- Parchi d'Abruzzo
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- Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga
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Data: 25 luglio 2021
Regione e provincia: Abruzzo,L'Aquila
Località di partenza: Piazzale Campo Imperatore
Località di arrivo: Vetta Corno Grande dalla normale e ritorno dalla Via delle Creste
Tempo di percorrenza: 5 ore circa tot.
Grado di difficoltà: EE
Descrizione delle difficoltà: Nessuna in particolare se non il vento fortissimo
Periodo consigliato: Sempre
Segnaletica: ottima,copre tutto il percorso
Dislivello in salita: 800 m.
Quota massima: 2912 m.
Accesso stradale: Autostrada A24 uscita Assergi direzione Fonte Cerreto e poi Campo Imperatore
Descrizione
Trasferta di fine luglio sul Gran Sasso nel tentativo di fare un’attraversata alpinistica sul Corno Grande, ma ecco che un vento inviperito e rabbioso ci rovina la festa. Purtroppo anche la discriminante vento diventa fondamentale per la riuscita della gita o la tipologia di attività che si vuole svolgere. Dagli 80 km/h previsti qualche giorno prima dal meteo si passa ai 40 la sera prima dell’escursione, ma le previsioni non essendo una scienza esatta a volte ti fregano.
La data, per una serie di incastri insindacabili non può essere spostata, il viaggio di sei ore dalla Calabria è programmato e quindi non si rimanda, si parte e si va. L’Aquila mi accoglie con temperature implacabili,36 gradi nel tardo pomeriggio e per essere una delle città più fredde d’Italia la dice lunga sulla potenza di questi assurdi anticicloni africani che stanno mettendo a ferro e fuoco la nostra penisola.
Ad aspettarmi c’è @Gianluca84 con il quale abbiamo appuntamento il giorno successivo “zona” piazzale Campo Imperatore. Cosa vuol dire “zona Campo Imperatore”? E qui viene il bello. Dalla scorsa estate imperversa la “sindrome da dopo lockdown”che sta causando un’invasione incontrollata di gente nei luoghi di montagna più gettonati. Gia’ la scorsa estate Colle dell’Impiso, località di partenza più frequentata del Pollino era praticamente un ammasso di auto e camper parcheggiati selvaggiamente tanto che non riuscivi quasi a passare a piedi. Campo imperatore peggio.
Nei mesi estivi è già un carnaio ed ora per arginare la calca fanno pagare il parcheggio al piazzale ed è stata attrezzata un’area parcheggio più in basso costringendoti a salire poi con la seggiovia. Lo scorso 16 agosto il lago di Pietranzoni, caratterizzato dalla presenza di rarissime praterie d’alta quota, habitat costituito da molte specie protette, era circondato da decine di camper tanto che Campo Imperatore è stato soprannominato “Camper Imperatore”. Inoltre lungo il sentiero che conduce a Sella di Monte Aquila si sono formate code di escursionisti ferme per centinaia di metri tipo autostrada bloccata. Assurdo! Questo non è turismo, è sottosviluppo. Il Parco faccia il parco inteso come area di tutela ambientale e fruizione rispettosa, senza trasformarsi in parco gioco.
Basterebbe guardarsi un po’ attorno, allargare i propri orizzonti e aprirsi a soluzioni diverse e variegate. Comprendere in altre parole che nel programmare le gite non esistono solo “Campo Imperatore”o “Colle Impiso” per dirne due, e che non esistono soltanto i mesi estivi. Il flusso degli escursionisti diverrebbe in tal modo più omogeneo e distribuito più uniformemente.E' pur vero che il "turista classico" e/o il "merenderos" a luglio e ad agosto al 99 per cento non va sul Monte Corvo partendo dalla diga di Provvidenza ma naturalmente a Campo Imperatore.
