- Parchi d'Abruzzo
-
- Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga
Data: 28/06/2016
Regione e provincia: Abruzzo, L'Aquila
Località di partenza: Rifugio Fioretti
Località di arrivo: Rifugio Fioretti
Tempo di percorrenza: ...
Chilometri: circa 11 A/R dal Rifugio Fioretti. Partendo dal Mulino cappelli vanno aggiunti 2+2km (A+R) e 200m di dislivello fino al Rifugio anzidetto.
Grado di difficoltà: E
Descrizione delle difficoltà: nessuna in particolare, gli affacci sono "vertiginosi" ma mai esposti
Periodo consigliato: in assenza di neve nel tratto dal Rifugio Fioretti al lago di Camarda
Segnaletica: sufficiente per essere in Appennino
Dislivello in salita: circa 800m
Dislivello in discesa: idem
Quota massima: 2332
Accesso stradale: ss80 delle Capannelle, diga di Provvidenza
Descrizione:
Chi ha percorso la valle del Chiarino ha sicuramente notato - oltre al maestoso Monte Corvo, vero imperatore della valle, l'appuntito pizzo di Camarda che chiude sud la valle e che costituisce parte della catena occidentale del Gran Sasso che da qui ha inizio, con il Monte San Franco, poi lo Ienca ed appunto il Camarda. Il 28 giugno scorso, con un carissimo amico, proviamo a valutare un anello che ho in mente da tempo con partenza dal Rifugio Fioretti... raggiungere il lago di Camarda da un sentiero che ha origine proprio nei pressi del Rifugio, poi una volta in quota percorrere la cresta toccando il pizzo di Camarda, la quota 2282 (senza nome) e dopo di essa - nelle adiacenze delle Malecoste, scendere nuovamente in Val Chiarino e tornare al Rifugio Fioretti tenendosi paralleli alla cresta percorsa ma in basso (ecco percè vedrete il caschetto in qualche foto). Questa è una zona che ho visitato un paio di volte, ma non sino in fondo, non ha sentieri nè tracce, pertanto una volta scesi dalla cresta sarà tutta valutazione da fare sul campo. In ogni caso, il sentiero ufficiale è lì e tenendosi adiacente alla splendida Nord delle Malecoste, arriva alle Pozze e da lì torna al Rifugio. Purtroppo però dei nuvoloni piuttosto minacciosi, rivelatisi poi innocui, ci hanno fatto desistere perchè si addensavano proprio nella zona che non conoscevamo... ad ogni modo, troppo scuri e troppo bassi per i nostri gusti: guadagnata la vetta del Camarda, siamo tornati indietro per lo stesso sentiero, soddisfatti ugualmente dalle splendide vedute che questa zona del Gran Sasso - a torto un po' dimenticata - regala sempre... ma basta chiacchiere, la parola a qualche foto che è meglio...
Se si danno le spalle alla porta del Rifugio Fioretti, proprio verso sud un bosco cela quello che in quota è il collegamento tra il Monte Ienca ed il Pizzo di Camarda e sede del laghetti di Camarda: puntiamo quindi il bosco, la nostra meta si vede appena sopra gli alberi, il tratto non è complicato, ma sono 500m di dislivello in meno di 2 km.
entrati nel bosco non è semplice individuare sentiero e segni, ma aguzzando la vista si nota qualche sparuto cenno bianco e rosso e la traccia porta a sinistra, saliamo nel bosco con una discreta pendenza
Superato il bosco, il monte Corvo alle nostre spalle domina imperioso, il sole si fa sentire
in questo periodo l'erba è piuttosto alta e si fatica un po' di più, anche perchè copre i sassi e spesso l'appoggio risulta scomodo, ma spunta il lago di Campotosto all'orizzonte
il sentiero poi si avvita su roccia e dopo qualche zig-zag che agevola la salita, una mucca ci avvisa che siamo nei pressi del lago di Camarda, zona di stazzo per gli animali
ridendo e scherzando siamo a quota 2000m ma soprattutto, quella che è la catena erbosa apparentemente dolce che si palesa alla vista di chi osserva questa zona del Gran Sasso dal versante aquilano, qui regala affacci di tutt'altro tipo... lo stazzo di Solagne, in basso minuscolo, a quota 1700
Ci voltiamo indietro, a sinistra del laghetto di Camarda che qui è appena in ombra, c'è l'erboso monte Ienca (te lo ricordi, @Leo da solo ...?) alle sue spalle spunta Monte San Franco ed il lago di Campotosto chiude a destra il fotogramma
ma procediamo oltre, più puntando quella che sappiamo essere la destinazione che seguendo qualche sparuto bollo giallo/rosso, e spunta la croce di vetta del Camarda in lontananza
guadagnato il filo della cresta, che sarà poi il nostro sentiero fino alla vetta, la vista è splendida, da destra verso sinistra appare una porzione della Nord delle Malecoste, la forchetta e poi la cima della Falasca e cima Venacquaro... alle loro spalle il Pizzo di Intermesoli e più indietro addirittura sua maestà il Corno Grande.. anche la alta valle del Chiarino, in basso, è meravigliosa.
