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Derrick
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- Parchi del Lazio
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- Monti Lepini
Dati
Data: 13/09/2013;
Regione e Provincia: Lazio, Latina;
Località di partenza: Fosso Sant'Angelo, comune di Bassiano (LT), strada per Camporosello, 573 m;
Località di Arrivo: Monte Semprevisa (1.536 m);
Tempo di percorrenza: 3:30 circa per la salita;
Chilometri: 6,79 km sola andata*;
Grado di difficoltà: EE;
Descrizione delle difficoltà: Dislivello cospicuo, tratti su pietre, alcuni tratti in forte pendenza;
Periodo consigliato: Nessuna preclusione particolare, ampi tratti in ombra soprattutto all'inizio;
Segnaletica: Rada ma sufficiente, percorso che non presenta difficoltà di orientamento particolari;
Dislivello in salita: 981m sola andata*;
Dislivello in discesa: 26m sola andata*;
Dislivello complessivo andata e ritorno: 1.007m*;
Quota massima: Monte Semprevisa, 1.536 mslm;
Accesso stradale: strada asfaltata fino al parcheggio.
* Dati ricavati da QLandkarteGT sulla traccia GPS allegata
Descrizione
Sentiero indicato come n.10 nella numerazione CAI e sempre come n. 10 nella mappa dei Monti Lepini delle edizioni Il Lupo e nella corrispondente guida dei sentieri dei Monti Lepini di Stefano Milani. Il sentiero dalle vicinanze di Bassiano (Fosso Sant'Angelo) sale alla Sella del Semprevisa, dove incontra il sentiero che sale da Pian della Faggeta, e da lì prosegue alla cima del Semprevisa.
ISTRUZIONI PER RAGGIUNGERE IL PARCHEGGIO E L'ATTACCO DEL SENTIERO DA ROMA
Chi viene dalla pianura pontina, dalla rotatoria di fronte all'abbazia di Valvisciolo (contraddistinta da una sorta di alto cilindro erboso sopraelevato attorno al quale si gira) prenderà la direzione di Bassiano, percorrendo la strada in salita e lasciando quindi l'abbazia sulla destra, finché giungerà, proprio in cima ad un dosso, ad una curva a gomito a destra con indicazione per andare a Bassiano, anziché fare la curva a gomito per Bassiano si va dritti, la strada scende e dopo pochi metri arriva ad un incrocio con un crocefisso sulla sinistra, si prende la strada a sinistra contrassegnata dal crocifisso e, dal lato opposto, da una bacheca in legno, dopo pochi metri al bivio si va a destra, e si prosegue sempre dritto finché la strada disegna un tornante a destra all'inizio del quale è posta una tipica bacheca in legno che segnala la presenza di percorsi escursionistici. Il parcheggio "ufficiale" è sullo spiazzo di fianco alla bacheca. A un livello più basso rispetto al piano stradale sta un fontanile dell'acqua della Fonte Sant'Angelo, attorno al quale gira il tornante. Il sentiero comincia al di là del tornante, sul lato sinistro salendo, in corrispondenza di un piccolo spiazzo dove è comunque possibile parcheggiare un paio d'automobili.
Chi viene dai dintorni di Roma farà una strada diversa, tra le molte possibili per arrivare all'abbazia di Valvisciolo, secondo il suo punto di partenza.
Per chi preferisce farsi guidare dal GPS le coordinate del parcheggio sono: 33 T 337235 4602175 (UTM / ED50) oppure N41 33.178 E13 02.848 (geografiche gradi, minuti e decimali / WGS84).
