Viaggio Patagonia e Terra del Fuoco 1993

Come da provocazione di @southrim

Nel 1993 ero un giovane sottotenente AUC dell’Aeronautica Militare e approfittai del fatto di avere un mucchio di servizi di guardia ad agosto per prendere licenza a settembre. Dopo essermi letto In Patagonia di Bruce Chatwin, lo infilai nello zaino e salii su un volo per Buenos Aires. In effetti era per Amsterdam e poi per l’Argentina, che a quel tempo la KLM era la compagnia dove trovare le tariffe più convenienti.

Dopo una visita all’estremamente incasinata e affascinante capitale, salpai su un 737 Aerolinas Argentinas che con tre o quattro scali mi depositò a Ushuaia, in un’atmosfera di inverno di frontiera d’altri tempi e a soli 500 chilometri dall’Antartide

E da lì risalii con diversi mezzi verso Buenos Aires, per terra e per mare, con l’autostop, pullman e pulmini, con motorini, motoscafi, in seggiovia e anche con quattro giorni di navigazione attraverso i fiordi cileni su una nave cargo che riforniva i paesi della costa.

Fu una certa emozione viaggiare nei luoghi dove vent’anni prima era passato Bruce Chatwin. La Terra del Fuoco mi ricordava paesaggi già visti nell’estremo nord boreale. Forse è vero che il mondo finisce a nord nello stesso modo in cui finisce a sud, ma lì c’era qualcosa di diverso: era più aspro, più cattivo: con un verde cupo e un giallo polveroso, ormai da millenni divenuti grigi.

Atterrai a Roma Fiumicino dopo 15 ore di viaggio in un tardo e caldo pomeriggio di fine settembre. Il giorno dopo montavo come ufficiale di guardia. Nella notte mi addormentai e quando mi sorprese l’ufficiale d’ispezione, gli risposi in spagnolo.

Fotocamera, la mitica Yashica FX3 2000 Super
 

Allegati

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No vabbé pure il Nahuel Huapi, dai almeno non ti sei fatto la regione de Los Lagos e quella dei vulcani.
O no? :wall:

Mi piacerebbe chiederti impressioni e sensazioni, parlare degli alberi assurdi che ci sono (come l'Araucaria nella regione de Los Lagos), disquisire della successione di vulcani più incontaminata, maestosa e lunga del mondo, della foresta valdiviana, del puma andino, dei laghi cristallini, delle vette rocciose, del vento e dei ghiacciai, della regione dell'Aysen...Ma sto zitto che è meglio.

P.S. Se mi chiedessero il mio sogno nel cassetto non avrei dubbi: tutta la Ruta de Los Parques partendo da Santiago e arrivando fino alla Terra del Fuoco. Traversatona on the road con escursioni in tutti i parchi nazionali toccati.
In mezzo dei trekking di più giorni (O+W nel Torres del Paine, Huemul circuit nel Los Glaciares, Cerro Castillo Circuit più qualche ascesa ai vulcani). Ah ho già detto che farei anche una visitina all'Atacama prima o dopo la Ruta?


Nel frattempo come promesso...

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Come da provocazione di @southrim

Nel 1993 ero un giovane sottotenente AUC dell’Aeronautica Militare e approfittai del fatto di avere un mucchio di servizi di guardia ad agosto per prendere licenza a settembre. Dopo essermi letto In Patagonia di Bruce Chatwin, lo infilai nello zaino e salii su un volo per Buenos Aires. In effetti era per Amsterdam e poi per l’Argentina, che a quel tempo la KLM era la compagnia dove trovare le tariffe più convenienti.

Dopo una visita all’estremamente incasinata e affascinante capitale, salpai su un 737 Aerolinas Argentinas che con tre o quattro scali mi depositò a Ushuaia, in un’atmosfera di inverno di frontiera d’altri tempi e a soli 500 chilometri dall’Antartide

E da lì risalii con diversi mezzi verso Buenos Aires, per terra e per mare, con l’autostop, pullman e pulmini, con motorini, motoscafi, in seggiovia e anche con quattro giorni di navigazione attraverso i fiordi cileni su una nave cargo che riforniva i paesi della costa.

Fu una certa emozione viaggiare nei luoghi dove vent’anni prima era passato Bruce Chatwin. La Terra del Fuoco mi ricordava paesaggi già visti nell’estremo nord boreale. Forse è vero che il mondo finisce a nord nello stesso modo in cui finisce a sud, ma lì c’era qualcosa di diverso: era più aspro, più cattivo: con un verde cupo e un giallo polveroso, ormai da millenni divenuti grigi.

Atterrai a Roma Fiumicino dopo 15 ore di viaggio in un tardo e caldo pomeriggio di fine settembre. Il giorno dopo montavo come ufficiale di guardia. Nella notte mi addormentai e quando mi sorprese l’ufficiale d’ispezione, gli risposi in spagnolo.

