Trekking 4 giorni nelle Madonie

Parchi della Sicilia
  1. Parco Naturale Regionale delle Madonie
Dati
12/17 dicembre 2014
Parco naturale delle Madonie
Località di partenza: Collesano
Località di arrivo: Petralia Sottana
Tempo di percorrenza: 4 giorni
Chilometri: a saperlo.....
Grado di difficoltà: difficile
Descrizione delle difficoltà: mappe sentieri e segnaletica non concordanti
Periodo consigliato : ottobre-novembre / marzo-giugno
Segnaletica: zero!
Quota massima: 1.979m
Accesso stradale:
Foto: http://www.avventurosamente.it/xf/media/albums/madonie-quattro-passi-vicino-al-mare.1313/

Descrizione
Eccomi di ritorno dalla mia 4 giorni nel parco delle Madonie... il progetto era di un trekking rilassante in giro per i caldi monti siculi, il risultato è stata una intensa 4 giorni di orienteering estremo...
Non ho mai fatto una recensione quindi voglite scusarmi se risulterà incompleta o al contrario troppo lunga. Cercherò di essere molto sintetico, se a qulcuno in futuro interesserà potrò dare informazioni più dettagliate.
Ho deciso di farla perchè ho notato che in generale di queste montagne si parla poco qui sul forum ed è comunque difficile reperire informazioni complete in rete, quindi spero che scrivere due righe possa essere da aiuto per qualcuno.

Delle Madonie sapevo poco tranne tre cose che volevo fare e per le quali ho progettato il viaggio:

sono le montagne con il Pizzo Carbonara, la seconda montagna più alta di Sicilia dopo l'Etna
c'è un coppia di aquile reali
ci sono gli ultimi 30 esemplari di Abes Nebrodensis (un particolare tipo di abete)

