serpenti d'Italia, scheda tecnica

dato che ultimamente si parla molto di serpenti, vipere in particolare, e dai messaggi emergono esperienze allarmanti ai fini conservazionistici (è il mio lavoro, e cerco di farlo nel migliore dei modi) Michael Missione-avventura mi ha chiesto di preparare una scheda tecnica sui serpenti italiani, per pubblicarla sul suo sito. dato che più persone la leggono meglio è per i serpenti, la propongo anche quì.



Serpenti Italiani


I serpenti in Italia sono rappresentati da due famiglie, colubridi e viperidi.





I colubridi sono serpenti dalle dimensioni che variano dai 60cm ai 270cm. Alcune specie possiedono un blando veleno non letale per l'uomo, anche se in alcuni casi si possono riscontrare dei disturbi che vanno dal gonfiore e l'arrossamento della parte lesa fino a sintomi come febbre, vomito, vertigini. Tutte le specie di colubridi sono protette in Italia da leggi nazionali, dalle direttive habitat e da leggi regionali specifiche.






Dei colubridi fanno parte in Italia 15 specie:
  • Biacco (Hierophis viridiflavus), può raggiungere i 190cm di lunghezza, è un serpente molto veloce e aggressivo, ma totalmente innocuo non possedendo nessun genere di veleno. La sua livrea è nera puntiforme con anelli verdi che ne circondano il corpo nella metà anteriore, e puntiforme nera e verde in egual modo nella metà posteriore. Lo si può incontrare lungo i sentieri assolati ai margini dei cespuglieti o dei boschi, è il più comune serpente italiano presente in tutto il territorio.
  • Natrice dal collare (Natrix natrix), può superare i 150 - 160 cm di lunghezza in casi molto rari, ma mediamente misura 1mt o poco più. E' un serpente veloce, forte, mai aggressivo, preda generalmente animali di piccole dimensioni come rane e rospi, ma anche topi e arvicole (soprattutto quando colonizza ambienti lontani da fonti d'acqua). Uccide le prede per costrizione, possiede un blando veleno con funzioni prevalentemente di predigestione, risultando relativamente innocuo anche per animali di piccola taglia. Di colorazione grigiastra con ornamenti zebrati molto radi, si riconosce dal caratteristico collare nero e giallo. Frequenta le zone paludose o comunque in prossimità di acqua, ma può adattarsi a vivere anche in ambienti meno acquatici. Possiede per difesa una ghiandola cloacale che secerne una sostanza oleosa dal fetore nauseabondo molto persistente, anche dopo essersi lavati le mani numerose volte.
  • Natrice tassellata (Natrix tessellata) raramente supera i 130cm di lunghezza, è di colorazione bruno grigiastra con ornamenti simili a natrix natrix, con la quale condivide modi di vita e habitat, può essere trovata anche in acqua salata e spesso tenta traversate marine di 3-5km per raggiungere isole. In alcune località costiere vive in popolazioni molto dense, anche 60 individui per 1km.
  • Natrice viperina (Natrix maura) raggiunge e supera il metro di lunghezza, a causa della sua somiglianza con la vipera aspis viene spesso uccisa, anche se si tratta di uno dei serpenti più innocui presenti in italia. È la biscia italiana più legata all'acqua, tanto che i suoi movimenti sul terreno asciutto risultano lenti e goffi, altro fattore che la fa scambiare per una vipera. Vive al nord fino alla pianura padana e in sardegna.
  • Cervone (Elaphe quatuorlineata) il più grande serpente italiano, raggiunge e talvolta supera i 230cm ma in media misura dai 140 ai 190cm di lunghezza. A causa della sua estrema docilità quando maneggiato viene utilizzato nelle processioni per la festa dei serpari a Cocullo in Abruzzo. È un serpente terragnolo e arboricolo, nonostante il suo peso si arrampica molto agevolmente per raggiungere i nidi degli uccelli per mangiare uova e pulli. È un gran divoratore di ratti che cattura e uccide, essendo sprovvisto di veleno, per costrizione. La sua livrea è marroncina con quattro linee longitudinali che vanno dal collo alla coda. Chiamato dai contadini “pastura vacche” perchè spesso viene trovato nelle stalle e la credenza popolare lo vuole ghiotto di latte, in realtà entra nelle stalle e nei fienili per cacciare topi e arvicole che vanno a infestare questi ambienti.
  • Colubro gatto (Telescopus fallax) non supera il metro di lunghezza, in italia vive sulla costiera triestina, somiglia per forma e abitudini di vita e atteggiamenti di difesa alla vipera comune, possiede anche la pupilla ellittica, è velenoso ma non riesce a iniettare il suo veleno nell'uomo a causa della posizione delle sue zanne opistoglife, cioè fisse, scanalate e posizionate nella parte posteriore della mascella, inoltre il suo veleno molto blando non rappresenta un pericolo per l'uomo.
  • Colubro dei balcani (Hierophis gemonensis) molto simile al biacco, anche se di colore più tendente al marroncino e raramente supera i 120cm di lunghezza. In Italia abita le zone del carso triestino, alcuni tentativi di importarlo in zone montane del Friuli non hanno avuto esito positivo perchè la specie non si è acclimatata. Si nutre di sauri, giovani serpenti, piccoli uccelli, uova, micro-mammiferi. Non è velenoso, e anche se quando infastidito può diventare collerico, non rappresenta un pericolo per l'uomo.
