- Parchi del Lazio
-
- Parco Regionale dei Castelli Romani
- Parco Regionale dell'Appia Antica
Dati
Data: 13/12/2020
Regione e provincia: Lazio, Roma
Località di partenza: Roma, Santissima Annunziata
Località di arrivo: Rocca di Papa (RM)
Tempo di percorrenza: 7h 42m (soste comprese)Monte Cavo raggiunto in 6h34 minuti soste comprese (35 km)
Chilometri: 37
Grado di difficoltà: Difficile
Descrizione delle difficoltà: Lunga distanza
Periodo consigliato: Non in estate
Segnaletica: Ottima dall'Appia Antica in poi
Dislivello in salita: circa 950 m
Dislivello in discesa: circa 300 m
Quota massima: 949 m s.l.m.
Accesso stradale:
Traccia GPS: [puoi caricare la tua traccia GPS nella Mappa Escursioni ed inserire il link permanente al posto di questo testo]
https://it.wikiloc.com/percorsi-esc...-casa-a-monte-cavo-e-a-rocca-di-papa-62236388
Note:
- Traccia partita leggermente in ritardo, altimetria falsata dalla calibrazione dell'altimetro e sovrastimata di circa 100-150 metri.
- E' fattibile con i mezzi pubblici arrivando in bus o in auto dalle parti della Santissima Annunziata e tornando in Cotral da Rocca di Papa (dovendo cambiare ad Anagnina).
- Si percorre quasi interamente la prima tappa e mezza del CNP (Cammino Naturale dei Parchi) e parte della Via Francigena del Sud.
Descrizione
Dalla finestra del quinto piano domina lo skyline con il suo profilo dolce e maestoso allo stesso tempo e che tradisce le sue origine vulcaniche proprio lì ad est, dove sorge il sole, è una presenza che mi capita di ammirare spesso mentre faccio colazione o quando guardo la tv dal divano. Come in ogni viaggio che si rispetti è l'orizzonte a guidare i passi perché è lì che spesso alberga la meta da raggiungere, in forma fisica o astratta che sia, e dalla finestra di casa il mio orizzonte è il Monte Cavo, la vetta più alta dei Castelli Romani.
Ed è così che questo viaggio inizia, volendo semplicemente scendere le scale e mettersi in cammino verso l'orizzonte...
Non ho mai cominciato un'escursione così, senza nessun avvicinamento, nessun trasferimento in auto o in bus, nessun momento cuscinetto; il mio trailhead non è mai stato la porta di casa.
Dopo una sosta alla fontanella non resta altro da fare che mettersi in cammino, inizialmente sull'asfalto silenzioso della città e successivamente nella splendida Tor Marancia, ancora intorpidita e inumidita dalla brina mattutina, con la quale stavolta avrò solo un incontro fugace visto che a farmi compagnia per i successivi 15 km ci sarà l'Appia Antica che imbocco all'altezza delle catacombe di San Sebastiano.
Il lungo dritto della Regina Viarum, che coincide pienamente con il CNP e la Francigena del Sud, si rivela molto meno ostico di quanto pensassi e vola via tra splendidi scorci bucolici, emergenze archeologiche di una bellezza devastante e incontri bizzarri tra cui un'enorme mandria di mucche. Tra resti di acquedotti e palazzi compare l'Appennino innevato, le campagne sembrano estendersi a perdita d'occhio e non può che apparire incredibile che la folle e squallida modernità del suburbio sia tenuta totalmente a distanza: grazie alla visione di Antonio Cederna qui si cammina in un corridoio di intatta bellezza dove storia e natura dominano ancora.
Il mio orizzonte compare di continuo contro sole, come una silouhette che non vuole mostrare i suoi dettagli ma solo l'essenza più pura della sua forma.
Dalle parti di Santa Maria delle Mole la Regina si impaluda divenendo inaspettatamente selvaggia nonostante un contesto reso squallido dalle industrie, dal rumore dell'aeroporto e dalle orride ferite della speculazione edilizia.
Da Frattocchie inizia l'ascesa sul fianco dei colli, verso Castelgandolfo, dove la grande fatica è ripagata da un panorama splendido sul più bel cratere che possiate immaginare, inondato da pareti boscose che sprofondano nell'acqua cristallina in cui si riflette lui, il Monte Cavo. Ora è limpido e perfettamente visibile, l'obiettivo è alla portata ma ancora non vuole farsi afferrare. Castelgandolfo è un borgo splendido ma troppo affollato e io devo circumnavigare mezzo lago per attaccare la vetta da Sud.
Si avanza lungo periplo del cratere e, tolto circa un bruttissimo km di strada ad alto scorrimento, è un camminare da sogno in un bosco incantato impreziosito dal lago che gioca a nascondino tra le fronde. Il paesaggio è ora profondamente mutato, mi sento avvolto dai boschi in tutto e per tutto e ripenso intensamente a quanti diversi contesti abbia attraversato in così poco tempo.
La fame inizia a farsi sentire e il freddo anche ma non mollo e finalmente intravedo il basolato della Via Sacra che inaugura l'ultima devastante salita. Dopo qualche pausa di troppo e tanta fatica, psicologica prima che fisica, arrivo alla poco appagante vetta del Monte Cavo costellata di antenne e cemento: forse non è l'arrivo più bello che ricordi ma è il bello del cammino e tutto ne fa parte.
La discesa verso Rocca di Papa è di decompressione e relax con l'arrivo ai Campi d'Annibale che mi regala una vista incredibile sul Tuscolo inondato dalla luce dorata del tramonto. Finisco così a riscaldarmi nel poco distante duomo, proprio io che credo solo nelle forze universali e in madre natura.
