Incredibile gita d'altri tempi con l'ottimo @MOWGLI , che dopo averla fatta si capisce perché sia poco frequentata.
Un pensiero per @eleutheria che per una cospirazione crucconica non è riuscita a partecipare...
ti rifarai un'altra volta
GIORNO 1: Randa - Domhutte
Dati
Data: 19/08/2020
Regione e provincia: Svizzera
Località di partenza: Randa (1.407 m)
Località di arrivo: Domhutte (2.940 m)
Tempo di percorrenza: 3,5 ore con pause
Chilometri:
Grado di difficoltà: EEA
Descrizione delle difficoltà: tratti attrezzati
Periodo consigliato: Estate
Segnaletica: paline, tacche bianco blu
Dislivello in salita: 1.600
Dislivello in discesa: 0
Quota massima: 2.940 m
Accesso stradale: Arrivati a Randa parcheggiare
Descrizione
Per prenotare in rifugio bisogna telefonare, non prendono prenotazioni via internet.
Decidiamo di partire non troppo presto che la gita è lunga e faticosa, ma così troviamo più traffico lungo la strada.
Arriviamo a randa intorno alle 11 e parcheggiamo vicino alla chiesa, parcheggio a pagamento con parchimetro, paghiamo fino alle 16 del giorno successivo per 17 CHF saremo un po' ottimisti...
Partiamo dall'abitato di Randa seguire i cartelli per Europahutte e Domhutte, occhio a non andare a destra dove c'è il sentiero che va al ponte tibetano, è molto lungo, lo scopriremo al ritorno...
Il sentiero sale nel bosco dritto per dritto senza un attimo di tregua, abbiamo optato per il doppio paio di scarpe leggere per il tratto fino al rifugio, scarponi per la salita al Dom, i piedi ringraziano, le spalle un po' meno, gli zaini sembrano pieni di pietre.
Fa un caldo insopportabile e nel bosco c'è un'umidità assurda, sudiamo l'impossibile
Guadagnamo rapidamente dislivello e arriviamo nei pressi del ponte tibetano
Un sacco di merenderos sono nei pressi o attraversano il ponte, da qui in avanti incontreremo ben poca gente.
Il bosco si dirada lasciando posto ai pratoni.
Il sentiero è autostradale in più ci sono paline ad indicare la via, in alcuni casi si esagera...
da qui in avanti, siamo più o meno all'altezza dell'Europahutte (circa 2.200 metri), il sentiero è indicato da tacche bianco blu abbastanza frequenti.
Il sentiero gira a destra e va verso un risalto che dovremo risalire.
Dall'alto vediamo l'Europahutte
Questo tratto di sentiero è attrezzato, ma non presenta particolari difficoltà, @kima in salita non ho toccato ferro, la gita è valida
C'è di tutto, cavi, catene, gradini, maniglie, fittoni, etc. perfino una scala
Si sale rapidamente in questo tratto
Ecco la scala
Scollinato, finisce il tratto attrezzato e inizia un'immonda pietraia.
Dopo 100 metri di pietraia appare la Domhutte (2.940 metri) con sullo sfondo Dom (a sx) e Taschorn
Dopo 1.600 di dislivello ci beviamo una meritata birra , in lattina
Il rifugio è bello, pulito e moderno, i prezzi assurdi, 6,5 CHF la lattina di birra da 0,5 litri, 10 CHF la bottiglia da 1,5 litri di acqua , per fortuna c'è la fontana. In rifugio faccio la doccia, fredda è gratis, 5 CHF per 3 minuti di acqua calda.
Il fatto positivo è che si può pagare al rientro dopo la salita.
Dal rifugio si gode una vista incredibile sui 4.000 italiani e svizzeri.
Zinalrothorn sulla sx, al centro la Weisshorn e alla sua destra il Bishorn
A sx il Cervino
Ecco una panoramica (i primi a sx sono la catena dei Breithorn versante nord.
La cena è servita alle 18:30, una zuppa e spezzatino con contorno di riso, niente di che, ma mangiabile, in linea con i rifugi svizzeri.
