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Metodi primitivi di accensione del fuoco

il fuoco riveste nella storia dell'uomo un ruolo che ha segnato la nostra evoluzione.
La possibilità di controllarlo prima e di riprodurlo poi ha infatti reso possibili alcuni cambiamenti fondamentali nell'uomo e nel suo rapportarsi con i propri simili e con l'ambiente che lo circonda; tutto ciò avvenne nel paleolitico inferiore, che durò da 2500000 anni a 120000 anni fa, anno più anno meno.



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•cambiamenti fisici:
La capacità di cuocere il cibo consentì ai nostri antenati di poter conservare più a lungo la caggiagione e allo stesso tempo di avere a disposizione alimenti più sani e più morbidi. Quest'ultimo fattore assume un peso notevole se si considera che l’inutilità di una dentatura robusta e un'ossatura facciale adatta a sostenerla, ha consentito uno sviluppo differente dell'apparato scheletrico del cranio, con notevoli ricadute sullo sviluppo cerebrale.


•cambiamenti sociali:
La necessità, soprattutto nei primi tempi, di mantenere sempre accesso un focolare per l'incapacità di riprodurre il fuoco, introdusse nella struttura sociale preistorica umana, una nuova casta tra quelle già esistenti dei raccoglitori e cacciatori. Gli individui destinati a occuparsi del fuoco, vista la sua importanza, assunsero ben presto una posizione di preminenza all'interno dei singoli gruppi.


•cambiamenti relazionali:
Con il controllo del fuoco, l'uomo non è più totalmente alla mercé degli elementi naturali. Può affrontare la notte con maggiore sicurezza e può combattere gli animali feroci. Egli diventa un modificatore della natura e non più soltanto un suo fruitore succube in balia dei suoi capricci. Da animale tra altri animali, l'uomo col fuoco assurge a una condizione di privilegio.


Il passo successivo al mero controllo del fuoco fu l’acquisizione della capacità di accenderlo a piacimento, senza avere la necessità di attendere che le condizioni naturali lo ponessero a disposizione dell’uomo (fulmine che incendia un albero, lava, autocombustione).
I primi metodi di accensione del fuoco furono quelli a frizione, chissà in quale occasione i nostri antenati scoprirono che, fregando alcuni legni tra loro, potevano generare calore e con questo calore produrre il tanto agognato fuoco.
Andiamo ora ad esaminare i metodi di accensione del fuoco a frizione, dal più semplice al più complesso.


METODO A SEGA:
consiste nel frizionare in senso trasversale due legni. Somiglia all'azione di segare un ramo. Il legno che viene tenuto in mano deve essere frizionato sopra il legno che sta appoggiato in terra nel quale deve essere praticato un solco longitudinale dove si accumulerà la polvere dei due legni che si consumano per l'attrito. La polvere di legno prodotta sarà sempre più calda e in breve tempo,si trasformerà in brace.

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METODO AD ARATRO
consiste nel frizionare in senso longitudinale, avanti e indietro due legni simulando il lavoro dell'aratro lungo il solco. Un legno con una parte piana che dovrà essere rivolta verso l'alto sta appoggiato a terra. Su questa faccia, faremo scorrere avanti e indietro l'altro legno dalle dimensioni di un piccolo ramo. Il movimento produrrà un solco e di conseguenza polvere di legno la quale si trasformerà in brace.

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ROTAZIONE DI UNA BACCHETTA A MANO
Questo metodo consiste nel fare ruotare con le mani una bacchetta su di una tavoletta finché non si produce una segatura scura e successivamente delle braci. Per fare in modo che la bacchetta ruoti sempre nella stessa posizione, occorre preparare, ai bordi della tavoletta, dei fornelli, dotati di una scanalatura per concentrare le braci. Il fumo persistente può essere preso come indice della presenza di braci. Queste braci vengono raccolte su di un pezzetto di pelle e quindi trasferite sopra un’esca.

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ROTAZIONE DI UNA BACCHETTA AD ARCHETTO
E' simile al metodo precedente. Per migliorare la rotazione della bacchetta, si fa uso di un archetto, che aumenta la precisione delle rotazioni, la loro forza e diminuisce la fatica

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fonti:

Autore
Mett Costabalenae
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