Regalo di natale: Corso di pronto soccorso in zone remote.

Ciao, l'altro giorno ero al Negozio di Outdoor, confesso che ero li' per vedere quale ultima novita' avrei potuto scoprire per mettere nella lista di natale, quando ho intravisto un depliant su un corso di pronto soccorso :)dent3:) in zone remote:

"Wilderness first aid"

Ho chiamato e mi sono iscritto: Lo ho fatto questo fine settimana: 20 ore di istruzione tra classe e simulazioni all'aperto -sotto la neve, al gelo.

Interessantissimo: La caratterizzazione di questo corso e' dovuta al fatto che presumeva gli incidenti in zone remote, lontano dagli aiuti e dal segnale cellulare. Questo impone un protocollo un po' diverso da quello che si deve fare se l'ambulanza potrebbe arrivare in minuti. Il corso non comprendeva la respirazione artificiale (CPR) che e' stato il soggetto di un'altro corso qui' offerto dalla croce rossa.

Il corso non pretende di essere un corso professionale, ma spiega gli elementi immediati per gestire un paziente fino a quando appunto non possa arrivare l'aiuto professionale, che potrebbe essere ore.

Ho imparato cose che non sapevo assolutamente e ne sono uscito
con un rinnovato apprezzamento per coloro che praticano la professione di SAR, ai quali vorrei porgere un caloroso ringraziamento.


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Un bel regalo di Natale per il sottoscritto. :)


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S

Speleoalp

Guest
Anche io ho fatto un corso simile "medicina di montagna/viaggio" in luoghi sperduti.
Veramente utili e interessanti ;)))
 
@Crafter..... ma fra te e l'altro la piantate di far rodere noi poveretti ? :D

Lo dico perché non è possibile, fra paesaggi mozzafiato, sputa piombo come se fossero telefonini e giocattoli vari ogni volta è sempre peggio. Dovrebbero moderarvi :rofl:

Va bhè dai è mattino, dormito male..... che vuoi farci..... sopportami ;)

Non è che hai tempo e voglia, magari, di fare due righe, due scansioni di quello che hai fatto al corso? Così giusto per capirci qualcosa di più, magari potrebbe essere utile anche solo come cultura personale.

Ciao :) e bel regalo, Gianluca
 
Non è che hai tempo e voglia, magari, di fare due righe, due scansioni di quello che hai fatto al corso? Così giusto per capirci qualcosa di più, magari potrebbe essere utile anche solo come cultura personale.

Ciao Gianluca, vista la delicatezza del tema, e' con trepidazione che rispondo alla tua domanda, spero che quello che dico sia interpretato solo come un racconto di una esperienza personale e non sia considerata assolutamente una guida, suggerimenti o dei principi da seguire. Se si e' interessatia questo tema consiglio di informarsi dove si puo' seguire un corso del genere.

Cio' che rende il pronto soccorso "Wilderness" diverso da quello antropizzato sono:

Accesso: Ore prima che si arrivi ad un ospedale
Risorse: Bisogna inventare
Ambiente: Non sterile, non controllabile.



I principi iniziali che si dovevano tenere a mente erano:

NON FATE UN'ALTRA VITTIMA
CHE COSA E' LA PRIMA COSA CHE LO UCCIDERA' ?

La cosa che ho trovato interessante e' l'importanza di continuare ad "esaminare" il paziente al di la' di quello che e' il problema ovvio e momentaneamente piu' acuto, seguendo ovviamente protocolli non per professionisti, ma che hanno due scopi:

Il primo, di prevenire lo sviluppo di problemi piu' gravi del problema iniziale. Un caso mostratoci: La rottura di un femore, di per se' difficile ma gestibile, che pero', vista la forza dell'impatto neccessario a romperlo, deve essere un campanello di allarme anche per un potenziale problema alla spina dorsale.

Il secondo, perche' quando si mandera' un "messaggero" a valle a comunicare il problema alle autorita', la completezza delle informazioni, incluse varie statistiche sulle pulsazioni, respiro, condizione della pelle, stato cosciente o no del paziente, potranno offrire a chi fa' la decisione di mandare aiuti un quadro piu' completo possibile della situazione, aumentando le probabilita' che le risorse vengano indirizzate in modo veloce e completo.


Un' altra cosa interessante e diversa di una situazione di emergenza nel wilderness e' il fatto che se non si sta' attenti, tutto i partecipanti possono diventare vittime. Caso classico: Comitiva giornaliera che si ferma a prestare aiuto ad un paziente che non puo' essere evacuato con le forze proprie o del gruppo, si rimane in situ, e se non ci si organizza, nel mezzo della notte si diventa tutti ipotermici.
 
