picco del petrolio, cosa ne pensate?

da tempo mi stò documentando in questa direzione...
ci sono sempre più personaggi nel mondo scientifico che avvertono un probabile shock petrolifero, derivato dal raggiungimento del picco del petrolio...una condizione nella quale, le riserve vanno esaurendosi sempre di piu e non è possibile garantire una produzione adeguata alla crescita economica imposta dall'attuale sistema.

voi avete fatto ricerche a riguardo? sapete qualcosa?
cosa ne pensate?
 
i pozzi petroliferi attualmente vengono considerati esauriti quando è stato estratto il 10/15 % di petrolio (cioè ne rimane l'80%)!!!
in ogni campo (insieme di pozzi) si estrae petrolio, gas naturale e acqua fangosa.
si estrae il petrolio finche questo è commercialmente vantaggioso:
se estrarre il petrolio mi costa 50$ al barile, mi sarà utile estrarlo solo se il costo del petrolio è (ampiamente ) superiore ai 50$.
il petrolio nel sottosuolo è imprigionato dentro roccia porosa, durante la vità di un pozzo il petrolio "esce" ad una portata sempre minore: causa intasamente delle linee dalla roccia/sabbia ed un altra serie di fattori che diminuiscono l'efficacia dell'estrazione.
ne deriva, che un aumento del costo del petrolio, permette a certi campi considerati "esauriti" di ritornare produttivi. La previsione inevitabilmente è per un aumento del costo del petrolio.

rende l'idea bagnare una spugna poi cercare di bere l'acqua da essa tramite una cannuccia , all'inizio riuscite a bere una discreta quantità di acqua, questa però diminuirà quasi subito dovete intervenire (spoastando la cannucciaad esempio) per riuscire ad estrarne ancora!
pensa che quel gesto (spostare la cannuccia ) vuol dire fare un'altra trivellazione di migliaia di metri.
 
Non sono molto esperto in questo campo ma se andiamo a logica, le risorse di petrolio non sono eterne ;come tutte le altre risorse, prima o poi finiranno . Noi (inteso come società) facciamo finta di non pensarci e continuiamo a ragionare come se le cose continueranno ad andare così all' infinito , un po' per miopia , un po' per interesse . Ci sono tante "persone" , basta pensare a tutti quelli stati che basano il loro potere politico ed economico sul petrolio, alle grandi società petrolifere o alle grandi case produttrici di automobili che hanno tutto l' interesse che le cose rimangano così. Ma se non ci decidiamo a sviluppare altre fonti di energie alternative quando le risorse incominceranno a scarseggiare allora si che arriveranno i veri guai !!


PIccolo OT cinematografico:
Nella saga di MAD MAX, ciclo di film che ha lanciato Mel Gibson ,"la fine del mondo" arrivava proprio in seguito alle guerre scatenate dalla fine del petrolio
 
i pozzi petroliferi attualmente vengono considerati esauriti quando è stato estratto il 10/15 % di petrolio (cioè ne rimane l'80%)!!!
in ogni campo (insieme di pozzi) si estrae petrolio, gas naturale e acqua fangosa.
si estrae il petrolio finche questo è commercialmente vantaggioso:
se estrarre il petrolio mi costa 50$ al barile, mi sarà utile estrarlo solo se il costo del petrolio è (ampiamente ) superiore ai 50$.
il petrolio nel sottosuolo è imprigionato dentro roccia porosa, durante la vità di un pozzo il petrolio "esce" ad una portata sempre minore: causa intasamente delle linee dalla roccia/sabbia ed un altra serie di fattori che diminuiscono l'efficacia dell'estrazione.
ne deriva, che un aumento del costo del petrolio, permette a certi campi considerati "esauriti" di ritornare produttivi. La previsione inevitabilmente è per un aumento del costo del petrolio.

rende l'idea bagnare una spugna poi cercare di bere l'acqua da essa tramite una cannuccia , all'inizio riuscite a bere una discreta quantità di acqua, questa però diminuirà quasi subito dovete intervenire (spoastando la cannucciaad esempio) per riuscire ad estrarne ancora!
pensa che quel gesto (spostare la cannuccia ) vuol dire fare un'altra trivellazione di migliaia di metri.

