Bike Chemin de St-Jacques: Via Podiensis

Quattro anni fa arrivai a Pamplona pieno di dubbi,incertezze. Che cosa era il Cammino? Aveva senso percorrere le antiche vie che portano verso una misteriosa terra,la Galizia? Sarei riuscito ad arrivare a Santiago o mi sarei fermato la settimana,il giorno,l’ora successiva?
Allora non sapevo che il Cammino avrebbe quasi monopolizzato i miei interessi per i successivi anni. E non sapevo che un giorno sarei arrivato a Pamplona non con un carico di paure,ma con 900 km nelle gambe,con tante cose viste e vissute e con la consapevolezza che dove quattro anni fa tutto era iniziato,ora avrebbe avuto un senso,un compimento.

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La Via Podiensis,il mio terzo Cammino di Santiago,non ha tradito le attese. E’ un cammino duro,selvaggio,che attraversa una Francia poco turistica. Una Francia rurale,dove il verde e il blu la fanno da padroni. Quasi inesistente l’edilizia successiva al XIX sec. Forse è come era qui da noi un paio di secoli fa. Prima dei palazzinari.
Insieme al mio compagno di Cammino abbiamo dormito in quasi ogni tipologia di accoglienza:hotel,ostelli,albergue para peregrinos,gite de tape,tenda,roulotte,in casa di un prete,all’aperto,in casa di una “comunità” di pakistani. In pieno stile cicloviaggiatori. Come è giusto che sia,perché il pellegrino è per prima cosa un viaggiatore,qualcuno in cerca di qualcosa. Forse anche solo di se stesso.

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La Via Podiensis ti fa attraversare una varietà enorme di ecosistemi. Specie se come noi,si allunga fino a Puente la Reina e poi Zaragoza. Si va dal massiccio centrale,un magnifico altopiano lungo più di 150 km,quasi tutto legato alla storia della bestia dello Gevedan. Chi o cosa ha procurato più di 200 morti tre secoli fa,oggi manda avanti l’economia della zona,il turismo. Conoscevo il racconto dal film Il patto dei lupi,ma attraversare quelle valli e quei boschi fa veramente capire cosa possa essere successo. Se ancora oggi la regione è selvaggia e in qualche modo isolata,si può immaginare cosa possano aver passato quei contadini di fine ‘700,nei lunghi e nevosi inverni,a settimane di viaggio da un qualsiasi centro,con qualcuno o qualcosa che li uccideva ad uno ad uno

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Scesi da questi altopiani il paesaggio cambia completamente. Siamo nei Midi Pirenei,che nonostante il nome non hanno nulla a che fare con Pirenei. E’ una regione collinare,piena di girasoli e vigne. E’ qui che si produce uno dei cognac più prestigiosi,l’Armagnac. Qui c’è anche la regione di D’Artagnan, la Guascogna. Infine ecco li davanti i Pirenei e il loro ingresso,Sant Jean Pied de Port. SJPDP è l’inizio del Cammino di Santiago più conosciuto,quello chiamato francese. Appunto perché proviene dalla Franci

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Per chi come me è partito da Le Puy e percorso la Via Podiensis,è quasi uno choc. SJPDP ormai è diventata un polo industriale del pellegrinaggio a Santiago de Compostela. L’ufficio per i pellegrini sforna info,mappe,alloggi,a mo di catena industriale. Nonostante questo si respira una bella atmosfera. Qui la maggior parte dei pellegrini sono alla loro prima esperienza. Non trovi quei 4 gatti,veterani del cammino,che incontri sulle altre vie (Plata,Portoghese,Podiensis,Arles,Nord…) Qui c’è un orda di principianti,pieni di incertezze e di paure,ma che fanno una grande tenerezza. Un po’ li invidio

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Ed è qui che per la prima volta,dopo anni di onorato servizio,la mia bici pellegrina mi ha lasciato a piedi. Rottura del mozzo posteriore. Della ruota libera. Non c’è più trazione. E’ il 15 Agosto,tutto chiuso. Che faccio,per la seconda volta rinuncio a fare la prima tappa? Rimango con il rimpianto di non essere riuscito a fare SJPDP,Roncisvalle,Pamplona? Quattro anni fa era comprensibile il mio timore per affrontare i Pirenei. Decisi di partire da Pamplona. Era la mia prima esperienza di cicloturismo. Con la bici ero stato si e no a massimo 20 km da casa. Oggi invece con tre cammini alle spalle,con l’Islanda nelle gambe e nel cuore,non ci possono essere più scusanti. Parto lo stesso e non fa niente se ho davanti una giornata con 25 km di bici a spinta,con 1300 mt di dislivello e salite oltre il 15%. E lo sforzo viene ripagato dalla bellezza che ho intorno a me. E’ davvero una delle tappe più belle di tutti i cammini. Ecco Roncisvalle,dove la retroguardia di Carlo Magno fu attaccata dai mori. E Rolando suonò l’olifante. Più realisticamente avevano rubato qualche pecora agli irosi pastori baschi che,bastoni alla mano,se le andarono a riprendere

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A Puente la Reina ho messo un punto a questi splendidi anni di estati passare sopra la terra rossa spagnola. Seduto nella piazzetta principale,con una coca cola in mano,ho visto un gruppetto di ciclo pellegrini spagnoli. Era il loro primo cammino,erano distrutti dall’attraversamento di Alto del Perdon. Erano nelle esatte condizioni di come ero io 4 anni fa. Solo che oggi io non avevo neanche una goccia di sudore,solo un po’ di fiatone mi aveva procurato il terribile Alto del Perdon. Non è solo questione di allenamento,è che l’esperienza insegna i tempi,i modi,le pause,il cibo per affrontare situazioni simili. Più che le gambe è la testa quella veramente allenata. E guardando questi ragazzi ho avuto chiaro che il tempo scorre solo in un verso. Inutile rincorrere vecchie care emozioni. Questa tappa nei miei ricordi era qualcosa di mitico,oggi solo una bella passeggiata. Quindi stop,finiamola qui. Non voglio rovinare il ricordo di quel mio primo magico cammino,ripercorrendolo con occhi smaliziati e meno capaci di stupirsi. Il Cammino è stato una parte essenziale della mia vita,ora però è arrivato il momento di posare questo libro per poter aprirne nuovi. In fondo non è altro che l’insegnamento principe del Cammino:bisogna sempre andare avanti…ULTREYA.
Un saluto a tutti

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:eek: che meraviglia! :si::si::si: bellissimo, veramente bellissimo reportage, sono sempre più convinta che a breve sarà uno dei miei prossimi viaggi
 
:si: :si: :si: Mi accodo agli altri per i ComplimentI :si: :si: :si:
Ma dimmi un po’ quanto pesavano i vostri bagagli, quelle bici sono cariche come i cammelli di una carovana di mercanti?
Come era la guida con una bici così carica e per di più sullo sterrato?
Quale attrezzatura avresti dovuto portarti dietro e cosa avresti dovuto lasciare a casa poichè inutile?

Ciao :).
 
mi dispiace rovinarti il topic, ma ti devo fare i miei complimenti :D

rovinarmi il topic?o_O
ma io devo solo ringraziare chi ha la bontà e la pazienza di leggere quello ho scritto
Grazie per i complimenti!

ora,un po' per volta,risponderò anche agli altri.
E' che ho dei paccheri ai granchi di mare che rivendicano la mia presenza :biggrin:
 
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