Bene, il risultato è stato un estenuante su e giù per boschi alla ricerca di sentieri, riferimenti, tracce di uomini o animali, ripari e chi più ne ha più ne metta; e delle tre cose progettate sono riuscito a fare solo il Carbonara che ha comunque venduto cara la pelle...
Diciamo che la prima difficoltà è stata raggiungere Collesano, il punto di partenza; non sono riuscito a trovare i mezzi, ma tramite un incredibile scmbio incrociato di favori riesco a ottenere un passaggio fino a Collesano, dove arrivo di sera e con la pioggia.
Mi fermo a dormire in un agriturismo e mi preparo per la prima tappa:
Collesano - Piano Battaglia
Al mattino verso le 9 comincio il mio cammino. Fortunatamente il tempo è cambiato e c'è il sole.
Percorro un po' di strada asfaltata fino a che imbocco una sterrata che dopo poco finisce. Qui comincia il vero trekking direi.
Dopo un po' meno di 3 orette raggiungo Piano Zucchi (1.095m) un bel pianoro dove ci sono un paio di alberghi chiusi da parecchio tempo (mi pare di avere capito che fino a una decina di anni fa da queste parti si sciava) e una strada asfaltata che porta all'interno del parco. C'è il sole e si sta bene in maniche corte. Durante questo primo pezzo di tragitto incontro un paio di daini e subito cerco di fargli qualche foto; al ventesimo daino che vedo nel giro di mezzora, neanche più giro lo sguardo :)...ce ne sono veramente tanti. Tra l'altro è (penso io, scusate l'ignoranza)la stagione degli amori o qualcosa di simile e i maschi hanno delle corna tipo cervo (ma più piccole) che poi credo perderanno(io personalmente ne ho trovato uno bellissimo).
Finita la pausa mi rimetto in marcia verso Piano Battaglia e decido di prendere un sentiero che corre più o meno parallelo alla strada ma più in alto. Dopo un quarto d'ora di cammino arrivo all'imbocco e trovo un bel cancello. Sarà solo l'avvisaglia di quello che saranno poi i successivi giorni di marcia, ovvero una continua scoperta sul campo.
Comincio a imprecare e consulto la cartina dove il sentiero è indicato ed evidenziato chiaramente. Controllo meglio e vedo che sulla carta è indicato anche un cancello che non avevo notato...mi domando quale sia l'utilità di segnare su una carta un sentiero bloccato da un cancello chiuso a chiave e al tempo stesso mi chiedo quale sia il senso di quel cancello...finito di riflettere su questi dilemmi esistenziali decido che di tornare indietro e andare su asfalto non se ne parla neanche così decido di seguire la rete finchè non trovo un buco abbastanza grande e mi ci infilo, così posso riprendere il sentiero. Dopo un po' di strada incontro un altro cancello chiuso e passo per un altro buco. Questa volta sono in trappola perchè il sentiero rimane alla mi sinistra, ma in mezzo c'è la rete! E qui scatta il secondo elemento caratterizzante della gita...non sempre seguire le tracce degli animali è sbagliato. Comincio a seguire un sentiero di capre che probabilmente si saranno fatte la mia stessa domanda circa la presenza della rete in mezzo al bosco e avranno sicuramente trovato una soluzione. Dopo un po' di cammino non sempre agevole raggiungo un gruppo di operai forestali (numerosi come i daini)impegnati a pulire il bosco e mi indicano la via d'uscita, visto che anche loro utilizzano un buco nella rete per venire a lavorare....(ma???:ka:)
Continuo a camminare e decido di non raggiungere piano Battaglia ma di fermarmi a dormire in un "rifugio senza gestore" indicato sulla cartina per poi procedere il giorno dopo alla salita al Carbonara. Raggiunto lo pseudo-bivacco scopro che è in realtà un alberghetto, ma visto che sta facendo buio e fresco decido che potrei anche pagare una stanza (se la cifra è ragionevole). Entro nel rifugio, dove c'è un molto socievole San Bernardo, e una signora dell'est mi dice che "il padrone è andato a fare legna e io non so niente di prezzi. Io non so".
A questo punto decido di proseguire e punto verso il bivacco Scalonazzo, posto sull'omonimo monte. Arrivo al bivacco che il sole sta tramontando, giusto per scoprire che il tetto è crollato e la porta è chiusa da un pesante lucchetto (così non posso neanche usare i muri per ripararmi).
E' il tramonto e si è alzato un vento gelido e l'unica cosa che mi rimane da fare è piantare la tenda...la mia fantastica tenda estiva della Decathlon piantata sulla neve a duemila metri in inverno...avrò modo di recensire le caratteristiche della tenda. Non mi soffermo sul montaggio della tenda e sulla notte che ne è seguita (sacco a paelo estivo), basti sapere che ho dovuto ficcare una mano dentro la neve per ridarle vita, che tutti gli apparecchi elettronici si sono scaricati e che la bustina usata del tè si è congelata dentro la tenda...ad ogni modo se c'è una cosa che ho imparato andando in giro a zonzo per le montagne è che per quanto brutta possa essere stata la notte normalmente il giorno dopo ci si alza soddisfatti pensando che ne valeva la pena. E anche in questo caso è stato così, infatti il giorno dopo c'è un sole splendido che subito mi scalda. Mi alzo e osservo tutto contento che sto camminando sulla neve mentre giù in fondo vedo il mare...è una situazione abbastanza strana.
Appena sveglio raggiungo un piccolo manufatto su una cimetta e ci trovo una targa dedicata penso ad un cane; faccio colazione smonto tutto e mi avvio al Carbonara.
In cima alla seconda vetta di Sicilia tira un vento bello fresco,ma il panorama è impagabile: Etna, Eolie, Palermo, entroterra siculo...assolutamente fantastico!
Scatto qualche foto e mi avvio verso Cozzo Luinario dove dovrei trovare un bivacco. Al momento di ripartire non so assolutamente come ma sbaglio strada; fortunatamente me ne accorgo quasi subito, sfortunatamente decido che non è il caso di tornare indietro (idiota) ma che posso tranquillamente tagliare e aprire una pista nuova (doppio idiota)...dopo circa due ore estenuanti riesco finalmente ad uscire dal bosco seguendo le piste degli animali più grossi che evidentemente hanno più o meno i miei stessi problemi a muoversi nel bosco così fitto e riesco a ricongiungermi al sentiero. Basta questo per riportarmi al buon umore e mi avvio verso il bivacco. Raggiunto il bivacco lo trovo ovviamente chiuso a chiave e così mi avvio al vicino rifugio di Piano Sempria. Decido che metterò la tenda lì vicino così potrò farmi almeno un caffè (ho in tasc 5 euro quindi non posso pretendere molto).