Prima di andare a dormire usciamo ancora a dare un occhio, queste le cime raggiungibili dal rifugio
Andiamo a dormire introno alle 21:00, la sveglia è per le 2:40
GIORNO 2: Domhutte - Dom - Randa
Dati
Data: 20/08/2020
Regione e provincia: Svizzera
Località di partenza: Domhutte (2.940 m)
Località di arrivo: Randa (1.407 m)
Tempo di percorrenza: infinita
Chilometri:
Grado di difficoltà: PD
Descrizione delle difficoltà: Ghiacciaio, esposizione, passi di II
Periodo consigliato: Estate
Segnaletica: ometti
Dislivello in salita: 1.600
Dislivello in discesa: 3.200
Quota massima: 4.545 m
Descrizione
Nei giorni precedenti ha nevicato in quota dai 3.800 metri circa, sono caduti almeno 20-30 cm di neve fresca, lo zero termico previsto è molto alto e infatti il rigelo sarà nullo.
La sveglia è alle 2:40, la colazione viene servita alle 3:00, la colazione è discreta.
Molliamo in rifugio tutto quello che non serve alla salita.
Ci vestiamo di tutto punto e siamo pronti, usciamo alle 3:40, e prima scoperta negativa fa un caldo assurdo, dobbiamo alleggerire il vestiario.
Il primo tratto è un'immonda pietraia che si percorre alla luce delle frontali, il terreno è franoso bisogna fare attenzione in qualche punto, questo tratto è lungo e palloso.
Superato questo tratto la temperatura scende un pochino e arriva un leggero venticello, bisogna ricoprirsi.
Le temperature sono comunque alte e il rigelo sarà nullo.
Arrivati intorno ai 3.300 metri si mette piede sul ghiacciaio del Festigletscher, parecchio rovinato, ma al buio non si capisce, bisogna fare attenzione a qualche crepaccio, ma si percorre abbastanza agevolmente, bisognerebbe tenere la sinistra, ma noi stiamo al centro il primo tratto.
Finito il ghiacciaio si raggiunge la parete rocciosa del Festijoch, qui finalmente fa chiaro e riprendo a fare le foto.
Togliamo i ramponi e arrampichiamo, c'è qualche passo di II, con qualche spit qua e la per fare sicura.
Saranno una cinquantina di metri, arrivati sullo Festijoch (3.723 m) ci rimettiamo i ramponi.
e guardiamo indietro a guardare il ghiacciaio attraversato
Davanti a noi Hoberggletscher abbastanza martoriato
Scendiamo un cinquantina di metri e iniziamo la traversata del ghiacciaio.
Qui i crepacci più pericolosi con ponti di neve alquanto insicuri, specialmente al ritorno quando fa più caldo.
Qui percorriamo un lungo semicerchio sotto la Nadelgrat in leggera pendenza.
Sulla destra l'imponente Dom ci aspetta.
Arrivati sotto il Lenzjoch a circa 3.900 metri, giriamo verso destra e inizia l'ultimo tratto di salita, mancano ancora 600 metri di dislivello e la fatica è già tanta.
Da qui in avanti troveremo la neve fresca e causa mancato rigelo la salita sarà molto faticosa.
C'è una traccia evidente, ma si sprofonda lo stesso, la cima è sempre lontana.
Questa non è la cima, sarà ancora più dietro
Saliamo senza sosta, la fatica e l'altitudine si fanno sentire e la cima non si vede ancora
Sullo sfondo a destra l'ultimo tornante prima della cima.
Ecco finalmente l'anticima in vista.
Siamo abbastanza stanchi per usare un eufemismo, lasciamo lo zaino al colle e attacchiamo gli ultimi 100 metri, che sono a pendenza elevata (30°) ma ben scalinati.
questa è la mazzata finale , comunque ci trasciniamo su e finalmente si vede la croce di vetta.
Ecco @MOWGLI all'arrivo sull'anticima.
davanti a noi 6 metri di crestina esposta e finalmente siamo in cima.
Da qui una vista impareggiabile sul massiccio del Rosa
Sul Cervino
Sulla Weisshorn
l'Oberland
Una panoramica
Purtroppo la Nadelgrat è nella nebbia
La cima è ristretta, la croce su cui volevamo assicurarci è un po' instabile, inoltre arrivano altre cordate, per cui decidiamo di ridiscendere al colletto.