DESCRIZIONE
La strada, proseguendo, diventa sterrata e porta ai prati di Camporosello (o Campo Rosello) ma è chiusa da una sbarra, l'accesso con un veicolo a motore è consentito dietro pedaggio che può essere giornaliero o trimestrale, secondo informazioni raccolte da un'automobile sulla strada, €5 per un giorno, €15 per tre mesi, non so se riferiti ad un singolo mezzo o a persona. E' possibile pagare il pedaggio sia in Comune che, le domeniche e forse anche i sabati, direttamente alla sbarra. Se si accetta di pagare il pedaggio e si sale fino a Camporosello, l'intero dislivello dell'escursione diventa di meno di 400 metri e la difficoltà T+.
L'escursione può cominciare con poca acqua poiché si troverà più avanti una fonte perenne a quota 950m circa, comodamente posta quasi a metà dislivello.
Parcheggiato e impostato l'altimetro (m. 573 per il parcheggio vicino alla bacheca) si raggiunge l'attacco del sentiero che, come detto, è oltre il tornante sul lato sinistro in corrispondenza di uno spiazzo. Si sale ripidamente per i primi pochi metri e quando il sentiero entra decisamente nella lecceta, quindi dopo pochi metri, si prende subito la prima piega a destra, seguendo una traccia non più evidente delle molte altre nei dintorni (POI: Subito_a_dx), dopo un paio di tornantini il sentiero raggiunge una recinzione e fa una decisa piega a sinistra, e da questo momento (POI: Inizio_salita_dritta) sale con azimut circa 34° bussola per un lungo tratto, prima ampio e comodo, poi via via sempre più stretto e pietroso, seguendo a mezza costa l'andamento del Fosso Sant'Angelo che sta alla propria sinistra, ricalcando il percorso dell'acquedotto (da notare che almeno uno dei casotti di servizio all'acquedotto ha un locale aperto dove rifugiarsi in caso di temporale), fino ad arrivare ad uno stretto e lungo fontanile della Fonte Sant'Angelo (POI: Fontanile_S_Angelo, 954 m). Pochi metri prima di arrivare al fontanile si nota, sulla destra, segnata, una svolta secca che sale in direzione Sud lungo la china di destra.
Si arriva dunque al fontanile, si fa acqua e si torna di pochi passi sul sentiero, prendendo la svolta che sale ripidamente a Sud e si porta sulla strada sterrata per Camporosello. Il sentiero segnato sulla mappa del Lupo (ed. 2005) non riporta il ricongiungimento con la sterrata in questo punto, ma conviene seguire il percorso qui descritto anziché quello in carta.
Dalla sterrata si osserva il Monte Ardicara a Nord e il paese di Bassiano a Sud Ovest. Dal lato opposto della sterrata il sentiero proseguirebbe con le bandierine bianco-rosse, ma i primi metri, che sembrano banali, a guardarli meglio sono leggermente pericolosi, esponendo in caso di lieve inciampo o scivolata ad una caduta nel vuoto di qualche metro, sufficiente per farsi molto male, mi sembra pertanto più logico consigliare di proseguire per la comoda sterrata, che dopo due curve a destra (e ricongiungimento col tratto di sentiero accennato) fa ancora un tornante a sinistra e sale con un lungo rettilineo, all'inizio del quale, sulla sinistra, si trova il Rifugio Liberamonte, gestito dall'associazione Mountain Freedom, senza presenza del gestore ma vivaddio lasciato sempre aperto, situato a quota 1.050 metri (non 1.150 come riportato dalla scritta in gesso sul portone), dotato anche all'esterno di tavolo e panche per consumare comodamente un pasto.
In fondo al rettilineo oltre il rifugio la strada fa un tornante destro e sul gomito del tornante, lato sinistro, ricomincia il sentiero 10 (POI: Tornante_inc_sent10, 1.065 metri circa) si prende la traccia che sale a sinistra del letto del torrente salendo per circa 100m di percorso (azimut 70° bussola), finché si trovano dei lastroni di pietra sia a destra sia sinistra del letto del torrente, si passa dall'altro lato del torrente salendo per i lastroni di destra (evitabili in caso di pioggia con piccole allungatoie) e si seguono i segni che vanno dritti in direzione del Monte Ardicara, finché ci si ritrova praticamente ai piedi dell'Ardicara e si nota sulla propria destra una piccola sella che lascia intuire un pianoro dietro di sé.