  • Colubro del ricciòli (Coronella girondica) colubro molto piccolo, difficilmente raggiunge gli 85cm di lunghezza, somiglia a un giovane di Cervone, la sua distribuzione sul territorio italiano è ancora in fase di studio, presente nella zona centro occidentale dell'Italia continentale, in maniera puntiforme nell'Italia peninsulare e sull'isola di Montecristo. Predilige le zone aride, le macere, muriccioli, i coltivi. Possiede un blando veleno che non ha nessun effetto sull'organismo umano, inoltre è il serpente più mite d'Europa e raramente reagisce al disturbo, viene spesso scambiato per una vipera e ucciso. Caccia a terra, ma può all'occorrenza arrampicarsi sugli alberi. È un serpente apatico e si muove lentamente, trascorre gran parte della sua giornata seminascosto sotto sassi, radici, arbusti..
  • Colubro sardo o Colubro ferro di cavallo (Hemorrhois hippocrepis) raggiunge i 180cm ma in media misura 120cm di lunghezza, in Italia abita la Sardegna e le piccole isole circostanti. È un serpente molto appariscente, di un grigio tendente al blu con decorazioni a reticoli larghi gialli, vive presso paludi assolate, stagni e arenili, molto vivace e se minacciato diventa aggressivo e mordace ma totalmente innocuo per la salute.
  • Colubro lacertino (Malpolon monspessulanus) serpente di grandi dimensioni, raggiunge e supera i 240cm di lunghezza, di colore verde uniforme o grigiastro, abita la zona nord ovest dell'Italia e in maniera puntiforme le zone nord est, se infastidito e messo alle strette dagli esseri umani diventa aggressivo emettendo lunghi e rumorosi sibili e sollevando la parte anteriore del corpo per ¼ della sua lunghezza totale rendendolo simile per comportamento al cobra. Possiede un veleno ad azione simile a quello del cobra indiano (naja naja) ma molto meno potente, mai mortale per l'essere umano, e difficilmente iniettabile a causa dei suoi denti opistoglifi.
  • Colubro leopardino (Zamenis situla) raggiunge e supera il metro di lunghezza, la sua colorazione molto appariscente a macchia di leopardo gli ha conferito il suo nome. Di un bianco o grigiastro ben contrastato con macchie rosso-arancio lungo tutta la sua lunghezza, abita la zona meridionale dell'Italia (Sicilia, Calabria, Puglia, Basilicata). Frequente in prati, radure, muretti a secco, paludi e zone alluvionali, è molto agile e vivace, corre, si arrampica e nuota con estrema facilità. Caccia tenendosi sempre ai margini delle zone in ombra topi, piccole arvicole e lucertole. Seppur spesso scambiato per vipera aspis hugyi, in realtà non rappresenta una minaccia per l'uomo essendo sprovvisto di apparato velenifero.
  • Colubro liscio (Coronella austriaca) piccolo serpente che raramente supera i 75cm di lunghezza, in Italia abita tutta la penisola, Sicilia compresa, anche se non è molto comune. Predilige località soleggiate e radure ben esposte al sole diretto, si rinviene spesso in viottoli, cave, ruderi e muretti a secco. Di norma apatico e lento nei movimenti, può assumere, se minacciato, un atteggiamento più vivace e mordace, in questo caso adotta la tipica posa di allerta delle vipere. Possiede una singola ghiandola velenifera che produce un veleno in grado di uccidere rane e uccelli di piccole dimensioni, ma sull'uomo non ha nessun tipo di effetto.
  • Saettone o Colubro d' Esculapio (Zamenis longissimus) serpente di grosse dimensioni, raggiunge spesso i 150cm di lunghezza ma raramente raggiunge i 200cm. Abita gran parte dell'Italia, isole comprese, molto agile e tranquillo nei movimenti, spesso nervosetto se disturbato, di un colore giallastro uniforme che percorrendo il tronco lascia spazio ad un marrone sempre più contrastato, provvisto anche di screziature biancastre. Preda sia a terra che sugli alberi grazie alla sua abilità nell'arrampicarsi anche su tronchi perfettamente verticali. Predilige le zone aride, con muretti a secco e terreno sassoso alternato a zone di ampia copertura vegetazionale. Associato dagli antichi al dio Esculapio, e divenuto l'emblema della medicina, ancora oggi in alcune zone rurali si pensa che questo serpente possegga proprietà terapeutiche. Non possedendo ghiandole velenifere è totalmente innocuo per l'uomo.
  • Saettone occhi rossi (Zamenis lineatus). Un tempo considerata una sottospecie del saettone conosciuta con il nome di elaphe longissima romana, ora i genetisti hanno suddiviso le due specie. Le caratteristiche morfologiche nonché la biologia delle due specie sono simili, ma l'elaphe lineata abita solo il sud Italia e la Sicilia.
  • Colubro dal cappuccio (Macroprotodon cucullatus) molto comune in nord africa, questo piccolo serpente lungo al massimo 60cm è presente, forse in seguito a importazioni accidentali, sull'isola di lampedusa. Deve il suo nome al collare nero che gli orna il collo, possiede un blando veleno che utilizza per sopprimere piccole prede, ma non è pericoloso per l'uomo sia per il fatto che il livello di tossicità del veleno non è tale da provocare effetti in animali più grandi di un passeriforme, sia per il fatto che possedendo denti opistoglifi gli è difficile riuscire a iniettarlo.
I viperidi sono serpenti dalle piccole dimensioni che variano di specie in specie, e vanno da 60cm a 120cm. Possiedono ghiandole velenifere in grado di produrre sufficiente veleno per impensierire anche un essere umano, e in alcuni casi di morso a persone con patologie cardiache o respiratorie oppure soggette a shock anafilattico, la persona morsa può anche morire se non curata in tempo. Sono animali vivipari cioè partoriscono piccoli già formati in quanto la madre lascia schiudere le uova al suo interno. La testa triangolare, schiacciata, con l'apice del naso rivolta verso l'alto, la coda corta, tozza, simile a un mignolo della mano di un bambino, rende una vipera inconfondibile.