Se si e' interessati a questo tema consiglio di informarsi dove si puo' seguire un corso del genere.
E' un pò che sono fuori dal mondo dei "corsi", per cui nel frattempo potrebbe essere cambiato molto, ma corsi del genere, finalizzati ad escursionisti (per cui senza nessuna qualifica finale), non ne ho mai sentito quì in Italia. Se ci fossero non mi dispiacerebbe :D ..... anzi se qualcuno ne è a conoscenza ..... scriva segnali linchi quoti ;)

Però quello che vorrei capire, il corso era finalizzato a formare delle persone che sono anche "operative", senza volersi sovrapporre ad un paramedico o a personale espressamente specializzato per l'ambiente, o si limitava a fornire delle metodiche per gestire l'emergenza e, di fatto, tenere "in vita" il malcapitato in attesa dei soccorsi ?

Ciao :), Gianluca
 
Però quello che vorrei capire, il corso era finalizzato a formare delle persone che sono anche "operative", senza volersi sovrapporre ad un paramedico o a personale espressamente specializzato per l'ambiente, o si limitava a fornire delle metodiche per gestire l'emergenza e, di fatto, tenere "in vita" il malcapitato in attesa dei soccorsi ?

Dipende dai casi, Alcuni che sono stati menzionati: Impalamento dell'occhio: non tentare di estrarre. Ferita: lavare, coprire. Rottura di un Femore: Immobilizzare il paziente, applicare trazione, poi immobilizzare l'arto. Anafilassi sistemica: intervenire.Ipogligemia dovuta a Diabete ( conoscendo la situazione del paziente) curare. Shock: Sperare non succeda.

e cosi' via.

Di seguito, ci sono altri livelli di corsi, piu' costosi e che durano di piu'.

Un buon punto di partenza per chi fosse interessato e' qui': la Wilderness medical society,

Wilderness Medical Society

Tra i suoi partners, le varie scuole ed organizzazioni che offrono questo tipo di corsi, dal piu' basico ad il piu' avanzato, li puoi vedere a destra dello schermo.

Wilderness First Aid (WFA)


Un'altra cosa da seguire e' la conferenza "Wilderness risk management conference", WRMC - Wilderness Risk Management Conference

I cui contenuti vengono offerti sul web liberamente.
 
Bello ed interessante!! come sempre è utile apprendere notizie dal mondo!! grazie per la condivisione

Anche io ho fatto un corso simile "medicina di montagna/viaggio" in luoghi sperduti. Veramente utili e interessanti
SpeleoAlp, giusto per la curiosità, ricordi quale ente lo ha organizzato??
Grazie!
 
Innanzitutto complimenti per l' iniziativa, l' interesse e per il risultato conseguito.
Sono contento che ti piaccia questo genere di cose.
E' sempre un atto di amore verso se stessi e verso gli altri. Spero che anche altri seguano il tuo esempio. Posso permettermi di aggiungere una considerazione?
Consiglio se possibile di prestare un po' di servizio volontario presso la CRI (o organizzazioni analoghe) anche urbane, perché con la pratica si consolida il bagaglio culturale appena ricevuto e soprattutto si fa una specie di "battesimo del fuoco" che ci permetterà di farci un po' di stomaco a situazioni non proprio idilliache ( ho visto personalmente infermieri specializzati svenire anche in sala operatoria..... Figuriamoci in mezzo la strada o in montagna!)
Bravo, bravo, bravo!
Mi piacerebbe confrontate alcuni protocolli italiani con quelli USA.
Ah! Dimenticavo! Sei proprio " l' ultimo dei boy scouts" ( citazione film con B. Willis) :)
 
S

Speleoalp

Guest
Bello ed interessante!! come sempre è utile apprendere notizie dal mondo!! grazie per la condivisione


SpeleoAlp, giusto per la curiosità, ricordi quale ente lo ha organizzato??
Grazie!

Ciao, devo forse imparare a non inserire le mie esperienze di questo genere, in quanto sono all'estero e quindi gli enti sono diversi? Che dici?

Io l'ho fatto tramite un "medico sportivo e di montagna" esperto in spedizioni in zone "sperdute".

Ma penso che qualche club alpino, club di viaggi avventurosi, ospedali, ecc dovrebbero fare roba del genere.