Si sale la selletta di pochi metri (segni poco visibili) e si osserva la scena, colline erbose a destra, pianoro con vegetazione di felci e altri arbusti davanti a sé (Camporosello), Monte Ardicara sulla sinistra cioè a Nord che mostra il fianco alberato a faggi, e seguendo con lo sguardo verso Nord-Est già si intuisce il punto in cui la faggeta dell'Ardicara finisce e comincia quella del Semprevisa, di cui si vede un fianco. Addentrandosi liberamente (o seguendo una delle tracce nella vegetazione, secondo la stagione) nel pratone di Camporosello e tenendo d'occhio il fianco sinistro - Nord si vede a un certo punto una sorta di "pista di sci naturale", un pendio non alberato che si insinua tra l'Ardicara e il Semprevisa.
Si prende la traccia che sale in cima a questo pendio non alberato portandosi sulla Sella del Semprevisa, indicata come Sella 1.335 su IGM, e nota anche come "Schiazza di Paolone" ("Schiazza" in dialetto locale è una pietra grossa e piatta, e in effetti vi sono pietre di questo genere sulla sella, su una di queste v'è una incisione che dice più o meno che quella è la Schiazza di Paolone e chi la gira trova un milione). La salita avviene per ampi tornanti, anche troppo ampi soprattutto quando si scende, fornite qui e lì di tracce scorciatoie.
Dalla sella converrà notare, guardando a Sud-Ovest, la bacheca di legno visibile in lontananza tra le due collinette erbose, che segna il punto dove arriva la strada sterrata.
Dalla sella e considerando la direzione di salita lungo il pendio si può andare a sinistra per salire sull'Ardicara, proseguire dritti scendendo dall'altro lato per andare verso il monte Capreo, o salire a destra per il Semprevisa. Da questo momento le marcature del sentiero per il Semprevisa sono molto più visibili essendo state ripassate di recente (verosimilmente il marcatore è salito dall'altro lato, cioè dal sentiero che viene da Pian della Faggeta, da questo punto i due sentieri hanno percorso in comune).
La salita al Semprevisa comporta un minimo di saliscendi, il sentiero cammina a volte in cresta, a volte sul fianco sinistro (Nord) della cresta nella faggeta, senza mai discostarsi molto dalla cresta stessa. Tracce alternative consentono di fare più faggeta e meno cresta (tenere comunque d'occhio la cresta), la cresta è consigliabile soprattutto per il possibile avvistamento di rapaci (tenere pronto il binocolo!), oltre che per il panorama che già si apre sulla pianura pontina e sul Circeo. Dove la cresta si sporge nel vuoto è sempre abbastanza larga da consentire un percorso scevro di pericoli di caduta.
Si arriva ad un'anticima con bandierine d'invocazione alla/e divinità di stile tibetano, ormai scolorite (Lung-Ta, "cavalli di vento" oppure "cavalli del vento", un pizzico di Everest sui Monti Lepini!) e dopo un facile saliscendi pietroso si è alla croce del Semprevisa, 1.536 mslm.
Nulla da segnalare per il ritorno, salvo il fatto che, se si ama viaggiare leggeri, si può di nuovo calcolare di fare acqua al ritorno alla Fonte Sant'Angelo.
Va anche notato che se si è in ritardo e si teme di essere colti dal buio si può sempre fare ricorso alla strada sterrata, che si può prendere sia a Camporosello (scendendo dalla Sella del Semprevisa si va dritti a Sud-Ovest, come detto, e ci si porta sul punto terminale della sterrata) oppure, dopo averla ripresa alla base del torrente già accennato (a quota 1.065 m) la si può seguire fino all'automobile, con percorso molto più lungo ma enormemente più sicuro e rilassante al buio. E a piedi non si paga!
