Trekking Everest Base Camp Trek, la mia guida (EBC)

Ciao a tutti, sono tornato da poco dal Nepal... e - visto che le informazioni che circolano sono carenti, poco aggiornate, o proprio sbagliate - ho pensato di scrivere una mini guida per chi volesse cimentarsi nell'Everest Base Camp Trek (EBC)!
Ovviamente sono disponibile a chi voglia ulteriori informazioni, sempre sulla base della mia esperienza... che non significa avere l'unica verità in tasca :)




1- Organizzazione

Per prima cosa vi consiglio caldamente di lasciar perdere i vari gruppi super organizzati, o i pacchetti all inclusive che potreste trovare già in Europa, o a Kathmandu.
In realtà c'è ben poco da organizzare: spendereste inutilmente il doppio dei soldi, se non di più. Inoltre, appoggiandovi a un'agenzia, ben poco del vostro denaro finirà ai poveri cristi che vi faranno da guida\porter fino alle pendici dell'Everest.

Vi serve solamente:
a) Prenotare il volo Italia-Nepal
b) Prenotare un hotel a Kathmandu (un paio di notti, consiglio di stare a Thamel, il quartiere turistico)
c) Prenotare il volo Kathmandu- Lukla (è possibile farlo tramite Internet, dal sito di Tara Air)
d) Prendere contatto con una guida locale. Se vi servono porter sicuramente il tizio in questione avrà migliaia di amici\cugini smaniosi di accollarsi i vostri zainoni su e giù per l'Himalaya. Io vi consiglio di trovare come guida un vero sherpa (spesso le agenzie vi rifilano gente di pianura), che vi aspetti già a Lukla, in modo da evitare di dover pagare per la vostra guida anche il volo Kathmandu\Lukla.

La famosa TIMS (permesso per fare trekking) potete farla comodamente a Kathmandu nel giro di un'ora, chiedendo presso il vostro hotel di organizzare un taxi che vi porti all'ufficio del turismo (5 minuti in macchina da Thamel)
Il permesso per il Sagarmatha Park lo potete chiedere direttamente al primo check point che troverete lungo il trek per il base camp.

Personalmente ho scelto di affidarmi a una guida indipendente: ora che anche tra gli sherpa internet è molto diffuso, in parecchi si stanno staccando dalle agenzie per lavorare in proprio.
Io mi sono appoggiato a un ragazzo di Lukla... molto simpatico e gentile. Il suo nome è Nima Sherpa, se volete contattarlo questa è la sua mail: nimasherpaboy@gmail.com
Ha 28 anni (2014) ed è una guida autorizzata.

Abbiamo pagato 25 dollari al giorno (18 euro)... considerato che eravamo un gruppo da 3 e abbiamo impiegato 11 giorni a completare il trek, la spesa è stata davvero irrisoria. Nel prezzo sono compresi i suoi pasti e l'alloggio. Vi ricordo che in Nepal la mancia è quasi obbligatoria, quindi considerate di aggiungere qualche decina di euro alla cifra finale.

Vi lascio i link di altri siti dove credo si possano trovare guide indipendenti (non li ho provati personalmente, ma penso siano un buon punto di partenza)

Nepal Independent guide teams!

:::::: NEPAL :: Independent Trekking Guides Cooperative ::::::

Per quanto riguarda i periodi dell'anno in cui effettuare il trekking, le possibilità sono abbastanza varie. La stagione monsonica va da giugno a settembre. Ottobre e Novembre sono i mesi più battuti dai trekkers in quanto molto secchi, l'inverno viene spesso evitato a causa delle basse temperature, da febbraio a aprile la valle del Khumbu torna a popolarsi di turisti vari. Iniziando il trek a fine febbraio e terminando a metà marzo, durante il ritorno il cambiamento sia di clima che di affollamento è stato davvero notevole.




2 – Costi

Durante la mia permanenza 1 euro veniva cambiato a 133\135 rupie nepalesi. E' un ottimo cambio, se pensiamo che pochi anni fa un euro veniva cambiato a 100!

a) Sono partito a fine febbraio per rientrare in Italia a fine marzo. Andata con Air India con scalo a Parigi e New Delhi. Ritorno con Qatar Airways con scalo a Doha. Ho pagato in totale 620 euro.

b) Tra hotel a Kathmandu, pasti, lodge vari... 400 euro per 16\17 giorni. E' tutto MOLTO economico.
Poi certo, se iniziate a ordinare birra in ogni tea house, comprate solo acqua in bottiglia, vi cibate di sneakers e mars... allora il prezzo cambia.
Come tutti sanno, il prezzo dei lodge sale proporzionalmente alla quota. A Gorak Shep, il villaggio alla quota più alta (circa 5100 m), per pranzo+cena+camera+colazione ho pagato poco meno di 30 euro. A Periche (circa 4200 metri) per cena+camera+colazione ho pagato 15 euro. A Pakhding, il primo grande villaggio dopo Lukla, per cena+camera+colazione... meno di 10 euro.

c) Il volo Kathmandu-Lukla andata e ritorno costa circa 240 euro a testa.

d) Il visto nepalese per un mese costa 40 dollari (se non erro). La TIMS costa 20 dollari, il permesso per il Sagarmatha Park 30 dollari.

e) Io per la guida (autorizzata) ho pagato 25 dollari al giorno, da dividere con i compagni di viaggio.

Un altro costo non indifferente è il passaporto, casomai non lo abbiate già preparatevi a sborsare un centinaio di euro.




