Non so se mettere la discussione tra le ricette o qua... posto qua....
Vorrei mostrarvi una soluzione interessante per chi vuole ridurre il peso dell’equipaggiamento di cottura, pur mantenendo una buona praticità nell’uso. Prima di descriverla volevo condividere un po’ i miei ragionamenti…
Sperimentando un po’ con i fornelli ad alcool, mi son resa conto che le soluzioni auto-costruite sono ottime e leggere, ma a volte mancano della possibilità di regolare la fiamma. Oppure, il fornello in sé non c’entra nulla ma il problema è il supporto: alcuni progetti risultano instabili, troppo macchinosi (molti pezzi da assemblare insieme, e da perdere), oppure inefficienti, perché non viene rispettata l’altezza ottimale tra bruciatore ad alcool e supporto.
Insomma, il miglior fornello, per cucinare realmente, per me resta il Trangia in ottone, anche se pesa un po’ (un etto).
Per un trekking può essere conveniente lasciare a casa il paravento annesso, per via dei pesi extra e ingombri. Il paravento però rende notevolmente più efficiente la cottura, è stabile, ed è molto facile da montare (ha solo due pezzi).
Ho trovato un’ottima soluzione alternativa come supporto pentola (Bushbox UL – circa 70 grammi), che permette di avere l’altezza ottimale e anche di utilizzare il riduttore di fiamma. Bushbox e Trangia sono una buona combinazione, specie in trekking di più giorni, e sono in prima linea nel mio arsenale quando esco!
Però per trekking più brevi, o se si vuole ridurre pesi, o aumentare la praticità, ho pensato che questa combinazione può essere migliorata ancora. Il trangia in sé pesa un pochino e il bushbox è da montare: mi piaceva l’idea di avere qualcosa di già assemblato, senza montaggi vari.
Ho pensato di testare la trangia mini, il supporto mi piace molto, sembra parecchio pratico per uscite “fast and light”…. Testo l’efficienza: una delusione.
Troppo inefficiente (>13 min per bollire 500 ml di acqua contro 7 minuti con la mia combinazione, non ci siamo…)
Il problema non sta nella presenza o meno di un paravento come tanti raccontano.
Il problema è nell’altezza sbagliata che c’è tra fornello e pentola (ho prove scientifiche a riguardo)!!!! Dovevano fare il supporto di 1 cm più alto. Errore di progettazione, forse giustificato dal fatto che volevano mantenere la pentola bassa.
Però, non mi son data per vinta. Il supporto della Trangia mini per me è veramente allettante: un pezzo singolo, piuttosto leggero (50 grammi), indistruttibile e semplice, e anche con la possibilità di versarci alcool all’interno per pre-riscaldare il fornello in inverno. Non mi va di accantonarla come idea.
Ho pensato ad una soluzione per migliorare la questione: in pratica, ho utilizzato un fornello ad alcool “open”. Praticamente un fondo di lattina tagliato sufficientemente basso, riempito di materiale assorbente, e usato come fornello. E’ ottimo! L’efficienza è la stessa, anzi, è pure più veloce, anche se consuma leggermente di più.
Visto che ero contenta della performance, ho trovato che quest’anno la Trangia ha prodotto un “alcool gel burner”, che non è né più né meno che una scatolina di caramelle rotonda ma compatibile come dimensione con i loro paraventi, e dotata di coperchio.
Me la son presa, l’ho riempita di “carbonfelt” (materiale assorbente che non si degrada col calore, sostituibile dalla più trovabile “lana di roccia”) e ho costruito degli anelli concentrici di alluminio che si infilano come diametro nel fornello, da usare come riduttori di fiamma, per quando si vuol fare cucina vera.
Il peso del fornellino è 20 grammi. Aaaah!
La combinazione più complessa Trangia + Bushbox pesava circa 180 grammi.
Il paravento mini Trangia + il mio nuovo fornello pesa 70 grammi!
Ho deciso di mettere alla prova il fornelletto in questione cucinando un piatto più complicato di una tazza di noodles.
Opto per un risotto ai funghi, pensando che se va bene per questo va bene per tutto.
Ecco la ricetta per il risotto!
Ingredienti (per due persone):
- 200 g riso Carnaroli o Baldo
- 1 dado classico
- mezza cipolla piccola
- 40 g burro (oppure, se fa caldo, olio)
- Olio di oliva
- 15 g funghi secchi
- acqua (circa 800 ml)
- 2 spicchi di aglio
- prezzemolo (se disponibile)
- Formaggio grana (30-40 grammi)
Far reidratare i funghi secchi in una bottiglia oppure in un contenitore, per 30-60 minuti.