Fotocamera, la mitica Yashica FX3 2000 Super
La Yashica che nostalgia !
 
Complimenti! Io ho fatto il viaggio al contrario, nel 2007. Buenos Aires - Ushuaia, con prima una puntata fino al confine con il Paraguay. Pubblicai anche un libro sul viaggio. Presto farò un post con alcune mie foto. Viaggiare è sempre la cosa più intelligente che possiamo fare!
 
No vabbé pure il Nahuel Huapi, dai almeno non ti sei fatto la regione de Los Lagos e quella dei vulcani.
O no? :wall:

Mi piacerebbe chiederti impressioni e sensazioni, parlare degli alberi assurdi che ci sono (come l'Araucaria nella regione de Los Lagos), disquisire della successione di vulcani più incontaminata, maestosa e lunga del mondo, della foresta valdiviana, del puma andino, dei laghi cristallini, delle vette rocciose, del vento e dei ghiacciai, della regione dell'Aysen...Ma sto zitto che è meglio.

P.S. Se mi chiedessero il mio sogno nel cassetto non avrei dubbi: tutta la Ruta de Los Parques partendo da Santiago e arrivando fino alla Terra del Fuoco. Traversatona on the road con escursioni in tutti i parchi nazionali toccati.
In mezzo dei trekking di più giorni (O+W nel Torres del Paine, Huemul circuit nel Los Glaciares, Cerro Castillo Circuit più qualche ascesa ai vulcani). Ah ho già detto che farei anche una visitina all'Atacama prima o dopo la Ruta?


Nel frattempo come promesso...

Vedi l'allegato 241666
Dove hai trovato questa mia foto così somigliante?

Los Lagos ci sono solo passato perché il cargo mi sbarcò proprio a Puerto Montt e sotto qualche vulcano ci sono passato. Ma non immagini quando fosse lento muoversi per la Patagonia e inoltre erano tempi in cui l'itinerario lo decidevo giorno per giorno.
Per dire, stavo cenando in una bettola di Puerto Natales, in Cile, in attesa di andare al Perito Moreno, quando vengo a sapere che nella notte sarebbe salpato questo cargo di cui dicevo e cambiai programma. Non fu facile cambiare un travel cheque da 100 dollari alle 10 della sera in un paesino del basso Cile. Questo fu quanto mi costarono 4 giorni e 3 notti in cabina singola, pensione completa.
In Argentina poi ci passai di nuovo nel 1995... ma questa è un altra storia... conclusasi con un arresto... ma questa è un'altra storia
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La Yashica che nostalgia !
Una nave scuola.
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Complimenti! Io ho fatto il viaggio al contrario, nel 2007. Buenos Aires - Ushuaia, con prima una puntata fino al confine con il Paraguay. Pubblicai anche un libro sul viaggio. Presto farò un post con alcune mie foto. Viaggiare è sempre la cosa più intelligente che possiamo fare!
Attendiamo il report con piacere. Io quell'anno invece riuscii ad andare in Uruguay.
 
Anche io sono stato in quelle zone anni fa, viaggio stupendo, mi sono portato indietro un'argentina, e il mate che da allora bevo tutte le mattine :)
Ho una decina di rullini in BN fatti con una Rollei 2.8 che ancora non ho sviluppato, tutti scattati in Patagonia, ma ho un po' paura a farlo, le immagini dei ricordi sono sempre molto migliori delle fotografie
 
No vabbé pure il Nahuel Huapi, dai almeno non ti sei fatto la regione de Los Lagos e quella dei vulcani.
O no? :wall:

Mi piacerebbe chiederti impressioni e sensazioni, parlare degli alberi assurdi che ci sono (come l'Araucaria nella regione de Los Lagos), disquisire della successione di vulcani più incontaminata, maestosa e lunga del mondo, della foresta valdiviana, del puma andino, dei laghi cristallini, delle vette rocciose, del vento e dei ghiacciai, della regione dell'Aysen...Ma sto zitto che è meglio.

P.S. Se mi chiedessero il mio sogno nel cassetto non avrei dubbi: tutta la Ruta de Los Parques partendo da Santiago e arrivando fino alla Terra del Fuoco. Traversatona on the road con escursioni in tutti i parchi nazionali toccati.
In mezzo dei trekking di più giorni (O+W nel Torres del Paine, Huemul circuit nel Los Glaciares, Cerro Castillo Circuit più qualche ascesa ai vulcani). Ah ho già detto che farei anche una visitina all'Atacama prima o dopo la Ruta?


Nel frattempo come promesso...