3- Durata del trek e tappe

Per completare l'Everest base camp trek, abbiamo impiegato 11 giorni.
Il nostro gruppo era formato inizialmente da 3 ragazzi piuttosto allenati tra i 25 e i 28 anni. Non avevamo portatori, ed ognuno di noi aveva tra i 15 e i 20 kg sulle spalle.
Alcune guide (tipo Lonely Planet...) suggeriscono tempi di percorrenza assurdamente lunghi, con tappe giornaliere ridicole (nell'ordine delle 2-3 ore).
Ora: ognuno è responsabile delle sue scelte, e di gente portata via dagli elicotteri per il mal di montagna ne ho vista parecchia, tuttavia a mio parere 11 giorni è un tempo ragionevole per trekkers generici medi. Ovviamente è impossibile sapere a priori come reagirà il nostro corpo all'alta quota, se non abbiamo già fatto esperienze del genere. Se pianifichiamo una percorrenza di 11 giorni, ma accusiamo sintomi da mal di montagna, dobbiamo fermarci e scendere di quota IMMEDIATAMENTE.

Comunque, per farvi un'idea, un gruppo di 4 australiane, di cui una 42enne piuttosto grassottella, ha completato il trek in 11 giorni, lo stesso tempo che abbiamo impiegato noi. L'unica differenza è che loro avevano i portatori e quindi non trasportavano kg extra sulle spalle.

Questa è la pianificazione che abbiamo seguito:

1- Lukla \ Pakding
2- Pakding \ Namche Bazar
3- Acclimatamento a Namche
4- Namche \ Tengboche
5- Tengboche \ Dingboche
6- Acclimatamento a Dingboche
7- Dingboche \ Lobuche
8- Lobuche \ Gorak Shek in mattinata, Everest base camp nel pomeriggio e poi ritorno a Gorak
9- Salita sul Kala Patthar la mattina alle 6, colazione a Gorak e poi discesa fino a Pheriche
10- Pheriche \ Namche Bazar
11- Namche\ Lukla

12- Volo la mattina presto da Lukla a Kathmandu

Nel calcolare la durata complessiva del viaggio, io consiglio di mettere vari giorni cuscinetto (almeno un paio prima e un altro paio dopo il volo per\da Lukla). A causa del vento\condizioni meteo avverse, i voli interni nepalesi vengono cancellati MOLTO SPESSO. Il nostro volo Kathmandu Lukla è stato cancellato per due giorni di fila, e il terzo giorno siamo stati tra i fortunati a riuscire a volare... i voli dopo il nostro sono stati cancellati nuovamente. Potreste considerare sin dall'inizio di andare a Lukla in elicottero (350 dollari solo andata)




4- Meteo

Molte guide turistiche\escursionistiche (stile Lonely Planet) sembrano suggerire che in Nepal piova\nevichi solo durante la stagione monsonica, e che le precipitazioni in febbraio\marzo siano eventi rari.

INSOMMA!!!!

Per quanto in linea di massima le precipitazioni non siano frequenti, aspettatevi neve e pioggia anche in questi mesi. Durante il trek ha nevicato per due notti (Namche e Gorak), mentre ero a Kathmandu ha piovuto almeno altri 3 giorni. In seguito sono stato nel Chitwan (sud del Nepal) dove in 3 giorni ho assistito a un acquazzone pazzesco. Anche a Pokhara, dove sono stato altri 3 giorni, ha piovuto per un intero pomeriggio. Tutto questo a inizio marzo, non fine aprile o maggio. Ho saputo tramite il mio ormai amico Nima Sherpa che anche dopo la mia partenza ha nevicato varie altre volte.
Probabilmente quest'anno è stato particolare, però sappiate che pioggia e neve sono possibilità tutt'altro che remote anche al di fuori della stagione monsonica.

Per quanto riguarda le temperature, iniziando il trek a fine febbraio, non abbiamo mai sofferto il freddo, se non durante la salita del Kala Patthar prima dell'alba, quando vento forte e una temperatura di -20° hanno fatto tornare indietro parecchie persone.
Durante il giorno, invece, non siamo mai scesi sotto lo zero. Sopra i 5000, abbiamo trovato sempre sole e temperatura sui +0\+1
Il vento invece, praticamente onnipresente, è parecchio fastidioso e richiede capi tecnici adeguati.
Fino a Namche, addirittura, durante il giorno c'erano circa 10 gradi. Al ritorno, 10 giorni dopo, la temperatura si era alzata parecchio e di giorno si stava oltre i 15 gradi.
Ovviamente appena il sole tramonta (piuttosto presto) le temperature calano parecchio.
Durante la notte nelle stanze dei Lodge le temperature vanno tranquillamente sotto lo zero. Già a Pakding (la prima notte) il termometro del mio Suunto segnava due gradi. A Lobuche il mio simil camelbak si è ghiacciato in camera e non c'è stato più verso di scongelarlo fino a quando siamo tornati a quote più miti.




5- Equipaggiamento

Vi elenco TUTTO il materiale che mi sono portato, indicando anche modello e marca. Non voglio pubblicizzare nulla... probabilmente esistono scelte migliori. Io in linea di massima mi sono trovato molto bene con tutto quello che ho messo nello zaino. Purtroppo molte di queste cose non sono facilmente reperibili in Italia, io ho comprato varie cose negli Stati Uniti, risparmiando anche parecchi soldi.
Ovviamente per quanto riguarda l'abbigliamento vale la solita “cipolla”... dovendo affrontare temperature molto variabili questo vale più che mai.
Sappiate che a Kathmandu potete trovare prodotti falsi a poco prezzo, ma almeno i capi tecnici vi consiglio di prenderli originali. I prezzi dei prodotti originali mi sono sembrati poco più bassi che in Italia, c'è una buona scelta: a Thamel ci sono gli store monomarca di Salewa, North Face, Black Yak e altri.
Magari potete risparmiare su borracce, bacchette, cuffie varie ecc, ma non è una buona idea comprare del falso goretex per poi scoprire lungo il tragitto che è traspirante quanto un sacco dell'obitorio. In ogni caso, per acquisti dell'ultimo secondo, Namche Bazar ha dei negozi ben forniti (sia roba originale che falsa). A Kathmandu è anche possibile affittare diverse cose: sacchi a pelo, giacche, zaini, scarponi (in pochi negozi, ma lo sconsiglio... quelli che ho visto erano pessimi). L'unica cosa che potrebbe valere la pena affittare sono i sacchi a pelo: inutile spendere 400-500 euro per un buon sacco a pelo invernale se pensiamo di non usarlo mai più. I prezzi per il noleggio sono molto bassi (meno di un euro al giorno).

