- Parchi del Lazio
-
- Monti Lepini
Data: 30.10.2011
Regione e provincia: Lazio (LT)
Località di partenza: Rocca Massima-Cori (loc. Tirinsanola)
Tempo di percorrenza: 6h ca
Chilometri: quasi 12 A/R
Grado di difficoltà: E
Descrizione delle difficoltà: trovare il sentiero e mantenerlo
Segnaletica: rossa, bianco-rossa
Dislivello in salita: 730
Quota massima: 1100 più o meno
Partecipanti: io e Anna (inchianamo), Marco(Zimmer), Donatella, Tiziana(Bi)
Volevamo andare su Monte Lupone percorrendo un sentiero mediamente impegnativo (l’impegno sta nel trovare il sentiero). Informiamo Marco della data e ci organizziamo. All’ultimo si inseriscono le zie e ci riorganizziamo, e alla fine partiamo diretti a Cori per percorrere il misterioso sentiero n.5 che da località Tirinsanola attraversando Monte Rinsaturo, Le Fosse e Pozzo Maggi arriva sul Lupone.
L’avventura in realtà inizia molto prima, in macchina. Sembra quasi un viaggio della speranza tra bagagliaio stracolmo (e parliamo di una station wagon) e sedili occupati. Il GPL implora pietà alle prime salite e Marco ne approfitta per accusare del fatto le signore adagiate sui sedili posteriori. Comunque, colazione in un “accogliente” bar locale con teste decapitate e tartarughe desiderose di evadere (una casa della tortura insomma) e poi verso il “forse” sentiero. Pochi metri sulla sterrata ed eliminiamo il “forse” perchè un tizio del posto, forse preoccupato che finissimo su qualche area di caccia , mi indica la strada che dobbiamo percorrere. Proseguiamo dunque tra mucche impaurite e castagni d’autunno, con Marco che ogni tanto si ferma e ci fa: “Guardate che bello questo albero!” (farà così per tutta la durata dell’escursione). Il tracciato ci immerge nel pieno dell’autunno e Donatella ne approfitta per qualche foto.
Percorrendo il sentiero nel bosco rincontriamo il tizio di prima che ribadisce ad Anna e Marco il giusto sentiero, ma nel dubbio qualcuno della brigata marca il territorio come meglio ritiene, mentre io e Marco impavidi (seh) ci inerpichiamo tra i massi per trovare il prosieguo del sentiero. Lui a destra, io a sinistra, pochi metri e mi si spezza il fiato, comunque trovo il sentiero, a distanza ritrovo pure Marco, ma senza fiato gli faccio solo cenno di venire . La brigata si ricompatta e tra i vapori del sottoscritto e pause “prendi fiato” risaliamo una dorsale aggirando Monte Rinsaturo. Il sentiero è bello e vario e il panorama, se non ci fosse una nebbia avvolgente, offrirebbe sconfinati panorami verso il mare, l’agro pontino e gli altri monti del gruppo, ma la nebbia impera e noi inchinati al suo volere continuiamo il nostro incedere tra alberi, massi e nebbia appunto con Tiziana e Marco che vanno agili, io che mi do un tono (ma sto morendo), Anna che non la fermi e Donatella che in barba all'infortunio non molla un passo!!
Piccola pausa ristoratrice, occhio all’orologio e ci fissiamo un termine entro il quale fermarci, mangiare e poi ritornare. Spinti anche dal venticello un po’ troppo fresco ci rincamminiamo con Tiziana che (scopro essere leggendaria in questo) fa da apripista nei passaggi più inselvatichiti.
I segnali ci saranno pure, ma non potendo seguire una traccia evidente spesso ce li perdiamo e andiamo a ricercarli, con Anna che, in pieno conflitto interiore tra Io e Super Io, mette i voti e richiama all’ordine i componenti della brigata più disattenti e irrequieti (menomale che non s’era portata il registro, sennò sai le note). Vabbè facendo incetta di richiami disciplinari e mentre Tiziana e Marco fanno invece incetta di more, assisto ad un dibattito "scientifico", tra Anna e Donatella, sulla natura di cospicue tracce di sangue lungo il percorso. Meno scientifico ma inevitabile pensare che il bar di cui sopra abbia reperito qui i suoi scalpi per appenderli poi sul soffitto del locale. Ad ogni modo tra scienza e rituali medievali procediamo a mezzacosta verso una valle contornata da tanti cucuzzoli, ma talmente tanti che praticamente ognuno di noi ha assegnato ad altrettanti cucuzzoli il nome di Monte Lupone.