ok, però bisogna considerare l'indice EROEI
Ritorno energetico sull'investimento energetico - Wikipedia
più si "spinge" l'estrazione del petrolio e più costa in termini energetici.
non è un discorso da affrontare unicamente mediante termini economici....
quando una cosa è molto rara, costa di più...ok
ma se per produrre 1 litro di petrolio se ne consumano 1 o 1,5...o anche 0,8..
allora la cosa si complica e manda in collasso tutto il sistema sul quale si basa il ragionamento economico.

il punto è proprio qui: ci sono tre tipi di estrazione petrolifera:
primaria: il petrolio fuoriesce per pressione "naturale"
secondaria : il petrolio viene spinto fuori attraverso iniezioni di gas o vapore
terziaria (in fase di sperimentazione): il petrolio fuoriesce attraverso spinte chimiche o biochimiche.
tutti questi passaggi implicano una diminuzione dell'EROEI e di conseguenza un abbassamento della convenienza ENERGETICA a tirar fuori petrolio da quell'area.
 
ok, però bisogna considerare l'indice EROEI
Ritorno energetico sull'investimento energetico - Wikipedia
più si "spinge" l'estrazione del petrolio e più costa in termini energetici.
non è un discorso da affrontare unicamente mediante termini economici....
quando una cosa è molto rara, costa di più...ok
ma se per produrre 1 litro di petrolio se ne consumano 1 o 1,5...o anche 0,8..
allora la cosa si complica e manda in collasso tutto il sistema sul quale si basa il ragionamento economico.

il punto è proprio qui: ci sono tre tipi di estrazione petrolifera:
primaria: il petrolio fuoriesce per pressione "naturale"
secondaria : il petrolio viene spinto fuori attraverso iniezioni di gas o vapore
terziaria (in fase di sperimentazione): il petrolio fuoriesce attraverso spinte chimiche o biochimiche.
tutti questi passaggi implicano una diminuzione dell'EROEI e di conseguenza un abbassamento della convenienza ENERGETICA a tirar fuori petrolio da quell'area.

abbiamo detto più o meno la stessa cosa
tra l'altro il petrolio viene anche "spinto" anche tramite immissione di acqua /fango in altri punti del campo.
e tra i tanti problemi vi è il collasso delle tubature dato dalla corrosione di dovuto al passaggio della sabbia nelle condutture a forte velocità, etc sono in studio l'immissione di sostanze chimiche/resine alla base del pozzo che siano permeabili al petrolio e impermeabili a ll'acqua. ed altre soluzioni di altro tipo che permetteranno di riaprire pozzi chiusi.
rendondoli convenienti sia da un punto economico, va da sè che se spendi più per estrarre che quello che estrai la convenienza è finita da un pezzo.

tutti arriviamo alla conclusione che prima o poi finirà su questo non c'è dubbio.
P.S. qualche giro sulle piattaforme me lo sono già fatto.;)
 
Segnalo un documentario sul picco del petrolio molto interessante e pieno di dati facilmente verificabili anche in rete da altre fonti, quindi lo reputo molto attendibile:
Parte 1
Parte 2
Parte 3
Parte 4
Parte 5
Parte 6


Per quanto riguarda invece l'influenza del petrolio sui cibi che mangiamo segnalo due documentari di report che trattano egregiamente il problema, e parlano anche dell'innadeguatezza del sistema agricolo attuale e problemi portati dalla filiera alimentare.
Il piatto è servito
Buon appetito

Buona visione a tutti ;)
 
Segnalo un documentario sul picco del petrolio molto interessante e pieno di dati facilmente verificabili anche in rete da altre fonti, quindi lo reputo molto attendibile:
Parte 1
Parte 2
Parte 3
Parte 4
Parte 5
Parte 6


Per quanto riguarda invece l'influenza del petrolio sui cibi che mangiamo segnalo due documentari di report che trattano egregiamente il problema, e parlano anche dell'innadeguatezza del sistema agricolo attuale e problemi portati dalla filiera alimentare.
Il piatto è servito
Buon appetito

Buona visione a tutti ;)

quella di report già lo conoscevo!
mentre è interessantissimo il documentario! grazie!
 
