Incidente sulle tre cime di Lavaredo

L'altro giorno una ragazza di 26 anni è morta assiderata dopo una notte passata in parete sulla Cima Grande delle Tre Cime, non è riuscita a scendere perchè troppo stanca dalla salita.
Personalmente mi spiace tantissimo per lei, ma quanta gente deve morire prima che si capisca che andare in montagna non è la stessa cosa di andare in un parco di divertimenti?
A volte un pò di umiltà salva la vita, se uno non si sente sicuro può evitare, l obbligo quando si scala non è arrivare in cima, ma tornare alla base.
 
Non capisco da cosa si dovrebbe capire che la tipa era andata pensando che fosse un parco giochi.
magari era pure una cordata esperta. Quale via stavano facendo?
 
Non capisco da cosa si dovrebbe capire che la tipa era andata pensando che fosse un parco giochi.
magari era pure una cordata esperta.

Concordo.
Si sta giudicando senza avere le info necessarie: se poi Camminoquandoposso conoscevi la ragazza, sapevi quanto era allenata, la sua esperienza, che era in buona forma fisica e tutto il resto allora il discorso cambia.
 
non la conoscevo,era una turista croata.
Non faccio il valutatore a posteriori, ma se il suo compagno si è trovato in difficoltà nella ricerca di aiuto perché c era neve prob tanto esperti non erano.
non sto polemizzando su loro, ma sulla troppa faciloneria con cui si affrontano certe cose
 
Fare un ragionamento sulla superficialità con cui molti approcciano la montagna prendendo a pretesto la morte di un rocciatore mi pare strumentale. I motivi per cui il tipo non é riuscito a scendere possono essere tanti (un nevaio in questa stagione é roba dura da affrontare se non si ha almeno una piccozzina) e gli elementi per capire che é successo non li abbiamo.
É morta una persona. Quando succede una tragedia così si levano immediatamente gli scudi di improbabili difensori della sicurezza che ogni volta cercano un motivo, una causale all'incidente.
Spesso gli incidenti capitano e basta.
 
Gli elementi per stabilire cosa sia successo con chiarezza non li abbiamo. Anche avendoli tutti, e ammesso che i due abbiano delle responsabilità dirette, non mi sembra il caso di metterli in croce: hanno già pagato. Piuttosto possiamo prendere spunto da questo incidente per riflettere sulle nostre scelte e sulle decisioni che prendiamo e prenderemo. Parlarne può servire a evidenziare di nuovo che in alcune situazioni, prendere le scelte giuste o sbagliate può fare la differenza tra vivere o morire. Leggere le previsioni meteo, con le temperature; la scelta dell'equipaggiamento e di materiali in caso d'emergenza; la decisione di rinunciare alla vetta e rientrare finchè si è in tempo; separarsi o restare insieme...
Chissà se la morte di questa ragazza servirà per salvarne altre?
 
Scusate se posso sembrare cinico, ma cosa si può imparare da questa disavventura? Una radio avrebbe fatto la differenza? Sarebbe stato meglio se lui fosse rimasto con la ragazza, magari provando a riscaldarla (sto ipotizzando)? O così facendo sarebbero morti in due? Io sono inesperto, ma non ci sarebbe stato un modo per aiutarla nella discesa (magari calandola con una corda e un paranco)?
 
Sottoscrivo le affermazioni di Geheris, e aggiungo, quale è il senso di questo post?
Se senti la necessità di redarguirci, a questo punto sto discorso vallo a fare al compagno della ragazza.
Ma sopratutto ci vuoi educare?

Non capisco realmente il senso di sti post.

Ci vuoi far riflettere?

Io rischio più spesso la vita quando mi sposto in città che quando sono in montagna.

Concludo,
ma sulla troppa faciloneria con cui si affrontano certe cose

Scusami tanto, so che non dovrei commentare certi post perché trovo molto fastidioso, l'atteggiamento a chi si erge maestrino, o moralista con le vite degli altri. Gli incidenti capitano, in qualsiasi ambito, se sei fortunato, sopravvivi e impari qualcosa, in altri casi no. E' triste, ma si chiama esperienza. E' triste che una persona sia morta in maniera così sciocca. In maniera insignificante per lei, di sicuro può essere un monito per gli altri, per i vivi, per chi vuole trarne una lezione se lo desidera.
 
Ogni cosa che si fa deve essere fatta con criterio. Non attraversi con un 50 posti l'altopiano della sila attraverso i prati e le mulattiere.
Ma allo stesso modo se devi fare un viaggio molto lungo su strada non lo fai con un fuoristrada estremo modificato .
In ogni categoria ci sono i malati della sicurezza e i kamikaze,e milioni di persone nel mezzo.
Ogni tanto qualcosa va storto ma penso sia tutto nei limiti.
esiste un forum motociclistico nel quale in una sezione si commentano i morti per strada e anche lì ci sono quelli con "se l'è cercata" "ci vanno le protezioni" " ci va il giubbottino da scimmia giallo urina" e altre cose. Quando poi ti senti queste pedanterie da gente con moto da 170 CV che si vanta di fare il tempo sul colle ti viene voglia di tirargli una rosa di palllini nove/zero sul serbatoio.
Io in tutta la mia vita non ho mai scalato nulla con corde,quindi non ho esperienza di ciò ma penso che rientri nella casistica. Inoltre in moto ho sempre portato il posteriore a casa senza ambulanza
 
Nessuno vuole rispondere ai miei quesiti? E' solo curiosità e magari si impara qualcosa.