(Pensate che questi funghi li ho presi proprio nello stesso identico posto!!!!! Ah!!!! Li ho messi questo autunno a disidratare in cima alla gabbia del mio scoiattolo giapponese)
Una volta reidratati, versare l’acqua di ammollo nella ciotolina per il brodo. Servirà per il brodo! Allungare con acqua fino a riempire la ciotolina. Far bollire con un dado.
Nel frattempo (consiglio di preparare i funghi prima, come anche il soffritto di cipolla, e preparare il brodo dopo, per evitare che si freddi totalmente) “trifolare” i funghi.
Mettere in una pentolina (nella foto c’è il tegame della Trangia mini) olio e fare imbiondire l’aglio tagliato a pezzi. Toglierlo e mettere i funghi spezzettati piccoli o grandi, come si preferisce. Aggiungere un poco d’acqua e cuocere a fuoco basso per 10 minuti. Se disponibile, aggiungere il prezzemolo tritato a fine cottura.
Preparare il soffritto: sciogliete il burro a fiamma bassa e fate imbiondire la cipolla.
Tenete le cose da parte e preparate il brodo!!!!
A brodo ultimato, fate riscaldare ancora il soffritto e aggiungete il riso. Tostate un paio di minuti mescolando e poi buttateci un po’ di brodo (mezzo litro va benone). Cuocete una quindicina di minuti, aggiungendo brodo di tanto in tanto. Tenete il tutto un po’ liquido (ma non troppo), per evitare che si attacchi.
A 5 minuti di cottura dalla fine unite i funghi trifolati.
Quando il riso è pronto mantecate col parmigiano!!!!!!!!
Il riso direi che è venuto per cui il fornello è “approved”.
Una nota: questi tipi di fornelli, comparati al Trangia, sono alquanto “assetati”. Ci son voluti 150 ml di alcol per ultimare il tutto, con tempo abbastanza freddo comunque. Se pianificate molti risotti o cibi di lunga cottura, allora vi consiglio di andare sul classico trangia.
Il peso che risparmierete con questa combinazione non sarà sufficiente per compensare l’alcol aggiuntivo che vi dovrete scorrazzare nello zaino!
Spero che il mio racconto sia utile o quantomeno una ispirazione per tutti i cuochi outdoor!!!!!
Vorrei mostrarvi una soluzione interessante per chi vuole ridurre il peso dell’equipaggiamento di cottura, pur mantenendo una buona praticità nell’uso. Prima di descriverla volevo condividere un po’ i miei ragionamenti…
Sperimentando un po’ con i fornelli ad alcool, mi son resa conto che le soluzioni auto-costruite sono ottime e leggere, ma a volte mancano della possibilità di regolare la fiamma. Oppure, il fornello in sé non c’entra nulla ma il problema è il supporto: alcuni progetti risultano instabili, troppo macchinosi (molti pezzi da assemblare insieme, e da perdere), oppure inefficienti, perché non viene rispettata l’altezza ottimale tra bruciatore ad alcool e supporto.
Insomma, il miglior fornello, per cucinare realmente, per me resta il Trangia in ottone, anche se pesa un po’ (un etto).
Per un trekking può essere conveniente lasciare a casa il paravento annesso, per via dei pesi extra e ingombri. Il paravento però rende notevolmente più efficiente la cottura, è stabile, ed è molto facile da montare (ha solo due pezzi).
Ho trovato un’ottima soluzione alternativa come supporto pentola (Bushbox UL – circa 70 grammi), che permette di avere l’altezza ottimale e anche di utilizzare il riduttore di fiamma. Bushbox e Trangia sono una buona combinazione, specie in trekking di più giorni, e sono in prima linea nel mio arsenale quando esco!
Però per trekking più brevi, o se si vuole ridurre pesi, o aumentare la praticità, ho pensato che questa combinazione può essere migliorata ancora. Il trangia in sé pesa un pochino e il bushbox è da montare: mi piaceva l’idea di avere qualcosa di già assemblato, senza montaggi vari.
Ho pensato di testare la trangia mini, il supporto mi piace molto, sembra parecchio pratico per uscite “fast and light”…. Testo l’efficienza: una delusione.
Troppo inefficiente (>13 min per bollire 500 ml di acqua contro 7 minuti con la mia combinazione, non ci siamo…)
Il problema non sta nella presenza o meno di un paravento come tanti raccontano.
Il problema è nell’altezza sbagliata che c’è tra fornello e pentola (ho prove scientifiche a riguardo)!!!! Dovevano fare il supporto di 1 cm più alto. Errore di progettazione, forse giustificato dal fatto che volevano mantenere la pentola bassa.
