Trekking Catena del Resettum

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Parchi del Friuli-Venezia Giulia
  1. Parco Regionale delle Dolomiti Friulane
Dati

Data: 11 e 12 luglio 2015
Regione e provincia: Friuli, Pordenone
Località di partenza: vedi relazione
Località di arrivo: vedi relazione
Tempo di percorrenza: vedi relazione
Chilometri: vedi relazione
Grado di difficoltà: vedi relazione
Descrizione delle difficoltà: vedi relazione
Periodo consigliato: da luglio a settembre
Segnaletica: nessuna
Dislivello in salita: vedi relazione
Dislivello in discesa: n/d
Quota massima: vedi relazione
Accesso stradale: Val Cellina, Claut


Descrizione

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La catena del Resettum è delimitata a Nord e a Sud dal corso del torrente Cellina, a Ovest dallo stesso che in località Porto Pinedo fa un'ansa e dalla direzione fin qui tenuta Est-Ovest, piega a Sud -Est; ad Est la Forcella Giaveid (1476 m) separa la catena dal gruppo contiguo del M. Raut.

Si tratta di una montagna per lo più lineare priva dei versanti Est ed Ovest. I due lati della catena sono assai diversi: mentre a Nord salgono verso le creste poco ripide lastronate coperte di boschi, a Sud la montagna precipita con alte pareti ergentesi sopra zoccoli erbosi ripidissimi. La toponomastica ufficiale non collima con quella locale che durante la relazione sarà di volta in volta corretta. L'idea di percorrere tutta la cresta si è potuta concretizzare con la recente costruzione del rifugio Pradut che da la possibilità all'escursionista di pernottare e rifornirsi, sopratutto d'acqua in quanto la montagna ne è assolutamente priva. Si sono dunque percorsi gli oltre 12 chilometri di cresta in due giorni partendo da Porto Pinedo e scendendo a Forcella Giaveid e da qui in Val Silisia dove giunge una strada che ha permesso al nostro “ufficiale di collegamento” di recuperarci. Tremila i metri di dislivello in salita divisi in 1700 il primo giorno e 1300 il secondo.

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Trattandosi di percorsi selvaggi e non segnalati, negli anni precedenti abbiamo eseguito delle esplorazioni preliminari volte a conoscere i vari tratti di cresta. Il primo tratto da Porto Pinedo al Col de le Pite lo puoi trovare qui
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Qui siamo già oltre il Col de le Pite (1419 m) che è il cimotto erboso più prossimo; gli altri due, un po' rocciosi sono il Crep da la Piana (1317 m) e La Crodula (1085 m). Nella foto a destra si notano le ghiaie della Val Settimana e le prime case di Claut; in fondo alla valle Cimolais.
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Seguono il Col de Mesdì (1716 m) e il Col Grant (1879 m). Questo è il tratto più faticoso del trekking, in mezzo a fitte mughete.
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Dal Col Grant verso la cresta già percorsa: l'elevazione più prossima è il Col de Mesdì. A sinistra occhieggia il Col Nudo e a destra il Duranno; si riconosce il Pelmo.
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Attacchiamo la Nuda da Frate (1975 m) e subito dietro il M. Frate (1983 m). Questo tratto, piuttosto roccioso e con alcuni passaggi di secondo grado, ci era già noto e la relazione la puoi vedere qui
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Il M. Frate segna un punto importante del trekking. Di qui, in caso d'emergenza, è possibile scendere a Claut oppure al rifugio Pradut
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Noi proseguiamo lungo la cresta per salire il Cimon de Resettum (2057 m) che nelle carte ufficiali non è nominato.
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Qui si possono incontrare le capre di Gigi Baloto. Anche la discesa dal Cimon de Resettum oppone alcuni passaggi di secondo grado.
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Scendiamo dalla cresta dopo aver calcato il Cimon de Resettum e la successiva quota 2055. Si poteva salire anche la cima più alta del gruppo il Turion de Forchia Bassa (2067 m; nelle carte M. Resettum), ma il gestore del Pradut ci aveva avvertiti che il canalino d'accesso alla cima aveva dei massi pericolanti (lavoro di disgaggio e messa in opera di una fune d'acciaio previsto entro quest'estate).
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Il secondo giorno partiamo presto dal rifugio Pradut per ritornare in cresta e salire il Turion de Forchia Basssa per la via normale da Est. L'accoglienza al rifugio è davvero grandiosa: possibilità di fare la doccia, camere da due letti, si mangia benissimo e il gestore è simpatico e s'immedesima nelle esigenze dell'escursionista fino ad alzarsi prestissimo per preparare la colazione.
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Poco sotto la vetta verso i precipizi meridionali.
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In cima. Visibile parte della cresta percorsa il giorno prima.
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Scendiamo dal Turion de Forchia Bassa e passiamo per questa dove si apprezzano le aggettanti pareti meridionali.
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Saliamo sul Colon (2006 m). In foto: dal Colon verso Est e il M. Colciavath (1973 m). Sapevamo da informatori locali che la discesa dal Colon verso il prosieguo della cresta era impossibile per la presenza di salti rocciosi.
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Noi abbiamo forzato il proseguimento con una corda doppia di 23 m lungo uno spigoletto.
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Riprendiamo la cresta e saliamo sull'ultima elevazione: M. Colciavath. In precedenza ci eravamo saliti per lo spigolo Sud-Est da Forcella Giaveid per approntare le calate. La relazione la puoi trovare qui
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La discesa lungo lo spigolo richiede attrezzatura e capacità alpinistiche. Dalla base dello spigolo in Forcella Giaveid e poi lungo un vecchio sentiero giù in località Tronconere in Val Silisia. Se seriamente interessati a questa escursione trovate il mio recapito qui
 
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Fantastica cavalcata, grrr!
Sempre ti giungano i miei ossequi :si:

Però, però...
senza le mie fettucce sopra la Giavèid ti saresti perso! :biggrin:
 
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Fantastica cavalcata, grrr!
Sempre ti giungano i miei ossequi :si:

Però, però...
senza le mie fettucce sopra la Giavèid ti saresti perso! :biggrin:
Le uniche fettucce viste erano quelle del rifugio: fettuccine al ragù!:lol:
Qualora tu avessi posizionato delle fettucce su quell'evidentissima mulattiera, sarebbero state davvero inutili; siccome non le abbiamo viste significa che sei salito a casaccio nel bosco, toppando la mulattiera. :ka:
 
Le uniche fettucce viste erano quelle del rifugio: fettuccine al ragù!:lol:
Qualora tu avessi posizionato delle fettucce su quell'evidentissima mulattiera, sarebbero state davvero inutili; siccome non le abbiamo viste significa che sei salito a casaccio nel bosco, toppando la mulattiera. :ka:

Dico, posizionate nel tratto tra il "Ciuculut" sotto al Colciavath e la forc. Giavèit: qui ci sarebbe addirittura una mulattiera??
 
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