Ecco la lista di quello che ho portato con me:

Zaino Deuter Air Contact 55+10 (l'ultima versione, mi pare sia parecchio più leggera delle precedenti... 2600g). Promosso a pieni voti. L'ho riempito per bene, taglia perfettamente adatta alle mie esigenze.

Vescica Deuter Streamer da 3 litri. Ottima alternativa al camelbak. Non trasmette all'acqua nessun sapore plasticoso o peggio. MOLTO utile per bere molto più spesso di quanto non si farebbe con una borraccia. L'idratazione è fondamentale per prevenire il mal di montagna.

Borraccia da 1 litro. Più comoda da riempire rispetto a una soluzione simil camelbak, la usavo anche per riempire la vescica stessa.

Bacchette Black Diamond Ultra Distance. Leggere e più robuste di quanto non sembrino. Le bacchette sono fondamentali! Se non ne possedete già un paio, senza bisogno di spendere un sacco di soldi, potete trovarne di molto economiche a Kathmandu (5 dollari). Davvero non capisco chi non le utilizza, o chi le ha al seguito ma le tiene nello zaino.

Scarponi Lowa camino GTX. Soddisfattissimo. Traspiranti, comodi, impermeabili, ottimo grip, robusti. 10 e lode! Non ho portato un secondo paio di scarpe (da ginnastica?) per questioni di spazio e peso. Non ne ho sentito la mancanza comunque. Non ho portato nemmeno ciabatte. A basse temperature non ne vedo l'utilità.

Ghette... marca che preferite. Pensavo di non portarle nemmeno, invece alla fine sono state utili!

Calze: 3 paia di Smartwool phd Outdoor medium. Ho indossato lo stesso paio per una settimana prima di sentire un accenno di puzza. Traspirano e sono rimaste sempre belle asciutte. Costicchiano però.

Sottopantaloni in Lana merino Icebreaker 200. Li ho tenuti sempre addosso. Soddisfatto.

Pantaloni Montura. Li comprai vari anni fa pagandoli uno sproposito, non ho idea di che modello siano. Mai usati prima. Ho avuto la conferma del disprezzo che provo per questo marchio. Poco traspiranti, fortunatamente avevano una bella cerniera laterale (molto cheap) che permetteva di arearli alla vecchia maniera. Si sono pure bucati. Alla fine il loro lavoro l'hanno fatto, ma sono probabilmente l'unico capo che non mi ha soddisfatto granchè.

5 paia di mutande. Chi ha intenzione di pagare un porter sicuramente ne potrà portare anche 20 paia. Comunque... scordatevi di lavarle lungo il trek. Con acqua a 2-3 gradi vi passerà anche la voglia di lavarvi le mani. Tra parentesi non asciugherebbero mai.

Strato base della cipolla: Smartwool Midweight Crew alternato a una maglia in lana merino della solita Icebreaker. Niente di particolare da rilevare, se non l'assenza di puzza per tutto il trek.

Strato intermedio: Patagonia R1 con cappuccio. Un classico! Niente da aggiungere.

Ultimo strato: Mammut Ultimate Hoody. Un'ottima softshell in windstopper a un ottimo prezzo, altro che certa robaccia italo-modaiola @___@ Molto leggera e con tante cerniere per renderla flessibilissima e in grado di adattarsi ai cambiamenti di vento-temperatura

Patagonia R3. Fleece bello pesante, lo tenevo la sera nei lodge con sotto la solita maglia di lana merino. Anche nelle sale comuni “riscaldate” la sera non c'erano mai più di 5 gradi. Non l'ho mai usata durante le fasi attive, comunque me la sono portata anche in vista di un utilizzo come strato intermedio in caso di freddo estremo non preventivato.

North Face Alpine Project Jacket. Leggerissima hard shell (350 g) in Goretex active. L'ho portata soprattutto in caso di pioggia alle basse quote. Non l'ho usata durante il trek, ma a Kathmandu e Pokhara nelle giornate di pioggia.

Cuffia... ho usato una Phenix da sci, ma non è così importante il modello o la marca. L'importante è che sia calda e che la portiate :) Sopra i 4000 la tenevo indossata anche la notte.

Scaldacollo. Io odio avere qualcosa che mi stia attorno al collo e non l'ho portato, ma vi consiglio caldamente di farlo.

Guanti Marmot Men's Windstopper. Ottimi per le temperature del trek. Mi sono portato anche un paio di guanti più pesanti (Hestra in pelle e primaloft) che ho indossato solamente la mattina del Kala Patthar.... ma ho avuto ugualmente parecchio freddo alle mani quel giorno!

Materassino Therm A Rest neo air xtherm. Non l'ho mai usato, ma per quel poco che pesa ho preferito portarlo in caso di lodge con letti particolarmente scomodi\mancanza di posti letto.

