Carlo Alberto Pinelli:
Montani è l’orologiaio magico che riporta all’età della pietra il Cai
Prima formula magica, tratta letteralmente da una sua esternazione:
“Nessun no ideologico alle Olimpiadi e alle opere ad essa necessarie. La mia presidenza, prima di pronunciarsi vuole approfondire. Noi apparteniamo al popolo della proposta, non a quello della protesta”. Confesso che basta questa affermazione categorica
per farmi ringiovanire di cinquant’ anni. Riportandomi al tempo in cui ero il presidente della Commissione TAM centrale e dovevo sorbirmi, un giorno si e un giorno no, lezioncine identiche a questa ( “
approfondire, valutare, evitare impulsi emotivi e ideologici, ridimensionare, consultare altri esperti”), ogni volta che supplicavo gli organi centrali del Sodalizio di prendere urgenti misure per bloccare – o per lo meno denunciare con forza – nuove vie d’accesso alle alte quote, nuovi impianti a fune, nuovi tagli boschivi, nuovi inutili rifugi in via di immediata attuazione. Quando dopo mesi finalmente il CAI prendeva una posizione ( tendenzialmente farisaica), ormai il danno era fatto e tanti saluti. La situazione divenne talmente insostenibile che fui costretto a dimettermi. Un anno dopo nasceva
Mountain Wilderness.
Seconda formula magica:
“I tesserati si iscrivono al Club Alpino per salire le montagne, non per fare ambientalismo”. Qui siamo di fronte a un vero gioiello. Con un colpo di bacchetta magica
l’affermazione cancella l’intero significato del Bidecalogo, che lo stesso CAI ha faticosamente elaborato come stella polare del proprio rapporto con l’ambiente montano. Il
Bidecalogo dice in sintesi che l’amore per l’ attiva frequentazione della montagna da parte dei soci CAI non è separabile dalla ferma volontà di preservarne l’integrità (Trovo scritto: “
Conoscere, frequentare e preservare le montagne e difenderne l’ambiente sono i predicati su cui si fonda l’identità del Sodalizio”). Che nome si può dare a questa presa di posizione, se non “
ambientalista”? Varrebbe la pena ricordare che anche il CAI, al pari del WWF, di Italia Nostra, di Mountain Wilderness, ecc. fa parte dell’elenco delle
associazioni ambientaliste riconosciute dal Ministero della Transizione Ecologica. Montani pensa di uscirne, per non venire contagiato dal fiato “ambientalista” delle altre associazioni? Il ricorso alla dimensione della “proposta alternativa”, enfatizzato dall’architetto Montani come unico percorso ipotizzabile, in realtà può rappresentare solo una strategia tra le tante, molte volte non attuabile, o destinata ad essere inascoltata dalla controparte. Ecco allora che scatta la sacrosanta “
protesta”. Con tutti i mezzi leciti. O no?
https://www.montagna.tv/204866/carl...agico-che-riporta-alleta-della-pietra-il-cai/