Il viaggio è finito, ma solo per oggi: è già tempo di ricominciare a camminare.
Data: 13/12/2020
Regione e provincia: Lazio, Roma
Località di partenza: Roma, Santissima Annunziata
Località di arrivo: Rocca di Papa (RM)
Tempo di percorrenza: 7h 42m (soste comprese)Monte Cavo raggiunto in 6h34 minuti soste comprese (35 km)
Chilometri: 37
Grado di difficoltà: Difficile
Descrizione delle difficoltà: Lunga distanza
Periodo consigliato: Non in estate
Segnaletica: Ottima dall'Appia Antica in poi
Dislivello in salita: circa 950 m
Dislivello in discesa: circa 300 m
Quota massima: 949 m s.l.m.
Accesso stradale:
Traccia GPS: [puoi caricare la tua traccia GPS nella Mappa Escursioni ed inserire il link permanente al posto di questo testo]
https://it.wikiloc.com/percorsi-esc...-casa-a-monte-cavo-e-a-rocca-di-papa-62236388
Note:
- Traccia partita leggermente in ritardo, altimetria falsata dalla calibrazione dell'altimetro e sovrastimata di circa 100-150 metri.
- E' fattibile con i mezzi pubblici arrivando in bus o in auto dalle parti della Santissima Annunziata e tornando in Cotral da Rocca di Papa (dovendo cambiare ad Anagnina).
- Si percorre quasi interamente la prima tappa e mezza del CNP (Cammino Naturale dei Parchi) e parte della Via Francigena del Sud.
Descrizione
Dalla finestra del quinto piano domina lo skyline con il suo profilo dolce e maestoso allo stesso tempo e che tradisce le sue origine vulcaniche proprio lì ad est, dove sorge il sole, è una presenza che mi capita di ammirare spesso mentre faccio colazione o quando guardo la tv dal divano. Come in ogni viaggio che si rispetti è l'orizzonte a guidare i passi perché è lì che spesso alberga la meta da raggiungere, in forma fisica o astratta che sia, e dalla finestra di casa il mio orizzonte è il Monte Cavo, la vetta più alta dei Castelli Romani.
Ed è così che questo viaggio inizia, volendo semplicemente scendere le scale e mettersi in cammino verso l'orizzonte...
Non ho mai cominciato un'escursione così, senza nessun avvicinamento, nessun trasferimento in auto o in bus, nessun momento cuscinetto; il mio trailhead non è mai stato la porta di casa.
Dopo una sosta alla fontanella non resta altro da fare che mettersi in cammino, inizialmente sull'asfalto silenzioso della città e successivamente nella splendida Tor Marancia, ancora intorpidita e inumidita dalla brina mattutina, con la quale stavolta avrò solo un incontro fugace visto che a farmi compagnia per i successivi 15 km ci sarà l'Appia Antica che imbocco all'altezza delle catacombe di San Sebastiano.
Il lungo dritto della Regina Viarum, che coincide pienamente con il CNP e la Francigena del Sud, si rivela molto meno ostico di quanto pensassi e vola via tra splendidi scorci bucolici, emergenze archeologiche di una bellezza devastante e incontri bizzarri tra cui un'enorme mandria di mucche. Tra resti di acquedotti e palazzi compare l'Appennino innevato, le campagne sembrano estendersi a perdita d'occhio e non può che apparire incredibile che la folle e squallida modernità del suburbio sia tenuta totalmente a distanza: grazie alla visione di Antonio Cederna qui si cammina in un corridoio di intatta bellezza dove storia e natura dominano ancora.
Il mio orizzonte compare di continuo contro sole, come una silouhette che non vuole mostrare i suoi dettagli ma solo l'essenza più pura della sua forma.
Dalle parti di Santa Maria delle Mole la Regina si impaluda divenendo inaspettatamente selvaggia nonostante un contesto reso squallido dalle industrie, dal rumore dell'aeroporto e dalle orride ferite della speculazione edilizia.
Da Frattocchie inizia l'ascesa sul fianco dei colli, verso Castelgandolfo, dove la grande fatica è ripagata da un panorama splendido sul più bel cratere che possiate immaginare, inondato da pareti boscose che sprofondano nell'acqua cristallina in cui si riflette lui, il Monte Cavo. Ora è limpido e perfettamente visibile, l'obiettivo è alla portata ma ancora non vuole farsi afferrare. Castelgandolfo è un borgo splendido ma troppo affollato e io devo circumnavigare mezzo lago per attaccare la vetta da Sud.
Si avanza lungo periplo del cratere e, tolto circa un bruttissimo km di strada ad alto scorrimento, è un camminare da sogno in un bosco incantato impreziosito dal lago che gioca a nascondino tra le fronde. Il paesaggio è ora profondamente mutato, mi sento avvolto dai boschi in tutto e per tutto e ripenso intensamente a quanti diversi contesti abbia attraversato in così poco tempo.
La fame inizia a farsi sentire e il freddo anche ma non mollo e finalmente intravedo il basolato della Via Sacra che inaugura l'ultima devastante salita. Dopo qualche pausa di troppo e tanta fatica, psicologica prima che fisica, arrivo alla poco appagante vetta del Monte Cavo costellata di antenne e cemento: forse non è l'arrivo più bello che ricordi ma è il bello del cammino e tutto ne fa parte.
La discesa verso Rocca di Papa è di decompressione e relax con l'arrivo ai Campi d'Annibale che mi regala una vista incredibile sul Tuscolo inondato dalla luce dorata del tramonto. Finisco così a riscaldarmi nel poco distante duomo, proprio io che credo solo nelle forze universali e in madre natura.
Il viaggio è finito, ma solo per oggi: è già tempo di ricominciare a camminare.
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