Sacco a pelo Western Mountaineering Antelope MF. 10 e lode. Comfort a -15 gradi per 1100 grammi. Anche sotto zero ho dormito sempre con addosso solo: calze, sottopantaloni, maglia in lana e cuffia. Appena entrato in questa fornace fatta di piume bastavano pochi minuti per ritrovarmi in un tepore piacevolissimo e mai troppo esagerato. Non costa poco.

Occhiali da sole. Meglio portarne due, in caso si perdano o rompano lenti varie. Io avevo gli Oakley Half Jacket II con lenti polarizzate classe III più degli Alpina classe IV. Entrambi comodi e leggeri, come non averli. Ottime lenti.

Multituool Leatherman Wave. Sempre utile. L'ho usato soprattutto per togliere e piantare chiodi\viti nelle pareti delle stanze in modo da poter appendere\adattare varie cose.

Caricatore solare Instapark Mercury 10. Se volete caricare le vostre apparecchiature in un lodge, dovrete pagare. Ad alta quota vi possono chiedere fino a 5 dollari all'ora. Ho preferito portarmi un caricatore solare, anche per una questione “etica”. Ha funzionato bene, sono riuscito a caricare sempre Iphone, reader e macchina fotografica. Spesso ho dato una mano anche ai miei compagni di viaggio. Conviene attaccare il pannello allo zaino mentre si marcia, caricando la relativa batteria e poi caricare dalla batteria i vari apparecchi. Questo perchè caricando direttamente iphone e simili, se si va in un zona d'ombra, la carica viene sospesa e non si riattiva a meno di togliere e riconnettere il cavo di alimentazione.

Lampada frontale a Led. Non mi ricordo la marca e modello, ma per i nostri scopi una vale l'altra in linea di massima. Utile più che altro nei lodge perchè a- Spesso una certa ora viene staccata la luce b- Le latrine sono spesso all'esterno degli edifici, quindi si deve uscire al buio.

Macchina fotografica Sony RX100. Leggerissima, fa foto quasi a livello di una reflex.

Ebook reader. La sera c'è poco da fare, un reader tiene la carica per parecchi giorni e pesa molto meno di 2-3 libri.

Orologio Suunto Core, con temperatura e altimetro.

Mappa del trek. Acquistabile per 2 dollari a Kathmandu. Sempre utile, anche se seguiti da una guida.

Potabilizzatore Aquamira. Due soluzioni separate da far reagire insieme 5 minuti prima di mischiarle insieme all'acqua da disinfettare. Non ho avuto problemi intestinali, quindi sono soddisfatto. Con due boccetti molto piccoli si possono trattare oltre 100 litri di acqua. Altra nota positiva è il sapore, non dico gradevole, ma di sicuro non cattivo come altri prodotti simili. Altro acquisto fondamentale, in quota le bottiglie d'acqua costano molto care! In più è sempre meglio evitare di produrre immondizia inutile!

Kit Medico. Bende varie, cerotti vari, nastro di tela, laccio emostatico, coperta termica, disinfettante.

Kit igiene personale. Io ridurrei al minimo...spazzolino, dentifricio e un pezzetto di sapone. Tanto docce sopra Namche non ne farete sicuro. Acqua calda manco a parlarne ovviamente. Portatevi invece un bel mucchio (almeno 200) di salviettine umidificate per poter pulire alla meglio ogni parte del corpo.

Asciugamano in microfibra. Piuttosto piccolo e molto leggero.

Medicine: anti diarroico, tachipirina, iboprufene, diamox (farmaco che aiuta nell'acclimatamento), antibiotico

Varie: Crema solare 25, tappi per orecchie, sali in polvere tipo “energade”, burro cacao, 3 metri di cordino, 2 moschettoni, fischietto, binocolo (opzionale)


Il mio zaino così composto pesava 14\15 kg, a cui sommare circa 3 litri di acqua (tra vescica e borraccia) che disinfettavo la sera e consumavo per intero durante la giornata.
Il mio gruppo era forse l'unico che ho visto senza portatori, tuttavia anche con una quindicina di kg sulle spalle il trek non è niente di sovrumano, per quanto l'alta quota si senta PARECCHIO (fiatone continuo)




5- Kathmandu

Durante il viaggio Italia-Nepal, vi suggerisco di indossare buona parte di quello che userete per il trek: per lo meno scarponi, pantaloni e giacca. In questo modo, in caso vi smarriscano lo zaino in aeroporto, avrete giù una buona base di partenza per ricostituire il vostro equipaggiamento.
Sarò sfigato io, ma perdere il bagaglio non è così raro. Mi è già capitato altre volte, e anche stavolta la compagnia aerea non si è smentita. Noi eravamo in tre, e giustamente sono riusciti a perdere il bagaglio di uno dei miei amici.
Fortunatamente, per modo di dire, il nostro volo per Lukla è stato cancellato più volte e alla fine siamo riusciti a riavere il bagaglio in tempo per il trek (al quarto giorno dall'arrivo).

