Il titolo è fuorviante, lo so, visto che non ho nulla contro le moto, ma mi volevo confrontare con voi e con gli eventuali motociclisti riguardo a ciò che è accaduto ieri a me ed alla mia compagna.
Partiamo dall'inizio. Siamo usciti poco prima di pranzo con l'idea di andare a raccogliere erbe ed eventualmente qualche frutto del bosco, nello specifico timo serpillo per preparare un liquore, iperico, fragole ed eventualmente qualche fungo. Visto che prima di avviarci per i boschi dovevamo svolgere qualche commissione abbiamo dovuto bypassare il primo step del giro che avevamo pensato, ovvero da casa (Cels, Fraz. di Exilles, in Piemonte) verso Eclause, giretto molto semplice, tranne il primissimo tratto dal paese fino a Case Armeita e zona ottima per raccogliere fragoline selvatiche.
Partiamo quindi da Pramand, proprio all'arrivo del sentiero da Eclause (a pochi minuti di cammino) e ci avviamo per un tratto verso una vecchia strada militare che sale verso il Seguret. Per un buon tratto, prima di trovare l'imbocco di un sentiero che sale verso Milleures, dobbiamo camminare lungo la detta strada incrociando un paio di biker, qualche fuoristrada e qualche moto. Nessun problema, la strada è comune a tutti e c'è rispetto, quando i mezzi a motore ci incrociano rallentano, ci salutiamo e finisce li. Finalmente appena imboccato il sentiero troviamo del timo molto profumato, lungo la strada avevamo raccolto molto iperico, purtroppo però niente fragole, non è zona, ma ci consoliamo con dei funghi leccini, non particolarmente pregiati ma con i quali si può fare un buon sugo. Saliamo per il sentiero e ci concediamo qualche incursione nel bosco, non posso esagerare perché la mia compagna non è troppo abituata ai fuorivia, ma la giornata scorre piacevole e produttiva, l'ambiente è molto bello (se si eccettua il "panorama" su una devastata Salbertrand) e la fauna varia, lepri e cervi, una faina. Dopo circa sei ore di giretti per i bei prati intorno alle rovine di Milleures alta decidiamo per il rientro. Scendiamo il sentiero e torniamo sulla militare, si sentono in lontananza i colpi di gas di alcuni enduristi. Eccoci al fulcro della storia: arrivati all'altezza di una curva cieca ci troviamo davanti una lepre in piena corsa e spaventatissima, ci vede e scarta, subito dopo tra sassi che schizzano contro guard rail e massicciata esce stretto dalla curva un endurista che senza rallentare minimamente mi sfiora e continua per la sua strada. Il mio primo pensiero è per la lepre, sembra la punti, "se la prende" penso, "gli faccio passare un brutto quarto d'ora". Fortunatamente il centauro pensava solo a dar gas e non alla cena. Non faccio in tempo a dire alla mia compagna di stare attenta che dalla curva escono altri 3 enduristi che mi sfiorano, lei è una ventina di metri più indietro, sul tratto dritto, ma i motociclisti non rallentano minimamente anzi, uno scartando passa veramente vicino a Valentina. Mi spavento, lei sta li ferma. Sento altri motori arrivare, sono imbestialito e ho paura che lei si possa fare male, riesco ad attraversare la strada e pormi in una posizione ben in vista ma, penso, servirà a poco visto lo scarso interesse che i 4 motociclisti appena passati...a mali estremi...mi metto ad agitare come una bandierina, inveendo, l'Esee, i motociclisti mi vedono e rallentano, invero decisamente più educati dei loro predecessori. Il tutto è durato pochi, decisamente pessimi minuti. Non passa più nessuno, arriviamo alla macchina e rientriamo.
Personalmente non ho nulla contro chi fa off road, soprattutto se non si inflila per sentieri, ma in un caso come quello appena descritto, dove la strada è sì adatta a scorrazzare in moto, auto e bici, ma è anche segnata CAI e quindi con la possibilità che sia anche frequentata almeno nel primo tratto, da escursionisti a piedi, ritengo davvero da incoscienti dare piena manetta con il rischio di fare e farsi male. Questa volta è andata bene, ma la prossima?
