- Parchi del Lazio
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- Parco Naturale dei Monti Aurunci
Data: 17-03-2017
Regione e provincia: Lazio - Latina
Località di partenza: Maranola (Formia)
Località di arrivo: Itri Scalo
Tempo di percorrenza: 7 ore e mezza (comprese pause)
Chilometri: 32,7
Descrizione delle difficoltà: Tratto fuori sentiero dalla sorgente Acquaviva al Monte Ruazzo con pendenze ripide in salita
Periodo consigliato: Non quando fa troppo caldo
Segnaletica: Ottima
Dislivello in salita: 1700 mt
Dislivello in discesa: 1700 mt
Quota massima: 1314 mt monte Ruazzo
Accesso: Stazione Formia poi Bus fino a Maranola / Stazione Itri Scalo
Traccia GPS: https://it.wikiloc.com/wikiloc/view.do?id=16830662
Non sono mai stato sugli Aurunci, pensando che fossero poco interessanti dal punto di vista escursionistico e paesaggistico. Poi alcune foto di un mio amico, che ritraevano una montagna con pareti rocciose che ricordavano gli ambienti di alta montagna, una piccola chiesa rupestre incastonata tra la roccia verticale e una splendida panoramica su un ampio golfo, mi hanno fatto sobbalzare un “ah, però!”.
Il tempo di verificare la fattibilità di utilizzare i mezzi pubblici per arrivarci, la ricerca di un itinerario che prevedesse una traversata, per non tornare troppo sugli stessi passi, un giorno di sole libero da impegni e così dopo 5 giorni da tale rivelazione ero lì.
Da Roma ho preso il treno regionale fino a Formia, avevo previsto di recarmi a piedi a Maranola e farmi 5 km di strada urbana, ma un comodo bus partiva dalla stazione appena sceso dal treno e ho approfittato.
Già da Maranola (200 mt) la vista è molto ampia e suggestiva sul golfo di Gaeta. Mi dirigo verso il paese acciottolato per trovare la via che conduce al Redentore, ma una simpatica signora mi dice che da lì non si passa e bisogna uscire dal paese, mi offre anche un passaggio in macchina: ringrazio, ma rifiuto dicendogli che sono venuto qui per camminare. Per arrivare alla cima del Redentore esiste un sentiero di pellegrinaggio che dal paese porta fino alla chiesa rupestre di San Michele Arcangelo, molto ben curata e con panchine panoramiche su cui sostare, questa via taglia i secchi tornati della strada poco trafficata che porta fino al rifugio Pornito a 819 mt.
Qui si apre uno scenario molto suggestivo che in un solo secondo mi hanno fatto rimangiare anni di pregiudizi: sembra quasi incredibile trovare questo tipo di ambiente così vicino dal mare.
Anche la segnaletica ufficiale mi ha fatto ricredere: impeccabile e nuova. Sono presenti in maniera massiccia anche tabelloni con la mappa degli Aurunci.
Salgo quindi sul comodo sentiero protetto, che prima sale dolce e poi comincia a zigzagare per vincere la verticalità della roccia, mi fermo spesso a scattare foto sull’apertura panoramica del golfo sottostante. Arrivo quindi alla Sella Sola a quota 1200 mt che divide il Monte Altino dal contrafforte roccioso del Redentore e qui con mio stupore il paesaggio cambia ancora: diventa brullo, sassoso e lievemente ondulato, ricorda quasi la sommità della Majella. Da qui si raggiunge in breve tempo la cima del Redentore a quota 1252 mt. da dove l’apertura è totale sul mare. Nonostante ci sia tantissima foschia, riesco a vedere il Vesuvio, Ischia, Procida e una puntina di Capri.
Scendendo per lo stesso itinerario, faccio una breve deviazione per visitare la chiesa rupestre di San Michele Arcangelo, che risale all’anno 830 circa: notevole, solitaria e mistica.
