Escursione Pania della Croce, salendo da Pruno.

Parchi della Toscana
  1. Parco Alpi Apuane
-Data: 21/8/2016
-Regione e provincia: Toscana, provincia di Lucca.
-Località di partenza: Pruno (444 m)
-Località di arrivo: Pruno
-Tempo di percorrenza: 8 ore circa
-Grado di difficoltà: EE
-Descrizione delle difficoltà: Grande dislivello da percorrere in salita (1400 m)
-Periodo consigliato: da maggio/giugno fino alla fine di settembre.
-Segnaletica: Si seguono i sentieri CAI: da Pruno si segue il 122 fino al Passo dell' Alpino, da qui si segue il 9 fino alla Foce di Mosceta, infine il 126 per raggiungere la vetta della Pania della Croce.
-Dislivello in salita: 1400 m
-Dislivello in discesa: 1400 m
-Quota massima: 1858 m


Descrizione


Sono molto legato alle Alpi Apuane, ed è un affetto che provo da sempre.

Ho iniziato a percorrere i sentieri su queste montagne da bambino, accompagnato dai miei genitori. Ricordo un'escursione alla Foce di Giovo, vicino al paese di Vinca, una delle prime per me: al ritorno, in mezzo al bosco di castagni, fummo sorpresi da un forte temporale. Tuoni, fulmini, acqua a secchiate...fu troppo per me e scoppiai a piangere. Come esordio non è stato dei migliori, ma da qualche parte bisogna pur cominciare!


Le Apuane offrono all’ escursionista che le percorre una grande varietà d’ambienti.

Folti castagneti e faggete ricoprono le pendici dei monti, e conducono alle quote maggiori dove il paleo, la tipica erba apuana, si alterna alla roccia; ampie zone carsiche, come la Vetricia o la Carcaraia, totalmente spoglie di vegetazione, trasportano il viandante in un ambiente arido e tormentato, inciso da doline e profondi abissi.

Chi mai sospetterebbe che sotto questi versanti così aspri si estendono le splendide sale della Grotta del Vento,delle Grotte di Equi e del Corchia?

Estese valli si celano fra i profili severi delle montagne, assumendo sfumature diverse nell’ arco della giornata. La più poetica, è forse la conca glaciale dell’ Orto di Donna, incorniciata dal Pisanino e dal Pizzo d’Uccello.

Per raggiungere le aeree creste, o i ripidi sentieri che danzano sui fianchi delle montagne, è necessario pervenire ad uno dei piccoli paesi sparsi nelle vallate, talvolta abbarbicati su panoramici speroni rocciosi, ed inoltrarsi fiduciosi lungo la via, pronti a lasciarsi sorprendere…perché si sa: le Apuane sono magiche!


L’escursione che vi voglio raccontare oggi ha inizio nel paese di Pruno, in provincia di Lucca. Alla sinistra del parcheggio posto ai piedi dell’ abitato, le tabelle del CAI indicano la via da seguire: il sentiero 122, che in poco più di 2 ore ci porterà alla Foce di Mosceta, si inoltra nel castagneto seguendo un’ antica mulattiera. L’atmosfera è piacevole e, guardandosi alle spalle, si può scorgere l’inconfondibile torrione roccioso del Procinto, con alle spalle il monte Nona.
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La salita prosegue costante, mai eccessiva. Alcune Marginette (termine versiliese per indicare le Maestà) lungo il sentiero, offrono riparo al viandante bisognoso di ristoro. Queste casette, simbolo della devozione popolare, si incontrano spesso lungo i sentieri delle Apuane, soprattutto in corrispondenza di antichi crocevia.
In una di queste trovo un breve testo all’ interno di una busta di plastica: lo riporto qui sotto in fotografia, perché l’ho trovato emozionante.
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(panorama dall' interno della marginetta)


In breve si arriva al Passo dell’ Alpino: da qui, si godono splendidi scorci sulla Pania, sul Procinto, sul Corchia, sui paesi di Levigliani e Terrinca. Con le nuvole, l'atmosfera è davvero suggestiva!
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La Foce di Mosceta non è lontana adesso: una mezz’ora attraverso dolci pendii erbosi ed un boschetto di abeti, ed arriviamo allo splendido crocevia, dominato dalla Regina delle Apuane: la Pania della Croce.