Se siete al vostro primo impatto con il terzo mondo potreste rimanere un po' spiazzati. Spazzatura ovunque, inquinamento esagerato, traffico selvaggio, gente stravaccata ovunque per terra, animali morti ecc ecc
Tuttavia, contrariamente ad altre città del genere, non mi sono MAI sentito minimamente minacciato, nemmeno la notte nei vicoli più bui. A meno di budget estremamente ridotti (è possibile dormire in ostelli anche per 2\3 euro al giorno) vi consiglio di prenotare a Thamel, il quartiere turistico, dove gli standard (anche igienici) sono più vicini a quelli occidentali. Per una camera tripla con bagno privato e acqua calda abbiamo pagato circa 6 euro a testa, colazione esclusa. La corrente elettrica, come ovunque in Nepal, non è sempre garantita... esistono turnazioni misteriose, quindi tenetene conto. Anche l'acqua calda non è una certezza ovunque. Io ho soggiornato al Great Wall Hotel, e mi sento di consigliarlo. Personale molto disponibile per aiutarvi in tutti i modi, e acqua quasi sempre calda... hanno anche un wifi un po' ballerino, ma ragionevolmente veloce.
Se volete sbizzarrirvi in acquisti particolari sappiate che il prezzo iniziale, se avete la faccia di bronzo, può SEMPRE essere dimezzato con un po' di trattativa. Non credete a chi vi dice “lo sto vendendo in perdita” “questo prezzo te lo faccio solo perché oggi non ho venduto nulla”. Ho acquistato varie cose anche a un quinto del prezzo che mi avevano chiesto all'inizio. Non fidatevi di nessun venditore, tutti cercheranno di propinarvi robaccia a prezzi esagerati – per quanto bassi rispetto a quello a cui ci aspetteremmo. Braccialetti in osso di yak potete averne a 100-150 rupie, Dipinti Mandala a livello master di 28 cm a 55 dollari (ne chiedono 150 o cercano di vendervi roba di bassa qualità allo stesso prezzo), collane con pietre colorate varie sui 400, collane di turchesi 800 (chiedono anche 10 volte tanto), oggettini metallici di artigianato 1000 rupie (per elefantini e dragoni chiedono 3\4 mila). Stessa cosa per i taxi, trattate il prezzo prima... dall'aeroporto a Thamel si può andare con 500 rupie (3.8 euro circa), anche se cercheranno di scucirvi anche il doppio.
In generale non si tratta di fare i pidocchiosi o lottare con povera gente, per quanto mi riguarda è più un discorso di correttezza: puoi essere povero finché vuoi, ma non mi va di pagare qualcosa 10 volte il prezzo che farebbero a un nepalese, solo perché sono un turista.
Ristoranti e locali per la sera ne troverete finché volete a Thamel, per tutti i gusti e le tasche. Volendo potete cavarvela anche con 1 euro a pasto (basta cercare i ristoranti locali, dove mangerete Dal Bath a volontà per meno di 100 rupie)
Per quanto riguarda i posti da visitare, io consiglio Boudhanat (tempio buddhista), Monkey Temple (tempio buddhista), Pashupatinath (il più importante tempio indù in Nepal, famoso per le cremazioni pubbliche). Basta salire su un taxi e dirgli dove volete che vi porti.




6- Volo a Lukla

Come ho già scritto, ho volato con Tara Air, una costola di Yeti Air.
E' possibile prenotare il volo già dall'Italia, o con bonifico internazionale, oppure inviando tramite mail i dati della vostra carta di credito (lo sconsiglio, come regola generale)
Gli aerei decollano la mattina presto, a partire dalle 7 circa. Come ho detto prima, i voli vengono cancellati spesso e volentieri, entrate nell'ottica di idee che avere il volo cancellato anche 2-3 giorni di fila non è così raro. Noi siamo riusciti a partire al terzo tentativo, ma abbiamo rischiato di non partire nemmeno il terzo giorno. Al ritorno, da Lukla a Kathmandu, ci siamo imbarcati senza ulteriori ritardi.
A parte questo, una volta a bordo (a Kathmandu) scegliete i posti di sinistra (guardando la cabina) in modo da poter godere della vista delle montagne. Al ritorno invece posizionatevi a destra.
Se avete la fobia del volo, volare in Nepal potrebbe essere traumatizzante. Gli standard di sicurezza sono molto lontani da quelli europei, tanto che le compagnie nepalesi sono bandite nella UE.
I crash non sono così rari: proprio 15 giorni prima del nostro volo, un aereo da Kathmandu a Pokhara è caduto uccidendo tutti i passeggeri.
Forse potreste pensare di arrivare a Lukla via terra, prendendo un bus fino a Jiri e poi scarpinando (penso bastino 6-7 giorni).




7- Percorso e difficoltà

Ho già elencato le tappe che abbiamo seguito, quindi non mi ripeto :) Per quanto riguarda la difficoltà, è difficile dare un giudizio, in quanto tutto è molto soggettivo. Prima di partire ho letto un tizio che raccontava di piangere a ogni fine tappa, per quanto era stremato. Ma ho anche letto qualcuno (che probabilmente in Nepal non è mai stato) che descriveva il trek come una passeggiata domenicale. Se avete letto Krakauer - che forse esagera un po' – ricorderete che già all'Everest Base Camp erano arrivati malconci, tra tosse, ipossia e dissenteria.
Personalmente ho 28 anni e, per quanto non sia un atleta, mi considero abbastanza allenato e ho un fisico forte. C'è da dire che venivo da un periodo di 8 mesi a 1800 metri (Kabul) quindi forse sono stato un po' facilitato nell'acclimatamento.
Ho completato il trek senza supporto di porters, con circa 16-17 kg in spalla. L'ho trovato impegnativo non tanto per il percorso in sé, quanto per l'alta quota. Se a 2500-3000 metri ci fermavamo giusto per bere o fare qualche foto - e magari facevamo i cazzoni salendo le salite di corsa o altro - a 5000 ci fermavamo spesso e volentieri per riprendere fiato.
Chiariamoci, non è niente di sovrumano: non ho mai percepito quella stanchezza distruttiva che ti fa pensare “ma chi me l'ha fatto fare”, però insomma... serve un minimo di forza di volontà più che altro. Soprattutto capacità di adattamento e positività. Se siete persone lamentose o che si schifano a dormire su letti pieni di peli, o defecare su mucchi enormi di escrementi... lasciate perdere e andate sulle Dolomiti piuttosto :biggrin: Considerate che in tutto questo capiteranno mal di testa vari, tosse con catarro denso... ma ripeto: è questione di morale! Il mio gruppo, per fortuna, era composto da amici con un buon feeling e varie esperienze strambe comuni... abbiamo un approccio alla vita un po' particolare anche per via del lavoro che facciamo. Ci siamo divertiti come dei matti in definitiva!
Tecnicamente, penso lo sappiate tutti, il percorso non presenta nessuna difficoltà, se non il saper rimanere in piedi per non precipitare lungo scarpate mica da ridere :lol:
Ripeto: l'unico vero ostacolo è la quota, non sottovalutatelo però. Se avvertite i sintomi da mal di montagna, sappiate ascoltare il vostro corpo. Se non avete un po' di esperienza di quota per capire quanto vi potete spingere in là, non fate gli eroi: sappiate dire “MI FERMO”. Di gente portata via con gli elicotteri ne ho vista ogni giorno. Io non mi vergogno di ammettere di essermi fermato verso i 3800 m per un mal di testa che iniziava a darmi qualche preoccupazione. Tempo un paio di ore e mi sono sentito pronto per riprendere senza altri problemi per tutto il resto del trek.