Ora manca di salire sul Monte Ruazzo che mi guarda in lontananza con il suo ripido versante. Ritorno fino al rifugio Pornito, quindi rifaccio un altro pezzo di sentiero fatto all’andata, ma poi devio per una strada sterrata dentro un bosco di querce, che tra saliscendi conduce al rifugio Acquaviva e all’omonima sorgente. Dopo una breve pausa impiego del tempo per capire dove inizia il sentiero che avevo caricato nella traccia GPS. Alla fine scopro che non è un sentiero ufficiale e segnalato, ma sale ripido per il bosco e ogni tanto e difficile da riconoscere: in meno di 2 km copre circa più di 500 metri di dislivello fino alla vetta. In alternativa si può fare il sentiero ufficiale, che salendo in 3,8 km, addolcisce le pendenze. Ho evitato di farlo in quanto scendendo dall’altro versante non volevo ritornare sui miei passi.
A quota 1100 mt si esce dal bosco e si arriva in cresta. Qui l’ambiente diventa decisamente appenninico: vegetazione bassa, sassi e roccia affiorante. Si sale in vetta a vista, scegliendo le pendenze più consone allo stato fisico del momento
Si arriva infine al Monte Ruazzo 1314 mt., montagna a me sconosciuta, anche di nome, ma che offre una vista incredibile. Rimane isolata e gli orizzonti non sono impallati da altri rilievi. Da lassù si riesce a vedere con una torsione di 360° su se stessi: Vesuvio, penisola Sorrentina, Capri, Ischia, Procida, Ventotene, Gaeta, Circeo, Gran Sasso, Sirente, Majella, quasi tutti gli Ernici innevati. Peccato che la foschia mi ha permesso di vedere la metà di quello elencato.
Scendo dall’altro versante del monte, prima su ambiente brullo, poi boscoso e infine su una comoda strada sterrata che corre in discesa laterale su una bella valle isolata con ambiente tipico mediterraneo. Dopo una breve pausa alla sorgente Tozze, scendo di corsa fino a Itri e infine alla Scalo che dista circa 2 km dalla cittadina.
Per Roma c’è un treno che parte dopo mezz’ora, peccato che manca il Bar di stazione: a me piacciono tanto.
L'arrivo alla stazione Termina di venerdì sera è un trauma, la visione di una folla oceanica che si muove in maniera scomposta contrasta in maniera netta e feroce con una giornata passata in assoluta solitudine tra i monti e il mare.
Regione e provincia: Lazio - Latina
Località di partenza: Maranola (Formia)
Località di arrivo: Itri Scalo
Tempo di percorrenza: 7 ore e mezza (comprese pause)
Chilometri: 32,7
Descrizione delle difficoltà: Tratto fuori sentiero dalla sorgente Acquaviva al Monte Ruazzo con pendenze ripide in salita
Periodo consigliato: Non quando fa troppo caldo
Segnaletica: Ottima
Dislivello in salita: 1700 mt
Dislivello in discesa: 1700 mt
Quota massima: 1314 mt monte Ruazzo
Accesso: Stazione Formia poi Bus fino a Maranola / Stazione Itri Scalo
Traccia GPS: https://it.wikiloc.com/wikiloc/view.do?id=16830662
Non sono mai stato sugli Aurunci, pensando che fossero poco interessanti dal punto di vista escursionistico e paesaggistico. Poi alcune foto di un mio amico, che ritraevano una montagna con pareti rocciose che ricordavano gli ambienti di alta montagna, una piccola chiesa rupestre incastonata tra la roccia verticale e una splendida panoramica su un ampio golfo, mi hanno fatto sobbalzare un “ah, però!”.
Il tempo di verificare la fattibilità di utilizzare i mezzi pubblici per arrivarci, la ricerca di un itinerario che prevedesse una traversata, per non tornare troppo sugli stessi passi, un giorno di sole libero da impegni e così dopo 5 giorni da tale rivelazione ero lì.
Da Roma ho preso il treno regionale fino a Formia, avevo previsto di recarmi a piedi a Maranola e farmi 5 km di strada urbana, ma un comodo bus partiva dalla stazione appena sceso dal treno e ho approfittato.