Poco prima di toccare la vetta, gli affacci si fanno ancor più affascinanti, ma iniziano ad addensarsi nubi da sud e qualcosa appare anche a nord, sul Corvo.
Lo sperone prima delle Malecoste è la "famosa" quota 2282, oltre la quale esiste il vado per ridiscendere nella valle, ma le nubi - davvero basse - si addensano proprio lì
Mi porto un po' più in basso per sbirciare il sentiero da fare, perchè ci sono delle roccette che dalla cima sembrano poco aggirabili per proseguire in cresta, in realtà si tratta di rocce non da escursionisti inesperti, ma non richiedono competenze tecniche particolari, il mio amico Peppe è nei pressi della croce di vetta mentre il Corvo come spesso accade ha catturato una nuvola.
Torno su e scatto un'altra foto a questa splendida cresta che mi è sfuggita, ma pazienza...
invertiamo la marcia ed è comunque un gran bel vedere
Le nubi non si sono diradate, ma non hanno creato problemi anche più ad Est
E siamo di nuovo in compagnia delle mucche, nei pressi del bivio col sentiero per il Fioretti
Ed eccolo lì, dopo qualche zig-zag, che in basso a destra ci appare il rifugio nella sua piccola radura
Dopo le rocce incontriamo nuovamente il bosco, i tronchi sradicati ci indicano perchè questo sentiero è decisamente off-limit di inverno ed anche con la bella stagione, sinceratevi che non vi sia neve o portate gli attrezzi adatti perchè proprio negli unici due punti che fanno da svuotatoio e a picco, qualche lingua di neve resiste anche a giugno (mi è capitato) e non è il caso prenderla sottogamba.
Alla prossima!
Regione e provincia: Abruzzo, L'Aquila
Località di partenza: Rifugio Fioretti
Località di arrivo: Rifugio Fioretti
Tempo di percorrenza: ...
Chilometri: circa 11 A/R dal Rifugio Fioretti. Partendo dal Mulino cappelli vanno aggiunti 2+2km (A+R) e 200m di dislivello fino al Rifugio anzidetto.
Grado di difficoltà: E
Descrizione delle difficoltà: nessuna in particolare, gli affacci sono "vertiginosi" ma mai esposti
Periodo consigliato: in assenza di neve nel tratto dal Rifugio Fioretti al lago di Camarda
Segnaletica: sufficiente per essere in Appennino
Dislivello in salita: circa 800m
Dislivello in discesa: idem
Quota massima: 2332
Accesso stradale: ss80 delle Capannelle, diga di Provvidenza
Descrizione:
Chi ha percorso la valle del Chiarino ha sicuramente notato - oltre al maestoso Monte Corvo, vero imperatore della valle, l'appuntito pizzo di Camarda che chiude sud la valle e che costituisce parte della catena occidentale del Gran Sasso che da qui ha inizio, con il Monte San Franco, poi lo Ienca ed appunto il Camarda. Il 28 giugno scorso, con un carissimo amico, proviamo a valutare un anello che ho in mente da tempo con partenza dal Rifugio Fioretti... raggiungere il lago di Camarda da un sentiero che ha origine proprio nei pressi del Rifugio, poi una volta in quota percorrere la cresta toccando il pizzo di Camarda, la quota 2282 (senza nome) e dopo di essa - nelle adiacenze delle Malecoste, scendere nuovamente in Val Chiarino e tornare al Rifugio Fioretti tenendosi paralleli alla cresta percorsa ma in basso (ecco percè vedrete il caschetto in qualche foto). Questa è una zona che ho visitato un paio di volte, ma non sino in fondo, non ha sentieri nè tracce, pertanto una volta scesi dalla cresta sarà tutta valutazione da fare sul campo. In ogni caso, il sentiero ufficiale è lì e tenendosi adiacente alla splendida Nord delle Malecoste, arriva alle Pozze e da lì torna al Rifugio. Purtroppo però dei nuvoloni piuttosto minacciosi, rivelatisi poi innocui, ci hanno fatto desistere perchè si addensavano proprio nella zona che non conoscevamo... ad ogni modo, troppo scuri e troppo bassi per i nostri gusti: guadagnata la vetta del Camarda, siamo tornati indietro per lo stesso sentiero, soddisfatti ugualmente dalle splendide vedute che questa zona del Gran Sasso - a torto un po' dimenticata - regala sempre... ma basta chiacchiere, la parola a qualche foto che è meglio...