Detto questo ci diamo appuntamento alla località di partenza per il Brancastello, o Centenario se vogliamo. Lasciamo un’auto e con l’altra raggiungiamo il piazzale. Per trovare un posto in effetti abbiamo qualche difficoltà ma alla fine ci avviamo per la sella di Monte Aquila. Stranamente incontriamo molti gruppi che stanno scendendo dal Corno Grande, probabilmente fatto in notturna viste le temperature. Purtroppo però il vento è molto sostenuto e l’eventualità di rinunciare al concatenamento delle vette comincia a concretizzarsi.
Il paesaggio, percorrendo la strafrequentata strada per il Corno Grande è sempre grandioso. Svettano ad ovest gli altri giganti del Gran Sasso che si chiamano Intermesoli, Corvo e Cefalone. Nel frattempo,mentre alcuni camosci pascolano placidamente sulle pietraie, raggiungiamo abbastanza velocemente la Sella del Brecciaio dopo una ostica rampa inclinata.
Mentre cerchiamo di valutare intensità e direzione del vento che non dà tregua e pare rinforzarsi ulteriormente ecco apparire maestoso il Corno Piccolo. Dopo la pausa di rito attraversiamo la Conca degli Invalidi direzione Passo del Cannone per andare ad attaccare infine la nuova ferrata del Calderone, ma a questo punto e a malincuore dobbiamo fermarci. Il vento è troppo forte; stimiamo una velocità di 70,80 km/h. Troppo pericoloso salire su una cresta esposta ed aerea in queste condizioni intenti ad armeggiare con le corde. Incontriamo anche una guida alpina con dei clienti in ritirata, nel tentativo di fare la nostra stessa via. A questo punto la decisione è definitiva, si rinuncia.
L’unica alternativa a questo punto è la via normale per la vetta Occidentale. Anche se aleggia un po’di amarezza non voglio considerarlo un premio di consolazione. Dopotutto è più sconfortante tornare a casa senza nulla in mano. Nel nostro caso invece la vetta la portiamo a casa, per la via normale che tra l'altro non avevo mai fatto. Ma soprattutto è imperativo non sfidare le condizioni meteo avverse. La sicurezza prima di tutto.
Si sale in mezzo alla carovana di gente e ad una diramazione prendiamo a sinistra quella che su alcune mappe è chiamata “Variante aerea”. Il panorama che si apre lungo questo tratto è superbo sull’intera cresta delle quattro vette del Corno e sul nevaio del Calderone, vista parzialmente preclusa salendo per il percorso classico più battuto. In vetta fortunatamente non troviamo molta gente, una ventina di persone in tutto. Sicuramente il forte vento avrà fatto da cernita e considerato il periodo è una grande fortuna.
Indescrivibile il panorama dal re dell’Appennino a trecentosessanta gradi, anche se la foschia e lo scirocco offuscano purtroppo la vista all’orizzonte. Consumato il nostro panino riparati alla meno peggio dal vento in un anfratto roccioso sotto la croce di vetta, scendiamo per la Via delle Creste, molto aerea, in alcuni tratti affilata, panoramica e deserta che ci deposita direttamente alla Sella del Brecciaio.
Essendo ancora presto valutiamo la possibilità di raggiungere il bivacco Bafile lungo la ferrata che corre sul fianco sud del Corno Grande. Giunti però ad un centinaio di metri dal Sassone il vento diventa talmente forte da non stare in piedi e non riuscire neanche a parlarci. Di sicuro non avrebbe senso andare a combattere contro la forza del vento attaccati ad un cavo metallico.
Anche un gruppo di escursionisti della mia sezione CAI la mattina ha rinunciato al Bafile. Niente da fare, oggi ha vinto Eolo.Non rimane che ritornare al marasma di Campo Imperatore. Gianluca tornerà ad Ortona, io il mattino successivo ripartirò per la Calabria. L’appuntamento con l’attraversata delle quattro cime è solo rinviata a tempi migliori sperando stavolta di trovare condizioni favorevoli.