Con i miglioramenti delle tecnologie di estrazione da scisto, ci sarà un nuovo boom del petrolio.
Oil shale economics - Wikipedia, the free encyclopedia

According to the World Energy Outlook 2010, the EROEI of ex-situ processing is typically 4–5:1

eroei minimo necessario per sostenere una società civile: 5
Energies | Free Full-Text | What is the Minimum EROI that a Sustainable Society Must Have?


inoltre per ampliare la cultura personale:
Energia e futuro. Parliamone... - TEAM FOR ITALY


enjoy
 
D

Derrick

Guest
Ho 47 anni e da quando sono bambino dicono che "tra quarant'anni" il petrolio sarà finito.
Lo dicevano 40 anni fa, 30 anni fa, 20 anni fa, 10 anni fa, e lo dicono quest'anno.
Tra 10, 20, 30, e 40 anni diranno che entro quarant'anni il petrolio sarà finito.

La spiegazione sta nel fatto che stati, compagnie petrolifere ecc. non fanno prospezioni geologiche all'infinito. Quando hai "qualche decennio" di produzione davanti a te, tra risorse note, probabili ecc. le ricerche che fai le fai ad un ritmo tale da rimpiazzare i pozzi in esaurimento. Nel complesso, il pianeta continua ad avere "qualche decennio" di riserve note, o probabili, per la stessa ragione per la quale nessuno di noi tiene scorte di quintali di pasta in casa.

Qualche anno fa pareva che, per la prima volta, un parametro come il costo medio di estrazione dai nuovi pozzi o qualcosa di simile fosse in aumento. Questo sembrava indicare una "epocale" inversione di tendenza, cioè gli idrocarburi sarebbero diventati, nel lungo periodo, più costosi.

Da allora fra scisti bituminosi e gas "non convenzionale" le possibilità di produzione di idrocarburi sono aumentate di molto.

Secondo me l'umanità farà a meno degli idrocarburi molto prima di aver cominciato ad esaurirli (come è successo con il legname, il carbone, lo sterco animale ecc.).
 
Ogni qualvolta (specialmente da un certo "francesco" del paese dove sto) saltano fuori discorsi di questo tipo (o sulle risorse che non hanno i popoli del terzo mondo) a me scappa un sorriso .
Consumiamo e usiamo il più possibile! Così questo schifume di petrolio finisce e ci si sveglia a trovare nuove energie e nuove soluzione. Per il petrolio hanno abbandonato la canapa: ottima per lenzuola,tessuti,corde e....altro....
Io sono convinto (e l'ho scritto sul libro di fantascienza che sto scrivendo) che se veramente sarà agli sgoccioli, quando i primati che ce lo forniscono non avranno più nulla da vendere si starà meglio. Molto meglio. Ed è detto da qualcuno che invece di stare dietro una cattedra è toccato un volante di un pulma per 5 anni (dopo una famiglia intera di insegnanti)
 
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Ho 47 anni e da quando sono bambino dicono che "tra quarant'anni" il petrolio sarà finito.
Lo dicevano 40 anni fa, 30 anni fa, 20 anni fa, 10 anni fa, e lo dicono quest'anno.
Tra 10, 20, 30, e 40 anni diranno che entro quarant'anni il petrolio sarà finito.

La spiegazione sta nel fatto che stati, compagnie petrolifere ecc. non fanno prospezioni geologiche all'infinito. Quando hai "qualche decennio" di produzione davanti a te, tra risorse note, probabili ecc. le ricerche che fai le fai ad un ritmo tale da rimpiazzare i pozzi in esaurimento. Nel complesso, il pianeta continua ad avere "qualche decennio" di riserve note, o probabili, per la stessa ragione per la quale nessuno di noi tiene scorte di quintali di pasta in casa.

Qualche anno fa pareva che, per la prima volta, un parametro come il costo medio di estrazione dai nuovi pozzi o qualcosa di simile fosse in aumento. Questo sembrava indicare una "epocale" inversione di tendenza, cioè gli idrocarburi sarebbero diventati, nel lungo periodo, più costosi.

Da allora fra scisti bituminosi e gas "non convenzionale" le possibilità di produzione di idrocarburi sono aumentate di molto.

Secondo me l'umanità farà a meno degli idrocarburi molto prima di aver cominciato ad esaurirli (come è successo con il legname, il carbone, lo sterco animale ecc.).

Guarda che per "fine del petrolio" non si intende che lo si estrae tutto fino all'ultima goccia rimasta nel sottosuolo.

Significa fine del petrolio a buon mercato che ha sostenuto il boom dell'economia fino a qualche anno fa.

Hai mai dato un'occhiata ai grafici dell'estrazione del petrolio? dal 2005 mi pare l'estrazione non cresce più, è in fase di plateau e ad ogni aumento della richiesta il prezzo impenna.