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A 5 minuti si trova il Rifugio del Freo, che offre la possibilità di riposarsi in tranquillità godendo di un panorama stupendo, altrimenti si può proseguire per la vetta della Pania della Croce, seguendo il sentiero 126. La salita non è difficile, il sentiero è ben tracciato in pendenza moderata; la cresta finale è ampia,con roccette che richiedono un minimo di attenzione, e rappresenta un ultimo tratto di sentiero emozionante prima di giungere in vetta.

Il panorama che si gode da lassù è meraviglioso.


(La giornata in cui sono salito era nuvolosa, quindi il panorama era precluso dalle nubi. Aggiungo qualche foto che ho scattato in una giornata di sole.)
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(il Callare della Pania, un colletto in prossimità della vetta)


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(La cresta petrosa che conduce in pochi minuti alla vetta)

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(Sopra le nuvole, finalmente in vetta!!)


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(Dalla nebbia arrivano altri escursionisti)


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(La sagoma rossa del Rifugio del Freo, dalla vetta della Pania)


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(A sinistra il M.Fiocca, il biancore marmoreo di passo fiocca al centro, e a destra il M.sumbra, leggermente nascosto da una nuvola)

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(Un passo veloce al rifugio, prima di tornare Pruno)


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(L'abitato di Pruno).


NOTE:

- La salita da Pruno fino alla Pania della Croce è lunga, circa 4 ore, e richiede un minimo di allenamento considerando anche l’elevato dislivello da compiere in salita (1400 metri). Per tornare indietro, poi, ci vogliono altre 3 ore e mezzo circa.

-Dalla Foce di Mosceta alla vetta della Pania il sentiero è totalmente esposto al sole e, in piena estate, con il riverbero delle rocce, il calore si fa sentire. Meglio affrontarlo al mattino presto e portarsi un buon cappello, magari a tese larghe.

-Ho visto molte persone salire con le scarpe da tennis, e la giornata in cui sono andato io era nuvolosa, quindi c’era una probabilità di pioggia. Andare su un sentiero di montagna con le scarpe da ginnastica è secondo me da incoscienti.
Una buona pedula, impermeabile, e che protegga un minimo la caviglia ed abbia una buona suola non costa uno sproposito ed offre più sicurezza.
 
-Data: 21/8/2016
-Regione e provincia: Toscana, provincia di Lucca.
-Località di partenza: Pruno (444 m)
-Località di arrivo: Pruno
-Tempo di percorrenza: 8 ore circa
-Grado di difficoltà: EE
-Descrizione delle difficoltà: Grande dislivello da percorrere in salita (1400 m)
-Periodo consigliato: da maggio/giugno fino alla fine di settembre.
-Segnaletica: Si seguono i sentieri CAI: da Pruno si segue il 122 fino al Passo dell' Alpino, da qui si segue il 9 fino alla Foce di Mosceta, infine il 126 per raggiungere la vetta della Pania della Croce.
-Dislivello in salita: 1400 m
-Dislivello in discesa: 1400 m
-Quota massima: 1858 m


Descrizione


Sono molto legato alle Alpi Apuane, ed è un affetto che provo da sempre.

Ho iniziato a percorrere i sentieri su queste montagne da bambino, accompagnato dai miei genitori. Ricordo un'escursione alla Foce di Giovo, vicino al paese di Vinca, una delle prime per me: al ritorno, in mezzo al bosco di castagni, fummo sorpresi da un forte temporale. Tuoni, fulmini, acqua a secchiate...fu troppo per me e scoppiai a piangere. Come esordio non è stato dei migliori, ma da qualche parte bisogna pur cominciare!


Le Apuane offrono all’ escursionista che le percorre una grande varietà d’ambienti.

Folti castagneti e faggete ricoprono le pendici dei monti, e conducono alle quote maggiori dove il paleo, la tipica erba apuana, si alterna alla roccia; ampie zone carsiche, come la Vetricia o la Carcaraia, totalmente spoglie di vegetazione, trasportano il viandante in un ambiente arido e tormentato, inciso da doline e profondi abissi.

Chi mai sospetterebbe che sotto questi versanti così aspri si estendono le splendide sale della Grotta del Vento,delle Grotte di Equi e del Corchia?