Data: 13/09/2013;
Regione e Provincia: Lazio, Latina;
Località di partenza: Fosso Sant'Angelo, comune di Bassiano (LT), strada per Camporosello, 573 m;
Località di Arrivo: Monte Semprevisa (1.536 m);
Tempo di percorrenza: 3:30 circa per la salita;
Chilometri: 6,79 km sola andata*;
Grado di difficoltà: EE;
Descrizione delle difficoltà: Dislivello cospicuo, tratti su pietre, alcuni tratti in forte pendenza;
Periodo consigliato: Nessuna preclusione particolare, ampi tratti in ombra soprattutto all'inizio;
Segnaletica: Rada ma sufficiente, percorso che non presenta difficoltà di orientamento particolari;
Dislivello in salita: 981m sola andata*;
Dislivello in discesa: 26m sola andata*;
Dislivello complessivo andata e ritorno: 1.007m*;
Quota massima: Monte Semprevisa, 1.536 mslm;
Accesso stradale: strada asfaltata fino al parcheggio.
* Dati ricavati da QLandkarteGT sulla traccia GPS allegata
Descrizione
Sentiero indicato come n.10 nella numerazione CAI e sempre come n. 10 nella mappa dei Monti Lepini delle edizioni Il Lupo e nella corrispondente guida dei sentieri dei Monti Lepini di Stefano Milani. Il sentiero dalle vicinanze di Bassiano (Fosso Sant'Angelo) sale alla Sella del Semprevisa, dove incontra il sentiero che sale da Pian della Faggeta, e da lì prosegue alla cima del Semprevisa.
ISTRUZIONI PER RAGGIUNGERE IL PARCHEGGIO E L'ATTACCO DEL SENTIERO DA ROMA
Chi viene dalla pianura pontina, dalla rotatoria di fronte all'abbazia di Valvisciolo (contraddistinta da una sorta di alto cilindro erboso sopraelevato attorno al quale si gira) prenderà la direzione di Bassiano, percorrendo la strada in salita e lasciando quindi l'abbazia sulla destra, finché giungerà, proprio in cima ad un dosso, ad una curva a gomito a destra con indicazione per andare a Bassiano, anziché fare la curva a gomito per Bassiano si va dritti, la strada scende e dopo pochi metri arriva ad un incrocio con un crocefisso sulla sinistra, si prende la strada a sinistra contrassegnata dal crocifisso e, dal lato opposto, da una bacheca in legno, dopo pochi metri al bivio si va a destra, e si prosegue sempre dritto finché la strada disegna un tornante a destra all'inizio del quale è posta una tipica bacheca in legno che segnala la presenza di percorsi escursionistici. Il parcheggio "ufficiale" è sullo spiazzo di fianco alla bacheca. A un livello più basso rispetto al piano stradale sta un fontanile dell'acqua della Fonte Sant'Angelo, attorno al quale gira il tornante. Il sentiero comincia al di là del tornante, sul lato sinistro salendo, in corrispondenza di un piccolo spiazzo dove è comunque possibile parcheggiare un paio d'automobili.
Chi viene dai dintorni di Roma farà una strada diversa, tra le molte possibili per arrivare all'abbazia di Valvisciolo, secondo il suo punto di partenza.
Per chi preferisce farsi guidare dal GPS le coordinate del parcheggio sono: 33 T 337235 4602175 (UTM / ED50) oppure N41 33.178 E13 02.848 (geografiche gradi, minuti e decimali / WGS84).
DESCRIZIONE
La strada, proseguendo, diventa sterrata e porta ai prati di Camporosello (o Campo Rosello) ma è chiusa da una sbarra, l'accesso con un veicolo a motore è consentito dietro pedaggio che può essere giornaliero o trimestrale, secondo informazioni raccolte da un'automobile sulla strada, €5 per un giorno, €15 per tre mesi, non so se riferiti ad un singolo mezzo o a persona. E' possibile pagare il pedaggio sia in Comune che, le domeniche e forse anche i sabati, direttamente alla sbarra. Se si accetta di pagare il pedaggio e si sale fino a Camporosello, l'intero dislivello dell'escursione diventa di meno di 400 metri e la difficoltà T+.