8- Lodge and tea houses

La scelta del posto dove dormire l'ho sempre lasciata al mio sherpa, non ho trovato differenze abissali tra un lodge e un altro... anche i prezzi sono abbastanza allineati all'interno dello stesso villaggio.
Come ho detto prima la grossa variante sui prezzi la fa la quota.

Che dire? Sinceramente, da quello che avevo letto in giro, mi aspettavo alloggi molto peggiori di quello che ho trovato.
Per quanto la pulizia lasci un po' a desiderare, le camerette non sono male: in genere è tutto in legno e con spazi molto ristretti per non disperdere il calore. La notte la temperatura in camera si aggirava sugli zero gradi già a Namche, per poi scendere fino a qualche grado sotto zero con l'aumentare della quota. Comunque ho sempre dormito sul morbido e senza troppi spifferi d'aria. Grazie all'ottimo sacco a pelo non ho mai sofferto minimamente il freddo e ho sempre dormito come un sasso.
L'unico spazio riscaldato è la sala comune dove vengono serviti i pasti: in genere c'è una stufa al centro (spesso alimentata con sterco di yak essiccato) e finita la cena ci si dispone il più vicino possibile al fuoco. La temperatura della stanza altrimenti è piuttosto bassa, sui 5 gradi (parlo di alte quote, a Namche si sta oltre i 10).
Acqua corrente l'ho trovata fino a Tengboche, dopo di che troverete bidoni d'acqua... spesso ghiacciati. Meglio lavarsi solo con salviettine e usare un po' di acqua trattata per lavarsi i denti.
Dopo Tengboche i WC sono spesso all'esterno dei lodge. Non essendoci acqua corrente immaginatevi come li potrete trovare... non ho neanche capito bene come li “svuotano”. Attenzione al pavimento, soprattutto la notte, perché è tutto costantemente ricoperto da pisciazza ghiacciata e il rischio di cadere è molto reale. Io ho preferito quasi sempre allontanarmi un 200 metri e fare tutto all'aperto, ci sono molti pascoli di yak dove potete evitare di “inquinare” zone di passaggio.
Salvo malfunzionamenti, praticamente ovunque è disponibile una connessione wi-fi, con prezzi che possono andare dalle 100 rupie a ora (Namche) fino anche a 800. Personalmente non mi sono mai connesso e non ne ho sentito la mancanza.
La corrente nelle camere non è disponibile, ma se dovete caricare qualcosa... basta pagare un tot orario. Anche in questo caso il prezzo sale vertiginosamente al pari con la quota. Potreste arrivare a pagare 10 dollari per caricare un iPhone. Io mi sono attrezzato con il pannellino solare di cui ho parlato nella sezione equipaggiamento.
Penso sia risaputo, comunque sappiate che, se avete una stanza in un lodge, dovrete pranzare-cenare nella stessa struttura. Le stanze infatti costano circa un paio di dollari a testa, e il vero guadagno lo realizzano con la ristorazione.
Il menu è molto poco vario. Riso e verdure (il famoso Dal Bhat) in tutte le salse, zuppe varie, ravioli momo, uova, patate. Sconsiglio di prendere il pollo... l'ho provato in due villaggi diversi, ma era composto al 90% da ossa.




9- Gli Sherpa

Sebbene sherpa sia ormai sinonimo di guida himalayana, in realtà questo nome designa una specifica etnia, anzi “casta” come sottolineano loro. Un tempo questo popolo viveva in Tibet, ma circa 4-5 secoli fa – per motivi ignoti – decisero di abbandonare il paese e trasferirsi nel Nepal orientale, in particolare nella valle del Khumbu. Per quanto descritti spesso come persone molto “sobrie” e dalla morale molto rigida, le cose stanno molto cambiando. Lo stesso Nima Sherpa (nostra guida) ci ha detto che i “nuovi valori” stanno prendendo piede anche tra il popolo delle montagne. Fatto sta che ci aspettavamo una specie di talebano, invece abbiamo trovato un ragazzo di 28 anni come noi, pronto a scherzare e a parlare del più e del meno. Internet e facebook stanno cambiando veramente il mondo!
All'inizio eravamo un po' timorosi di poterlo offendere in qualche modo, ma dopo un paio di giorni ci siamo scatenati con soprannomi (Totò Niima) canzoni (vrei sa pleci daaarrr NIMA NIMA iei, nima nima nima iei ) (i'm a porter... and I'm a sinner!) e scherzi vari.
Beh, più che una guida è stato uno di noi. Ci sentiamo ancora su Facebook e penso che prima o poi ci rivedremo.
Abbiamo stretto amicizia anche con la guida di un altro gruppo (Phurba Sherpa)... un altro simpaticone. La sera ci faceva vedere le foto delle sue presunte fidanzate, della sua presunta moto (ma come mai ci sta sempre sopra qualcun altro?!)... oppure ci parlava di wrestling e cercava di impressionarci facendoci toccare i suoi dorsali e bicipiti (continuava a fare ginnastica in ogni dove)
Poi certo, entrambi erano comunque religiosi e molto rispettosi delle loro tradizioni\superstizioni. Nima era convinto che i Lama vivessero 400 anni, o altre cose che potrebbero far sorridere un occidentale, ma a parte questo ho trovato persone veramente amichevoli e con una mentalità più aperta di quanto mi aspettassi.