Estese valli si celano fra i profili severi delle montagne, assumendo sfumature diverse nell’ arco della giornata. La più poetica, è forse la conca glaciale dell’ Orto di Donna, incorniciata dal Pisanino e dal Pizzo d’Uccello.

Per raggiungere le aeree creste, o i ripidi sentieri che danzano sui fianchi delle montagne, è necessario pervenire ad uno dei piccoli paesi sparsi nelle vallate, talvolta abbarbicati su panoramici speroni rocciosi, ed inoltrarsi fiduciosi lungo la via, pronti a lasciarsi sorprendere…perché si sa: le Apuane sono magiche!


L’escursione che vi voglio raccontare oggi ha inizio nel paese di Pruno, in provincia di Lucca. Alla sinistra del parcheggio posto ai piedi dell’ abitato, le tabelle del CAI indicano la via da seguire: il sentiero 122, che in poco più di 2 ore ci porterà alla Foce di Mosceta, si inoltra nel castagneto seguendo un’ antica mulattiera. L’atmosfera è piacevole e, guardandosi alle spalle, si può scorgere l’inconfondibile torrione roccioso del Procinto, con alle spalle il monte Nona.
Vedi l'allegato 126969


La salita prosegue costante, mai eccessiva. Alcune Marginette (termine versiliese per indicare le Maestà) lungo il sentiero, offrono riparo al viandante bisognoso di ristoro. Queste casette, simbolo della devozione popolare, si incontrano spesso lungo i sentieri delle Apuane, soprattutto in corrispondenza di antichi crocevia.
In una di queste trovo un breve testo all’ interno di una busta di plastica: lo riporto qui sotto in fotografia, perché l’ho trovato emozionante.
Vedi l'allegato 126974
Vedi l'allegato 126977
(panorama dall' interno della marginetta)


In breve si arriva al Passo dell’ Alpino: da qui, si godono splendidi scorci sulla Pania, sul Procinto, sul Corchia, sui paesi di Levigliani e Terrinca. Con le nuvole, l'atmosfera è davvero suggestiva!
Vedi l'allegato 126983
Vedi l'allegato 126990
Vedi l'allegato 126993

La Foce di Mosceta non è lontana adesso: una mezz’ora attraverso dolci pendii erbosi ed un boschetto di abeti, ed arriviamo allo splendido crocevia, dominato dalla Regina delle Apuane: la Pania della Croce.

Vedi l'allegato 126997
Vedi l'allegato 127000
Vedi l'allegato 127003
Vedi l'allegato 127006

A 5 minuti si trova il Rifugio del Freo, che offre la possibilità di riposarsi in tranquillità godendo di un panorama stupendo, altrimenti si può proseguire per la vetta della Pania della Croce, seguendo il sentiero 126. La salita non è difficile, il sentiero è ben tracciato in pendenza moderata; la cresta finale è ampia,con roccette che richiedono un minimo di attenzione, e rappresenta un ultimo tratto di sentiero emozionante prima di giungere in vetta.

Il panorama che si gode da lassù è meraviglioso.


(La giornata in cui sono salito era nuvolosa, quindi il panorama era precluso dalle nubi. Aggiungo qualche foto che ho scattato in una giornata di sole.)
Vedi l'allegato 127012
Vedi l'allegato 127013
(il Callare della Pania, un colletto in prossimità della vetta)


Vedi l'allegato 127015
(La cresta petrosa che conduce in pochi minuti alla vetta)

Vedi l'allegato 127017
(Sopra le nuvole, finalmente in vetta!!)


Vedi l'allegato 127020

Vedi l'allegato 127023
(Dalla nebbia arrivano altri escursionisti)


Vedi l'allegato 127027
(La sagoma rossa del Rifugio del Freo, dalla vetta della Pania)


Vedi l'allegato 127029
Vedi l'allegato 127033
(A sinistra il M.Fiocca, il biancore marmoreo di passo fiocca al centro, e a destra il M.sumbra, leggermente nascosto da una nuvola)

Vedi l'allegato 127037
(Un passo veloce al rifugio, prima di tornare Pruno)


Vedi l'allegato 127040
(L'abitato di Pruno).


