- Parchi d'Abruzzo
-
- Parco Regionale Sirente-Velino
Dati
Data: 03/06/2022
Regione e provincia: Abruzzo, L'Aquila
Località di partenza: Prato Capito
Località di arrivo: Prato Capito
Tempo di percorrenza: 10h39m
Chilometri: 25
Grado di difficoltà: E
Descrizione delle difficoltà: solamente faticoso, per la lunghezza e l'ascesa totale
Periodo consigliato: no estate piena e inverno
Segnaletica: segnavia CAI sui tratti principali, assenza di segnavia e di sentiero da Passo del Morretano alla Cimata di Pezza Est
Dislivello in salita: 1600m
Dislivello in discesa: 1600m
Quota massima: 2174m
Accesso stradale: area di parcheggio lungo la ss696
Traccia GPS: https://www.avventurosamente.it/xf/pagine/mappa/?do=loadmarker&id=8586
Descrizione
Dopo due settimane di pseudo-uscite "compensative" (cioè organizzate nel pomeriggio e nelle località permesse dal corso CAI giusto per muovere le gambe), finalmente si torna a fare una uscita seria. E questa volta davvero ricca di soddisfazioni e suggestioni sotto diversi aspetti. Anzitutto la prima uscita "di montagna", dopo una lunga primavera di uscite boschivo/archeologiche. Poi la mia prima uscita in Abruzzo senza il CAI e la prima in assoluto sul gruppo del Velino-Sirente. Infine la mia prima salita sopra i 2000, con ben 11 vette nel carniere. Ma soprattutto complessivamente l'uscita più impegnativa fatta ad oggi, non per il chilometraggio né per l'ascesa totale, ma per l'insieme delle due: tornati all'auto, dopo una giornata di quasi 11 ore, la stanchezza sarà seconda solo alla soddisfazione.
La mattina inizia tosta verso le 8:45 da Prato Capito, inerpicandoci subito e in pochi chilometri dai 1600m della sede stradale ai 1878m del Monte Fratta, cui giungiamo attraversando una breve ma suggestiva faggeta. L'uscita dal bosco regala squarci di paesaggi montani molto leggeri.
Faggeta
Uscita dalla faggeta
Di lì inizia un lungo camminamento sul crinale rettilineo che progressivamente ascende al M.Cornacchia (2010m), all'anticima del M.Puzzillo (2128m), fino alla vetta di giornata del M.Puzzillo (2174m). La mattinata è luminosa ma velata, la temperatura supera di poco i 20gradi rendendo la progressione molto gradevole e tanto per divertirci troviamo il tempo di fare un paio di azimut per identificare su carta le montagne circostanti, tra cui spicca il profilo triangolare del Velino. Lungo il cammino ci attraversa la strada un piccolo di serpente, che non so identificare.
Il crinale
Il serpentello
Azimut
M.Puzzillo
Ritornando brevemente sui nostri passi, si scende lungo un ripido fianco fino al Passo del Morretano, da dove si apre verso sud un vasto vallone per larga parte senza evidenti sentieri nè indicazioni. Lì ci fermiamo per alcuni minuti a discutere se tagliare puntando dritto al Morretano ed avviarci al rientro (per un totale di circa 16 km, non disprezzabile) o se invece seguire il piano originario e puntare verso sud alla Cimata di pezza, allungando di circa 8 km il percorso, ma soprattutto inanellando una sequenza di salite e discese non proprio trascurabili. Alla fine ci diciamo che "tanto domani è sabato!" e puntiamo dritti verso sud, camminando fino ad un Rifugio Forestale dove incontriamo una coppia di signori anziani e ci fermiamo per pranzare.
Vallone sotto il Passo del Morretano
Pranzo al Rifugio Forestale
Rifocillati, inizia il secondo tempo di questa giornata. E inizia in modo poco amichevole, costringendoci a inerpicarci per la Cimata di Pezza, lungo un sentiero a tratti molto ripido, franoso e tracciato solo sul GPS ma inesistente sul terreno. Tuttavia lungo la salita avvistiamo in sequenza ben 7 aquile, che volteggiano sopra di noi ad ali spiegate sostenute dalle correnti: un vero spettacolo, che non riesco a cogliere con foto significative.
Salita alla Cimata di Pezza
Arrivati in cresta, iniziamo a percorrere da est verso ovest tutta la Cimata, toccando prima la vetta Est (2074m), poi la Ovest (2132m), quindi la Cimata del Puzzillo (2140m), fino ad arrivare al Rifugio Sebastiani (2100m), in una lunga sequenza lineare simile a quella percorsa in mattinata ma questa volta orientata da est a ovest. Il percorso è traditore, perchè ad ogni cima si sale ripidamente per poi ripidamente discendere fino alla cima successiva, con un effetto spaccagambe piuttosto sensibile. Inoltre a questo punto della giornata il cielo si è aperto, il sole ha cominciato a picchiare e l'aver dimenticato di mettere per tempo la crema di solare comincia a dispiegare i suoi effetti. Però i panorami sono veramente belli, a tratti aspri e lunari, ed è possibile scorgere adesso chiaramente tutto l'arco che da nord ovest verso sud est dispiega il Costone, più sullo sfondo il Velino, quindi Punta Trento, Punta Trieste, Capo di Pezza, Costa della Tavola, Cima della Cerasa fino al distante e imponente Sirente.
