Informazione Escursioni da fare intorno a Domodossola?

Ciao, andrò in un paesino vicino Domodossola ad Agosto. Qualcuno mi sa indicare delle passeggiate da fare in zona? Sia cose non impegnative da fare in giornata, sia cose da fare per più giorni.

Dato che non ci sono mai stato e che le gite di più giorni le farei in solitaria, accetto volentieri anche indicazioni utili sull'escursione... tipo che sacco a pelo usare (va bene in +5° confort della Decathlon?) e se basta un sacco da bivacco oppure se è meglio una tenda (per presenza oppressiva di insetti ad esempio) e che tipo di animali si trovano (cinghiali come nel Lazio, oppure tigri e leoni come in Africa? :D)

Grazie
 
Questi sono un po' di giri che ho fatto l'anno scorso
poi di mercanzia ce n'è ancora tanta in zona...



4 SETTEMBRE 2010

PASSO DI PREMIA (787) – SALECCHIO INFERIORE (1322)
DISLIVELLO MT. 535 DIFFICOLTA’ T-E TEMPO: 2 ORE E 30 MINUTI

La salita al vecchio villaggio Walser di Salecchio parte poche centinaia di metri dopo l’abitato di Passo di Premia salendo verso monte. Si parcheggia a sinistra in corrispondenza delle evidenti segnalazioni per Salecchio. Si risale a tornanti per una ripida strada asfaltata (percorsa anche da veicoli autorizzati) con panorami via via piu’ interessanti verso la sottostante vallata. Si giunge al cospetto di una galleria non illuminata e assolutamente impercorribile a piedi se non si è muniti di torcia. Conviene poco prima della galleria stessa deviare a sinistra per il sentierino pedonale segnalato che risale nel bosco, passa nei pressi di una cappellina votiva e termina alla fine della galleria. Si riprende la sterrata superando una sbarra metallica ed in breve si giunge al villaggio di Salecchio Inferiore. E’ già visibile poco piu’ in alto anche Salecchio Superiore (1509 mt.) ove è anche il Rifugio Zum Gorà.

5 SETTEMBRE 2010

ALPE STAFEL (1734) – PASSO NEFELGIU’ (2583) – LAGO MORASCO (1743) – ALPE STAFEL (1734)
DISLIVELLO MT. 849 DIFFICOLTA’ E – TEMPO 3 ORE ANDATA 2 ORE E 30 RITORNO

Percorso ad anello per chi dispone di una sola auto. Diversamente dal Passo di Nefelgiu’ è consigliabile raggiungere il Lago Vannino e traversare verso il Devero o volendo restare in Formazza scendere sempre dal Vannino verso Canza o Valdo.
Poco prima dell’abitato di Riale si parcheggia sulla destra di fronte all’Hotel Pernice Bianca, dietro al quale parte un sentiero non molto marcato e scarsamente segnato. Durante la ripida salita puntare ad una evidente cabina Enel nei pressi della quale occorre piegare a destra e puntare un evidente dosso con una croce in marmo. Aggirata la croce si arriva all’Alpe Forculti (mt. 1890) attraversata la quale ci si immette sulla sterrata di servizio che sale dalla Diga di Morasco. Si segue la sterrata a sinistra, questa sale ancora leggermente offrendo già validi panorami sul Lago di Morasco. In corrispondenza delle baite dell’Alpe di Nefelgiu’ (mt. 2049) si entra nel vallone, la sterrata diventa sentiero e lo risale integralmente con percorso via via piu’ ripido e faticoso specie nel tratto finale tra sfasciumi e dove è facile incontrare dei nevai anche a stagione avanzata. Dal passo è altamente spettacolare la vista sul Lago Vannino. Spostandosi di un centinaio di metri sul pendio erboso a sinistra, su tracce, appare alla vista anche il Lago Sruer (160 metri piu’ alto del Vannino), fornendo cosi’ una vista di insieme dei due laghi che sicuramente è l’immagine piu’ spettacolare dell’intera escursione. Ridisceso il vallone si lascia a destra l’Alpe Forculti e si continua a scendere a tornanti per la sterrata di servizio fino alla diga del Lago di Morasco, da qui si scende verso Riale e poi all’auto.

6 SETTEMBRE 2010

RIALE (1740) – RIFUGIO MARIA LUISA (2157) – PASSO SAN GIACOMO (2313) – ALPE SAN GIACOMO (2254) – CAPANNA CORNO GRIES (2338) – CORNOPASS (2500) – PASSO DEL GRIES (2479) - BETTELMATT (2112) – DIGA MORASCO (1840) – RIALE (1740)
DISLIVELLO MT. 840 DIFFICOLTA’ EE – TEMPO TOTALE 6 ORE E 30 MINUTI.