Partiamo dall'inizio. Siamo usciti poco prima di pranzo con l'idea di andare a raccogliere erbe ed eventualmente qualche frutto del bosco, nello specifico timo serpillo per preparare un liquore, iperico, fragole ed eventualmente qualche fungo. Visto che prima di avviarci per i boschi dovevamo svolgere qualche commissione abbiamo dovuto bypassare il primo step del giro che avevamo pensato, ovvero da casa (Cels, Fraz. di Exilles, in Piemonte) verso Eclause, giretto molto semplice, tranne il primissimo tratto dal paese fino a Case Armeita e zona ottima per raccogliere fragoline selvatiche.
Partiamo quindi da Pramand, proprio all'arrivo del sentiero da Eclause (a pochi minuti di cammino) e ci avviamo per un tratto verso una vecchia strada militare che sale verso il Seguret. Per un buon tratto, prima di trovare l'imbocco di un sentiero che sale verso Milleures, dobbiamo camminare lungo la detta strada incrociando un paio di biker, qualche fuoristrada e qualche moto. Nessun problema, la strada è comune a tutti e c'è rispetto, quando i mezzi a motore ci incrociano rallentano, ci salutiamo e finisce li. Finalmente appena imboccato il sentiero troviamo del timo molto profumato, lungo la strada avevamo raccolto molto iperico, purtroppo però niente fragole, non è zona, ma ci consoliamo con dei funghi leccini, non particolarmente pregiati ma con i quali si può fare un buon sugo. Saliamo per il sentiero e ci concediamo qualche incursione nel bosco, non posso esagerare perché la mia compagna non è troppo abituata ai fuorivia, ma la giornata scorre piacevole e produttiva, l'ambiente è molto bello (se si eccettua il "panorama" su una devastata Salbertrand) e la fauna varia, lepri e cervi, una faina. Dopo circa sei ore di giretti per i bei prati intorno alle rovine di Milleures alta decidiamo per il rientro. Scendiamo il sentiero e torniamo sulla militare, si sentono in lontananza i colpi di gas di alcuni enduristi. Eccoci al fulcro della storia: arrivati all'altezza di una curva cieca ci troviamo davanti una lepre in piena corsa e spaventatissima, ci vede e scarta, subito dopo tra sassi che schizzano contro guard rail e massicciata esce stretto dalla curva un endurista che senza rallentare minimamente mi sfiora e continua per la sua strada. Il mio primo pensiero è per la lepre, sembra la punti, "se la prende" penso, "gli faccio passare un brutto quarto d'ora". Fortunatamente il centauro pensava solo a dar gas e non alla cena. Non faccio in tempo a dire alla mia compagna di stare attenta che dalla curva escono altri 3 enduristi che mi sfiorano, lei è una ventina di metri più indietro, sul tratto dritto, ma i motociclisti non rallentano minimamente anzi, uno scartando passa veramente vicino a Valentina. Mi spavento, lei sta li ferma. Sento altri motori arrivare, sono imbestialito e ho paura che lei si possa fare male, riesco ad attraversare la strada e pormi in una posizione ben in vista ma, penso, servirà a poco visto lo scarso interesse che i 4 motociclisti appena passati...a mali estremi...mi metto ad agitare come una bandierina, inveendo, l'Esee, i motociclisti mi vedono e rallentano, invero decisamente più educati dei loro predecessori. Il tutto è durato pochi, decisamente pessimi minuti. Non passa più nessuno, arriviamo alla macchina e rientriamo.
Personalmente non ho nulla contro chi fa off road, soprattutto se non si inflila per sentieri, ma in un caso come quello appena descritto, dove la strada è sì adatta a scorrazzare in moto, auto e bici, ma è anche segnata CAI e quindi con la possibilità che sia anche frequentata almeno nel primo tratto, da escursionisti a piedi, ritengo davvero da incoscienti dare piena manetta con il rischio di fare e farsi male. Questa volta è andata bene, ma la prossima?