ci sono alcune cose che a mio avviso sono da precisare.

il più affaticato fra tutti appare subito Francesco, riduco l’andatura e ritengo opportuno effettuare una sosta per riprenderci e rifocillarci

nel primo tratto ero indietro per scattare fotografie (una ventina), come mio solito, poi sono rientrato nel gruppo.

Tutti abbiamo i ramponi ad eccezione di Francesco che si presenta con un mezzo ramponcino con sole 4 punte sul tacco della scarpa

non è che "mi presento", già il giorno prima avevo scritto di non aver fatto in tempo a comprare i ramponi e che sarei venuto con i 6 punte (non 4). Ho sempre detto, coscienzioso dei rischi, di non aver nessun problema a fermarmi al lago anzichè completare la salita.

Francesco sotto la trazione della mia corda è visibilmente affaticato lo sento ansimare alle mie spalle

non era un traino ma una sicura psicologica, è vero che Maurizio va più forte ma se la corda qualche volta si è tesa è stato perchè la mia progressione con i mezzi ramponi richiedeva molta più attenzione

Per la discesa prendiamo una via un po’ più ripida dell’andata per accelerare la via del ritorno

io non ero assolutamente d'accordo data la mia attrezzatura (se stentavo all'andata figuriamoci con il ritorno più ripido). D'altronde i tempi sarebbero stati gli stessi riscendendo per la via di salita, più lunga ma sicuramente meno ripida.

Non voglio sollevare polemica alcuna, l'importante è che possiamo raccontarlo tutti, ma visto che comunque si è verificato un fatto grave e si è scelto di renderlo pubblico con tale dovizia di particolari, mi preme precisare quanto sopra. Come già detto in un altro post, sono grato a Maurizio e a Riccardo per avermi aiutato ma non vorrei passare, nel caso di una lettura superficiale, come causa assoluta dell'accaduto.
 
La colpa è di tutti e al momento stesso di nessuno...Chi ha insistito per farti salire è perchè ovviamente aveva piacere di farlo, e chi ti ha prestato la picca ha fatto un bellissimo gesto...Purtroppo sono cose che non si vorrebbero mai sentire, ma ormai è successo...Sono d'accordissimo che la montagna non va MAI sottovalutata...
Dico quest'ultima cosa ma non voglio essere "ne spocchioso ne professore" visto che anche io di ca**ate ne ho fatte molte: Prendete questa esperienza e fatene tesoro...la montagna insegna!
Spero solo in una veloce guarigione per Riccardo.
Belle le foto....Alla prossima mi farebbe piacere partecipare...
Un saluto!
 
Beh, insomma, un racconto davvero sopra le righe...
Il pathos non manca: nè quello intrinseco della disavventura, nè le spruzzate che ci ha saputo mettere l'insospettabile Maurizio tirando fuori dal cilindro un racconto davvero a sorpresa per una persona in apparenza così pragmatica e sbrigativa, nè quello che trasuda dalle foto di Aragorn alcune delle quali (quelle in bianco e nero) sembrano estratte di peso da quegli album incartapecoriti che documentavano le imprese alpinistiche di un secolo fa, dove appunto il pathos eroico sembrava velare le immagini.

Certo, a margine di tutto questo, viene anche spontanea la solidarietà al "povero" Francesco...il quale leggendo il racconto sembra quasi uno scolaro che anzichè un'escursione è andato a fare un esame, "puntato" dal professore dall'inizio alla fine :biggrin: . Maurizio, se passi così ai raggi x le persone più di una telecamera del Grande Fratello mi sa che qualcuno d'ora in poi ci penserà due volte prima di seguirti (io, perlomeno, di sicuro :D).

Comunque la cosa più importante è la lezione. Nel forum se ne è già discusso in altre occasioni e ribadisco quello che è il mio pensiero.
Occorre omogeneità (non solo di preparazione, ma anche comportamentale, di prudenza), ma siccome per ovvi motivi è quasi impossibile averla, allora in ogni caso è il più dotato che deve "vincolarsi" a chi lo è meno, e non viceversa, altrimenti si va subito a scapito della sicurezza; così come è il più spericolato che deve adattarsi al più prudente...il che è perfino ovvio ma spesso, nella pratica, molto di meno.

Un saluto.
 
La fotografia e' il mio mestiere......:)....
Nonostante l'attrezzo professionale l'avevo lasciato a casa, debbo ammettere che a volte basta un'ottica Leica (che fa dannatamente il suo sporco lavoro) e un po' d'occhio per riuscire a portare a casa qualche buona fotografia....
 