S’è fatta comunque una certa e decidiamo di fermarci, individuando il vero Monte Lupone a circa 40 minuti da noi, dopo un’ultima salita.
Marco sceglie il posto dove mangiare...Dove?...Che domande! Sotto un albero ovviamente! Comunque la scelta è azzeccata. Mangiamo sotto l’autunno e dentro la nebbia: bella compagnia, bel posto, silenzio intorno, rilassamento!
Calmato lo stomaco “facciamo quello che dobbiamo fare”* e dopo la foto di “vetta” ci rincamminiamo verso la macchina. Ora la nebbia inizia lentamente ad abbandonarci...Ora...Ora che ce ne stiamo andando...Ma vaf...!
Si vede il Lupone alle nostre spalle, con tutta la sua chioma. In effetti Marco ha ragione, per solito il bosco è alle pendici con la cima spoglia, qui è il contrario, mah. All’orizzonte si vede anche il mare, bello!
Parlando e scendendo ci ritroviamo per caso in fila indiana. A questo punto Marco fa il gravissimo errore di dire testuali parole: “Ma che facciamo il trenino?!” Mio Signore che errore! Detto-Fatto: mani sulle spalle di chi mi precede e vai a squarcia gola: “Zazuelaaa Zazuelaa A E I O U Ypsilon...”
Ehm ehm, torniamo all’ordine. Donatella propone di compiere una specie di anello e ridiscendere per la strada sterrata lasciata all’andata, perché meno impervia e più semplice. Si va ai voti: vamos!! E’ qui che Tiziana scopre le mie doti da étoile, prima note solo ad Anna, la quale comunque coglie l’occasione per rendere nota a tutti la mia proverbiale plasticità in determinate condizioni montanare. Io cerco di glissare sull'argomento provando a convincere Marco dell’incredibile bellezza di questa parte del sentiero. Ma Marco mi guarda e credo mi abbia dato del pazzo. Ripropongo la questione ad Anna e Donatella che mi guardano e credo mi diano del pazzo...che telepatia ‘sta brigata!
Vabbè quasi arrivati faccio compiere un triplo salto mortale al mio cellulare e Marco, trovato un castagno, ci spiega come agisce il parassita che sta rovinando il frutto (grazie!)
Al ritorno ci fermiamo per una birretta in quel di Giulianello e poi ci avviamo.
Ora, considerate: 5 persone che hanno camminato per sei ore, 5 paia di scarponi, 5 maglie sudate, 5 pantaloni infangati, pizza sbriciolata qua e la. Riuscite ad immaginare l’olezzo in macchina?!
Marco ogni tanto aziona i comandi come Gig Robot d’acciaio e abbassa i finestrini contemporaneamente per cambiare aria, ma il tentativo è sia contestato che vano. Ma sprezzante del pericolo e senza lasciarsi abbattere dall’insuccesso, nonché pieno di risorse torna all’attacco stavolta con un deodorante di nota marca (buonissimo peraltro). Il tentativo ha successo sul momento, ma apre aneddoti e discussioni talvolta raccapriccianti che non sto qui a riportare, ma che si sappia, hanno rivelato lati oscuri dei primi mesi di vita miei e di Marco.
Giornata spettacolare, è storia!
Luca
*ah, per “facciamo quello che dobbiamo fare” non intendevo dire che arriviamo in vetta. Ma la vetta l’abbiamo creata noi. Forse qualche foto potrà parlare meglio. Comunque una croce c’è stata e soprattutto…“mancò la vetta, ma non la cioccolata”
Tratto da una storia vera
Ringraziamenti:
Tiziana e Donatella (l’ho già scritto in altra occasione ma lo ribadisco: chi ha creato loro ha buttato lo stampino...uniche!!)
Marco (divertente e piacevole compagno d’escursione…laddove non ci siano alberi però )
Anna (e come faccio a fare una sintesi?!)
Il tizio col pick up (che c’ha evitato di finire serviti con patate di contorno nel piatto di qualcuno)
Qualche foto. Per quelle belle...a breve.
la parte iniziale del sentiero
si sale...
Vedi l'allegato 14406
...verso il crinale
Vedi l'allegato 14407
Marco e l'albero o l'albero e Marco
Vedi l'allegato 14408
Oddio le ha contagiate!!!
Vedi l'allegato 14409
sembro serio...ma sembro!
Vedi l'allegato 14410
la brigata -1 in marcia...