Dei viperidi fanno parte in Italia 4 specie:
  • Marasso (Vipera berus) serpente relativamente piccolo. Sebbene ne sia stato catturato un esemplare di 104cm, in genere in Italia non supera i 65cm. Il suo colore dominante è molto variabile, va dal grigio, giallastro, olivastro, brunastro, rossastro, si trovano individui melanici e individui albini. In Italia è presente nella regione Alpina, escluse prealpi, Alpi marittime e Cozie. In quota vive in brughiere, praterie e boscaglie alpine, mentre in pianura (polesine, valli veronesi ecc.) frequenta per lo più le zone paludose. Il suo veleno è in grado di uccidere un adulto di lucertola vivipara in 30 secondi.
  • Vipera comune (Vipera Aspis) la più comune vipera d'Italia presente su quasi tutto il territorio nazionale, raramente raggiunge i 75cm, la sua colorazione è molto variabile, come per Vipera Berus. Ha colonizzato tutti gli ambienti, dalle zone rocciose a quelle sabbiose, coste, paludi, montagne oltre i 3000mt, boschi, praterie collinari. Ogni sua azione è regolata in base alla sua temperatura corporea, quindi passa molto tempo a termoregolarsi. Al mattino, essendo infastidita e ostacolata nell'opera di termoregolazione dall'umidità del terreno essa si arrampica su arbusti all'altezza di un metro circa, in questo caso diventa pericolosa per cercatori di funghi e di asparagi i quali chinandosi sul cespuglio possono venir morsi dall'animale se esso si sente minacciato. Viene predata dai cinghiali che grazie al loro strato di grasso sono immuni al veleno.
  • Vipera dal corno (Vipera ammodytes) prende il nome dall'appendice rostrale simile a un corno di rinoceronte. In Italia non supera i 90cm, anche se il record europeo è di 120cm. Abita le regioni nord orientali dell'Italia, con abitudini di vita simili a Vipera aspis, popola le aree assolate di boscaglie, doline, pietraie, pendici collinari e montane esposte a sud. Caccia all'agguato piccoli mammiferi, rettili e nel periodo dei nidiacei si arrampica su bassi arbusti in cerca di nidi da depredare. L'attività del suo veleno è più blanda rispetto a quello della vipera comune, ma ne può iniettare una dose maggiore.
  • Vipera dell'Orsini (Vipera ursinii) la più piccola vipera presente sul nostro territorio, difficilmente supera i 40cm, abita esclusivamente alcune catene montuose dell'Italia centrale. Non è potenzialmente letale per l'uomo in quanto il suo morso non è considerato molto pericoloso a causa dei suoi denti veleniferi troppo corti (circa 3mm) per poter iniettare il veleno sufficientemente in profondità, inoltre la quantità e l'azione tossica del veleno non sono tali da impensierire un essere umano.

