Escursione Monte Cinto (2706 m.), da Lozzi per versante SE e cresta W in solitaria

Dati

Data: 12/08/2016
Regione e provincia: Corsica (Francia)
Località di partenza: Lozzi (q.1080)
Località di arrivo: Punte des Eboiles (q.2607), Monte Cinto (q.2706)
Tempo di percorrenza: 11 ore, soste incluse
Chilometri: oltre 24 km
Grado di difficoltà: EE+ (tratti di I e II)
Descrizione delle difficoltà: percorso lungo e faticoso per quasi 3/4 non segnato (solo ometti, e non sempre presenti e logici); esposizione interamente al sole; tratti di I e II grado sulle placche salendo prima del Lac du Cint e poi lungo la cresta ovest del M.Cinto; sentiero spesso poco evidente, scomodo e disagevole (pietraie, brecciai, ghiaioni, blocchi di granito); nessuna fonte di acqua lungo tutto il percorso (consigliati almeno 4 litri)
Periodo consigliato: estate ma assolutamente NON con tempo instabile. In caso di pioggia e/o nebbia le cose si metterebbero male in qualsiasi tratto incluso tra quota 1900 e 2700. Prima di luglio quasi sicuramente sono presenti nevai in quota che renderebbero la salita alpinistica
Segnaletica: ometti e bollini rossi da Lozzi fino al Rif. l'Ercu, poi solo ometti fino alla cresta ovest del M.Cinto, dove ricompaiono i bollini rossi
Dislivello in salita: oltre 1800 D+
Dislivello in discesa: idem
Quota massima: 2706 m.
Accesso stradale: Si percorre la strada statale D84 e, poco dopo aver attraversato il paese di Albertacce (venendo da ovest), si devia per la frazione di Lozzi. Una volta superato il piccolo abitato si seguono le indicazioni per il Monte Cinto e dopo un paio di km si raggiunge uno spiazzo (q.1080) in corrispondenza di un paio di campeggi. Lì si lascia l'auto.


Descrizione

Meravigliosa, stratosferica, faticosa e lunga escursione in SOLITARIA (già, perchè per me ha senso usare il termire "solitaria" per un certo tipo di escursioni) sul tetto della Corsica, avvenuta il 12 agosto 2016.
Mi limito a descrivere la relazione, sperando sia utile a chi vorrà ripetere questo percorso, lasciando per me le emozioni che ho provato quel giorno e che difficilmente possono essere trasmesse agli altri in modo così limpido come le ho vissute io.

SALITA: Dal parcheggio dove si lascia l'auto (q.1080) si segue una sterrata in direzione nord-ovest, tagliando di volta in volta i tornanti della stessa seguendo il sentiero (bollini rossi, ometti), fino a raggiungere dopo circa un'ora lo stazzo Bergerie de Pietra Pinzuta (non custodito, in pessime condizioni). Si segue quindi il "Sentiero Natura", che rispetto a quello originale è appena più lungo ma meglio visibile e in 35 minuti circa si raggiunge il rifugio l'Erco (q.1675, non custodito ma in ottime condizioni, aperto sempre, senza acqua).
Qui termina la vita facile (e terminano i bollini) e si segue un sentiero, prima evidente e poi sempre meno, che in direzione nord-ovest percorre faticosamente la vallata senza nome sulla cartina, racchiusa tra il Cinto a nord, Capu Falu e Capu di Villa a sud. Gli ometti, a volte frequenti e a volte inesistenti, in salita aiutano non poco nella scelta del percorso ottimale (in discesa invece la moltitudine di ometti si rivelerà un ostacolo). Dopo aver superato un tratto di cespugli scomodi si arriva al primo tratto davvero faticoso, una serie di placche di ottima roccia di granito (passaggi di I) e qualche camino (I+) che dai 1900 m. portano ai quasi 2300 m. del Lac du Cint, meraviglioso lago incastonato tra le severe guglie rocciose.
Arrivati al lago si superano alcuni blocchi di roccia (in quel tratto non esiste la riva) per raggiungere quindi l'inizio del sentiero (se possiamo chiamarlo così) scomodissimo che sale sui 2607 m. della Punta des Eboiles attraverso una serie di tornanti di sfasciumi, rocce, ghiaie e roccette che richiamano molto il versante sud dell'Intermesoli e a tratti la cresta ovest delle Murelle; in realtà in discesa questo percorso, faticosissimo in salita, si rivelerà molto più semplice e veloce.
Raggiunta la Punte des Eboiles (q.2607) già si vede il Cinto e la sua anticima, la quale verrà aggirata sulla destra perdendo quota superando una miriade di blocchi pìù o meno grandi di granito (pericolossimi con pioggia) seguendo i bollini rossi.
Si superano alcuni passaggetti di II (il resto è I/I+ continuo) fino a raggiungere finalmente l'agognata vetta, dalla quale si gode una vista semplicemente stupenda.