Gli scisti bituminosi e i gas non convenzionali sono metodi a brevissimo termine con costi enormi dal punto di vista economico ed ambientale, è folle pensare di affidarsi ad una tecnologia del genere.

Comunque ad oggi non esiste alternativa valida al petrolio sia dal punto di vista dei trasporti che dal punto di vista dei materiali.
 
D

Derrick

Guest
Guarda che per "fine del petrolio" non si intende che lo si estrae tutto fino all'ultima goccia rimasta nel sottosuolo.

Significa fine del petrolio a buon mercato che ha sostenuto il boom dell'economia fino a qualche anno fa.

Hai mai dato un'occhiata ai grafici dell'estrazione del petrolio? dal 2005 mi pare l'estrazione non cresce più, è in fase di plateau e ad ogni aumento della richiesta il prezzo impenna.

Gli scisti bituminosi e i gas non convenzionali sono metodi a brevissimo termine con costi enormi dal punto di vista economico ed ambientale, è folle pensare di affidarsi ad una tecnologia del genere.

Comunque ad oggi non esiste alternativa valida al petrolio sia dal punto di vista dei trasporti che dal punto di vista dei materiali.

Veramente da che io sono bambino si intende che che siccome le riserve note durano quarant'anni ai ritmi attuali, allora tra quarant'anni il petrolio sarà finito. Sono idiozie ma è quello che viene veicolato da chi fa questo genere di discorsi, proprio che tra quarant'anni il petrolio "non ci sarà più".

Quello che invece dici tu - profondità sempre maggiori, complicazioni sempre maggiori, costi sempre maggiori - è una variante nuova del discorso, ed è basata su un fenomeno che si è verificato per la prima volta solo pochi anni fa: il costo medio di estrazione dei nuovi pozzi è stato, nell'anno poniamo 2003, maggiore per la prima volta del costo medio di estrazione dai pozzi esistenti, per cui si sarebbe invertita la curva storica dei costi (parlo dei costi industriali, non del prezzo del petrolio) che, storicamente, è sempre stata "in discesa", vale a dire che negli anni '90 il petrolio si pompava a costi minori che negli anni '70!

Scisti bituminosi e gas non convenzionale non hanno affatto costi "enormi" economici (lasciamo perdere le esternalità che sono una cosa complessa, e lì potresti pure avere ragione), sono risorse proprio perché costano meno dell'esistente. Se non costassero "meno" nessuno si metterebbe a cavare petrolio dagli scisti bituminosi (vabbé ci sono altri fattori, quali la stabilità politica, la sicurezza degli investimenti, ma ci siamo capiti.)

Gli Stati Uniti diventeranno presto, grazie al gas non-convenzionale, il maggior produttore di idrocarburi del mondo, scalzando credo l'Arabia Saudita da questa classifica, nella quale ha primeggiato dagli inizi dello sfruttamento industriale del petrolio. Siamo verosimilmente di fronte ad un cambiamento epocale della geografia economica delle materie prime energetiche.

Naturalmente 40 anni fa nessuno prevedeva la possibilità di sfruttamento dei gas non convenzionali o degli scisti bituminosi. Noi non siamo in grado di sapere cosa accadrà fra 5 anni, figuriamoci tra qualche decennio.

Lo "sviluppo" è a mio parere frutto della genialità umana, non del petrolio a "basso" prezzo. Anche se i costi di estrazione si sono storicamente abbassati, il prezzo del petrolio in termini reali è molto maggiore ora di quanto fosse prima della crisi petrolifera degli anni '70, ma lo sviluppo non mi sembra sia rallentato.

Il meccanismo dei prezzi fa sì che l'uomo indirizzi (trovi, crei) risorse secondo un criterio di ottimo produttivo. Esternalità a parte - discorso complesso ma che non c'entra con il presunto esaurimento del petrolio o con il presunto aumento dei costi fino all'insostenibilità cioè a non poter più essere motore di sviluppo - sono convinto che il progresso dell'uomo sarà eterno indipendentemente dall'energia che usa. La produttività aumenterà sempre, in eterno, perché l'uomo troverà sempre il modo, quest'altr'anno, di fare la stessa cosa che faceva l'altr'anno ma con l'1% di costi in meno. La "crescita" è frutto della natura umana che tende al progresso, cioè a fare sempre meglio le cose. La "decrescita felice" è un'idiozia perché comunque la produttività aumenta continuamente e non può smettere di aumentare! (quindi se nel lungo periodo il PIL non aumenta significa che è aumentata la povertà, la disuguaglianza ecc.). La crescita (felice) è il destino (felice) e inevitabile dell'umanità, dai tempi delle caverne ad oggi.