Passo la notte in mezzo a maiali e cinghiali che scavano e grugniscono in continuazione...sono rumorosi, ma dopo la notte passata sullo Scalonazzo mi sembra di stare in un albergo 5 stelle!.
Al mattino mi avvio verso il "pagliaio", una struttura a venti minuti di cammino che mi ha indicato il gestore eche fa effettivamente da bivacco (un tetto e un camino).
Raggiunto il pagliaio decido che lo usarò come campo base. Lascio li lo zaino grosso e mi avvio verso una passeggiata di cinque ore che mi porterà vicino al pizzo della Principessa (mi pare si chiami così) non rggiunto causa nebbia. Torno indietro e finalmente riesco ad accendere un fuoco...passo una bella nottata e il giorno dopo riparto , direzione Piano Farina per vedere le aquile.
Do un'occhiata alla cartina, decido il percorso e mi metto in marcia. Il percorso scelto scoprirò in seguito essere sbagliato, ma la cosa importante è che nel tentare di seguirlo mi sono nuovamente perso. O meglio, all'inizio del sentiero un paio di segnali e poi il nulla...così quello che sulla cartina è segnato con un grande sentiero nella realtà è più o meno inesistente. Poco male, seguendo tracce di mucche, scarponi e alberi tagliati riesco comunque a mantenere la rotta e raggiungo località Sambuchi.
Qui un allevatore abbastanza originale mi da qualche indicazione per raggiungere piano Farina attraverso il sentiero che fa lui con le mucche.
Sono le dieci del mattino e il tempo non è bello, ma per lo meno ancora non piove. Mi metto in cammino ma questa volta siamo in 4, poichè sono seguito (anzi direi guidato) da 3 cani dell'allevatore che hanno deciso di farmi compagnia. Con il loro aiuto riesco ad arrivare in cima a un pianoro spazzato da un vento gelido. Davanti a me c'è la l'albergo Pomieri; lo devo raggiungere perchè da lì passa la strada che va a piano Farina. Il problema è che tra me e l'albergo c'è di mezzo una piccol valle. Poco male, individuo il sentiero segnato sulla carta e mi avvio. Inutile dire che dopo i primi cento metri i segnali scompaiono e il sentiero si divide in cento diversi sentierini. Poco male, navigherò a vista anche qui. Sorprendentemente riesco quasi a centrare l'obiettivo e sbuco sotto il ponte della strada, risalgo la riva e sono al Pomieri. Arrivato sulla strada mi rendo conto di essere su una strada deserta che parte nella nebbia e finisce nella nebbia, spazzata da un vento gelido. Poco male, vicino c'è l'albergo, sono stanco morto a causa dello sfiancante e continuo "fuoripista" che sto facendo da ormai due giorni. Mi avvio all'albergo e arrivato al cancello lo trovo chiuso con un lucchetto. Non so che fare, se piazzare la tenda o proseguire verso un rifugio. Sulla mappa non sono indicati quindi non so quale strada prendere. Dall'altra parte della strada vedo dei cartelli su sentiero, li vado a leggere e vedo segnato un bivacco a soli venti minuti di marcia. Ottimo!! Sono stanco morto, comincia a piovicchiare, fa freddo...un bivacco è quello che ci vuole!.Raggiunto il bivacco (sempre in compagnia di uno dei cani che continua a seguirmi) faccio la tremenda scoperta: è chiuso a chiave.
Ne ho le palle piene! Sono stacno morto, non so che strada prendere, piove, fa freddo sono salito fino a lì perchè c'era indicato il "bivacco F. Tropea".......ed è chiuso! Basta. Decido di optare per lo "stato di necessità", raccolgo tutte le mie ultime forze, tiro due scarpate ben assestate alla porta e la "apro".
Dentro è il paradiso!!! Ci sono tavoli, sedie, panche, cucina, un bagno eun camino con tanto di grossi ciocchi!
Entro sistemo le mie cose, faccio più legna possibile sotto la pioggia, accendo il camino e mi godo l serata....rimango come ipnotizzato davanti al fuoco fino a mezzanotte nel tentativo di scaldarmi le ossa...intanto il mio nuovo amico a 4 zampe non vuol saperne di entrare (sarà abituato così sicuramente), ma lo ringrazio della compagnia preparandogli una bella zuppa calda!
Passo una nottata fantastica e mi sveglio che sono già le 10!
Preparo le cose e riparto (dopo aver richiuso la porta che scopro non aver subito danni)in direzione Petralia Sottana.In teoria avrei dovuto ancora andare fino al vallone Maria degli Angeli, ma visto il brutto tempo e le inestistenti indicazioni di sentiero decido di puntare diritto verso la meta finale. Appena fuori dal rifugio una indicazione mi porta verso il sentiero che voglio prendere...ovviamente dopo cinquanta metri il sentiero scompare e le indicazioni pure.......non voglio perdermi di nuovo, torno indietro, supero il rifugio, torno ai cartelli e ne trovo uno che indica Petralia.
Perfetto, mi avvio verso il paese, supero il"passo" del Melo e mi avvio in discesa verso il paese. Durante le ultima due ore di marcia troverò diverse indicazioni di sentiero, tutte abbastanza inutili e confusionarie, cosicchè dovrò navigare a vista un'ultima volta per raggiungere la civiltà.
Verso le due arrivo al paese in compagnia del mio fedele 4zampe col quale ho stretto un el rapporto, pur sapendo che dovrò ridarlo al proprietario.
Il paese è piccolo e la gente mormora,dopo un po' di ore riesco a rintracciare il proprietario, famoso per la sua intemperanza,ed infatti al telefono comincia a insultarmi perchè gli ho rubato il cane:) :). Si mette a urlare in una lingua praticamente sconosciuta, poco male: appoggio la cornetta sulla scrivania e intanto parlo con un responsabile del parco, che mi conferma che lo stato dei sentieri è penoso...magra soddisfazione.
Trovo un B&B dove alloggiare e il mattino dopo alla ripartenza scopro di essere una celebrità, perchè sono già diventato quaello che è stato una settimana in mezzo alle montagne...praticamente già conosco tutte le persone che incontro per la strada. Mi salutano, scambiamo quattro chiacchere e si parte.
Prendo l'autobus destinazione Palermo e d lì un autobus che mi porterà all'aeroporto di Catania. In totale sei ore di viaggio.
Bene sicuramente avrò dimenticato qualcosa di importante,e vedo che non sono stato affatto schematico...eppure ho omesso un sacco di cose.!!
Tornerò comunque in primavera da queste parti per riuscire a visitare quello che non sono riuscito a vedere e magari , grazie all'esperienza fatta, per godermi un trekking un po' più rilassante.
 
