Dati
Data: 23/04/2023
Regione e provincia: Lazio, Rieti
Località di partenza: Paganico Sabino
Località di arrivo: Paganico Sabino
Tempo di percorrenza: 6h
Chilometri: 18
Grado di difficoltà: E
Descrizione delle difficoltà: nessuna
Periodo consigliato: tutti
Segnaletica: CAI
Dislivello in salita: 1300mt
Dislivello in discesa: 1300mt
Quota massima: 1431mt
Accesso stradale: Paganico Sabino
Traccia GPS: https://www.avventurosamente.it/xf/pagine/mappa/?do=loadmarker&id=8656
Descrizione
In questo mio periodo, dominato dalla formazione su alpinismo e arrampicata, le uscite sembrano nascere quasi per caso, incostanti. Così un cambio inatteso di programma mi lascia di nuovo a dover decidere oggi per domani dove andare. E mi sembra naturale, secondo un approccio già sperimentato altre volte, finire di "battere una zona", per averne come una mappa più completa. E' così che la scelta cade sul M.Cervia, non certo una cima maggiore o connotata da grandi attrattive, ma comunque una cima non ancora visitata e utile a chiudere il piccolo "ciclo del Turano" inaugurato settimana scorsa con la salita al Navegna.
La partenza è quella classica da Paganico Sabino, e l'anello inizia dalle Gole dell'Obito, già percorse settimana scorsa e molto suggestive ma percorse questa volta con la fioca luce mattutina ed in senso inverso. I colori sono nettamente diversi, quasi alpini a tratti. Belli i giochi d'acqua del torrente - che non riprendo - e le cascatelle ed i ponti di attraversamento.
Vista di Ascrea da Paganico
Avvicinamento alle Gole dell'Obito
Cascatella del mulino
Ponticello
Come domenica scorsa, lo scopo è macinare km e dislivello con passo allenante quasi da trail running, quindi si va via veloce, col cuore sempre su ritmi alti per simulare un'ascesa ad altre altitudini. Ma oggi ci sono diverse differenze rispetto a domenica scorsa: il tempo è luminoso e caldo, tanto che di neve non se ne vedrà l'ombra nemmeno in quota; si attraversa più bosco; e sono solo.
Queste ultime due note sono quelle più suggestive per me della giornata. Dopo mesi di intatto candore innevato ed uscite collettive, il ritorno alla vita ed agli odori del bosco, condito dalla maggior sensibilità offerta dalla solitudine, mi regalano - per quanto blande - sensazioni che da tempo non riprovavo più. A conferma che ogni viaggio in realtà è puramente interiore. Il primo regalo è un tocco di quel verde che tanto amo, seguito da qualche gioco di controluci e distanze.
Verde
M.Navegna
La salita si conclude a Colle Pobbio, da dove si può apprezzare la magnifica prospettiva di questi luoghi: la vista sul Lago del Turano e quella sui tre grandi (Terminillo, Gran Sasso, Velino). Quest'ultima non la fotografo, contando su una prospettiva migliore dalla cima del Cervia, che invece scopro essere coperta di vegetazione e quindi sostanzialmente cieca.
Lago del Turano
Vetta di M.Cervia
Per fortuna l'ulteriore tratto che conduce fino alla Vena maggiore restituirà la vista di un crinale suggestivo e dei tre grandi, per quanto spostata sugli ultimi due. In particolare questo tratto mostra scampoli di verticalità, con torrioni di roccia che sembrano spuntare dal sottosuolo e puntare al cielo, con una certa suggestione.
Crinale
Gruppo del Gran Sasso, con Corno Grande, Corno piccolo e Intermesoli ben visibili da dx a sx
Gruppo Velino, con ben visibili (da dx a sx) Velino, Sevice, Costone, PuntaTrieste, Murolungo
M.Terminillo
Di qui, il tratto di ritorno ha poco da dire, se non mostrare la vastità dell'area naturale del Parco Navegna e Cervia, abbastanza intatta e solitaria, e ricondurre finalmente a Paganico, suggestivamente allineato ad Ascrea in una sorta di continuità affettiva sulle due sponde dell'Obito.
Paganico ed Ascrea
L'allenamento è stato buono, alcune viste suggestive, ho avvistato due conigli selvatici. Non malaccio, ma manca un pezzo. Così il condimento finale è affidato al pranzo a casa di un vecchio amico, che mi fermo a visitare lungo la via di rientro a Poggio Moiano, a parlar di monti, corde, ricordi.
