Informazione Nepal: sarà obbligatorio avere un portatore per i trekking

Questa notizia prima o poi me l'aspettavo.
Dal prossimo settembre sarà obbligatorio avere un portatore o una guida per tutti i trekking di montagna in Nepal.
Lo ha deciso il ministero dell'interno nepalese, per tutelare la sicurezza degli escursionisti, dopo una pressione da parte dei mezzi d'informazione stranieri che chiedono più garanzie per i turisti dopo i continui incidenti e sparizioni degli ultimi tempi.
La quota massima fissata è di 10 dollari al giorno, circa 9 euro.
Secondo il ministero, questa cifra bassa per noi occidentali, non dovrebbe pregiudicare un calo dei trekkers in Nepal. Un altro aspetto è che le agenzie devono essere tutte registrate, controllando in questa maniera il lavoro illegale.

Questa è la fonte della notizia: Llevar un "sherpa" será obligatorio en todos los trekking por Nepal. Desnivel

Prima di questa decisione si poteva aprire benissimo un dibattito sulla scelta di prendere o meno una guida o portatore per un trekking.
Quando feci il trekking in Nepal sono stato molto combattutto su questa decisione. Ho sempre cercato di fare nei miei vaiggi un turismo "responsabile" e sapevo benissimo che prendendo una portatore con me per una decina di giorni, con quei soldi avrei aiutato non poco questa persona e la sua famiglia per un buon periodo. Sembrerebbe assurdo, ma 100 euro per loro sono veramente tanti e chi riesce ad accaparrarsi un cliente deve considerarsi molto fortunato. Poi c'è da dire che il lavoro come portatore è normale in Nepal e da sempre utilizzato: gli stessi nepalesi ingaggiano persone per portare materiale da una parte all'altra.
Ma per la mia etica, non riuscivo a sopportare l'idea che qualcuno dovesse portare le mie cose ed io camminare leggero, forse é un confronto sbagliato ma mi sembrava una forma di schiavismo moderno.
Questo sentimento è stato così forte che alla fine ho rinunciato e ho opatato nel donare lo stesso denaro in beneficienza... per avere la mia coscienza (da occidentale) pulita. Non nascondo che guardavo con un pò di disprezzo tutti i trekkers che si facevano portare i loro enormi zaini dai portatori e loro che camminavano liberi e leggeri. Mi son sempre detto che se sei in grado di portarti le tue cose ti puoi fare il tuo trekking, altrimenti no.
 
Prima di questa decisione si poteva aprire benissimo un dibattito sulla scelta di prendere o meno una guida o portatore per un trekking.
Quando feci il trekking in Nepal sono stato molto combattutto su questa decisione. Ho sempre cercato di fare nei miei vaiggi un turismo "responsabile" e sapevo benissimo che prendendo una portatore con me per una decina di giorni, con quei soldi avrei aiutato non poco questa persona e la sua famiglia per un buon periodo. Sembrerebbe assurdo, ma 100 euro per loro sono veramente tanti e chi riesce ad accaparrarsi un cliente deve considerarsi molto fortunato. Poi c'è da dire che il lavoro come portatore è normale in Nepal e da sempre utilizzato: gli stessi nepalesi ingaggiano persone per portare materiale da una parte all'altra.
Ma per la mia etica, non riuscivo a sopportare l'idea che qualcuno dovesse portare le mie cose ed io camminare leggero, forse é un confronto sbagliato ma mi sembrava una forma di schiavismo moderno.
Questo sentimento è stato così forte che alla fine ho rinunciato e ho opatato nel donare lo stesso denaro in beneficienza... per avere la mia coscienza (da occidentale) pulita. Non nascondo che guardavo con un pò di disprezzo tutti i trekkers che si facevano portare i loro enormi zaini dai portatori e loro che camminavano liberi e leggeri. Mi son sempre detto che se sei in grado di portarti le tue cose ti puoi fare il tuo trekking, altrimenti no.

Ciao Sandro,
come dimostri tu stesso (involontariamente) scrivendo "si sarebbe potuto aprire un dibattito prima della decisione" traspare ad occhio nudo che è una questione nella quale se ne aggrovigliano tante, diverse, e nessuna con una risposta a priori "giusta" o "sbagliata".

In fondo lo fai capire tu stesso: se un turismo è "responsabile" cerca anche di lasciare un po' di ricchezza nei luoghi dove si svolge, anzichè portarsela via; o meglio, magari ne lascia di materiale per portarsene via di interiore.

Per far questo sarebbe stato giusto, da sempre, assoldare uno sherpa "a prescindere", con lo scopo reale e primario di lasciargli un po' di denaro. Ma la dignità dell'uomo giustamente prevede e pretende che anche una "sostanziale" elemosina abbia comunque il rivestimento "formale" di una giustificazione, persino di un pretesto, cioè che appaia come lo scambio tra corrispettivi, denaro contro lavoro. A livello minimale lo veidamo anche da noi coi lavavetri o coi vu' cumprà. Quindi è altrettanto giusto che il portatore porti effettivamente la tua roba, altrimenti non ci sarebbe questa necessaria "apparenza" di lavoro. E che - proprio per il fatto di venir pagato - NON appaia come uno schiavo (altrimenti lo sarebbero anche i facchini nel nostro occidente).