Vedi l'allegato 241666
Bisogna dire che effettivamente c'è una vera e propria categoria di persone "drogata" dai viaggi.
Le si riconoscono da una miriade di dettagli, ma almeno questi tre su tutti:
1) la leggerezza, oserei dire soavità, con cui prendono la decisione di partire, così, su due piedi, dando l'idea di prendere come bagaglio ciò che capita, il mezzo di trasporto che capita, adattarsi al cibo che capita, e così via, quasi che non avessero una "vita terrena" fatta di lavoro routine, incombenze di tutti i tipi;
2) la ferocia quasi insaziabile con cui, viceversa, non finirebbero mai di cercare, guardare, scoprire, vedere, vedere, vedere...Il carniere non è mai abbastanza pieno, e, in un certo senso, tornare è già partire (o viceversa);
3) il modo in cui rievocano i luoghi visitati. O forse sarebbe meglio dire "vissuti", anche se rimane il loro più inspiegabile mistero la capacità di coniugare, nel viaggio, la "quantità" con la "qualità", due aspetti che normalmente sono antitetici e differenziano il viaggiatore dal turista.

Io purtroppo vedo impedimenti ovunque, ma forse il primo, e quello maggiore, è proprio la mancanza del "sacro fuoco" interiore, quella molla - forse la curiosità- che ti spinge a partire.
E poi la paura di rimanere deluso, un po' come succede in amore...

Ho una nipote che per i 18 anni è andata col ragazzo in Islanda e, guardando le foto che mi ha mandato e confrontandomi a lei, mi sembra di vedere una distanza abissale rispetto al "me" diciottenne, quasi come quella che mi separa dai miei bisnonni. Eppure siamo zio e nipote...
 
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Oh adesso ti prendi l'impegno e una volta alla settimana tiri fuori qualcosa! Ma come è possibile che hai fatto tutte queste cose e non ce le racconti!!
Ho sempre praticato l'understatement...
Qualcosuccia ancora ce l'ho... ma poi mi sono sposato
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Spettacolo ! ci sei poi ritornato in tempi recenti ?
No, come dicevo sopra sono convolato a nozze, e poi è arriva la bimba, e poi il cane... i pesci. Anche se qualcosa di buono ne è uscita fuori anche con moglie e figlia.
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Bisogna dire che effettivamente c'è una vera e propria categoria di persone "drogata" dai viaggi.
Le si riconoscono da una miriade di dettagli, ma almeno questi tre su tutti:
1) la leggerezza, oserei dire soavità, con cui prendono la decisione di partire, così, su due piedi, dando l'idea di prendere come bagaglio ciò che capita, il mezzo di trasporto che capita, adattarsi al cibo che capita, e così via, quasi che non avessero una "vita terrena" fatta di lavoro routine, incombenze di tutti i tipi;
2) la ferocia quasi insaziabile con cui, viceversa, non finirebbero mai di cercare, guardare, scoprire, vedere, vedere, vedere...Il carniere non è mai abbastanza pieno, e, in un certo senso, tornare è già partire (o viceversa);
3) il modo in cui rievocano i luoghi visitati. O forse sarebbe meglio dire "vissuti", anche se rimane il loro più inspiegabile mistero la capacità di coniugare, nel viaggio, la "quantità" con la "qualità", due aspetti che normalmente sono antitetici e differenziano il viaggiatore dal turista.

Io purtroppo vedo impedimenti ovunque, ma forse il primo, e quello maggiore, è proprio la mancanza del "sacro fuoco" interiore, quella molla - forse la curiosità- che ti spinge a partire.
E poi la paura di rimanere deluso, un po' come succede in amore...

Ho una nipote che per i 18 anni è andata col ragazzo in Islanda e, guardando le foto che mi ha mandato e confrontandomi a lei, mi sembra di vedere una distanza abissale rispetto al "me" diciottenne, quasi come quella che mi separa dai miei bisnonni. Eppure siamo zio e nipote...
Eh, eh, eh... sacro fuoco, hai ragione.
Viaggiare per noi rimane come l'aria che respiriamo; poi col tempo ti accorgi che puoi avere anche una visione più ampia e acquisisci la capacità di osservare con occhi sempre nuovi anche realtà già conosciute. E un'escursione nei boschi o in montagna divengono un viaggio.
 
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Bisogna dire che effettivamente c'è una vera e propria categoria di persone "drogata" dai viaggi.
Le si riconoscono da una miriade di dettagli, ma almeno questi tre su tutti:
1) la leggerezza, oserei dire soavità, con cui prendono la decisione di partire, così, su due piedi, dando l'idea di prendere come bagaglio ciò che capita, il mezzo di trasporto che capita, adattarsi al cibo che capita, e così via, quasi che non avessero una "vita terrena" fatta di lavoro routine, incombenze di tutti i tipi;
2) la ferocia quasi insaziabile con cui, viceversa, non finirebbero mai di cercare, guardare, scoprire, vedere, vedere, vedere...Il carniere non è mai abbastanza pieno, e, in un certo senso, tornare è già partire (o viceversa);
3) il modo in cui rievocano i luoghi visitati. O forse sarebbe meglio dire "vissuti", anche se rimane il loro più inspiegabile mistero la capacità di coniugare, nel viaggio, la "quantità" con la "qualità", due aspetti che normalmente sono antitetici e differenziano il viaggiatore dal turista.