Questo anello, conosciuto come “giro del Passo Corno”, offre un piacevole sconfinamento in territorio svizzero percorrendo due passi storici, il San Giacomo ed il Gries. Il dislivello non è proibitivo ma lo sviluppo chilometrico è elevato, dunque è un’escursione destinata a chi ha buon allenamento.
Si parcheggia a Riale all’imbocco della sterrata per il Passo San Giacomo e si percorre il ripido sentiero segnato che tagliando la sterrata in molti punti porta con percorso faticoso al Rifugio Maria Luisa (mt. 2157 – 1’10”). Dal rifugio si prosegue in direzione Nord sulla sterrata che raggiunge la diga del Lago Toggia e ne costeggia l’intero bacino fino al passo San Giacomo (mt. 2313 – 50 “ – 2’00”) ove vi sono diversi segnali, il cippo di confine e il rudere della casermetta della Guardia di Finanza. Dal passo si segue a sinistra l’evidente sentiero che prima con brevissima salita poi in discesa perde quota fino all’Alpe San Giacomo (mt. 2254 – 20” – 2’20”). Qui il sentiero piega bruscamente ad Ovest ed inizia un lunghissimo traverso in falso piano. Il tracciato, evidente e comodo traversa i ripidissimi pendii del versante nord dell’Helgenhorn fortemente esposto sulla sottostante Val Bedretto mentre è già visibile la strada asfaltata che sale fino al Passo della Novena. In questo tratto prestare molta attenzione quando si attraversano i numerosi fossi che rigano il versante della montagna e comunque in caso di maltempo.
Al termine del traverso risalendo brevemente un dosso erboso si è al Rifugio Capanna Corno Gries (mt. 2338 – 40” – 3’00”), in classico stile elvetico. Dal Rifugio ci si alza sull’evidente sentiero che punta il valico. Si tocca il punto piu’ alto del percorso (Val Corno-Calcestro mt. 2520 palina segnaletica), si scende in breve al Cornopass (Passo del Corno mt. 2500) costeggiando uno splendido laghetto (senza nome su carta IGC), ormai già in vista dello spettacolare Lago Gries sormontato dall’omonimo ghiacciaio. Lasciando a destra la traccia per il lago si risale brevemente una spalla morenica e si giunge allo storico Passo del Gries (mt. 2479 – 1’00” – 4’00”), rientrando cosi’ in territorio italiano. Impressionante la vista sulla sottostante piana del Bettelmatt, regno delle marmotte, che si raggiunge con comodi zigzag che fanno perdere rapidamente quota. Giunti alla piana del Bettelmatt (mt. 2112 – 40” – 4’40”) la si percorre per l’intera lunghezza, si lascia a destra la traccia che sale al Rifugio Busto e ci si affaccia sul Lago di Morasco (mt. 1815 – 50” – 5’30”) raggiungibile con il sentiero o con la comoda sterrata di servizio (in questo caso è necessario alla fine della piana attraversare verso sinistra il torrente su un ponte). Dal lago in 1 ora circa si giunge all’auto.

9 SETTEMBRE 2010

TRAVERSATA BONDOLERO-DEVERO
GOGLIO (1133) – ALPE BONDOLERO (1912) – PASSO DI VALTENDRA (2431) – SCATTA D’OROGNA (2461) – ALPE BUSCAGNA (1967) – ALPE DEVERO (1640)
DISLIVELLO MT. 1450 CIRCA – DIFFICOLTA’ EE – TEMPO TOTALE 8 ORE E 50 MINUTI

La solitaria e suggestiva Val Bondolero, spesso osservata dall’alto nella classica traversata veglia-devero, è scarsamente frequentata e ai margini dei circuiti escursionistici della zona. Questo inconsueto anello, che offre il ritorno dal Devero, è lunghissimo e contempla un dislivello in salita di assoluto rilievo, rendendolo quindi praticabile solo da escursionisti molto allenati e disposti al sacrificio.