Qui davanti a noi vediamo l'arrivo della Festigrat
E possiamo fotografare la Nadelgrat senza nuvole (da sx Hohberghorn, Stecknadelhorn, Nadelhorn e Lenzspitze), c'era qualche cordata sopra.
Ridiscendiamo la neve ha mollato ulteriormente e ad ogni passo si forma un insidiosissimo zoccolo sotto i ramponi.
tornati sull'Hoberggletscher ripassiamo sotto l'imponente seracco.
Ci sono parecchi crepacci aperti intorno al percorso.
La risalita al Festijoch è mortale
Arrivati al Festijoch, togliamo i ramponi e ci prepariamo alle calate sugli spit con maillon, la nostra corda da 30 metri è giusta giusta, anzi forse un filino corta, ma con un paio di doppie qualche tratto di disarrampicata mettiamo piede sul ghiacciaio.
Attraversato il ghiacciaio guardiamo indietro
Ci attende l'infame pietraia che non finisce mai, al mattino non sembrava così lunga
Dopo 1.600 di dislivello siamo di nuovo al rifugio, altra birra, un panino, un po' di ristoro alla fontana, saldiamo il conto e ci prepariamo alla discesa.
Pantaloni corti, maglietta e scarpe basse, lo zaino è di nuovo pieno e pesante, e purtroppo siamo solo alla metà della discesa.
Provati scendiamo in modalità zombie dapprima la pietraia e poi il tratto attrezzato.
Arrivati al ponte tibetano ci viene la malsana idea di attraversarlo, molto lungo ma ero in coma per realizzare bene cosa stavo facendo.
Il sentiero di discesa dall'altra parte è molto strano dapprima va in piano almeno un chilometro in direzion Zermatt e poi ritorna in discesa verso Randa , questo sviluppo in più è il colpo di grazia, non finisce mai, una vera tortura .
Finalmente arriviamo a Randa, approfittiamo delle fontane per rinfrescarci.
Che dire gita incredibile, e faticosa, in un ambiente eccezionale.
Un ringraziamente a @MOWGLI che ha condiviso questa esperienza con me.
Alla prossima
Un pensiero per @eleutheria che per una cospirazione crucconica non è riuscita a partecipare...
ti rifarai un'altra volta
GIORNO 1: Randa - Domhutte
Dati
Data: 19/08/2020
Regione e provincia: Svizzera
Località di partenza: Randa (1.407 m)
Località di arrivo: Domhutte (2.940 m)
Tempo di percorrenza: 3,5 ore con pause
Chilometri:
Grado di difficoltà: EEA
Descrizione delle difficoltà: tratti attrezzati
Periodo consigliato: Estate
Segnaletica: paline, tacche bianco blu
Dislivello in salita: 1.600
Dislivello in discesa: 0
Quota massima: 2.940 m
Accesso stradale: Arrivati a Randa parcheggiare
Descrizione
Per prenotare in rifugio bisogna telefonare, non prendono prenotazioni via internet.
Decidiamo di partire non troppo presto che la gita è lunga e faticosa, ma così troviamo più traffico lungo la strada.
Arriviamo a randa intorno alle 11 e parcheggiamo vicino alla chiesa, parcheggio a pagamento con parchimetro, paghiamo fino alle 16 del giorno successivo per 17 CHF saremo un po' ottimisti...
Partiamo dall'abitato di Randa seguire i cartelli per Europahutte e Domhutte, occhio a non andare a destra dove c'è il sentiero che va al ponte tibetano, è molto lungo, lo scopriremo al ritorno...
Il sentiero sale nel bosco dritto per dritto senza un attimo di tregua, abbiamo optato per il doppio paio di scarpe leggere per il tratto fino al rifugio, scarponi per la salita al Dom, i piedi ringraziano, le spalle un po' meno, gli zaini sembrano pieni di pietre.
Fa un caldo insopportabile e nel bosco c'è un'umidità assurda, sudiamo l'impossibile
Guadagnamo rapidamente dislivello e arriviamo nei pressi del ponte tibetano
Un sacco di merenderos sono nei pressi o attraversano il ponte, da qui in avanti incontreremo ben poca gente.