Scusate ;))
 
a diversi livelli, la Croce Rossa prevede dei brevetti per i Soccorsi Speciali (zone non antropizzate, montagna o mare). Lí si imparara qualcosa.
Peró prima di accedere a quei brevetti specialistici si deve passare per la trafila di ambulanza (e mi sembra anche giusto)
 
Un bel corso di s.v.t. (supporto vitale al traumatizzato) è veramente un bell'aiuto in caso di incidenti in zone scarsamente antropizzate, varie organizzazioni di volontariato offrono gratuitamente corsi di questo tipo, naturalmente finalizzati a reclutare volontari (non che la partecipazione ai corsi obblighi i partecipanti).

A parte la valenza sociale dell'essere volontario per un associazione che si prefigge come scopo il soccorso "sanitario", come giustamente scrive Francesco, c'è la possibilità di "farsi le ossa", operare su di una persona non è banale, anche dal punto di vista umano, sapere cosa fare non basta, bisogna anche avere la freddezza di farlo...

Non sottovaluterei nemmeno un corso di b.l.s. (basic life support), in cui si imparano le manovre salvavita della respirazione artificiale e del massaggio cardiaco, nella mia provincia è addirittura in atto un progetto per divulgare queste ultime conoscenze ai ragazzini della scuola media e superiore.

Quest'ultimo tipo di corso fa parte del corso basico per soccorritori volontari della maggior parte delle associazioni di volontariato.

A volte basta poco per salvare una vita è utile ed è gratis!!!!!!!
 
Il corso B.L.S. è materia d'insegnamento per la formazione del personale di primo soccorso che ogni attività produttiva dovrebbe avere nel suo organico, almeno nel caso in cui ci siano dei dipendenti (devo informarmi meglio).

Fermo restando la validità sociale del servizio di volontariato sarebbe però interessante che qualche associazione facesse dei corsi finalizzati semplicemente agli escursionisti, cioè non con finalità di indirizzare poi al servizio di volontariato che, ripeto, estremamente utile ai fini sociali ma non tutti hanno, o vogliono, poi proseguire ..... magari facendo pagare due lire giusto per potere finanziare corsi più specialistici per chi poi effettivamente decide di proseguire all'interno dell'associazione perchè è vero che poi non si è obbligati a farlo ma credo che sia naturale (e indubbiamente le associazioni ci sperano "tanto") poi andare avanti.

Ciao :), Gianluca
 
Ciao, devo forse imparare a non inserire le mie esperienze di questo genere, in quanto sono all'estero e quindi gli enti sono diversi? Che dici? Io l'ho fatto tramite un "medico sportivo e di montagna" esperto in spedizioni in zone "sperdute". Ma penso che qualche club alpino, club di viaggi avventurosi, ospedali, ecc dovrebbero fare roba del genere. Scusate )

Ciao Luca, io invece devo imparare a leggere quella vocina in alto che recita "ubicazione": è vero che alcuni utenti (me compreso) non la segnalano, ma nel tuo è ben leggibile Locarno Svizzera!
Quindi grazie a te per la risposta!!!
 
Grazie dei bei commenti, da non-professionista spero aiutino a creare un senso di interesse nel soggetto, per chi lo volesse perseguire.

Henry, dopo il tuo post, ho dato un'occhiata a wikipedia Italiana su SVT. Soccorso vitale al traumatizzato - Wikipedia

Molti di quei concetti, persino al livello di Acronimi: A,B,C,D, AVPU, casi speciali per folgorazione, annegamento, eccetera, sono proprio le cose contemplate nel corso che ho fatto, ovviamente, ripeto, non per professionisti.
 
Grazie dei bei commenti, da non-professionista spero aiutino a creare un senso di interesse nel soggetto, per chi lo volesse perseguire.

Henry, dopo il tuo post, ho dato un'occhiata a wikipedia Italiana su SVT. Soccorso vitale al traumatizzato - Wikipedia

Molti di quei concetti, persino al livello di Acronimi: A,B,C,D, AVPU, casi speciali per folgorazione, annegamento, eccetera, sono proprio le cose contemplate nel corso che ho fatto, ovviamente, ripeto, non per professionisti.
Esatto Crafter. Cio' avviene proprio per creare una sorta di linguaggio internazionale che sia comprensibile a tutti coloro che praticano soccorso, professionisti e non.
Cosi' se venissi in america e mi trovassi in situazioni d' emergenza potrei facilmente comunicare nonostante le differenze linguistiche.
Inoltre molti protocolli sono internazionali. Anche a livello ospedaliero.
 
Perché dovrei buttare dei soldi quando una qualsiasi sede di croce rossa italiana organizza corsi di primo soccorso gratuiti?
 
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