Si parcheggia a Goglio poco dopo la chiesetta. Dalla vicina stazione di partenza della Funivia Enel si alza un evidente sentiero che in breve piega decisamente a sinistra ed entra nel bosco. Seguire sempre i numerosi segni bianco-rossi specie piu’ avanti dove il sentiero talvolta causa la scarsa frequentazione è seminascosto dalla vegetazione. In un tratto franato, ove il sentiero devia poco piu’ in alto, è possibile osservare a sinistra la bella cascata del Rio Freddo alta diverse decine di metri. Superato il torrente il sentiero sale ancora e si ricongiunge alla sterrata di servizio dell’Alpe che ora si segue fedelmente fino a quota 1700 circa in corrispondenza di una vasta radura. Qui seguendo sempre i segnavia si guada il torrente e si risale su sentiero evidente nel bosco prima a destra poi traversando a sinistra giungendo in breve all’Alpe Case di Sotto (mt. 1804) e poi all’Alpe Bondolero (mt. 1912- 2’30”) ormai in vista della testata della valle e del Passo di Valtendra.
Con percorso intuitivo, tenendosi sempre piu’ o meno al centro del vallone si risale con pendenza sempre crescente, si lasciano i segni bianco-rossi che piegano a sinistra e portano al Colle di Ciamporino. In alto sulla destra si materializza il sentiero che traversa dal Passo di Valtendra alla Scatta d’orogna e che percorreremo al ritorno. Un ultimo tratto faticoso fra erba e sfasciumi e neve residuale porta finalmente al passo di Valtendra (mt. 2431 – 1’30” – 4’00”), porta d’ingresso all’Alpe Veglia. Si piega ora a destra riprendendo la direzione di arrivo per l’evidente e ben segnato sentiero a mezza costa. Il sentiero perde un centinaio di metri di quota, passa sotto le ripide rocce del Pizzo Moro (attenzione in caso di pioggia rischio caduta massi), supera un breve tratto esposto con l’ausilio di due catene metalliche, poi risale, aggira una splendida valletta e con un ultima risalita perviene alla Scatta d’Orogna (mt. 2461 – 1’05” – 5’05”), punto piu’ alto del percorso, dal quale si gode di una splendida vista sul Devero e sulla Punta d’Arbola. Ora si va in discesa con comodi tornanti; a Curt Vita (mt. 2230 – paline segnaletiche) è possibile piegare a destra su due diversi sentieri che conducono rispettivamente all’Alpe Misanco e ai Passi di Buscagna: entrambi terminano al Devero e possono essere utilizzati come alternativa al sentiero che si sta percorrendo con tempistica similare. Si lascia a sinistra il bivio per il Passo Cornera ed il bivacco Combi-Lanza e si è in breve all’Alpe Buscagna (mt. 1967 – 1’25” – 6’30”). Poco oltre una breve , segnalata e consigliatissima deviazione di 10 minuti conduce allo splendido lago Nero. Al termine della piana, ormai nel bosco, ripidi tornanti portano direttamente all’Alpe devero (mt. 1640 – 1’05” – 7,35”) da cui si scende a Goglio per la Forcola (1’15” – 8’50”).

10 SETTEMBRE 2010

TRAVERSATA FORMAZZA-DEVERO
SAGERSBODEN (1773) – LAGO VANNINO (2177) – PASSO BUSIN (2493) – LAGO BUSIN INF. (2388) – LAGO BUSIN SUP. (2438) – BOCCHETTA NORD DI VALLE (2574) – PASSO POJALA (2437) – LAGO POJALA (2305) – ALPE POJALA (2148) – BOCCHETTA DI SCARPIA (2248) – ALPE SANGIATTO (2010) – CORTE D’ARDUI (1760) – ALPE DEVERO (1640)
DISLIVELLO MT. 1.050 CIRCA – DIFFICOLTA’ EE – TEMPO TOTALE 7 ORE E 30 MINUTI + 15 MINUTI SEGGIOVIA

Questo anello, che definire magnifico è restrittivo, è una variante riveduta e corretta (e molto arricchita) della traversata classica Formazza-Devero che invece utilizza per la discesa la Scatta Minoia, decisamente piu’ breve e facile di questa, ma che priva della visita di diversi gioielli della zona (su tutti i Laghi del Busin ed il Pojala).
Se si dispone di due auto non ci sono problemi, se l’auto è una sola ci si deve avvalere degli scarsi mezzi pubblici a disposizione ed in tal caso si deve un po’ “correre” per non perdere l’ultimo bus che parte dal Devero alle 18,30 per Baceno. Le meraviglie che si incontrano durante il percorso sono cosi’ tante che alla fine della giornata resta il rammarico di non averle potute apprezzare per un periodo di tempo sufficiente.