Vedi l'allegato 14411
...verso il buio
Vedi l'allegato 14412
relax
Vedi l'allegato 14414
si ritorna
il mare...con fiducia
Vedi l'allegato 14416
camminando...interloquendo
Regione e provincia: Lazio (LT)
Località di partenza: Rocca Massima-Cori (loc. Tirinsanola)
Tempo di percorrenza: 6h ca
Chilometri: quasi 12 A/R
Grado di difficoltà: E
Descrizione delle difficoltà: trovare il sentiero e mantenerlo
Segnaletica: rossa, bianco-rossa
Dislivello in salita: 730
Quota massima: 1100 più o meno
Partecipanti: io e Anna (inchianamo), Marco(Zimmer), Donatella, Tiziana(Bi)
Volevamo andare su Monte Lupone percorrendo un sentiero mediamente impegnativo (l’impegno sta nel trovare il sentiero). Informiamo Marco della data e ci organizziamo. All’ultimo si inseriscono le zie e ci riorganizziamo, e alla fine partiamo diretti a Cori per percorrere il misterioso sentiero n.5 che da località Tirinsanola attraversando Monte Rinsaturo, Le Fosse e Pozzo Maggi arriva sul Lupone.
L’avventura in realtà inizia molto prima, in macchina. Sembra quasi un viaggio della speranza tra bagagliaio stracolmo (e parliamo di una station wagon) e sedili occupati. Il GPL implora pietà alle prime salite e Marco ne approfitta per accusare del fatto le signore adagiate sui sedili posteriori. Comunque, colazione in un “accogliente” bar locale con teste decapitate e tartarughe desiderose di evadere (una casa della tortura insomma) e poi verso il “forse” sentiero. Pochi metri sulla sterrata ed eliminiamo il “forse” perchè un tizio del posto, forse preoccupato che finissimo su qualche area di caccia , mi indica la strada che dobbiamo percorrere. Proseguiamo dunque tra mucche impaurite e castagni d’autunno, con Marco che ogni tanto si ferma e ci fa: “Guardate che bello questo albero!” (farà così per tutta la durata dell’escursione). Il tracciato ci immerge nel pieno dell’autunno e Donatella ne approfitta per qualche foto.
Percorrendo il sentiero nel bosco rincontriamo il tizio di prima che ribadisce ad Anna e Marco il giusto sentiero, ma nel dubbio qualcuno della brigata marca il territorio come meglio ritiene, mentre io e Marco impavidi (seh) ci inerpichiamo tra i massi per trovare il prosieguo del sentiero. Lui a destra, io a sinistra, pochi metri e mi si spezza il fiato, comunque trovo il sentiero, a distanza ritrovo pure Marco, ma senza fiato gli faccio solo cenno di venire . La brigata si ricompatta e tra i vapori del sottoscritto e pause “prendi fiato” risaliamo una dorsale aggirando Monte Rinsaturo. Il sentiero è bello e vario e il panorama, se non ci fosse una nebbia avvolgente, offrirebbe sconfinati panorami verso il mare, l’agro pontino e gli altri monti del gruppo, ma la nebbia impera e noi inchinati al suo volere continuiamo il nostro incedere tra alberi, massi e nebbia appunto con Tiziana e Marco che vanno agili, io che mi do un tono (ma sto morendo), Anna che non la fermi e Donatella che in barba all'infortunio non molla un passo!!
Piccola pausa ristoratrice, occhio all’orologio e ci fissiamo un termine entro il quale fermarci, mangiare e poi ritornare. Spinti anche dal venticello un po’ troppo fresco ci rincamminiamo con Tiziana che (scopro essere leggendaria in questo) fa da apripista nei passaggi più inselvatichiti.
I segnali ci saranno pure, ma non potendo seguire una traccia evidente spesso ce li perdiamo e andiamo a ricercarli, con Anna che, in pieno conflitto interiore tra Io e Super Io, mette i voti e richiama all’ordine i componenti della brigata più disattenti e irrequieti (menomale che non s’era portata il registro, sennò sai le note). Vabbè facendo incetta di richiami disciplinari e mentre Tiziana e Marco fanno invece incetta di more, assisto ad un dibattito "scientifico", tra Anna e Donatella, sulla natura di cospicue tracce di sangue lungo il percorso. Meno scientifico ma inevitabile pensare che il bar di cui sopra abbia reperito qui i suoi scalpi per appenderli poi sul soffitto del locale. Ad ogni modo tra scienza e rituali medievali procediamo a mezzacosta verso una valle contornata da tanti cucuzzoli, ma talmente tanti che praticamente ognuno di noi ha assegnato ad altrettanti cucuzzoli il nome di Monte Lupone.