10- Conclusione

Non so quanti saranno arrivati a leggere la fine di questa mia guida! Spero di aver dato qualche buona dritta, e di non avervi annoiato troppo. Io a scrivere mi sono divertito :)
Mi sono tornati in mente tanti bellissimi momenti che ora mi appartengono e rimarranno miei per sempre. Se avete dubbi o domande, non esitate!

Io spero di tornare in Nepal tra un paio di anni magari, questa volta mi piacerebbe salire l'Island Peak. Se qualcuno ha in mente di fare qualcosa del genere, o semplicemente ha amato il Nepal come ho fatto io.... mi può aggiungere su Facebook (Elia Pi)

Ciao a tutti! :si:
 
Ciao, ottime spiegazioni! ci sono stato ad ottobre e mi sono ritrovato più o meno in quasi tutte le cose che hai descritto.

Come hai detto è un trekking non difficile tecnicamente ma sopra una certa quota ti stanchi presto e il fiatone è quasi fisso.
Inoltre molto dipende anche dal clima e dalla condizione del sentiero. io ho beccato 3 giorni sotto il diluvio (che ad ottobre doveva essere scongiurato) e la salita a namche è stata difficoltosa, dopo l'hillary bridge non si riusciva a salire per colpa del fango. sopra invece aveva nevicato molto e al nostro arrivo si scivolava molto sul ghiaccio. insomma niente di assurdo ma piccole difficoltà che in quota si amplificano.
le cose che non devono mancare sono un ottimo sacco a pelo (almeno -12 -15 di confort) e ottimi scarponcini.

un unico appunto che mi sento di farti è sul pagare o meno certe cifre proposte dai locali.
Sono un turista, come lo eri te e loro sono persone poverissime, io non me la sentivo di contrattare fino alla morte per risparmare uno o due euro per un taxi o una maglietta.
ovvio che per un nepalese i prezzi sono diversi, ma questo discorso lo faccio in francia o in inghilterra non in un paese del quarto mondo che sopravvive proprio con quello...
a me non cambia la vita a fine vacanza spendere anche 100 euro in più, ma sono consapevole di aver aiutato qualcuno... poi vabbè sono modi diversi di vedere le cose ;)
 
Ottima guida, piena di utili consigli, come quella fatta a suo tempo da nestle. Salvate nei prferiti in attesa di metterle in pratica ;)
 
un unico appunto che mi sento di farti è sul pagare o meno certe cifre proposte dai locali.
Sono un turista, come lo eri te e loro sono persone poverissime, io non me la sentivo di contrattare fino alla morte per risparmare uno o due euro per un taxi o una maglietta.
ovvio che per un nepalese i prezzi sono diversi, ma questo discorso lo faccio in francia o in inghilterra non in un paese del quarto mondo che sopravvive proprio con quello...
a me non cambia la vita a fine vacanza spendere anche 100 euro in più, ma sono consapevole di aver aiutato qualcuno... poi vabbè sono modi diversi di vedere le cose ;)

Hey ciao, eccomi qua!
Da un certo punto di vista posso capire il tuo discorso, però rimango dell'idea che sia meglio pagare il giusto.
A Pokhara sono stato "abbordato" da una signora che mi voleva a vendere a tutti i costi una collana di turchesi. Inizialmente mi aveva chiesto 6000 rupie (45 euro). Visto che non avevo nessuna intenzione di spendere così tanto, e di collane ne avevo già almeno una decina, alla fine gliel'ho comprata per 2500.
Beh, il giorno dopo ho incontrato un vecchietto che mi ha proposto una collana praticamente identica a 800, senza trattative. Quindi, perché avrei dovuto pagare 6000 a una venditrice non molto corretta?

Oppure: a inizio vacanza a un mio amico hanno venduto per 3000 rupie una collana che ho visto poi in vendita a 300. Insomma, non so... io non riesco a strapagare qualcosa che so avere tutt'altro prezzo.

Ho preferito dare cospicue mance alle persone con cui ho stretto un qualche rapporto di amicizia, come ad esempio Nima Sherpa, un altro ragazzo (Sundar) che mi ha guidato nel Chitwan, o ancora altri due ragazzi che lavoravano nell'hotel dove ho passato varie notti a Kathmandu.
Ancora mi scrivono su Facebook! (Come stai? Hai già cenato? ...... giuro!)

Poi conta che ho comprato veramente un sacco di roba :lol: Penso di aver speso circa 500 euro in souvenir trattatissimi... :biggrin::biggrin::biggrin:

Ancora: ci sono persone (ad esempio uno dei due miei amici) che a prezzo pieno non si potrebbero permettere molti degli oggetti in vendita (ad esempio i vari dipinti Mandala)


ciao a tutti :D

(Sono piacentino.... quasi genovese!) :biggrin:
 
Hey ciao, eccomi qua!
ciao a tutti :D

(Sono piacentino.... quasi genovese!) :biggrin:


Ho letto con molto interesse il tuo primo post e avevo già risposto la sera stessa (salvo poi, non so perché, la risposta è andata persa).