Il bosco si dirada lasciando posto ai pratoni.
Il sentiero è autostradale in più ci sono paline ad indicare la via, in alcuni casi si esagera...
da qui in avanti, siamo più o meno all'altezza dell'Europahutte (circa 2.200 metri), il sentiero è indicato da tacche bianco blu abbastanza frequenti.
Il sentiero gira a destra e va verso un risalto che dovremo risalire.
Dall'alto vediamo l'Europahutte
Questo tratto di sentiero è attrezzato, ma non presenta particolari difficoltà, @kima in salita non ho toccato ferro, la gita è valida
C'è di tutto, cavi, catene, gradini, maniglie, fittoni, etc. perfino una scala
Si sale rapidamente in questo tratto
Ecco la scala
Scollinato, finisce il tratto attrezzato e inizia un'immonda pietraia.
Dopo 100 metri di pietraia appare la Domhutte (2.940 metri) con sullo sfondo Dom (a sx) e Taschorn
Dopo 1.600 di dislivello ci beviamo una meritata birra , in lattina
Il rifugio è bello, pulito e moderno, i prezzi assurdi, 6,5 CHF la lattina di birra da 0,5 litri, 10 CHF la bottiglia da 1,5 litri di acqua , per fortuna c'è la fontana. In rifugio faccio la doccia, fredda è gratis, 5 CHF per 3 minuti di acqua calda.
Il fatto positivo è che si può pagare al rientro dopo la salita.
Dal rifugio si gode una vista incredibile sui 4.000 italiani e svizzeri.
Zinalrothorn sulla sx, al centro la Weisshorn e alla sua destra il Bishorn
A sx il Cervino
Ecco una panoramica (i primi a sx sono la catena dei Breithorn versante nord.
La cena è servita alle 18:30, una zuppa e spezzatino con contorno di riso, niente di che, ma mangiabile, in linea con i rifugi svizzeri.
Prima di andare a dormire usciamo ancora a dare un occhio, queste le cime raggiungibili dal rifugio
Andiamo a dormire introno alle 21:00, la sveglia è per le 2:40
GIORNO 2: Domhutte - Dom - Randa
Dati
Data: 20/08/2020
Regione e provincia: Svizzera
Località di partenza: Domhutte (2.940 m)
Località di arrivo: Randa (1.407 m)
Tempo di percorrenza: infinita
Chilometri:
Grado di difficoltà: PD
Descrizione delle difficoltà: Ghiacciaio, esposizione, passi di II
Periodo consigliato: Estate
Segnaletica: ometti
Dislivello in salita: 1.600
Dislivello in discesa: 3.200
Quota massima: 4.545 m
Descrizione
Nei giorni precedenti ha nevicato in quota dai 3.800 metri circa, sono caduti almeno 20-30 cm di neve fresca, lo zero termico previsto è molto alto e infatti il rigelo sarà nullo.
La sveglia è alle 2:40, la colazione viene servita alle 3:00, la colazione è discreta.
Molliamo in rifugio tutto quello che non serve alla salita.
Ci vestiamo di tutto punto e siamo pronti, usciamo alle 3:40, e prima scoperta negativa fa un caldo assurdo, dobbiamo alleggerire il vestiario.
Il primo tratto è un'immonda pietraia che si percorre alla luce delle frontali, il terreno è franoso bisogna fare attenzione in qualche punto, questo tratto è lungo e palloso.
Superato questo tratto la temperatura scende un pochino e arriva un leggero venticello, bisogna ricoprirsi.
Le temperature sono comunque alte e il rigelo sarà nullo.
Arrivati intorno ai 3.300 metri si mette piede sul ghiacciaio del Festigletscher, parecchio rovinato, ma al buio non si capisce, bisogna fare attenzione a qualche crepaccio, ma si percorre abbastanza agevolmente, bisognerebbe tenere la sinistra, ma noi stiamo al centro il primo tratto.
Finito il ghiacciaio si raggiunge la parete rocciosa del Festijoch, qui finalmente fa chiaro e riprendo a fare le foto.
Togliamo i ramponi e arrampichiamo, c'è qualche passo di II, con qualche spit qua e la per fare sicura.