Se si danno le spalle alla porta del Rifugio Fioretti, proprio verso sud un bosco cela quello che in quota è il collegamento tra il Monte Ienca ed il Pizzo di Camarda e sede del laghetti di Camarda: puntiamo quindi il bosco, la nostra meta si vede appena sopra gli alberi, il tratto non è complicato, ma sono 500m di dislivello in meno di 2 km.
entrati nel bosco non è semplice individuare sentiero e segni, ma aguzzando la vista si nota qualche sparuto cenno bianco e rosso e la traccia porta a sinistra, saliamo nel bosco con una discreta pendenza
Superato il bosco, il monte Corvo alle nostre spalle domina imperioso, il sole si fa sentire
in questo periodo l'erba è piuttosto alta e si fatica un po' di più, anche perchè copre i sassi e spesso l'appoggio risulta scomodo, ma spunta il lago di Campotosto all'orizzonte
il sentiero poi si avvita su roccia e dopo qualche zig-zag che agevola la salita, una mucca ci avvisa che siamo nei pressi del lago di Camarda, zona di stazzo per gli animali
ridendo e scherzando siamo a quota 2000m ma soprattutto, quella che è la catena erbosa apparentemente dolce che si palesa alla vista di chi osserva questa zona del Gran Sasso dal versante aquilano, qui regala affacci di tutt'altro tipo... lo stazzo di Solagne, in basso minuscolo, a quota 1700
Ci voltiamo indietro, a sinistra del laghetto di Camarda che qui è appena in ombra, c'è l'erboso monte Ienca (te lo ricordi, @Leo da solo ...?) alle sue spalle spunta Monte San Franco ed il lago di Campotosto chiude a destra il fotogramma
ma procediamo oltre, più puntando quella che sappiamo essere la destinazione che seguendo qualche sparuto bollo giallo/rosso, e spunta la croce di vetta del Camarda in lontananza
guadagnato il filo della cresta, che sarà poi il nostro sentiero fino alla vetta, la vista è splendida, da destra verso sinistra appare una porzione della Nord delle Malecoste, la forchetta e poi la cima della Falasca e cima Venacquaro... alle loro spalle il Pizzo di Intermesoli e più indietro addirittura sua maestà il Corno Grande.. anche la alta valle del Chiarino, in basso, è meravigliosa.
Poco prima di toccare la vetta, gli affacci si fanno ancor più affascinanti, ma iniziano ad addensarsi nubi da sud e qualcosa appare anche a nord, sul Corvo.
Lo sperone prima delle Malecoste è la "famosa" quota 2282, oltre la quale esiste il vado per ridiscendere nella valle, ma le nubi - davvero basse - si addensano proprio lì
Mi porto un po' più in basso per sbirciare il sentiero da fare, perchè ci sono delle roccette che dalla cima sembrano poco aggirabili per proseguire in cresta, in realtà si tratta di rocce non da escursionisti inesperti, ma non richiedono competenze tecniche particolari, il mio amico Peppe è nei pressi della croce di vetta mentre il Corvo come spesso accade ha catturato una nuvola.
Torno su e scatto un'altra foto a questa splendida cresta che mi è sfuggita, ma pazienza...
invertiamo la marcia ed è comunque un gran bel vedere
Le nubi non si sono diradate, ma non hanno creato problemi anche più ad Est
E siamo di nuovo in compagnia delle mucche, nei pressi del bivio col sentiero per il Fioretti
Ed eccolo lì, dopo qualche zig-zag, che in basso a destra ci appare il rifugio nella sua piccola radura
Dopo le rocce incontriamo nuovamente il bosco, i tronchi sradicati ci indicano perchè questo sentiero è decisamente off-limit di inverno ed anche con la bella stagione, sinceratevi che non vi sia neve o portate gli attrezzi adatti perchè proprio negli unici due punti che fanno da svuotatoio e a picco, qualche lingua di neve resiste anche a giugno (mi è capitato) e non è il caso prenderla sottogamba.
Alla prossima!
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