La cosa più stravagante che mi aveva colpito era il contrasto tra la "pigrizia" addotta per giustificare un'iscrizione procrastinata per tanto tempo (laddove trattasi di qualche secondo e qualche clic), e la pazienza certosina mostrata sia nell'organizzazione del viaggio sia nella stesura dello stesso resoconto, ossia qualcosa n-mila volte più impegnativo: veramente imperscrutabili, talvolta, i meandri della mente umana !

Per quanto mi riguarda, l'ho letto un po' come si può seguire un programma di Alberto Angela o Licia Colò :biggrin:, cioè con l'interesse che si può provare stando rigorosamente su una sedia - o poltrona - e soprattutto sapendo che non potrà mai essere una cosa del genere a farmi scollare dalla medesima :music:
Credo che occorra una predisposizione caratteriale in termini sia di capacità organizzative sia di elasticità di fronte agli imprevisti, che chi non ce l'ha non se lo può dare, esattamente come il coraggio di Don Abbondio. E attenzione: NON sto parlando della difficoltà sportiva dell'impresa in sé, ma solo e soltanto di quella tutta logistica che le ruota intorno ! Per me la vera montagna da scalare sarebbe proprio tutto ciò che è necessario fare, prima e dopo, "PER" poterla scalare: solo per dirne una, quando ho letto come occorra mettere in conto di farsi smarrire i bagagli, ecco a me una cosa del genere non farebbe dormire la notte e già da sola mi procurerebbe abbastanza fibrillazioni da rovinarmi tutto il resto.

Ma prim'ancora di questo per me la vera questione è a monte: è quella motivazionale. Probabilmente non è una questione di età - la tentazione di pensarlo c'è, ma leggendo dell'australiana 42enne e pure cicciottella evidentemente non è così - però non mi è sfuggito il particolare degli 8 mesi a Kabul da cui eri da poco reduce. Permanenza che - per luogo e durata - non viene proprio da associare a gente comune.

Quello che io non mi ritrovo dentro (al di là delle carenza caratteriali : indecisionismo, mancanza di risolutezza, mancanza di spirito pratico, incapacità organizzative, ecc.) è soprattutto la profonda motivazione interiore, il "sacro fuoco" - chiamiamolo così - che in genere spinge a fare cose come questa.
Ed è la medesima curiosità che di solito mi spinge a chiederlo a chi invece le fa. Di che cosa si tratta ? Dimostrare qualcosa a se stessi ? Oppure agli altri ? Nel caso, che cosa ? E se non è questo, allora da dove sorge la motivazione ? E' solo banale voglia di divertimento, voglia di avventura, fuga dalla routine ?
Ecco, è questo ciò che mi ha sempre incuriosito e che invece non ho mai trovato abbastanza approfondito, a volte addirittura per nulla.

Un saluto.
 
mi hai fatto venire una voglia incredibile ! vorrei sapere per le scarpe sono sufficienti un tipo di pedula da quote medio basse non ramponabili o sono meglio gli scarponi alti con possibilità di ramponarli ?
 
Ultima modifica:
non serve che gli scarponi siano ramponabili (almeno se si resta nell'EBC). ma ti consiglio cmq un buon paio di scarpe alte da trekking da indossare precedentemente in qualche escursione.
dopo aver fatto l'EBC mi sono resto conto che le scarpe sono l'elemento più importante, devi camminare 2 settimane su sentieri scomodi e farlo con il mal di piedi è terribile.
 
Ho fatto selvaggio Blu con i miei vacchi e sani scarponi da trekking leggero Garmont. Una pacchia. Non ho avuto nessun tipo di problema mentre tutti gli altri socid ella comitiva dopo un pò hanno avuto problemi ai piedi. Poi, l'usura delle suole ha imposto un cambiamento. Ho ripreso un altro paio di Garmont. Ma dovrò lavorarmeli.
 
non conosco selvaggio blu, ma secondo me (e ti parlo per esperienza) per l'everest base camp trek servono dei buoni scarponcini alti.

a me sono capitate condizioni meteo (pioggia battente per 3 giorni) che mi hanno portato a camminare dentro torrenti che normalmente non ci sono con l'acqua a metà scarpa o su salite infinite di fango. non so come me la sarei cavata con scarpe da trekking leggero.
in molti si portavano dietro delle scarpe da trekking leggero per stare in paese o per le tappe più "facili". ma ti assicuro che solo ripensare alla salita di namche con il fango senza buoni scarponi è impensabile.
 
non conosco selvaggio blu, ma secondo me (e ti parlo per esperienza) per l'everest base camp trek servono dei buoni scarponcini alti.

a me sono capitate condizioni meteo (pioggia battente per 3 giorni) che mi hanno portato a camminare dentro torrenti che normalmente non ci sono con l'acqua a metà scarpa o su salite infinite di fango. non so come me la sarei cavata con scarpe da trekking leggero.
in molti si portavano dietro delle scarpe da trekking leggero per stare in paese o per le tappe più "facili". ma ti assicuro che solo ripensare alla salita di namche con il fango senza buoni scarponi è impensabile.
appunto la questione per me ora è scarpone da alta montagna (alto fin sopra la caviglia ramponabile) o scarpone da backpacking leggermente più basso e meno rigido. Cmq gli eventi purtroppo condizionano i miei progetti in proposito almeno per un bel pò.
 
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