S’è fatta comunque una certa e decidiamo di fermarci, individuando il vero Monte Lupone a circa 40 minuti da noi, dopo un’ultima salita.
Marco sceglie il posto dove mangiare...Dove?...Che domande! Sotto un albero ovviamente! Comunque la scelta è azzeccata. Mangiamo sotto l’autunno e dentro la nebbia: bella compagnia, bel posto, silenzio intorno, rilassamento!
Calmato lo stomaco “facciamo quello che dobbiamo fare”* e dopo la foto di “vetta” ci rincamminiamo verso la macchina. Ora la nebbia inizia lentamente ad abbandonarci...Ora...Ora che ce ne stiamo andando...Ma vaf...!
Si vede il Lupone alle nostre spalle, con tutta la sua chioma. In effetti Marco ha ragione, per solito il bosco è alle pendici con la cima spoglia, qui è il contrario, mah. All’orizzonte si vede anche il mare, bello!
Parlando e scendendo ci ritroviamo per caso in fila indiana. A questo punto Marco fa il gravissimo errore di dire testuali parole: “Ma che facciamo il trenino?!” Mio Signore che errore! Detto-Fatto: mani sulle spalle di chi mi precede e vai a squarcia gola: “Zazuelaaa Zazuelaa A E I O U Ypsilon...”
Ehm ehm, torniamo all’ordine. Donatella propone di compiere una specie di anello e ridiscendere per la strada sterrata lasciata all’andata, perché meno impervia e più semplice. Si va ai voti: vamos!! E’ qui che Tiziana scopre le mie doti da étoile, prima note solo ad Anna, la quale comunque coglie l’occasione per rendere nota a tutti la mia proverbiale plasticità in determinate condizioni montanare. Io cerco di glissare sull'argomento provando a convincere Marco dell’incredibile bellezza di questa parte del sentiero. Ma Marco mi guarda e credo mi abbia dato del pazzo. Ripropongo la questione ad Anna e Donatella che mi guardano e credo mi diano del pazzo...che telepatia ‘sta brigata!
Vabbè quasi arrivati faccio compiere un triplo salto mortale al mio cellulare e Marco, trovato un castagno, ci spiega come agisce il parassita che sta rovinando il frutto (grazie!)
Al ritorno ci fermiamo per una birretta in quel di Giulianello e poi ci avviamo.
Ora, considerate: 5 persone che hanno camminato per sei ore, 5 paia di scarponi, 5 maglie sudate, 5 pantaloni infangati, pizza sbriciolata qua e la. Riuscite ad immaginare l’olezzo in macchina?!
Marco ogni tanto aziona i comandi come Gig Robot d’acciaio e abbassa i finestrini contemporaneamente per cambiare aria, ma il tentativo è sia contestato che vano. Ma sprezzante del pericolo e senza lasciarsi abbattere dall’insuccesso, nonché pieno di risorse torna all’attacco stavolta con un deodorante di nota marca (buonissimo peraltro). Il tentativo ha successo sul momento, ma apre aneddoti e discussioni talvolta raccapriccianti che non sto qui a riportare, ma che si sappia, hanno rivelato lati oscuri dei primi mesi di vita miei e di Marco.
Giornata spettacolare, è storia!
Luca
*ah, per “facciamo quello che dobbiamo fare” non intendevo dire che arriviamo in vetta. Ma la vetta l’abbiamo creata noi. Forse qualche foto potrà parlare meglio. Comunque una croce c’è stata e soprattutto…“mancò la vetta, ma non la cioccolata”
Tratto da una storia vera
Ringraziamenti:
Tiziana e Donatella (l’ho già scritto in altra occasione ma lo ribadisco: chi ha creato loro ha buttato lo stampino...uniche!!)
Marco (divertente e piacevole compagno d’escursione…laddove non ci siano alberi però )
Anna (e come faccio a fare una sintesi?!)
Il tizio col pick up (che c’ha evitato di finire serviti con patate di contorno nel piatto di qualcuno)
Qualche foto. Per quelle belle...a breve.
la parte iniziale del sentiero
si sale...
Vedi l'allegato 14406
...verso il crinale
Vedi l'allegato 14407
Marco e l'albero o l'albero e Marco
Vedi l'allegato 14408
Oddio le ha contagiate!!!
Vedi l'allegato 14409
sembro serio...ma sembro!
Vedi l'allegato 14410
la brigata -1 in marcia...
Vedi l'allegato 14411
...verso il buio
Vedi l'allegato 14412
relax
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si ritorna
il mare...con fiducia
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camminando...interloquendo
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