Saranno una cinquantina di metri, arrivati sullo Festijoch (3.723 m) ci rimettiamo i ramponi.
e guardiamo indietro a guardare il ghiacciaio attraversato
Davanti a noi Hoberggletscher abbastanza martoriato
Scendiamo un cinquantina di metri e iniziamo la traversata del ghiacciaio.
Qui i crepacci più pericolosi con ponti di neve alquanto insicuri, specialmente al ritorno quando fa più caldo.
Qui percorriamo un lungo semicerchio sotto la Nadelgrat in leggera pendenza.
Sulla destra l'imponente Dom ci aspetta.
Arrivati sotto il Lenzjoch a circa 3.900 metri, giriamo verso destra e inizia l'ultimo tratto di salita, mancano ancora 600 metri di dislivello e la fatica è già tanta.
Da qui in avanti troveremo la neve fresca e causa mancato rigelo la salita sarà molto faticosa.
C'è una traccia evidente, ma si sprofonda lo stesso, la cima è sempre lontana.
Questa non è la cima, sarà ancora più dietro
Saliamo senza sosta, la fatica e l'altitudine si fanno sentire e la cima non si vede ancora
Sullo sfondo a destra l'ultimo tornante prima della cima.
Ecco finalmente l'anticima in vista.
Siamo abbastanza stanchi per usare un eufemismo, lasciamo lo zaino al colle e attacchiamo gli ultimi 100 metri, che sono a pendenza elevata (30°) ma ben scalinati.
questa è la mazzata finale , comunque ci trasciniamo su e finalmente si vede la croce di vetta.
Ecco @MOWGLI all'arrivo sull'anticima.
davanti a noi 6 metri di crestina esposta e finalmente siamo in cima.
Da qui una vista impareggiabile sul massiccio del Rosa
Sul Cervino
Sulla Weisshorn
l'Oberland
Una panoramica
Purtroppo la Nadelgrat è nella nebbia
La cima è ristretta, la croce su cui volevamo assicurarci è un po' instabile, inoltre arrivano altre cordate, per cui decidiamo di ridiscendere al colletto.
Qui davanti a noi vediamo l'arrivo della Festigrat
E possiamo fotografare la Nadelgrat senza nuvole (da sx Hohberghorn, Stecknadelhorn, Nadelhorn e Lenzspitze), c'era qualche cordata sopra.
Ridiscendiamo la neve ha mollato ulteriormente e ad ogni passo si forma un insidiosissimo zoccolo sotto i ramponi.
tornati sull'Hoberggletscher ripassiamo sotto l'imponente seracco.
Ci sono parecchi crepacci aperti intorno al percorso.
La risalita al Festijoch è mortale
Arrivati al Festijoch, togliamo i ramponi e ci prepariamo alle calate sugli spit con maillon, la nostra corda da 30 metri è giusta giusta, anzi forse un filino corta, ma con un paio di doppie qualche tratto di disarrampicata mettiamo piede sul ghiacciaio.
Attraversato il ghiacciaio guardiamo indietro
Ci attende l'infame pietraia che non finisce mai, al mattino non sembrava così lunga
Dopo 1.600 di dislivello siamo di nuovo al rifugio, altra birra, un panino, un po' di ristoro alla fontana, saldiamo il conto e ci prepariamo alla discesa.
Pantaloni corti, maglietta e scarpe basse, lo zaino è di nuovo pieno e pesante, e purtroppo siamo solo alla metà della discesa.
Provati scendiamo in modalità zombie dapprima la pietraia e poi il tratto attrezzato.
Arrivati al ponte tibetano ci viene la malsana idea di attraversarlo, molto lungo ma ero in coma per realizzare bene cosa stavo facendo.
Il sentiero di discesa dall'altra parte è molto strano dapprima va in piano almeno un chilometro in direzion Zermatt e poi ritorna in discesa verso Randa , questo sviluppo in più è il colpo di grazia, non finisce mai, una vera tortura .
Finalmente arriviamo a Randa, approfittiamo delle fontane per rinfrescarci.
Che dire gita incredibile, e faticosa, in un ambiente eccezionale.
Un ringraziamente a @MOWGLI che ha condiviso questa esperienza con me.
Alla prossima
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