Ultima modifica:
Piccola aggiunte:
1) due aquile forse sono riuscito a vederle e fotografarle...ma si riconosce solo la sagoma quindi non sono sicuro. Il cielo era grigio c'era vento forte e loro erano praticamente immobili nell'aria e sembravano pure grosse...

2) A piano Pomo assolutamente da vedere il bosco degli agrifogli giganti!!
 
Lode, complimenti per il trek! davvero bello ed emozionante!! da siculo ti faccio le mie scuse per i disagi causati dall'incuria del parco...spero che alla fine non ti siano pesati troppo o che almeno i ricordi belli siano più di quelli meno piacevoli!!
 
Eh eh tranquillo ci vuole ben altro per abbattermi!! :dent4:
Anzi,mi sono già riproposto di rifare lo stesso giro o quasi questa primavera. Sapendo già a cosa andrò incontro sarà una passeggiata ;)
 
Ciao lode, complimenti per l'impresa, dopo alcuni mesi che non mi collego al sito è stato un piacere leggere la tua avventura, che feci anche io qualche anno fa! Mi ricordo ancora i colori, i paesaggi e le sensazioni, il rifugio senza tetto...mannaggia...e i sentieri un po confusi. Tu che cartina hai usato? Ti ricordi il numero o nome dei sentieri che hai percorso? Io ebbi meno difficoltà a trovarli perchè mi furono consigliati dei sentieri piuttosto che altri, ad esempio da Collesano presi un sentiero che partiva da alcuni chilometri dopo Collesano e non quello nei pressi del paese, appunto perchè era confuso.
Ma alla fine ce la si fa comunque :)
E constatato che la situazione cartografica Siciliana lascia a desiderare penso sia importante lo scambio di informazione tra i vari escursionisti, in modo da avere in tempo più o meno reale il quadro della situazione dei vari sentieri.
 