Data: 23/04/2023
Regione e provincia: Lazio, Rieti
Località di partenza: Paganico Sabino
Località di arrivo: Paganico Sabino
Tempo di percorrenza: 6h
Chilometri: 18
Grado di difficoltà: E
Descrizione delle difficoltà: nessuna
Periodo consigliato: tutti
Segnaletica: CAI
Dislivello in salita: 1300mt
Dislivello in discesa: 1300mt
Quota massima: 1431mt
Accesso stradale: Paganico Sabino
Traccia GPS: https://www.avventurosamente.it/xf/pagine/mappa/?do=loadmarker&id=8656
Descrizione
In questo mio periodo, dominato dalla formazione su alpinismo e arrampicata, le uscite sembrano nascere quasi per caso, incostanti. Così un cambio inatteso di programma mi lascia di nuovo a dover decidere oggi per domani dove andare. E mi sembra naturale, secondo un approccio già sperimentato altre volte, finire di "battere una zona", per averne come una mappa più completa. E' così che la scelta cade sul M.Cervia, non certo una cima maggiore o connotata da grandi attrattive, ma comunque una cima non ancora visitata e utile a chiudere il piccolo "ciclo del Turano" inaugurato settimana scorsa con la salita al Navegna.
La partenza è quella classica da Paganico Sabino, e l'anello inizia dalle Gole dell'Obito, già percorse settimana scorsa e molto suggestive ma percorse questa volta con la fioca luce mattutina ed in senso inverso. I colori sono nettamente diversi, quasi alpini a tratti. Belli i giochi d'acqua del torrente - che non riprendo - e le cascatelle ed i ponti di attraversamento.
Vista di Ascrea da Paganico
Avvicinamento alle Gole dell'Obito
Cascatella del mulino
Ponticello
Come domenica scorsa, lo scopo è macinare km e dislivello con passo allenante quasi da trail running, quindi si va via veloce, col cuore sempre su ritmi alti per simulare un'ascesa ad altre altitudini. Ma oggi ci sono diverse differenze rispetto a domenica scorsa: il tempo è luminoso e caldo, tanto che di neve non se ne vedrà l'ombra nemmeno in quota; si attraversa più bosco; e sono solo.
Queste ultime due note sono quelle più suggestive per me della giornata. Dopo mesi di intatto candore innevato ed uscite collettive, il ritorno alla vita ed agli odori del bosco, condito dalla maggior sensibilità offerta dalla solitudine, mi regalano - per quanto blande - sensazioni che da tempo non riprovavo più. A conferma che ogni viaggio in realtà è puramente interiore. Il primo regalo è un tocco di quel verde che tanto amo, seguito da qualche gioco di controluci e distanze.
Verde
M.Navegna
La salita si conclude a Colle Pobbio, da dove si può apprezzare la magnifica prospettiva di questi luoghi: la vista sul Lago del Turano e quella sui tre grandi (Terminillo, Gran Sasso, Velino). Quest'ultima non la fotografo, contando su una prospettiva migliore dalla cima del Cervia, che invece scopro essere coperta di vegetazione e quindi sostanzialmente cieca.
Lago del Turano
Vetta di M.Cervia
Per fortuna l'ulteriore tratto che conduce fino alla Vena maggiore restituirà la vista di un crinale suggestivo e dei tre grandi, per quanto spostata sugli ultimi due. In particolare questo tratto mostra scampoli di verticalità, con torrioni di roccia che sembrano spuntare dal sottosuolo e puntare al cielo, con una certa suggestione.
Crinale
Gruppo del Gran Sasso, con Corno Grande, Corno piccolo e Intermesoli ben visibili da dx a sx
Gruppo Velino, con ben visibili (da dx a sx) Velino, Sevice, Costone, PuntaTrieste, Murolungo
M.Terminillo
Di qui, il tratto di ritorno ha poco da dire, se non mostrare la vastità dell'area naturale del Parco Navegna e Cervia, abbastanza intatta e solitaria, e ricondurre finalmente a Paganico, suggestivamente allineato ad Ascrea in una sorta di continuità affettiva sulle due sponde dell'Obito.
Paganico ed Ascrea
L'allenamento è stato buono, alcune viste suggestive, ho avvistato due conigli selvatici. Non malaccio, ma manca un pezzo. Così il condimento finale è affidato al pranzo a casa di un vecchio amico, che mi fermo a visitare lungo la via di rientro a Poggio Moiano, a parlar di monti, corde, ricordi.