Però, non mi son data per vinta. Il supporto della Trangia mini per me è veramente allettante: un pezzo singolo, piuttosto leggero (50 grammi), indistruttibile e semplice, e anche con la possibilità di versarci alcool all’interno per pre-riscaldare il fornello in inverno. Non mi va di accantonarla come idea.
Ho pensato ad una soluzione per migliorare la questione: in pratica, ho utilizzato un fornello ad alcool “open”. Praticamente un fondo di lattina tagliato sufficientemente basso, riempito di materiale assorbente, e usato come fornello. E’ ottimo! L’efficienza è la stessa, anzi, è pure più veloce, anche se consuma leggermente di più.
Visto che ero contenta della performance, ho trovato che quest’anno la Trangia ha prodotto un “alcool gel burner”, che non è né più né meno che una scatolina di caramelle rotonda ma compatibile come dimensione con i loro paraventi, e dotata di coperchio.
Me la son presa, l’ho riempita di “carbonfelt” (materiale assorbente che non si degrada col calore, sostituibile dalla più trovabile “lana di roccia”) e ho costruito degli anelli concentrici di alluminio che si infilano come diametro nel fornello, da usare come riduttori di fiamma, per quando si vuol fare cucina vera.
Il peso del fornellino è 20 grammi. Aaaah!
La combinazione più complessa Trangia + Bushbox pesava circa 180 grammi.
Il paravento mini Trangia + il mio nuovo fornello pesa 70 grammi!
Ho deciso di mettere alla prova il fornelletto in questione cucinando un piatto più complicato di una tazza di noodles.
Opto per un risotto ai funghi, pensando che se va bene per questo va bene per tutto.
Ecco la ricetta per il risotto!
Ingredienti (per due persone):
- 200 g riso Carnaroli o Baldo
- 1 dado classico
- mezza cipolla piccola
- 40 g burro (oppure, se fa caldo, olio)
- Olio di oliva
- 15 g funghi secchi
- acqua (circa 800 ml)
- 2 spicchi di aglio
- prezzemolo (se disponibile)
- Formaggio grana (30-40 grammi)
Far reidratare i funghi secchi in una bottiglia oppure in un contenitore, per 30-60 minuti.
(Pensate che questi funghi li ho presi proprio nello stesso identico posto!!!!! Ah!!!! Li ho messi questo autunno a disidratare in cima alla gabbia del mio scoiattolo giapponese)
Una volta reidratati, versare l’acqua di ammollo nella ciotolina per il brodo. Servirà per il brodo! Allungare con acqua fino a riempire la ciotolina. Far bollire con un dado.
Nel frattempo (consiglio di preparare i funghi prima, come anche il soffritto di cipolla, e preparare il brodo dopo, per evitare che si freddi totalmente) “trifolare” i funghi.
Mettere in una pentolina (nella foto c’è il tegame della Trangia mini) olio e fare imbiondire l’aglio tagliato a pezzi. Toglierlo e mettere i funghi spezzettati piccoli o grandi, come si preferisce. Aggiungere un poco d’acqua e cuocere a fuoco basso per 10 minuti. Se disponibile, aggiungere il prezzemolo tritato a fine cottura.
Preparare il soffritto: sciogliete il burro a fiamma bassa e fate imbiondire la cipolla.
Tenete le cose da parte e preparate il brodo!!!!
A brodo ultimato, fate riscaldare ancora il soffritto e aggiungete il riso. Tostate un paio di minuti mescolando e poi buttateci un po’ di brodo (mezzo litro va benone). Cuocete una quindicina di minuti, aggiungendo brodo di tanto in tanto. Tenete il tutto un po’ liquido (ma non troppo), per evitare che si attacchi.
A 5 minuti di cottura dalla fine unite i funghi trifolati.
Quando il riso è pronto mantecate col parmigiano!!!!!!!!
Il riso direi che è venuto per cui il fornello è “approved”.
Una nota: questi tipi di fornelli, comparati al Trangia, sono alquanto “assetati”. Ci son voluti 150 ml di alcol per ultimare il tutto, con tempo abbastanza freddo comunque. Se pianificate molti risotti o cibi di lunga cottura, allora vi consiglio di andare sul classico trangia.
Il peso che risparmierete con questa combinazione non sarà sufficiente per compensare l’alcol aggiuntivo che vi dovrete scorrazzare nello zaino!
Spero che il mio racconto sia utile o quantomeno una ispirazione per tutti i cuochi outdoor!!!!!