ciao mi e' piaciuta tantissimo la tua avventura, cosi' come lo spirito con cui l'hai intrapresa..complimenti davvero! una sola richiesta..metti qualche foto!!! grazie della condivisione
 
ho creato un album...vediamo se sono stato capace di inserirlo... :)
per i sentieri non so...adesso metto giù una recensione più "tecnica" con tutti i dati. Ho seguito un po' il sentiero 2, poi il 14 e il 15 e il chi lo sa... :) ora cerco di risistemare la cartina che è si è divisa a metà e vedo di ricostruire tutto. segnaletica è comunque inesistente quindi il numero del sentiero è un puro orpello.
Comunque finisce sempre così, parto sempre per fare trekking rilassanti e finisco sempre col fare cose complicate...però com giro è bello bello, mi sarebbe piaciuto avere altri 3 giorni per completarlo
 
Bene! grazie per le foto...che peccato però!
Io sono di ritorno da tre gironi sui Nebrodi...io e a mia Stellina non amiamo le feste natalizie...ma devo riconoscere che li la situazione è migliore. Anzi da sottolineare la cortesia e la dedizione di due guardiani che sia la vigilia che il 25, erano li a fare il loro turno fino all'ultimo secondo.
 
mister 'poco male' mi spiegheresti:
dunque allora...premettendo che sono gnorante e non ho spiegazioni scientifiche al riguardo, la faccenda è questa:
quando tu perdi la sensibilità a mani o piedi per via del freddo (ma intendo proprio che l'arto in questione è come fosse un corpo estraneo che non ti da nessuna sensazione)se tu lo ficchi dentro la neve dopo un attimo cominci a sentire bruciore e poi caldo e poi freddo di nuovo, ma perlomeno ricominci a sentire qualcosa.
Ora, io non so se queto deriva dal fatto che la neve è più fredda della mano e quindi stringendo i vasi sanguigni aumenta la pressione ridandogli un po' forza, oppure è il contrario e la neve è più calda della mano e allarga i vasi e quindi riattiva la cricolazione...non so...non mi sono mai preso la briga di fare ricerche a riguardo, ma funziona. Almeno con me. Chiaramente poi devi cercare di rimediare se no alla lunga penso che non funzioni più, comunque la storia è questa.
Zero scienza e sola esperienza, quindi non te la posso spiegare :)
Aspetto magari vostri interventi illuminatori a riguardo.
Ciao!
 
bel racconto! i posti lo conosco (in parte), così come l'endemica chiusura dei rifugi :)
personalmente, ti avrei consigliato una traccia precompilata a casa, da seguire con il gps, così da non girare alla cieca visto che le doline specialmente in caso di nebbia diventano letali.
pare che per raggiungere pizzo carbonara o sai la strada o t'attacchi :)
il cane della targa mi pare sia dedicata all'animale di un ragazzo che fa la guida per i turisti (mi pare).
 
Molto bello il tuo racconto. Certo che penso che non ne potevi più di bivacchi chiusi! Hai fatto bene a sfondare la porta perchè i bivacchi devono aver uno spazio adibito a bivacco, però molte volte qualcuno se ne accaparra uno a gratis mettendo un lucchetto alla porta.
 
bel racconto! i posti lo conosco (in parte), così come l'endemica chiusura dei rifugi :)
personalmente, ti avrei consigliato una traccia precompilata a casa, da seguire con il gps, così da non girare alla cieca visto che le doline specialmente in caso di nebbia diventano letali.
pare che per raggiungere pizzo carbonara o sai la strada o t'attacchi :)
il cane della targa mi pare sia dedicata all'animale di un ragazzo che fa la guida per i turisti (mi pare).
Ma in realtà la salita al Carbonara è stata facile. Anche perchè la mancanza di vegetazione da quelle parti aiuta l'orientamento....
il gps non lo posso proprio usare. è più forte di me! Toglierebbe troppo all'avventura e all'improvvisazione. Non fa per me :biggrin:
 
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