Si lascia l’auto a Baceno dove alle 9.50 parte il bus che arriva a Valdo alle 10.28. Qui si prende la seggiovia che sale al Sagersboden (mt. 1773), aperta dalle 8 alle 17, costo sola andata 8 euro.(a/r 10 euro) . Si risparmiano oltre 500 mt di dislivello, che nell’economia di questo itinerario sono piu’ che decisivi.
La pista che parte dall’arrivo della seggiovia sale subito molto ripida e senza troppi complimenti facendo guadagnare quota molto velocemente. Quando finalmente rimpiana si è in vista della Diga del lago Vannino (1’20”) che è il terzo lago della Val Formazza per estensione. Poco prima della diga si scende in una valletta a sinistra per un sentiero evidente che raggiunge la diga stessa e costeggia il Lago. Dalla diga parte anche un altro sentiero, piu’ alto di quello che percorreremo, ma esposto e con tratti franati, attualmente ne è vietato il transito. Giunti all’Alpe Cortenova, o poco prima di essa, si risale a sinistra per evidenti tracce un pendio erboso. Giunti ad un grosso ripiano erboso frequentato da molte marmotte e con una palina nivometro al centro si risalgono gli ultimi dossi erbosi che anticipano il Passo del Busin (mt. 2493 – 1’00” – 2’20”). Si scende sul Lago Busin Inferiore costeggiandolo per intero sulla sinistra. Varcata la diga si piega a destra (scritta sul muraglione “Bocchetta di Valle” ) e si risale uno scomodo sperone roccioso subito a sinistra (anche qui indicazioni “Bocchetta” su di un masso). In breve si è allo splendido pianoro che accoglie il Lago Busin Superiore ed il successivo laghetto quasi collegato al primo. Si costeggiano entrambi i laghi sulla destra e si risale il faticoso pendio roccioso che anticipa la Bocchetta Nord di Valle (mt. 2574 – 1’50” – 4’10”), punto piu’ alto del percorso e porta di ingresso all’Alpe devero.
In discesa comodi zigzag portano ad un vasto altipiano con paline segnaletiche utili in caso di nebbia, si lascia a destra il sentiero che porta alla già visibile Alpe Naga e al Lago di devero e si piega a sinistra. Siamo sul Passo di Pojala (mt. 2437 non segnato né quotato su carta IGC) che si affaccia sul sottostante magnifico Lago di Pojala (bacino naturale ) che si raggiunge con una breve discesa (mt. 2305 – 40’ – 4’50”). Il sentiero percorre l’intero bacino sulla sinistra, guada l’emissario del lago e poi scende in direzione dell’Alpe Pojala con straordinari affacci sul sottostante Lago d’Agaro che pero’ il nostro percorso non toccherà. Giunti alle baite dell’Alpe Pojala (mt. 2148), un evidente sentiero sulla destra si alza leggermente a mezza costa in direzione dell’evidente insellatura che si apre tra il Monte Corbernas e il Monte Sangiatto: è la Bocchetta di Scarpia (mt. 2248) – 50’ – 5’40”). Ora con facili tornanti si scende in vista dell’Alpe Sangiatto (mt. 2010 – 40” – 6’20”), punteggiata da numerosi laghetti. Da qui con comodo sentiero si scende fino alla Corte d’Ardui, alpeggio ancora ampiamente attivo (mt. 1760) ed in breve all’Alpe devero (mt. 1640 – 1’10” – 7,30”).

11 SETTEMBRE 2010

LAGO MORASCO (1815) – BETTELMATT (2112) – RIFUGIO CITTA’ DI BUSTO (2480) – LAGO SABBIONE (2466) – BASE GHIACCIAIO HOHSAND (2600 CA.) – RIFUGIO MORES (2505) – ZUM STOCK (2100) – LAGO MORASCO (1815)
DISLIVELLO MT. 900 CA. DIFFICOLTA’ EE – TEMPO TOTALE 7 ORE