Ti dico la mia, senza voler pretendere di insegnare niente a nessuno
Imparare dalle esperienze altrui è difficile, a volte non si impara neanche dalle proprie.
Per chi va in montagna e sa andare in montagna, magari non c'è molto da imparare e questo è più un monito, un ricordare certe cose.
Si tende spesso a sottovalutare certi rischi: la quotidianeità e il non avere mai avuto alcun problema purtroppo sono i peggiori nemici.

Sono tanti i piccoli accorgimenti che spesso fanno la differenza: alcuni sono stati detti anche qui.

C'è qualcosa da imparare? Dipende da persona a persona.
Chiedersi se c'è qualcosa da imparare è il primo passo intanto e personalmente credo che ci sia sempre da imparare
 
Non mi andava di farlo notare, ma dal momento che anche altri fraintendono (caprimulgo) , dunque è necessario chiarire, che l'italiano, la logica e la retorica mi impongono di mostrare la palese ipocrisia di una simile affermazione:
non sto polemizzando su loro, ma sulla troppa faciloneria con cui si affrontano certe cose
No, in un discorso sulla faciloneria, la leggerezza, l'imprudenza, l'errato calcolo del rischio, mi prendi ad esempio paradigmatico, l'operato di questa coppia di scalatori, allora si, stai polemizzando, giudicando, traendo conclusioni su di essi.

Quindi vero arcaxxo.

Torniamo al punto di partenza, quale è lo scopo di questo topic?

@FoxtrotCharlie

Sul cosa fare e come in scalata/arrampicata io non so dire nulla, non faccio ne l'una ne l'altra, già solo vedere le foto di certi passaggi mi fa prendere degli strizzoni di ansia alla pancia (so omo che sente de pansa), io sono un camminatore (ecco perché nn sapevo chi fosse denis il kazako).
Però una delle più semplici regole di ogni escursione, anche la più scema, è:
Dire a qualcuno dove si va, e se possibile anche darsi delle reperibilità, questo come base, che tu sia in gruppo o da solo.

Io poi ne ho una tutta mia, a cui cerco di attenermi il più possibile perché così vivo meglio, anche se nn credo sia una regola intrinsecamente giusta (anzi):
Fidarsi del proprio istinto: non me la sento di fare una cosa, allora nn la fo.
 
Ultima modifica:
Non so, ma ho l'impressione, da quello che leggo, ce si scriva di cose di cui non si ha la minima cognizione. Durante una scalata per crearsi un problema insormontabile basta una corda incastrata durante le doppie, aver perso il guscio per una folata di vento, ecc.
Se la ragazza non era in grado di collaborare calarla non sarebbe servito a nulla perchè non avrebbe potuo metterdi in sosta, anzi il compagno si sarebbe creato un problema ancora più grande.
Dalla guida che ho lo spigolo di bona (ma non sono mai stato ad arrampicare là...magari) non é una via tecnicamente dura ma parliamo sempre di 500 metri di dislivello. Non mi viene proprio di giudicare il loro comportamento, non ho mai scalato per tutto quel dislivello e mai alle tre cime. So però che quando si hanno le chiappe appese nel vuoto e si ha un problema é parecchio diverso che scrivere al pc.
 
Ultima modifica:
Ragazzi la mia era curiosità, voglia di imparare (in quanto inesperto) e voglia di capire se sarebbe stato utile attuare qualche "manovra", o comportamento diverso. Col senno di poi, e, ripeto, con gli occhi inesperti; non con la voglia di giudicare o essere saccente. Grazie a tutti coloro che hanno risposto.
 
Però una delle più semplici regole di ogni escursione, anche la più scema, è:
Dire a qualcuno dove si va, e se possibile anche darsi delle reperibilità, questo come base, che tu sia in gruppo o da solo.
E qui io dico la mia. Questa fandonia della reperibilità,dire dove si va nei 44 anni della mia vita è servita SOLO e SOLTANTO a parenti /amici a ROVINARTI le vacanze,perchè di improvviso "stanno male stanno male crepano" (loro non tu) . Ovviamente sempre di domenica,quando non di venerdì sera per non farti manco partire.
E poi quando li vai a trovare sono allegri che sfumazzano . Ahhhh,ecco a cosa serve dire dove vai!.
Quando ero piccolo i parenti hanno rovinato due estati al mare,in quella misera settimana che mia madre poteva permettersi (economicamente parlando) . Per cui ,scusatemi ma io non dirò a nessuno dove vado e non mi portrò manco il telefono. Anzi conto di eliminarlo totalmente entro il 2017. E' anche vero che io non arrampico
 
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