L'escursione può cominciare con poca acqua poiché si troverà più avanti una fonte perenne a quota 950m circa, comodamente posta quasi a metà dislivello.
Parcheggiato e impostato l'altimetro (m. 573 per il parcheggio vicino alla bacheca) si raggiunge l'attacco del sentiero che, come detto, è oltre il tornante sul lato sinistro in corrispondenza di uno spiazzo. Si sale ripidamente per i primi pochi metri e quando il sentiero entra decisamente nella lecceta, quindi dopo pochi metri, si prende subito la prima piega a destra, seguendo una traccia non più evidente delle molte altre nei dintorni (POI: Subito_a_dx), dopo un paio di tornantini il sentiero raggiunge una recinzione e fa una decisa piega a sinistra, e da questo momento (POI: Inizio_salita_dritta) sale con azimut circa 34° bussola per un lungo tratto, prima ampio e comodo, poi via via sempre più stretto e pietroso, seguendo a mezza costa l'andamento del Fosso Sant'Angelo che sta alla propria sinistra, ricalcando il percorso dell'acquedotto (da notare che almeno uno dei casotti di servizio all'acquedotto ha un locale aperto dove rifugiarsi in caso di temporale), fino ad arrivare ad uno stretto e lungo fontanile della Fonte Sant'Angelo (POI: Fontanile_S_Angelo, 954 m). Pochi metri prima di arrivare al fontanile si nota, sulla destra, segnata, una svolta secca che sale in direzione Sud lungo la china di destra.
Si arriva dunque al fontanile, si fa acqua e si torna di pochi passi sul sentiero, prendendo la svolta che sale ripidamente a Sud e si porta sulla strada sterrata per Camporosello. Il sentiero segnato sulla mappa del Lupo (ed. 2005) non riporta il ricongiungimento con la sterrata in questo punto, ma conviene seguire il percorso qui descritto anziché quello in carta.
Dalla sterrata si osserva il Monte Ardicara a Nord e il paese di Bassiano a Sud Ovest. Dal lato opposto della sterrata il sentiero proseguirebbe con le bandierine bianco-rosse, ma i primi metri, che sembrano banali, a guardarli meglio sono leggermente pericolosi, esponendo in caso di lieve inciampo o scivolata ad una caduta nel vuoto di qualche metro, sufficiente per farsi molto male, mi sembra pertanto più logico consigliare di proseguire per la comoda sterrata, che dopo due curve a destra (e ricongiungimento col tratto di sentiero accennato) fa ancora un tornante a sinistra e sale con un lungo rettilineo, all'inizio del quale, sulla sinistra, si trova il Rifugio Liberamonte, gestito dall'associazione Mountain Freedom, senza presenza del gestore ma vivaddio lasciato sempre aperto, situato a quota 1.050 metri (non 1.150 come riportato dalla scritta in gesso sul portone), dotato anche all'esterno di tavolo e panche per consumare comodamente un pasto.
In fondo al rettilineo oltre il rifugio la strada fa un tornante destro e sul gomito del tornante, lato sinistro, ricomincia il sentiero 10 (POI: Tornante_inc_sent10, 1.065 metri circa) si prende la traccia che sale a sinistra del letto del torrente salendo per circa 100m di percorso (azimut 70° bussola), finché si trovano dei lastroni di pietra sia a destra sia sinistra del letto del torrente, si passa dall'altro lato del torrente salendo per i lastroni di destra (evitabili in caso di pioggia con piccole allungatoie) e si seguono i segni che vanno dritti in direzione del Monte Ardicara, finché ci si ritrova praticamente ai piedi dell'Ardicara e si nota sulla propria destra una piccola sella che lascia intuire un pianoro dietro di sé.