A questo punto, però, subentra un'altra questione: ma è trekking camminare facendosi portare la propria roba ? Oppure - come domandi - l'autentico cammino comprende anche il trasporto delle proprie cose ?
Con quale aggettivo vogliamo definirlo, qualificarlo questo trekking ? "Autentico", "genuino" ?

Ok.
Ma allora ecco subito il conflitto paradossale: il turismo responsabile (quello di cui sopra) confligge col trekking autentico ..

E così comincia quel groviglio dove, come dicevo, nessun giudizio, nessuna posizione, nessun approccio è di per sè depositario del "giusto".
inutile dire che comunque, proprio per questo, per quanto è poliedrico e spinoso, è un bel tema che sicuramente si presta al dibattito e al confronto.

Ciao.
A.
 
.... Mi son sempre detto che se sei in grado di portarti le tue cose ti puoi fare il tuo trekking, altrimenti no.
Personalmente sono d'accordo con te anche perchè, diversamente, ha più l'aspetto della "spedizione" che, per carità, è pur sempre lecita e degna di considerazione ma hanno, a mio avviso, due "sapori" diversi.

D'altro canto se è un "obbligo" ...... gioco forza ...... c'è però anche da considerare, e quì mi fermo solo sull'aspetto teorico, che se i fini sono obbiettivamente quelli della sicurezza (sia dell'escursionista che dell'attività commerciale di per sè ..... due piccioni con una fava :D), e quì solo chi c'è stato potrebbe a mio avviso indicare se è effettivamente così potenzialmente pericoloso anche se obbiettivamente non sempre la percezione del pericolo è uguale per tutti, non la vedrei come una sconfitta per l'escursionista ..... anche perchè, alla fine, non credo che uno sia obbligato a far lavorare il portatore come un "asino" ma solo a portarselo (per modo di dire) dietro per cui, almeno in teoria, anche magari "scarico" ..... credo ;)

Però fra agenzia registrata, introito dello stato (immagino) e balzelli vari chi sà quanti di quei 10 dollari rimangono in tasca al portatore.

Comunque ognuno ha la propria sensibilità ma sinceramente non lo considererei come una forma di schiavismo, l'uso di un portatore, in fin dei conti non sono io ad imporglielo al limite, secondo la mia visione delle cose, si potrebbe chiamare schiavismo se ciò che gli riconosco non è commisurato al lavoro svolto e al metro economico del posto (le due cose devono lavorare insieme) ..... per cui ..... 10 dollari sono una cifra equa in relazione all'attività svolta e al loro reddito ?

Anche se in forma molto più ridotta e decisamente caduta in disuso per molti motivi, in Italia, esiste ancora il servizio di facchinaggio nelle stazioni ferroviarie più grosse ..... certo non sono dei "portatori nepalesi", il tratto di strada è ridicolo e lo sforzo non è neanche commisurabile ma non credo che i facchini si sentano degli schiavi ma solo dei semplice lavoratori, non sarebbe un lavoro che personalmente vorrei fare perchè non lo troverei appagante ma se è lecito e se è pagato il giusto, per me, ogni lavoro è degno ..... ed in caso di necessità tutto fà brodo (ma fra il dire ed il fare c'è di mezzo il mare ;)).

Ovviamente sempre e solo AMMP.

Ciao :), Gianluca
 
anch'io tuo stesso problema etico e per molto meno....non per fare trek, ma un pezzo di "strada dell'amicizia" che abbiamo dovuto fare a piedi. io ho portato il mio zaino.
 
uhmmmm perché non usare un escamotage?

compri viveri o altri beni in abbondanza, tu porti le tue cose, lui porta quelle bene impacchettate... fai il tuo trekking, naturalmente quel che porta lui non ti serve ad un tubo, quando scendete dici che hai sbagliato i conti e quella roba non ti serve più ma che devi partire.. gliela regali e lo paghi per il lavoro fatto e te ne vai... :p
 
qualche volta diana lo abbiamo fatto, ma se non ci sono altri gruppi in giro o altri portatori, altrimenti sono litigate furibonde....fra chi ha ricevuto e chi invece è stato meno fortunato.
 
eh gianlu, purtroppo in certi contesti alle volte non è facile capire come ti devi comportare....spesso ti ritrovi in brutte situazioni non volendo...e anche se hai fatto attenzione ti ritrovi in mezzo a delle vere e proprie scenate: in birmania abbiamo assistito al litigio di 2 donne a cui poi si sono aggiunti i familiari e di lì a poco tutto il villaggio spartito in 2! e tutto questo perché, con estrema discrezione, una mia compagna di viaggio aveva regalato un pezzo di sapone a una delle signore che glielo aveva semplicemente chiesto. l'idea di diana è comunque molto carina :D e la condivido! ma sempre facendo attenzione...
 
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