DISCESA: La discesa avviene per il medesimo percorso della salita, ovviamente mettendo in conto la fatica accumulata durante la salita e, soprattutto, tenendo in considerazione che le placche di granito dopo il Lac du Cint, che iniziano dai 2250 metri fino ai 1900 circa, sono davvero rognose se si seguono gli ometti errati e ci si tiene troppo sulla dx, in tal caso occorre superare camini di II e un paio di III a volte anche bagnati. Consiglio pertanto di tenersi quanto più possibile sulla sx, dove vi sono i camini e le placche più agevoli percorse all'andata, fino a raggiungere la quota di 1900 m. da dove si raggiunge in poco tempo (relativamente) il rifugio l'Erco.

CONSIGLI E RACCOMANDAZIONI:
Il percorso è egregiamente lungo e faticoso, un ottimo allenamento e resistenza sono fortemente consigliati.
Ovviamente in caso di meteo incerto non consiglio di avventurarsi dopo il Rif. l'Erco, e consiglio di portare con sè tanta acqua data la completa assenza di sorgenti (vi sono un paio di ruscelletti e alcune pozze, io non mi fiderei).
Da Haut Asco il percorso è indubbiamente più spettacolare ed alpino, ma da Lozzi è un percorso molto lungo, faticoso e solitario, non così intuitivo come sembra, che comunque permette di vivere grandissime emozioni in un contesto di alta montagna, dove è altamente probabile non incontrare nessuno in oltre 1300 metri di dislivello fino al Lac du Cint.
Indispensabile la cartina IGN Corte-Monte Cinto, 1:25000, in vendita quasi ovunque a 12 euro.

FOTORACCONTO:
ecco come appare il versante sud del Monte Cinto partendo da Lozzi. Vi saranno da fare oltre 1800 metri di salita. Sulla destra si può vedere Capu a Verdatu, una cima di oltre 2500 m.
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dopo circa un'ora di cammino si raggiunge la Bergerie de Pietra Pinzuta, uno stazzo in pessime condizioni. Da qui inizia il Sentiero Natura, una deviazione dal percorso principale leggermente più lunga ma meglio segnata, che dopo 35 minuti porta al bellissimo Rifugio l'Erco, non custodito e senza acqua ma in OTTIME condizioni e sempre aperto, a quota 1675 m.
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Ecco il Rifugio l'Erco, punto strategico e spartiacque dell'escursione: da qui termina la vita facile
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Ora il gioco si fa duro ed interessante. Si deve risalire la vallata senza nome sulla cartina che porterà molto faticosamente fino al Lac du Cint, 800 metri di dislivello segnati solo da ometti a volte frequenti, a volte inesistenti e a volte ingannatori. Il percorso è scomodo, ma l'entusiasmo è alle stelle...ancora non ho incontrato una sola persona durante il tragitto!
Alla mia sinistra ho la bellissima cresta frastagliata tra il Capu Villa e il Capu Falu, tutte cime rocciose impervie ben superiori ai duemila metri, mentre alla mia destra mi osserva il Monte Cinto, dall'alto dei suoi 2700 metri
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Ed eccomi arrivato finalmente al Lac du Cint, meraviglioso e limpido laghetto alpino a quota 2286 m., circondato da cime severe e imponenti. Alle mie spalle ho percorso già 1200 metri, ma la strada è tutt'altro che terminata, mi aspettano i 600 metri più difficili..intanto godo di tale rara bellezza
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Dal lago salgo per uno scomodo ghiaione/pietraia/brecciaio/sfasciumi a zigzag (alcuni tratti davvero non banali) fino a raggiungere la Punte des Eboiles, a quota 2706. Solo a 2350 metri incontro le prime persone, il che la dice lunga su quali tipo di montagne siano quelle della Corsica.
La stanchezza comincia a farsi sentire, non solo quella fisica ma anche quella psicologica, dato che sono solo e non uso il gps..ma è quello che cerco e ovviamente tengo duro, l'obiettivo è vicino...ma nemmeno troppo, c'è ancora da sudare!
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Arrivato alla cresta ovest, dove si ricongiunge il percorso che sale dal versante settentrionale da Haut Asco (e quindi un tratto del GR20, modificato dopo la chiusura del Cirque du Solitude nel 2015), si vede bene la vetta del Cinto con la sua anticima. Bisogna perdere terreno scendendo per aggirare la cresta vera e propria e poi salire su scomodi blocchi e massi di granito (I grado continuo e alcuni tratti di II), in circa 45 minuti o poco più si è in vetta. Sono le ore 13.30, ben oltre l'orario da me previsto...ma ripeto, da solo, con il caldo torrido lungo tutto il tragitto (manco una pianta o alberello!) e senza gps credo che di meglio non potessi fare.
Sono strafelice, sono in vetta, ho realizzato qualcosa per me importante in solitaria in una terra meravigliosa e selvaggia a me sconosciuta. Questo è l'escursionismo che piace a me, quello che sfocia nell'esplorazione e nell'introspezione.
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Ultima modifica:
Aggiungo qualche foto fatta con lo smartphone