Data: 25 luglio 2021
Regione e provincia: Abruzzo,L'Aquila
Località di partenza: Piazzale Campo Imperatore
Località di arrivo: Vetta Corno Grande dalla normale e ritorno dalla Via delle Creste
Tempo di percorrenza: 5 ore circa tot.
Grado di difficoltà: EE
Descrizione delle difficoltà: Nessuna in particolare se non il vento fortissimo
Periodo consigliato: Sempre
Segnaletica: ottima,copre tutto il percorso
Dislivello in salita: 800 m.
Quota massima: 2912 m.
Accesso stradale: Autostrada A24 uscita Assergi direzione Fonte Cerreto e poi Campo Imperatore
Descrizione
Trasferta di fine luglio sul Gran Sasso nel tentativo di fare un’attraversata alpinistica sul Corno Grande, ma ecco che un vento inviperito e rabbioso ci rovina la festa. Purtroppo anche la discriminante vento diventa fondamentale per la riuscita della gita o la tipologia di attività che si vuole svolgere. Dagli 80 km/h previsti qualche giorno prima dal meteo si passa ai 40 la sera prima dell’escursione, ma le previsioni non essendo una scienza esatta a volte ti fregano.
La data, per una serie di incastri insindacabili non può essere spostata, il viaggio di sei ore dalla Calabria è programmato e quindi non si rimanda, si parte e si va. L’Aquila mi accoglie con temperature implacabili,36 gradi nel tardo pomeriggio e per essere una delle città più fredde d’Italia la dice lunga sulla potenza di questi assurdi anticicloni africani che stanno mettendo a ferro e fuoco la nostra penisola.
Ad aspettarmi c’è @Gianluca84 con il quale abbiamo appuntamento il giorno successivo “zona” piazzale Campo Imperatore. Cosa vuol dire “zona Campo Imperatore”? E qui viene il bello. Dalla scorsa estate imperversa la “sindrome da dopo lockdown”che sta causando un’invasione incontrollata di gente nei luoghi di montagna più gettonati. Gia’ la scorsa estate Colle dell’Impiso, località di partenza più frequentata del Pollino era praticamente un ammasso di auto e camper parcheggiati selvaggiamente tanto che non riuscivi quasi a passare a piedi. Campo imperatore peggio.
Nei mesi estivi è già un carnaio ed ora per arginare la calca fanno pagare il parcheggio al piazzale ed è stata attrezzata un’area parcheggio più in basso costringendoti a salire poi con la seggiovia. Lo scorso 16 agosto il lago di Pietranzoni, caratterizzato dalla presenza di rarissime praterie d’alta quota, habitat costituito da molte specie protette, era circondato da decine di camper tanto che Campo Imperatore è stato soprannominato “Camper Imperatore”. Inoltre lungo il sentiero che conduce a Sella di Monte Aquila si sono formate code di escursionisti ferme per centinaia di metri tipo autostrada bloccata. Assurdo! Questo non è turismo, è sottosviluppo. Il Parco faccia il parco inteso come area di tutela ambientale e fruizione rispettosa, senza trasformarsi in parco gioco.
Basterebbe guardarsi un po’ attorno, allargare i propri orizzonti e aprirsi a soluzioni diverse e variegate. Comprendere in altre parole che nel programmare le gite non esistono solo “Campo Imperatore”o “Colle Impiso” per dirne due, e che non esistono soltanto i mesi estivi. Il flusso degli escursionisti diverrebbe in tal modo più omogeneo e distribuito più uniformemente.E' pur vero che il "turista classico" e/o il "merenderos" a luglio e ad agosto al 99 per cento non va sul Monte Corvo partendo dalla diga di Provvidenza ma naturalmente a Campo Imperatore.