    Vipera ammodytes
    quantità di veleno prodotto da un esemplare adulto 10-35mg
    dose letale per un uomo adulto 40-60mg

    Vipera aspis
    quantità di veleno prodotto da un esemplare adulto 8-20mg
    dose letale per un uomo adulto 30-40mg

    Vipera berus
    quantità di veleno prodotto da un esemplare adulto 5-18mg
    dose letale per un uomo adulto 20-25mg
la vipera, per quanto sia evoluta sul piano tattico, rimane un animale primitivo con priorità nel nutrirsi e riprodursi. È perfettamente in grado di controllare il suo apparato velenifero, e potendo contare su una dose minima di veleno blando che impiega molto tempo per rigenerarsi cerca di conservarlo per la caccia, e ha escogitato altre tecniche di difesa. Prima tra tutte il mimetismo: rimanendo perfettamente immobile tenta di confondersi col substrato aiutata dalla sua livrea e sperando di passare inosservata. Capita spesso di posare un piede a pochi centimetri da una vipera adulta senza accorgersene ed essa rimane perfettamente immobile. Un altra tecnica di difesa è la minaccia: quando si accorge di essere troppo esposta e visibile aspira molta aria per sembrare più grande e minacciosa, avanza lentamente verso l'intruso e arrivata a una distanza minima espira l'aria inalata emettendo un sibilo minaccioso. Altra tecnica di difesa è il morso senza zanne: essendo queste ultime molto fragili e soggette a frequenti rotture, quando morde un intruso troppo grande, lo fa senza estroflettere le zanne velenifere le quali impiegano diverse ore per essere sostituite, lasciando in quel lasso di tempo la vipera indifesa. Qualora la vipera non sia in possibilità, per difetto di calma, di non estroflettere le zanne, ricorre al morso secco, ovvero morde senza iniettare veleno. Purtroppo a volte se la vipera si sente particolarmente minacciata, se maneggiata, calpestata o infastidita ripetutamente, essa può ricorrere al tentativo di sopprimere l'intruso ricorrendo al veleno. Se con il morso la vipera inietta il veleno, tale morso si distingue dal morso secco perchè nei minuti successivi al morso il dolore aumenta ad opera del veleno che comincia a reagire con l'organismo, mentre nel morso secco, in seguito al dolore iniziale, non si riscontra altro fastidio. Nel caso in cui il veleno venga iniettato esso raramente viene depositato oltre il terzo strato epidermico a causa delle zanne della vipera non sufficientemente lunghe. Si sconsiglia di incidere la ferita perchè in questo modo si facilita l'entrata in circolo del veleno. Il siero antivipera, un tempo tanto in voga, ora è vietato per legge perchè ha causato più morti in seguito a shock anafilattico rispetto alla vipera stessa, inoltre è documentato che nel 64% dei casi in cui si denuncia il morso di vipera, in realtà si tratta di tutt'altro serpente. La scarsa azione del veleno di vipera ci consente di raggiungere in tutta tranquillità il centro ospedaliero più vicino prima del sopraggiungere dei sintomi da avvelenamento. Il consiglio quindi è di non allarmarsi, cercare di raggiungere il più vicino centro medico utilizzando se possibile un mezzo di locomozione evitando di aumentare la normale circolazione sanguinea e farsi assistere da un medico il quale può contrastare il sopraggiungere di eventuali effetti collaterali fino al termine dell'azione del veleno.


Giuliano Petreri, Carmelo Batti




note bibliografiche

Silvio Bruno, SERPENTI, Giunti editori

Copyright ©2010 Giuliano Petreri, Carmelo Batti
 
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Saettone o Colubro d' Esculapio (Zamenis longissimus) ... Associato dagli antichi al dio Esculapio, e divenuto l'emblema della medicina, ancora oggi in alcune zone rurali si pensa che questo serpente possegga proprietà terapeutiche...

i chirurghi militari romani, dopo avere pulito le ferite e accostato i lembi, le facevano mordere dal saettone per accelerare il processo di cicatrizzazione e ... funzionava!
 
i chirurghi militari romani, dopo avere pulito le ferite e accostato i lembi, le facevano mordere dal saettone per accelerare il processo di cicatrizzazione e ... funzionava!

be, gli antichi, e qualcuno ancora oggi, credevano che portando appesa al collo una vertebra di saettone proteggesse da alcune malattie
 
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