Del resto abbiamo lasciato inoperosi giacimenti di carbone con secoli di riserve note, in Europa, perché il petrolio arabo costava meno ed era più pratico. E il progresso umano era tumultuoso pure ai tempi del carbone.
 
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Veramente da che io sono bambino si intende che che siccome le riserve note durano quarant'anni ai ritmi attuali, allora tra quarant'anni il petrolio sarà finito. Sono idiozie ma è quello che viene veicolato da chi fa questo genere di discorsi, proprio che tra quarant'anni il petrolio "non ci sarà più".

Quello che invece dici tu - profondità sempre maggiori, complicazioni sempre maggiori, costi sempre maggiori - è una variante nuova del discorso, ed è basata su un fenomeno che si è verificato per la prima volta solo pochi anni fa: il costo medio di estrazione dei nuovi pozzi era maggiore del costo medio di estrazione dei pozzi esistenti, per cui si sarebbe invertita la curva storica dei costi (parlo dei costi industriali, non del prezzo del petrolio) che, storicamente, è sempre stata "in discesa", vale a dire che negli anni '90 il petrolio si pompava a costi minori che negli anni '70!

Scisti bituminosi e gas non convenzionale non hanno affatto costi "enormi" economici (lasciamo perdere le esternalità che sono una cosa complessa, e lì potresti pure avere ragione), sono risorse proprio perché costano meno dell'esistente. Se non costassero "meno" nessuno si metterebbe a cavare petrolio dagli scisti bituminosi (vabbé ci sono altri fattori, quali la stabilità politica, la sicurezza degli investimenti, ma ci siamo capiti.)

Gli Stati Uniti diventeranno presto, grazie al gas non-convenzionale, il maggior produttore di idrocarburi del mondo, scalzando credo l'Arabia Saudita da questa classifica, nella quale ha primeggiato dagli inizi dello sfruttamento industriale del petrolio. Siamo verosimilmente di fronte ad un cambiamento epocale della geografia economica delle materie prime energetiche.

Naturalmente 40 anni fa nessuno prevedeva la possibilità di sfruttamento dei gas non convenzionali o degli scisti bituminosi. Noi non siamo in grado di sapere cosa accadrà fra 5 anni, figuriamoci tra qualche decennio.

Lo "sviluppo" è a mio parere frutto della genialità umana, non del petrolio a "basso" prezzo. Anche se i costi di estrazione si sono storicamente abbassati, il prezzo del petrolio in termini reali è molto maggiore ora di quanto fosse prima della crisi petrolifera degli anni '70, ma lo sviluppo non mi sembra sia rallentato.

Il meccanismo dei prezzi fa sì che l'uomo indirizzi (trovi, crei) risorse secondo un criterio di ottimo produttivo. Esternalità a parte - discorso complesso ma che non c'entra con il presunto esaurimento del petrolio - sono convinto che il progresso dell'uomo sarà eterno indipendentemente dall'energia che usa. La produttività aumenterà sempre, in eterno, perché l'uomo troverà sempre il modo, quest'altr'anno, di fare la stessa cosa che faceva l'altr'anno ma con l'1% di costi in meno. La "crescita" è frutto della natura umana che tende al progresso. La "decrescita felice" è un'idiozia perché comunque la produttività aumenta continuamente!

Del resto abbiamo lasciato inoperosi giacimenti di carbone con secoli di riserve note, in Europa, perché il petrolio arabo costava meno ed era più pratico. E il progresso umano era tumultuoso pure ai tempi del carbone.

Scusami ma hai scritto delle cose inesatte, una su tutte quella della produttività che va contro qualsiasi principio fisico che regola qualsiasi sistema chiuso. Ricordati che il mondo non lo governa l'economia (prezzi, costi ecc) ma lo governa la fisica.

La produzione non può aumentare in eterno per il semplice fatto che le risorse sono limitate.