Già da Maranola (200 mt) la vista è molto ampia e suggestiva sul golfo di Gaeta. Mi dirigo verso il paese acciottolato per trovare la via che conduce al Redentore, ma una simpatica signora mi dice che da lì non si passa e bisogna uscire dal paese, mi offre anche un passaggio in macchina: ringrazio, ma rifiuto dicendogli che sono venuto qui per camminare. Per arrivare alla cima del Redentore esiste un sentiero di pellegrinaggio che dal paese porta fino alla chiesa rupestre di San Michele Arcangelo, molto ben curata e con panchine panoramiche su cui sostare, questa via taglia i secchi tornati della strada poco trafficata che porta fino al rifugio Pornito a 819 mt.
Qui si apre uno scenario molto suggestivo che in un solo secondo mi hanno fatto rimangiare anni di pregiudizi: sembra quasi incredibile trovare questo tipo di ambiente così vicino dal mare.
Anche la segnaletica ufficiale mi ha fatto ricredere: impeccabile e nuova. Sono presenti in maniera massiccia anche tabelloni con la mappa degli Aurunci.
Salgo quindi sul comodo sentiero protetto, che prima sale dolce e poi comincia a zigzagare per vincere la verticalità della roccia, mi fermo spesso a scattare foto sull’apertura panoramica del golfo sottostante. Arrivo quindi alla Sella Sola a quota 1200 mt che divide il Monte Altino dal contrafforte roccioso del Redentore e qui con mio stupore il paesaggio cambia ancora: diventa brullo, sassoso e lievemente ondulato, ricorda quasi la sommità della Majella. Da qui si raggiunge in breve tempo la cima del Redentore a quota 1252 mt. da dove l’apertura è totale sul mare. Nonostante ci sia tantissima foschia, riesco a vedere il Vesuvio, Ischia, Procida e una puntina di Capri.
Scendendo per lo stesso itinerario, faccio una breve deviazione per visitare la chiesa rupestre di San Michele Arcangelo, che risale all’anno 830 circa: notevole, solitaria e mistica.
Ora manca di salire sul Monte Ruazzo che mi guarda in lontananza con il suo ripido versante. Ritorno fino al rifugio Pornito, quindi rifaccio un altro pezzo di sentiero fatto all’andata, ma poi devio per una strada sterrata dentro un bosco di querce, che tra saliscendi conduce al rifugio Acquaviva e all’omonima sorgente. Dopo una breve pausa impiego del tempo per capire dove inizia il sentiero che avevo caricato nella traccia GPS. Alla fine scopro che non è un sentiero ufficiale e segnalato, ma sale ripido per il bosco e ogni tanto e difficile da riconoscere: in meno di 2 km copre circa più di 500 metri di dislivello fino alla vetta. In alternativa si può fare il sentiero ufficiale, che salendo in 3,8 km, addolcisce le pendenze. Ho evitato di farlo in quanto scendendo dall’altro versante non volevo ritornare sui miei passi.
A quota 1100 mt si esce dal bosco e si arriva in cresta. Qui l’ambiente diventa decisamente appenninico: vegetazione bassa, sassi e roccia affiorante. Si sale in vetta a vista, scegliendo le pendenze più consone allo stato fisico del momento
Si arriva infine al Monte Ruazzo 1314 mt., montagna a me sconosciuta, anche di nome, ma che offre una vista incredibile. Rimane isolata e gli orizzonti non sono impallati da altri rilievi. Da lassù si riesce a vedere con una torsione di 360° su se stessi: Vesuvio, penisola Sorrentina, Capri, Ischia, Procida, Ventotene, Gaeta, Circeo, Gran Sasso, Sirente, Majella, quasi tutti gli Ernici innevati. Peccato che la foschia mi ha permesso di vedere la metà di quello elencato.
Scendo dall’altro versante del monte, prima su ambiente brullo, poi boscoso e infine su una comoda strada sterrata che corre in discesa laterale su una bella valle isolata con ambiente tipico mediterraneo. Dopo una breve pausa alla sorgente Tozze, scendo di corsa fino a Itri e infine alla Scalo che dista circa 2 km dalla cittadina.
Per Roma c’è un treno che parte dopo mezz’ora, peccato che manca il Bar di stazione: a me piacciono tanto.
L'arrivo alla stazione Termina di venerdì sera è un trauma, la visione di una folla oceanica che si muove in maniera scomposta contrasta in maniera netta e feroce con una giornata passata in assoluta solitudine tra i monti e il mare.