Cimata di Pezza Est
Sviluppo della Cimata del Pezza vista dall'anticima est
Da sx a dx, vista verso sud di Sirente, Cima della Cerasa, Costa della Tavola
Vista verso nord del massiccio del Puzzillo dalla Cimata di Pezza
Rifugio Sebastiani
Cimata del Puzzillo dal Rifugio Sebastiani
Arrivati al Rifugio Sebastiani sono ormai le 15 e ormai abbiamo nelle gambe più di 6 ore di cammino, 14 km di strada e 1200/800m di ascesa/discesa cumulata. E' con sommo piacere che ci dedichiamo quindi a visitare il rifugio da poco ristrutturato ed a gustare una loro birra artigianale (calda come promesso sul loro sito) e una gustoso tagliere di salumi e formaggi.
Il premio del g(i)usto
Tempo di spalmarsi tardivamente la crema solare e si riparte per gli ultimi 8 km. Che, per non smentirsi, prevedono una ulteriore discesa in valle con risalita al Passo del Puzzillo (2073m), alla Cima nord(2131m) e al Passo della Torricella (2039m). La stanchezza delle gambe e la sostanziale assenza di grandi specificità ci convincono a saltare la Cima del Morettano, che aggiriamo a mezza costa puntando dritti al Monte La Torricella (2071) secondo una lunga e graduale salita.
La prospettiva verso nord
La Torricella
E' questa l'ultima cima di giornata, di qui inizia una graduale discesa che ci riporta ad attraversare faggete, prati circondati di boschi, ad incontrare mandrie di cavalli bradi, in un camminare lento addolcito dalla stanchezza e dalle prime luci di tramonto.
Prati e Boschi
Faggeta
Cavalli
L'inizio del tramonto
La stanchezza è tanta, la strada verso casa ancora lunga e la mancanza di un pub dove prendere un supplemento di birra e salumi si accusa non poco. Ma la giornata è stata davvero bella e la sensazione è di tornare a casa con un arrivederci. Se Dio vuole, tra qualche settimane sarò solo un po' più a ovest per un trekking di due giorni sul Velino. A' la prochaine...
Data: 03/06/2022
Regione e provincia: Abruzzo, L'Aquila
Località di partenza: Prato Capito
Località di arrivo: Prato Capito
Tempo di percorrenza: 10h39m
Chilometri: 25
Grado di difficoltà: E
Descrizione delle difficoltà: solamente faticoso, per la lunghezza e l'ascesa totale
Periodo consigliato: no estate piena e inverno
Segnaletica: segnavia CAI sui tratti principali, assenza di segnavia e di sentiero da Passo del Morretano alla Cimata di Pezza Est
Dislivello in salita: 1600m
Dislivello in discesa: 1600m
Quota massima: 2174m
Accesso stradale: area di parcheggio lungo la ss696
Traccia GPS: https://www.avventurosamente.it/xf/pagine/mappa/?do=loadmarker&id=8586
Descrizione
Dopo due settimane di pseudo-uscite "compensative" (cioè organizzate nel pomeriggio e nelle località permesse dal corso CAI giusto per muovere le gambe), finalmente si torna a fare una uscita seria. E questa volta davvero ricca di soddisfazioni e suggestioni sotto diversi aspetti. Anzitutto la prima uscita "di montagna", dopo una lunga primavera di uscite boschivo/archeologiche. Poi la mia prima uscita in Abruzzo senza il CAI e la prima in assoluto sul gruppo del Velino-Sirente. Infine la mia prima salita sopra i 2000, con ben 11 vette nel carniere. Ma soprattutto complessivamente l'uscita più impegnativa fatta ad oggi, non per il chilometraggio né per l'ascesa totale, ma per l'insieme delle due: tornati all'auto, dopo una giornata di quasi 11 ore, la stanchezza sarà seconda solo alla soddisfazione.
La mattina inizia tosta verso le 8:45 da Prato Capito, inerpicandoci subito e in pochi chilometri dai 1600m della sede stradale ai 1878m del Monte Fratta, cui giungiamo attraversando una breve ma suggestiva faggeta. L'uscita dal bosco regala squarci di paesaggi montani molto leggeri.
Faggeta
Uscita dalla faggeta
Di lì inizia un lungo camminamento sul crinale rettilineo che progressivamente ascende al M.Cornacchia (2010m), all'anticima del M.Puzzillo (2128m), fino alla vetta di giornata del M.Puzzillo (2174m). La mattinata è luminosa ma velata, la temperatura supera di poco i 20gradi rendendo la progressione molto gradevole e tanto per divertirci troviamo il tempo di fare un paio di azimut per identificare su carta le montagne circostanti, tra cui spicca il profilo triangolare del Velino. Lungo il cammino ci attraversa la strada un piccolo di serpente, che non so identificare.