Ti consiglio di ripassare un pò di termodinamica:)

p.s.: scisti bituminosi e gas non convenzionali sono un buco nell'acqua, primo perchè si esauriscono in fretta costringendo a "fare nuovi buchi" in continuazione, secondo perchè provocano danni ambientali enormi. Gli speculatori senza scrupoli però non considerano mai come dei costi il ripristino dell'ambiente..... non mi pare un ragionamento molto etico, no?
http://petrolio.blogosfere.it/2012/12/fracking-il-declino-dei-pozzi-e-rapidissimo.html
 
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La "crescita" è frutto della natura umana che tende al progresso, cioè a fare sempre meglio le cose. La "decrescita felice" è un'idiozia perché comunque la produttività aumenta continuamente e non può smettere di aumentare!

Se sei un ingegnere, penso tu abbia detto un'inesattezza.
un conto è un modello economico, un conto sono le leggi fisiche.

Dato che stai affermando che a fronte di un aumento di produttività c'è più felicità, allora dimostramelo con grafici, dati o studi scientifici.
vorrei degli argomenti circostanziati per cortesia.

inoltre: converrai che quando si produce qualcosa, questo "qualcosa" prenderà materie ed energia e le tradurrà in un bene che ha una sua vita ben definita, anche riciclando all'infinito si userà energia via via crescente in funzione della mancata frazione di materia prima recuperabile, tutto questo ha un nome:
Entropia.
in un sistema chiuso, questa non potrà far altro che aumentare.
Dunque in un sistema chiuso (la terra) a meno di non uscire seriamente da questo pianeta, aumentare all'infinito la produttività non è proprio un'idea felice.
in ogni caso, in allegato un grafico che mette in rapporto lo stipendio medio con la felicità dal 1950 al 2005

ciao!
 

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Derrick

Guest
Se sei un ingegnere, penso tu abbia detto un'inesattezza.
un conto è un modello economico, un conto sono le leggi fisiche.

Dato che stai affermando che a fronte di un aumento di produttività c'è più felicità, allora dimostramelo con grafici, dati o studi scientifici.
vorrei degli argomenti circostanziati per cortesia.

inoltre: converrai che quando si produce qualcosa, questo "qualcosa" prenderà materie ed energia e le tradurrà in un bene che ha una sua vita ben definita, anche riciclando all'infinito si userà energia via via crescente in funzione della mancata frazione di materia prima recuperabile, tutto questo ha un nome:
Entropia.
in un sistema chiuso, questa non potrà far altro che aumentare.
Dunque in un sistema chiuso (la terra) a meno di non uscire seriamente da questo pianeta, aumentare all'infinito la produttività non è proprio un'idea felice.
in ogni caso, in allegato un grafico che mette in rapporto lo stipendio medio con la felicità dal 1950 al 2005

ciao!

Eh, caro mio, sono un economista di formazione. Quanto siamo diversi!

Comunque io NON HO MAI affermato che a fronte di un aumento di produttività c'è più felicità. L'hai detto tu. Potrebbe essere vero senz'altro, a secondo di cosa intendi per felicità.

Per gli economisti ci sono alcuni assunti di base. Il primo è che i bisogni umani sono infiniti. Hai la tenda che pesa solo 1 kg? Sbaverai vedendo quella che pesa 800g (questione di tempo). L'umanità tende incessantemente verso il progresso cioè l'utilità cioè fare con meno fatica il lavoro di prima (sul concetto di felicità in effetti è bene che non mi sbilanci perché non è cosa analizzabile né dagli economisti né dagli ingegneri).

La produttività non fa che aumentare, detto in senso molto ampio. Cioè produrremo beni e servizi in modo sempre più efficiente. Cioè useremo meno risorse per lo stesso risultato, o avremo un maggior risultato con l'uso delle stesse risorse. Questa cosa va avanti dal paleolitico, non si è mai fermata (OK c'è gente che accende ancora il fuoco con la pietra focaia :) ma si tratta di eccezioni).

Che l'umanità tenda verso questo PROGRESSO (la felicità, ripeto, la lasciamo da parte) non è negabile. Probabilmente con meno risorse di quelle che servivano per fare una 500 oggi produciamo una Punto. Una Punto è più "utile" di una 500 (d'antan). Nessuno oggi comprerebbe - come bene economico - la vecchia 500 al prezzo della nuova Punto. Trovi fantastiliardi di esempi dalla vita comune di come l'umanita VOGLIA il progresso e LO CREI incessantemente.