Spettacolare anello di notevole impegno ma altamente remunerativo. La presenza di diversi rifugi durante il percorso garantisce tranquillità anche in caso di maltempo. Con tempistica leggermente superiore e 300 mt di dislivello in piu’ è possibile evitare la visita al ghiacciaio e giungere ai rifugi Claudio e Bruno (mt. 2710) e 3 a (mt. 2960) chiudendo cosi’ un giro che è sicuramente tra i piu’ prestigiosi della val Formazza.
Si parcheggia nei pressi del lago Morasco dal quale con sentiero o tramite la comoda sterrata di servizio si sale alla bella Piana del Bettelmatt (mt. 2112 – 1’00”).
La si percorre fino a metà circa, poi in corrispondenza di una baita a sinistra si sale per sentiero segnalato a tornanti su ripidi dossi erbosi poi su roccette fino al bel Rifugio Città di Busto (mt. 2480 – 1’00” – 2’00”). Dal rifugio si scende alla sottostante ed amplissima Piana dei Camosci, in ambiente quasi lunare, la si percorre integralmente tenendosi sulla sinistra, ormai in vista della Diga del Lago Sabbione. Si lasciano a destra le tracce che su morena e ghiacciaio portano direttamente al rifugio 3 a, e si segue a sinistra il sentiero segnato che a mezza costa, con un saliscendi e qualche tratto franoso, giunge alla Diga del Lago Sabbione (mt. 2466 – 40” – 2’40”), l’invaso piu’ grande del comprensorio. Impressionante da questo punto la vista del lago con l’immenso ghiacciaio del Sabbione, che un tempo, prima dell’attuale arretramento, alimentava direttamente le acque del Lago. Senza traversare la diga si prosegue sul comodo sentiero che costeggia la riva destra del bacino. Dopo dieci minuti si lascia a destra un evidente traccia che sale ai rifugi Claudio e bruno e 3 a (rispettivamente 40 e 80 minuti da questo punto) e si continua sempre su buona traccia il periplo del lago. Al termine del bacino si risale a destra su pietrame di varie dimensioni, il percorso non è piu’ segnato ma occorre seguire gli omini di pietra. In ogni caso non alzarsi troppo e tenersi bassi sempre nei pressi del torrente generato dallo scioglimento del giacciao di Hohsend, alla cui base si giunge in breve (mt. 2600 ca. 1’20” – 4’00”). Si ripercorre il sentiero costeggiando il lago, al termine si piega a destra e si attraversa la diga. Si sale a sinistra una rampa che in breve porta al Rifugio Mores (mt. 2505 – 1’20” – 5’20”). Poco piu’ in alto è visibile anche il Rifugio Somma Lombardo, una sessantina di metri piu’ in alto. Pochi passi prima del Rifugio Mores si imbocca a sinistra l’evidente sentiero che scende ripido e veloce su dossi erbosi e poi attraversando il torrente fra pietraie al piccolo baitello di Zum Stock (mt. 2100 non segnato su carta IGC – 35’’ – 5,’55”). Dal baitello un sentiero sulla sinistra sale rapido al Rifugio Citta’ di busto. Due sentieri invece scendono a valle fino al lago di Morasco. Quello ufficiale (n.9) è ripido e attraversa vari tratti franosi con rischio caduta massi (cartelli del Cai ne sconsigliano il transito). Meglio utilizzare il nuovo sentiero, molto piu’ sicuro e simpatico dell’altro, per imboccare il quale occorre risalire brevemente una rampa erbosa di fronte al baitello. Al termine della discesa si è nuovamente al Lago di Morasco (mt. 1815 – 1’05” – 7’00”).

12 SETTEMBRE 2010

RIALE (1740) – LAGO CASTEL (2224) – LAGO NERO (2422) – ALPE GHIGHEL (2132) – RIALE (1740)
DISLIVELLO MT. 678 – DIFFICOLTA’ E – TEMPO TOTALE 5 ORE