Io purtroppo vedo impedimenti ovunque, ma forse il primo, e quello maggiore, è proprio la mancanza del "sacro fuoco" interiore, quella molla - forse la curiosità- che ti spinge a partire.
E poi la paura di rimanere deluso, un po' come succede in amore...

Ho una nipote che per i 18 anni è andata col ragazzo in Islanda e, guardando le foto che mi ha mandato e confrontandomi a lei, mi sembra di vedere una distanza abissale rispetto al "me" diciottenne, quasi come quella che mi separa dai miei bisnonni. Eppure siamo zio e nipote...
Sì hai detto bene: è un fuoco ed è vitale. Non sono sempre state solo le escursioni e i viaggi il mio fuoco. In passato, accanto alla natura sempre presente, lo sono state anche l'architettura e la musica.
Eh, eh, eh... sacro fuoco, hai ragione.
Viaggiare per noi rimane come l'aria che respiriamo; poi col tempo ti accorgi che puoi avere anche una visione più ampia e acquisisci la capacità di osservare con occhi sempre nuovi anche realtà già conosciute. E un'escursione nei boschi o in montagna divengono un viaggio.
Perfetto. Il viaggio è un modo di guardare la realtà.
 
Bellissimo viaggio: avventura pura!

Sono stata anch'io in Patagonia, un mese intero nel 2005. Bariloche, El Bolson, Penisola di Valdes, poi giù ai ghiacciai e poi trekking di una settimana in tenda tra Fitz Roy/Cerro Torre e Torri del Paine in Cile. E infine Puerto Natales, Punta Arena, Stretto di Magellano, Terra del Fuoco e Ushuaia.
Ultimi giorni a Buenos Aires, dove il mio amico aveva quasi tutta la famiglia paterna emigrata lì. Un suo cugino era un capo ultra del Boca e siamo riusciti a vedere una partita di campionato alla Bombonera nella loro curva: bella esperienza pure quella.

Grazie per aver tirato fuori queste foto che hanno tutto il fascino della fotografia analogica.
Anch'io avevo la mitica Yaschica FX3 2000 super - l'avevo presa perché poteva montare i buonissimi obiettivi Contax (mai acquistati perchè costavano troppo)
 
Bellissimo viaggio: avventura pura!

Sono stata anch'io in Patagonia, un mese intero nel 2005. Bariloche, El Bolson, Penisola di Valdes, poi giù ai ghiacciai e poi trekking di una settimana in tenda tra Fitz Roy/Cerro Torre e Torri del Paine in Cile. E infine Puerto Natales, Punta Arena, Stretto di Magellano, Terra del Fuoco e Ushuaia.
Ultimi giorni a Buenos Aires, dove il mio amico aveva quasi tutta la famiglia paterna emigrata lì. Un suo cugino era un capo ultra del Boca e siamo riusciti a vedere una partita di campionato alla Bombonera nella loro curva: bella esperienza pure quella.

Grazie per aver tirato fuori queste foto che hanno tutto il fascino della fotografia analogica.
Anch'io avevo la mitica Yaschica FX3 2000 super - l'avevo presa perché poteva montare i buonissimi obiettivi Contax (mai acquistati perchè costavano troppo)

Voodoo anche per te ed hai pure l'aggravante di aver fatto le Torres del Paine e il Los Glaciares.
 
Bellissimo viaggio: avventura pura!

Sono stata anch'io in Patagonia, un mese intero nel 2005. Bariloche, El Bolson, Penisola di Valdes, poi giù ai ghiacciai e poi trekking di una settimana in tenda tra Fitz Roy/Cerro Torre e Torri del Paine in Cile. E infine Puerto Natales, Punta Arena, Stretto di Magellano, Terra del Fuoco e Ushuaia.
Ultimi giorni a Buenos Aires, dove il mio amico aveva quasi tutta la famiglia paterna emigrata lì. Un suo cugino era un capo ultra del Boca e siamo riusciti a vedere una partita di campionato alla Bombonera nella loro curva: bella esperienza pure quella.

Grazie per aver tirato fuori queste foto che hanno tutto il fascino della fotografia analogica.
Anch'io avevo la mitica Yaschica FX3 2000 super - l'avevo presa perché poteva montare i buonissimi obiettivi Contax (mai acquistati perchè costavano troppo)

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