Persino una cosa banale come un calzino da escursionismo o uno scarpone sono sottoposti alla inevitabile legge del progresso. Gli scarponi presumibilmente tra vent'anni saranno più robusti, più comodi, e costeranno pure meno! (e se non saranno gli scarponi, saranno i bastoni ecc.). Oggi sono salito in montagna con una maglietta di Capilene e dei pantaloni di un nylon che ha fatto a pezzi centinaia di spine senza batter ciglio. E' tutta crescita felice, è tutto PIL felice, è tutto progresso che non ci sarebbe stato con la logica della paralisi economica.

Quanto all'entropia, l'energia ecc. a parte la sega mentale ingegneristica tipica :) (le risorse naturali saranno esaurite tra tre miliardi di anni ecc.) (e te lo dice un ecologica fervente al limite del fanatico) nella società attuale (frutto di un'evoluzione economica durata ere, dal paleozoico ad oggi) si producono verosimilmente (in termini di PIL) più servizi che beni.

I sostenitori della "decrescita" non si sono neanche accorti che la crescita può essere "immateriale", è da decenni probabilmente che lo è. Certo anche la produzione di servizi consuma energia, e ogni uomo, vivendo, produce merda che va opportunamente trattata con impiego di risorse ecc. e questi sono tutti servizi (PIL felice e utile) rispetto a liberarsi nel campo dietro casa.

ll progresso naturalmente può benissimo essere volto, domani, a recuperare al 100% la materia utilizzata. In natura l'acqua e l'energia solare sono già riciclate all'infinito:

l'acqua evapora, diventa nube, piove sull'escursionista, e ridiventa acqua utilizzabile, poi rievapora ecc.

l'energia solare tramite la sintesi clorifilliana diventa legna (che è energia più carbonio e ossigeno), la legna brucia restituendo energia, carbonio e ossigeno che ritornano ad essere sintetizzate in nuova legna, e via all'infinito.

L'alluminio e la plastica sono già oggi riciclabili in maniera estrema. Ma un domani faremo plastiche biogradabili, dal granoturco ad esempio, costano di più di quelle derivate dal petrolio, ma ce le potremo permettere, grazie alla felice crescita di PIL che avremo avuto.

I pannelli solari, le turbine eoliche ci danno un'energia "eternamente" disponibile e sono stati possibili solo grazie al grande e felice aumento di PIL che è stato generato nella ricerca e produzione di questi dispositivi.

Potrei continuare a lungo ma penso che alle 1:55 dovrei dormire.

PS Il grafico della felicità rapportata al reddito, visto dal punto di vista di un economista, è completamente senza senso. L'etiope che è coinvolto dalla carestia ha fame, ed è povero, probabilmente non si suicida, però. L'italiano che è coinvolto dalla crisi, ed è in difficoltà nel pagare il telefonino della figlia, è povero - dal suo punto di vista di italiano che non è mai stato in difficoltà - e capita pure che si suicidi.

O vedi la felicità - dovresti definirla - come uno stato dell'anima, puramente psicologico. Allora l'anacoreta in cima alla colonna, che prega Dio tutto il giorno, può essere l'uomo più felice del mondo. Stante questa definizione di felicità, porla vicino al grafico con il PIL non ha senso. E' come porre un grafico della felicità rispetto alla produzione di barbabietola da zucchero. Non dimostra nulla in nessun senso.

Se invece intendi la "felicità", come la "quella parte di "felicità" che dipende dalle condizioni economiche", allora A PRIMA VISTA avrebbe senso studiarne la correlazione col PIL. Ma un attimo dopo no, proprio perché - e gli economisti se ne sono resi conto da molto tempo - la "felicità" è rapportata da ogni uomo alle condizioni della società in cui vive.

L'etiope affamato è felice se per quest'anno il raccolto viene bene, ma ha un gran mal di denti. L'Italiano non ha il mal di denti, e non comparerà mai la propria felice condizione alla povertà dell'etiope, e se il suo raccolto viene bene, è meno felice dell'etiope. Visto da fuori (da Marte) è più felice: raccolto buono, niente mal di denti. Visto da "dentro" lo è meno. Eppure l'etiope sta sicuramente peggio (altrimenti avremmo immigrazione clandestina di italiani in Etiopia).

Ecco, se la povertà garantisse la felicità, emigreremmo tutti in India o in Ecuador, o faremmo gli operai felici nelle miniere dell'Atacama.
 
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