Detto questo ci diamo appuntamento alla località di partenza per il Brancastello, o Centenario se vogliamo. Lasciamo un’auto e con l’altra raggiungiamo il piazzale. Per trovare un posto in effetti abbiamo qualche difficoltà ma alla fine ci avviamo per la sella di Monte Aquila. Stranamente incontriamo molti gruppi che stanno scendendo dal Corno Grande, probabilmente fatto in notturna viste le temperature. Purtroppo però il vento è molto sostenuto e l’eventualità di rinunciare al concatenamento delle vette comincia a concretizzarsi.
Il paesaggio, percorrendo la strafrequentata strada per il Corno Grande è sempre grandioso. Svettano ad ovest gli altri giganti del Gran Sasso che si chiamano Intermesoli, Corvo e Cefalone. Nel frattempo,mentre alcuni camosci pascolano placidamente sulle pietraie, raggiungiamo abbastanza velocemente la Sella del Brecciaio dopo una ostica rampa inclinata.
Mentre cerchiamo di valutare intensità e direzione del vento che non dà tregua e pare rinforzarsi ulteriormente ecco apparire maestoso il Corno Piccolo. Dopo la pausa di rito attraversiamo la Conca degli Invalidi direzione Passo del Cannone per andare ad attaccare infine la nuova ferrata del Calderone, ma a questo punto e a malincuore dobbiamo fermarci. Il vento è troppo forte; stimiamo una velocità di 70,80 km/h. Troppo pericoloso salire su una cresta esposta ed aerea in queste condizioni intenti ad armeggiare con le corde. Incontriamo anche una guida alpina con dei clienti in ritirata, nel tentativo di fare la nostra stessa via. A questo punto la decisione è definitiva, si rinuncia.
L’unica alternativa a questo punto è la via normale per la vetta Occidentale. Anche se aleggia un po’di amarezza non voglio considerarlo un premio di consolazione. Dopotutto è più sconfortante tornare a casa senza nulla in mano. Nel nostro caso invece la vetta la portiamo a casa, per la via normale che tra l'altro non avevo mai fatto. Ma soprattutto è imperativo non sfidare le condizioni meteo avverse. La sicurezza prima di tutto.
Si sale in mezzo alla carovana di gente e ad una diramazione prendiamo a sinistra quella che su alcune mappe è chiamata “Variante aerea”. Il panorama che si apre lungo questo tratto è superbo sull’intera cresta delle quattro vette del Corno e sul nevaio del Calderone, vista parzialmente preclusa salendo per il percorso classico più battuto. In vetta fortunatamente non troviamo molta gente, una ventina di persone in tutto. Sicuramente il forte vento avrà fatto da cernita e considerato il periodo è una grande fortuna.
Indescrivibile il panorama dal re dell’Appennino a trecentosessanta gradi, anche se la foschia e lo scirocco offuscano purtroppo la vista all’orizzonte. Consumato il nostro panino riparati alla meno peggio dal vento in un anfratto roccioso sotto la croce di vetta, scendiamo per la Via delle Creste, molto aerea, in alcuni tratti affilata, panoramica e deserta che ci deposita direttamente alla Sella del Brecciaio.
Essendo ancora presto valutiamo la possibilità di raggiungere il bivacco Bafile lungo la ferrata che corre sul fianco sud del Corno Grande. Giunti però ad un centinaio di metri dal Sassone il vento diventa talmente forte da non stare in piedi e non riuscire neanche a parlarci. Di sicuro non avrebbe senso andare a combattere contro la forza del vento attaccati ad un cavo metallico.
Anche un gruppo di escursionisti della mia sezione CAI la mattina ha rinunciato al Bafile. Niente da fare, oggi ha vinto Eolo.Non rimane che ritornare al marasma di Campo Imperatore. Gianluca tornerà ad Ortona, io il mattino successivo ripartirò per la Calabria. L’appuntamento con l’attraversata delle quattro cime è solo rinviata a tempi migliori sperando stavolta di trovare condizioni favorevoli.