l'alba da Col de Vergio, a 1477 m., valico che una volta superato porta in 30 minuti circa ad Albertacce e quindi al punto di partenza della mia escursione. Sullo sfondo si vede il lago artificiale di Calacuccia
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il Lac du Cint in una bella inquadratura
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ho incontrato poco prima di arrivare in vetta un ragazzo russo che faceva il GR20...la cosa buffa è che solo io e lui eravamo in solitaria, tutti gli altri escursionisti incontrati (per lo più francesi) sbalorditi mi chiedevano se io andassi solo in montagna: evidentemente in Francia le solitarie non riscuotono grande successo :no:
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Grande Alex, che sfacchinata!
In Francia le solitarie sono molto rare dato che la propensione per le cose faticose è più diffusa che da noi e qualcuno con cui spartire un'escursione lo trovi sempre! Sul gr20 ho visto gruppi, coppie, giovani, vecchi, persino gruppetti di sole ragazze molto giovani ma agguerrite... da noi trovi la stessa varietà giusto a Torvaianica:poke:
 
Il senso della solitaria lo si capisce bene nel fremito adrenalinico e stracompiaciuto di non incrociare nessuno (laddove al primo guaio malediremmo quella stessa solitudine), ed è riassunto a perfezione in una esclamazione non mia che a suo tempo fu per me illuminante: "Una valle tutta per me!".:) Ecco, la stessa sensazione che - sia pur rare volte - ho vissuto io, non solo in una valle ma ad esempio anche andando in bici per km. senza incontrare anima ("una strada tutta per me!").

Molto bello dalla cima vedere da una parte una distesa di guglie proprio come si fosse sulle Alpi francesi, e dall'altra - neppure troppo lontano - il mare. Quello vero, non formato da nuvole.

Per il resto cosa dire, leggendoti viene solo spontaneo riflettere che sei fatto così, cioè come ti sei autodefinito: un romantico scorbutico, prendere o lasciare... :). Hai onorato alla lettera il motto in calce alla firma.
 
Grande @alexmoscow73 bellissimi posti che conosco abbastanza bene in quanto ci son passato col gr20... ricordo bene quel traverso da Bocca Crucetta tutto tra rocce smosse maledette... Siamo arrivati ad un passo dal Cinto, a quota 2600 metri, ma abbiamo dovuto desistere 1) per il meteo e 2) per la stanchezza: la salita che da Tighiettu sale fin li è stata devastante e la discesa fino ad Asco Stagnu è stata impegnativa...
Ma ci tornerò, prima o poi...
 
Grande Alex, che sfacchinata!
In Francia le solitarie sono molto rare dato che la propensione per le cose faticose è più diffusa che da noi e qualcuno con cui spartire un'escursione lo trovi sempre! Sul gr20 ho visto gruppi, coppie, giovani, vecchi, persino gruppetti di sole ragazze molto giovani ma agguerrite... da noi trovi la stessa varietà giusto a Torvaianica:poke:
Ahaha beh sì un bel mazzo mi sono fatto :biggrin:
Ho comunque fatto caso che in Francia la cultura del randonnee (l'escursionismo) è molto più radicata rispetto a noi
 
Grande @alexmoscow73 bellissimi posti che conosco abbastanza bene in quanto ci son passato col gr20... ricordo bene quel traverso da Bocca Crucetta tutto tra rocce smosse maledette... Siamo arrivati ad un passo dal Cinto, a quota 2600 metri, ma abbiamo dovuto desistere 1) per il meteo e 2) per la stanchezza: la salita che da Tighiettu sale fin li è stata devastante e la discesa fino ad Asco Stagnu è stata impegnativa...
Ma ci tornerò, prima o poi...
Grazie @yari92, hai giustamente notato che i dislivelli da quelle parti sono notevoli e che il terreno è di quelli bastardi. La Corsica davvero crea dipendenza...le sue montagne sono qualcosa di indescrivibile
 
Il senso della solitaria lo si capisce bene nel fremito adrenalinico e stracompiaciuto di non incrociare nessuno (laddove al primo guaio malediremmo quella stessa solitudine), ed è riassunto a perfezione in una esclamazione non mia che a suo tempo fu per me illuminante: "Una valle tutta per me!".:) Ecco, la stessa sensazione che - sia pur rare volte - ho vissuto io, non solo in una valle ma ad esempio anche andando in bici per km. senza incontrare anima ("una strada tutta per me!").

Molto bello dalla cima vedere da una parte una distesa di guglie proprio come si fosse sulle Alpi francesi, e dall'altra - neppure troppo lontano - il mare. Quello vero, non formato da nuvole.

Per il resto cosa dire, leggendoti viene solo spontaneo riflettere che sei fatto così, cioè come ti sei autodefinito: un romantico scorbutico, prendere o lasciare... :). Hai onorato alla lettera il motto in calce alla firma.
Ciao Andrea, quando parli di maledire la solitudine in caso di guai so a cosa ti riferisci, di quale vostra "escursione" si tratta...
Ebbene sì, trovarsi a completa disposizione in piena solitudine un'intera valle, e forse qualcosa di più, in territorio straniero e sconosciuto, è una sensazione bellissima.
Grazie della visita e della condivisione delle tue sensazioni, come sempre sintomo di una personalità profonda ed intelligente
 
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