Il crinale
Il serpentello
Azimut
M.Puzzillo
Ritornando brevemente sui nostri passi, si scende lungo un ripido fianco fino al Passo del Morretano, da dove si apre verso sud un vasto vallone per larga parte senza evidenti sentieri nè indicazioni. Lì ci fermiamo per alcuni minuti a discutere se tagliare puntando dritto al Morretano ed avviarci al rientro (per un totale di circa 16 km, non disprezzabile) o se invece seguire il piano originario e puntare verso sud alla Cimata di pezza, allungando di circa 8 km il percorso, ma soprattutto inanellando una sequenza di salite e discese non proprio trascurabili. Alla fine ci diciamo che "tanto domani è sabato!" e puntiamo dritti verso sud, camminando fino ad un Rifugio Forestale dove incontriamo una coppia di signori anziani e ci fermiamo per pranzare.
Vallone sotto il Passo del Morretano
Pranzo al Rifugio Forestale
Rifocillati, inizia il secondo tempo di questa giornata. E inizia in modo poco amichevole, costringendoci a inerpicarci per la Cimata di Pezza, lungo un sentiero a tratti molto ripido, franoso e tracciato solo sul GPS ma inesistente sul terreno. Tuttavia lungo la salita avvistiamo in sequenza ben 7 aquile, che volteggiano sopra di noi ad ali spiegate sostenute dalle correnti: un vero spettacolo, che non riesco a cogliere con foto significative.
Salita alla Cimata di Pezza
Arrivati in cresta, iniziamo a percorrere da est verso ovest tutta la Cimata, toccando prima la vetta Est (2074m), poi la Ovest (2132m), quindi la Cimata del Puzzillo (2140m), fino ad arrivare al Rifugio Sebastiani (2100m), in una lunga sequenza lineare simile a quella percorsa in mattinata ma questa volta orientata da est a ovest. Il percorso è traditore, perchè ad ogni cima si sale ripidamente per poi ripidamente discendere fino alla cima successiva, con un effetto spaccagambe piuttosto sensibile. Inoltre a questo punto della giornata il cielo si è aperto, il sole ha cominciato a picchiare e l'aver dimenticato di mettere per tempo la crema di solare comincia a dispiegare i suoi effetti. Però i panorami sono veramente belli, a tratti aspri e lunari, ed è possibile scorgere adesso chiaramente tutto l'arco che da nord ovest verso sud est dispiega il Costone, più sullo sfondo il Velino, quindi Punta Trento, Punta Trieste, Capo di Pezza, Costa della Tavola, Cima della Cerasa fino al distante e imponente Sirente.
Cimata di Pezza Est
Sviluppo della Cimata del Pezza vista dall'anticima est
Da sx a dx, vista verso sud di Sirente, Cima della Cerasa, Costa della Tavola
Vista verso nord del massiccio del Puzzillo dalla Cimata di Pezza
Rifugio Sebastiani
Cimata del Puzzillo dal Rifugio Sebastiani
Arrivati al Rifugio Sebastiani sono ormai le 15 e ormai abbiamo nelle gambe più di 6 ore di cammino, 14 km di strada e 1200/800m di ascesa/discesa cumulata. E' con sommo piacere che ci dedichiamo quindi a visitare il rifugio da poco ristrutturato ed a gustare una loro birra artigianale (calda come promesso sul loro sito) e una gustoso tagliere di salumi e formaggi.
Il premio del g(i)usto
Tempo di spalmarsi tardivamente la crema solare e si riparte per gli ultimi 8 km. Che, per non smentirsi, prevedono una ulteriore discesa in valle con risalita al Passo del Puzzillo (2073m), alla Cima nord(2131m) e al Passo della Torricella (2039m). La stanchezza delle gambe e la sostanziale assenza di grandi specificità ci convincono a saltare la Cima del Morettano, che aggiriamo a mezza costa puntando dritti al Monte La Torricella (2071) secondo una lunga e graduale salita.
La prospettiva verso nord
La Torricella
E' questa l'ultima cima di giornata, di qui inizia una graduale discesa che ci riporta ad attraversare faggete, prati circondati di boschi, ad incontrare mandrie di cavalli bradi, in un camminare lento addolcito dalla stanchezza e dalle prime luci di tramonto.
Prati e Boschi
Faggeta
Cavalli
L'inizio del tramonto
La stanchezza è tanta, la strada verso casa ancora lunga e la mancanza di un pub dove prendere un supplemento di birra e salumi si accusa non poco. Ma la giornata è stata davvero bella e la sensazione è di tornare a casa con un arrivederci. Se Dio vuole, tra qualche settimane sarò solo un po' più a ovest per un trekking di due giorni sul Velino. A' la prochaine...