Mi inserisco nel discorso appunto perché, nella tanto agognata idea di Luca di fare il più possibile chiarezza sulla filosofia e finalità dell'incontro, a scopo di una grande comunione d'intenti, ho un paio di cose che vorrei esporre per un feedback, soprattutto da parte di Luca stesso:
1- Il raduno è proposto e guidato (in senso di finalità , di luoghi e conoscenze: non in senso di maestro-allievo) da Luca, con determinati intenti che io appoggio e condivido: credo sia comunque possibile per ogni partecipante, dato che ognuno è responsabile per sé stesso e per la propria pellaccia, fare proposte e cercare moderazioni, ovviamente senza sviare il modo e il senso dell'incontro, prima di abbandonare l'idea di una possibile partecipazione al raduno.
2-A tal proposito, non conoscendo la zona, cerco chiarezza in Luca sulla ragione della scelta del luogo del raduno.
Incontrarsi e passare più giorni in pieno inverno in zone montane o pedemontane , con poco cibo a disposizione, senza sacco a pelo e tenda, dove soprattutto non batta il sole trasforma la finalità da bushcraft a sopravvivenza.
Il che a me sta comunque bene, ma che avrebbe bisogno di una ulteriore delineazione filosofica. Infatti, oltreché cercare le difficoltà del periodo dell'anno più duro, dell'essenzialità estrema di attrezzatura, e della scarsità di cibo, il fatto di non avvantaggiarsi di una posizione in cui prendere l'energia del sole la vedo una scelta poco "naturale". Significa voler cercare la situazione survival. E allora, quasi quasi, rilancerei la pedina per fare il raduno a digiuno, con un pezzo di pane in saccoccia nel caso di malori o altro, ma con l'intento di non mangiare nulla che non ci si riesca a procurare in loco e con le proprie capacità.
Ecco che qui mi allaccio al discorso di Simone sulla caccia...