Si sale la selletta di pochi metri (segni poco visibili) e si osserva la scena, colline erbose a destra, pianoro con vegetazione di felci e altri arbusti davanti a sé (Camporosello), Monte Ardicara sulla sinistra cioè a Nord che mostra il fianco alberato a faggi, e seguendo con lo sguardo verso Nord-Est già si intuisce il punto in cui la faggeta dell'Ardicara finisce e comincia quella del Semprevisa, di cui si vede un fianco. Addentrandosi liberamente (o seguendo una delle tracce nella vegetazione, secondo la stagione) nel pratone di Camporosello e tenendo d'occhio il fianco sinistro - Nord si vede a un certo punto una sorta di "pista di sci naturale", un pendio non alberato che si insinua tra l'Ardicara e il Semprevisa.
Si prende la traccia che sale in cima a questo pendio non alberato portandosi sulla Sella del Semprevisa, indicata come Sella 1.335 su IGM, e nota anche come "Schiazza di Paolone" ("Schiazza" in dialetto locale è una pietra grossa e piatta, e in effetti vi sono pietre di questo genere sulla sella, su una di queste v'è una incisione che dice più o meno che quella è la Schiazza di Paolone e chi la gira trova un milione). La salita avviene per ampi tornanti, anche troppo ampi soprattutto quando si scende, fornite qui e lì di tracce scorciatoie.
Dalla sella converrà notare, guardando a Sud-Ovest, la bacheca di legno visibile in lontananza tra le due collinette erbose, che segna il punto dove arriva la strada sterrata.
Dalla sella e considerando la direzione di salita lungo il pendio si può andare a sinistra per salire sull'Ardicara, proseguire dritti scendendo dall'altro lato per andare verso il monte Capreo, o salire a destra per il Semprevisa. Da questo momento le marcature del sentiero per il Semprevisa sono molto più visibili essendo state ripassate di recente (verosimilmente il marcatore è salito dall'altro lato, cioè dal sentiero che viene da Pian della Faggeta, da questo punto i due sentieri hanno percorso in comune).
La salita al Semprevisa comporta un minimo di saliscendi, il sentiero cammina a volte in cresta, a volte sul fianco sinistro (Nord) della cresta nella faggeta, senza mai discostarsi molto dalla cresta stessa. Tracce alternative consentono di fare più faggeta e meno cresta (tenere comunque d'occhio la cresta), la cresta è consigliabile soprattutto per il possibile avvistamento di rapaci (tenere pronto il binocolo!), oltre che per il panorama che già si apre sulla pianura pontina e sul Circeo. Dove la cresta si sporge nel vuoto è sempre abbastanza larga da consentire un percorso scevro di pericoli di caduta.
Si arriva ad un'anticima con bandierine d'invocazione alla/e divinità di stile tibetano, ormai scolorite (Lung-Ta, "cavalli di vento" oppure "cavalli del vento", un pizzico di Everest sui Monti Lepini!) e dopo un facile saliscendi pietroso si è alla croce del Semprevisa, 1.536 mslm.
Nulla da segnalare per il ritorno, salvo il fatto che, se si ama viaggiare leggeri, si può di nuovo calcolare di fare acqua al ritorno alla Fonte Sant'Angelo.
Va anche notato che se si è in ritardo e si teme di essere colti dal buio si può sempre fare ricorso alla strada sterrata, che si può prendere sia a Camporosello (scendendo dalla Sella del Semprevisa si va dritti a Sud-Ovest, come detto, e ci si porta sul punto terminale della sterrata) oppure, dopo averla ripresa alla base del torrente già accennato (a quota 1.065 m) la si può seguire fino all'automobile, con percorso molto più lungo ma enormemente più sicuro e rilassante al buio. E a piedi non si paga!
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