Bhe ragazzi la colpa è soprattuto la mia, e mi sento responsabile di quello che è accaduto, non voglio colpevolizzare nessuno tantomeno Francesco e mi dispiace di essere stato pesante ed aver colpito la sua suscettibilità, ma quando tutto finisce bene si ride e si scherza è tutto Ok....... ma quando qualcuno finisce in ospedale bhe le cose cambiano, bisogna analizzare quanto accaduto, Francesco non era affatto sotto esame come pensa Henry, io non esamino nessuno, non avevo nessuna voglia di relazionare questa escursione che mi ha lasciato solo l'amaro in bocca, ho voluto farlo solo per rendere partecipi altre persone che leggono questo forum ed allo stesso modo sensibilizzarle nell'affrontare un'escursione, che per quanto semplice sia richiede un minimo di attrezzatura e di allenamento perchè la montagna come il mare non perdonano, quest'estate ho visto gente salire sul Gran Sasso in ciabatte non aggiungo altro.......
 
si va bene ma non ho capito alla fine dei conti cosa si è fatto Riccardo... Come sta insomma?

In ogni caso spero che non sia nulla di grave e gli auguro di essere presto di nuovo in piedi.
 
Riccardo e' stato sfortunato anche se a mio modesto avviso ha gestito non benissimo il tutto. Io posso capire che ognuno di noi tendenzialmente pensa di sapersi gestire e che il parere di un altro può essere ascoltato ma non necessariamente seguito.
Personalmente penso che Francesco non doveva salire, che Riccardo non e' stato prudente anche a causa del cane e che Maurizio non dovrebbe sentirsi in colpa.
Ma e' ora di pensare positivo e di aspettare Riccardo per la prossima occasione.
Dai ragazzi cerchiamo di vedere quel pizzico di fortuna che ci ha assistito comunque.
Poteva andare peggio, molto peggio.
Maurizio eri con me, con noi, non e' colpa tua se e' successo.
 
Prescindendo dalla ricerca della colpa, che non serve a nulla, ma se proprio vogliamo parlarne sono felice di farlo ma in privato, a me non va di passare per sprovveduto visto che in montagna ne ho passate di ogni tipo, in Italia e all'estero. Dalla relazione di Maurizio sembro il Fantozzi della situazione e non si comprende perchè abbia scritto pubblicamente cose gratuite ed infondate sul mio conto.

il più affaticato fra tutti appare subito Francesco
Ma se vuoi ti posto tutte le foto in cui si vede che dall'inizio alla fine sono sempre stato nel gruppo o al limite poco indietro ma per fare le foto al gruppo in cammino. Eccone una:

Visto che fenomeno? Ero proprio al centro! Ho dovuto prendere gli spinaci per tenere il passo:woot::woot:


Tutti abbiamo i ramponi ad eccezione di Francesco che si presenta con un mezzo ramponcino
Qua http://www.avventurosamente.it/vb/161-lazio/13220-panettone-murolungo-mt-2184-a-6.html#post208201 c'è il post in cui ho detto il giorno prima di avere quest'attrezzatura e il mio proposito di rimanere a valle.


è visibilmente affaticato lo sento ansimare alle mie spalle
Questa foto dimostra che io e te siamo arrivati in cima con un certo anticipo sugli altri (lungi da me fare le gare ma se mi si descrive quasi cadavere come ci sono arrivato arrivato allora?? Trascinato?)


E così via dicendo tutti i riferimenti alla mia escursione, tranne che Riccardo mi ha prestato la piccozza, sono romanzati ed esagerati in negativo
aver colpito la sua suscettibilità
eccerto, sfido chiunque.

E allora, qual'è l'esigenza di fare le relazioni in questo modo? Le rende più coinvolgenti (a spese degli altri)? Conferisce più lustro ai protagonisti e rende l'impresa epica??
Boooooooooooh!
 
France' io penso che Maurizio non volesse assolutamente far intendere ciò che hai capito tu, anche se ti capisco. Siamo stati sfortunati e tutti abbiamo commesso errori, anche noi che non abbiamo insistito per lasciarti al lago piuttosto che costringere Riccardo a chiamare soccorsi.
Io ho una discreta esperienza sugli infortuni, ho praticato mezzofondo a livello agonistico e pur rendendomi conto che Riccardo poteva aver avuto uno stiramento o ancora meglio una iperestensione tendinea, non ho insistito per fermarlo.
Quindi lasciamo state polemiche inutili e fermiamoci qui.
Ciao
 
Quel che si evince da questa discussione e' quella che non fate tanto "gruppo" anche se siete andati assieme e questo non e' tanto bello. Come non e' carino cercare di dar la colpa a qualcuno per l'incidente.
Tutto questo non fa parte della mia "forma mentis" e quindi non capisco e non vi seguo.:)

PS. mentre scrivevo e' arrivato il post di Massimiliano quindi: OK
 
Ultima modifica:
Io ansimo di continuo ma arrivo comunque su :D Alla fine la cosa importante è essersi divertiti, essere stati in buona compagnia e aver condiviso un'avventura.
Riccardo rimettiti in fretta che ti aspettiamo!
 
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