Breve anello che raggiunge il massimo interesse con la visita al poco frequentato Lago Nero, tipico specchio d’acqua alpino sito ai piedi del Corno Talli e dominato dall’imponente figura del Monte Basodino. Dal Lago Nero è possibile prolungare ulteriormente la gita salendo fino all’impervio passo Tamier dal quale ci si affaccia sul versante svizzero, in Val Bavona. Una sterrata di recente realizzazione ha largamente deturpato il paesaggio nel tratto che dal Lago Castel sorvola la valle del Ghighel.
Da Riale (mt. 1740) si risale sul faticoso sentiero che taglia i tornanti della sterrata che sale al passo San Giacomo. Poco prima del Rifugio Maria Luisa un’evidente scritta su massi verde e nera (Lago Nero-Alpe Tamier) invita a girare a destra. Si risale per pochi minuti la sterrata tenendosi a destra ad un bivio e si giunge alla diga del lago Castel , interessante specchio d’acqua dominato dall’austera mole del Basodino (mt. 2224 – 1’20”). La sterrata costeggia tutta la riva destra del lago; al termine del bacino la sterrata prosegue ancora ma dopo una manciata di minuti occorre deviare a sinistra su un sentierino che risale (non segnato nella parte iniziale ma evidente). Il sentierino, sul quale compaiono ora i primi segni bianco-rossi traversa a mezza costa, entra in una bella valletta dominata dal Basodino, poi traversa il Rio Scelp e comincia a salire fino ad un panoramico dosso. Oltrepassato un rio con bella cascatella il sentiero sale ulteriormente tra placche rocciose, sempre con buona segnaletica bianco-rossa ed ometti di pietra, scavalca l’ultimo rio, emissario del lago e giunge con un ultima risalita al lago Nero. (mt. 2422 – 1’40” – 3’00”).
In discesa, appena tornati sulla nuova sterrata che torna al lago Castel, abbassarsi su prati per tracce fino alle evidenti sottostanti baite dell’Alpe Ghighel, dalle quali un evidente e segnato sentiero con ripidissime svolte e bei panorami su Riale scende velocemente a quest’ultimo paese. Giunti quasi a valle occorre piegare a destra ad un bivio per raggiungere in poche centinaia di metri l’auto (mt. 1740 – 2’00” – 5’00”).


13 SETTEMBRE 2010
VAL BOGNANCO
ALPE SAN BERNARDO (1628) – LAGO RAGOZZA (1958) – LAGO DI MONSCERA (2090) – PASSO DI MONSCERA (2105) – ALPE DI MOSNCERA (1971) – ALPE ARZA (1727) – ALPE SAN BERNARDO (1628).
DISLIVELLO MT. 477 – DIFFICOLTA’ E – TEMPO TOTALE 3 ORE E 20 MINUTI

Breve e facile anello che si svolge prevalentemente su comode sterrate. La quasi maniacale chiarezza della segnaletica della val Bognanco lo rende alla portata di tutti. I motivi di interesse dell’escursione sono senz’altro i due laghi che si incontrano durante la salita, ma ancor piu’ forse la spettacolare visuale sui “quattromila” svizzeri di cui si beneficia dal pur modesto Passo di Monscera: Weissmies, Lagginhorn e Fletschorn, con il Monte Leone piu’ a destra.
Da Domodossola si seguono le indicazioni per Bognanco. La strada asfaltata, stretta e tortuosa, con pendenze da cronoscalata nel tratto finale giunge fino all’Alpe San bernardo (mt. 1628) dove si lascia l’auto in un ampio parcheggio splendidamente circondato dal verde . Si segue il sentiero DO-SFT il quale con pendenza moderata sale nel bel lariceto, giunge ad una radura, poi si impenna su uno spallone erboso fino al Lago di Ragozza (mt. 1958 – 1’00”), sovrastatato dalla non lontana Bocchetta di Gattiscosa. Il sentiero costeggia brevemente il lago a destra poi piega ulteriormente a destra portando in 10 minuti al Rifugio Gattascosa (mt. 1993). Dal Rifugio si prosegue per la larga ed evidente sterrata per una decina di minuti, poi la si lascia per salire a sinistra su un buon sentiero a mezza costa che sale con pendenza moderata fino al Lago di Monscera (mt. 2090 ca. non nominato su carta IGC). Appena sopra il grazioso laghetto c’è il Passo di Monscera (mt. 2105 – 40’ – 1’40”), un modesto dosso erboso sovrastato da un’enorme traliccio dell’alta tensione, che offre pero’ emozionanti vedute sul versante svizzero.
Dal Passo si torna al laghetto, lasciandolo sulla destra puntando un’evidente croce poco dietro di esso, si lascia a destra la croce e si scende su traccia evidente o su prati aperti fino a ritrovare la sterrata lasciata in precedenza, peraltro già visibilissima. Raggiunta la sterrata la si segue fedelmente in discesa , si lasciano a destra l’Alpe di Monscera, a sinistra i bivi per il Paione e poi per il Variola, e con un ultimo tratto piu’ ripido ed asfaltato, sempre nel bosco ed in ambiente piacevole, si è di nuovo all’Alpe San bernardo (mt. 1628 – 1’40” – 3’20”).



piu' o meno vedresti qualcosa del genere.....


http://www.avventurosamente.it/vb/album.php?albumid=330
 
Ultima modifica:
Già che sei in zona potresti considerare un passaggio anche nella vicina Valgrande.
Ne vale assolutissimamente la pena

Ciao
 
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