NOTE:

- La salita da Pruno fino alla Pania della Croce è lunga, circa 4 ore, e richiede un minimo di allenamento considerando anche l’elevato dislivello da compiere in salita (1400 metri). Per tornare indietro, poi, ci vogliono altre 3 ore e mezzo circa.

-Dalla Foce di Mosceta alla vetta della Pania il sentiero è totalmente esposto al sole e, in piena estate, con il riverbero delle rocce, il calore si fa sentire. Meglio affrontarlo al mattino presto e portarsi un buon cappello, magari a tese larghe.

-Ho visto molte persone salire con le scarpe da tennis, e la giornata in cui sono andato io era nuvolosa, quindi c’era una probabilità di pioggia. Andare su un sentiero di montagna con le scarpe da ginnastica è secondo me da incoscienti.
Una buona pedula, impermeabile, e che protegga un minimo la caviglia ed abbia una buona suola non costa uno sproposito ed offre più sicurezza.
Ambienti selvaggi e cime tutte difficili anche se non superano i 2000.Bellissimi ricordi dell'anno scorso alla ferrata del Contrario e al Grondilice .Complimenti per la bella salita
 
Ringrazio tutti voi per i complimenti.

Ambienti selvaggi e cime tutte difficili anche se non superano i 2000.Bellissimi ricordi dell'anno scorso alla ferrata del Contrario e al Grondilice .Complimenti per la bella salita

Hai ragione, la bellezza delle Apuane è soprattutto nel loro animo selvaggio; non solo le creste aeree e frastagliate, ma anche i segni che gli elementi hanno lasciato sulle montagne, modellandone la forma.
Penso al versante meridionale della Penna di Sumbra, in cui è evidente e spettacolare la forma del circo glaciale risalente all'ultima glaciazione (quella di Wurm, iniziata 70.000 anni fa). Metto una foto scattata scendendo dalla Pania per mostrarvelo: si vede la forma a semicerchio delimitata dalla cresta, che scende da sinistra verso destra.

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Complimenti a te Pollinofantastico per la ferrata del Contrario; non l'ho mai percorsa ma mi sono fatto raccontare!!
 
Sono due anni che da Roma programmo un'escursione sulle magiche Apuane. E' una faticaccia, anche logistica, ma ne vale assolutamente la pena. Chi conosce solo Alpi e Appennino non riesce a capire di cosa stiamo parlando. E oltre "ai segni che gli elementi hanno lasciato sulle montagne, modellandone la forma", molto del loro fascino è anche nei segni e nella sofferenza che l'uomo ci ha lasciato, nel bene e nel male.
 
è vero, le Apuane raccontano anche questo. Non solo storie di vita pastorale in un ambiente spesso difficile, ma soprattutto le storie dei cavatori e delle loro sofferenze, come anche oggi capita purtroppo di sentire.

Attraversare una cava nelle Apuane non lascia indifferenti: le vie di lizza, i sentieri percorsi dai cavatori, i macchinari lasciati in loco...diventano una risorsa, una testimonianza di archeologia industriale che racconta una storia umana, strettamente legata a questi luoghi, e quindi da valorizzare.

Un altro aspetto che però deve essere considerato è la tutela ambientale: le cave hanno dato sostentamento, ma il prezzo da pagare è diventato troppo alto; le tecniche di estrazione moderne asportano dalle montagne enormi quantità di marmo,letteralmente mangiandole poco a poco. Le Apuane sono un patrimonio naturalistico, con un sistema idrogeologico molto complesso che ha dato origine a meraviglie come la Grotta del Vento o L'antro del Corchia; presentano una flora ricchissima, addirittura con alcuni endemismi: sono una risorsa per il turismo, se vogliamo vederla in termini strettamente economici, e come tali devono essere tutelate.

Un' operazione di ripristino ambientale delle cave, alcune delle quali sono a cielo aperto ed hanno alterato la linea di crinale di molte cime, rappresenterebbe un' ulteriore fonte di occupazione.
 
Magistrale escursione direi! Ben raccontata, corredata di foto bellissime,...quella sopra le nuvole poi... , fisicamente molto impegnativa:woot: , che altro dire:Complimenti!
Le Apuane stregano ad ogni tua foto. Davvero un pezzo di Italia magnifico.
Sarebbe bello anche solo visitare tutti quei paesi immersi fra le montagne.
 
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