Data: 27/07/2014
Regione e provincia: Piemonte - TO
Località di partenza: Pian dei Frati (Rochemolles - Bardonecchia)
Località di arrivo: Pian dei Frati (Rochemolles - Bardonecchia)
Tempo di percorrenza: 8h
Chilometri: ?
Grado di difficoltà: EE
Descrizione delle difficoltà: Esposizione, sfasciumi, roccette, nevai
Periodo consigliato: estate
Segnaletica: buona, tacche bianco-rosse
Dislivello in salita: 1200 circa
Dislivello in discesa: 1200 circa
Quota massima: 3333
Accesso stradale: Dopo Bardonecchia, girare per Rochemolles, passato il paese la strada diventa sterrata si passano il lago di Rochemolles (1960 m), il rifugio Scarfiotti (2160 m), da qui la strada peggiora, ma già primo era uno schifo (si va su, ma se avete una macchina alta è molto meglio), si sale prima al Pian dei Morti e poi al Pian dei Frati (2600 m) ci siamo fermati qua.
Prima di iniziare la descrizione un avvertimento...
!!!ATTENZIONE!!!
Questa escursione si configura come 'furto di vette', se la fate siete perseguibili.
A parte gli scherzi bellissima escursione con Gaijin e Giuliof, sei 3000 in un giorno solo un vero colpo gobbo, ma per niente facile, un continuo sali e scendi che fiacca le gambe e lo spirito.
Descrizione
Siamo partiti dal Pian dei Frati a circa 2600m, dopo un'ora di macchina su un pessimo sterrato da Rochemolles (Bardonecchia), se lo fate assicuratevi di avere una macchina adatta, la giornata è splendida non si vede una nuvola, ma purtroppo peggiorerà.
Seguiamo la sterrata che porta al Colle Sommeiller, a metà del secondo tornante parte il sentiero, inizia in mezzo a pendii erbosi per poi diventare roccioso con sfasciumi, c'è ancora molta neve, dobbiamo attraversare parecchi nevai, ma niente di pericoloso.
Il sentiero sale e l'altitudine si fa' sentire, si sbuca al Passo Settentrionale dei Fourneax a 3137 m.
Qui giriamo verso nord, direzione Sommeiller, ma sulla sinistra a pochi metri dal sentiero c'è la Cima dei Fourneaux (3206 m), è un'occasione troppo ghiotta, facciamo i pochi metri di dislivello e mettiamo nel sacco il 1° 3000 di giornata.
Riprendiamo il sentiero, è abbastanza ripido su sfasciumi, ma niente di proibitivo, dopo circa mezz'ora e 100 metri di dislivello raggiungiamo la vetta: un ometto con un bastone piantato dentro, non importa il Sommeiller è preso (3333 m), e con lui il 2° tremila. Il panorama è stupendo ma iniziano a salire le nuvole.
Giriamo sulla destra (Est) e proseguiamo in cresta, dopo un po' scendiamo di un centinaio di metri e risaliamo verso la Cima d'Ambin (3264 m), non c'è un sentiero vero e proprio, una traccia, in alcuni tratti ci si aiuta con le mani, ma alla fine anche il 3° tremila è nostro. In cima una croce bianca e un bussolotto con il libro di vetta.
Riscendiamo e risaliamo sulla cresta che va' al Sommeiller, da qui tagliamo al Passo Settentrionale dei Fourneax, passando attraverso gli immancabili nevai.
Dal passo si risale e poi si riscende al Passo dei Fourneax Centrale, al Passo dei Fourneax Meridionale e al Passo Galambra, qui seguiamo il sentiero che va al Truc Peyrous (3189 m), il sentiero si perde nei nevai, ma si sale in mezzo agli sfasciumi senza problemi, ormai siamo persi nella nebbia, ma raggiungiamo la croce di vetta, e siamo a 4.
Da qui su una comoda cresta ci dirigiamo verso la Cima del Vallonetto (3216 m), il sentiero è comodo, l'immancabile nevaio, ma vicino alla cima del Vallonetto c'è una cengia su sfasciumi stretta ed esposta, e prima della vetta una breve cresta a strapiombo da entrambe le parti qui mi sono ricordato di soffrire di vertigini, e ho rivisto il mio concetto di esposizione , ma sono passato oltre e anche il Vallonetto ha fatto la fine degli altri, cinque. Ritorniamo indietro a metà cresta tagliamo verso il Galambra, attraversando l'immancabile nevaio, risaliamo tra gli sfasciumi verso il Galambra (3122 m), la punta vera è propria è un piccolo dente lo capiamo in un secondo momento, c'è un sentiero un po' ripido, ma non potevamo lasciarcelo sfuggire: è anche l'ultimo 3000 (il sesto) è nostro.
La fatica è molta, questo continuo saliscendi fiacca le gambe, in più si è sempre sopra i 3000 e l'altitudine si fa' sentire, ma la soddisfazione è tanta: ho fatta più tremila oggi che in tutto il 2013, come detto un vero e proprio furto .
Un sentito ringraziamento ai miei compagni di escursione: Gaijin e Giuliof, per la splendida giornata passata insieme.
E kima?
Purtroppo era a fare il merendero.
Nel prossimo post come al solito le foto, quando riuscirò a caricarle.
Regione e provincia: Piemonte - TO
Località di partenza: Pian dei Frati (Rochemolles - Bardonecchia)
Località di arrivo: Pian dei Frati (Rochemolles - Bardonecchia)
Tempo di percorrenza: 8h
Chilometri: ?
Grado di difficoltà: EE
Descrizione delle difficoltà: Esposizione, sfasciumi, roccette, nevai
Periodo consigliato: estate
Segnaletica: buona, tacche bianco-rosse
Dislivello in salita: 1200 circa
Dislivello in discesa: 1200 circa
Quota massima: 3333
Accesso stradale: Dopo Bardonecchia, girare per Rochemolles, passato il paese la strada diventa sterrata si passano il lago di Rochemolles (1960 m), il rifugio Scarfiotti (2160 m), da qui la strada peggiora, ma già primo era uno schifo (si va su, ma se avete una macchina alta è molto meglio), si sale prima al Pian dei Morti e poi al Pian dei Frati (2600 m) ci siamo fermati qua.
Prima di iniziare la descrizione un avvertimento...
!!!ATTENZIONE!!!
Questa escursione si configura come 'furto di vette', se la fate siete perseguibili.
A parte gli scherzi bellissima escursione con Gaijin e Giuliof, sei 3000 in un giorno solo un vero colpo gobbo, ma per niente facile, un continuo sali e scendi che fiacca le gambe e lo spirito.
Descrizione
Siamo partiti dal Pian dei Frati a circa 2600m, dopo un'ora di macchina su un pessimo sterrato da Rochemolles (Bardonecchia), se lo fate assicuratevi di avere una macchina adatta, la giornata è splendida non si vede una nuvola, ma purtroppo peggiorerà.
Seguiamo la sterrata che porta al Colle Sommeiller, a metà del secondo tornante parte il sentiero, inizia in mezzo a pendii erbosi per poi diventare roccioso con sfasciumi, c'è ancora molta neve, dobbiamo attraversare parecchi nevai, ma niente di pericoloso.
Il sentiero sale e l'altitudine si fa' sentire, si sbuca al Passo Settentrionale dei Fourneax a 3137 m.
Qui giriamo verso nord, direzione Sommeiller, ma sulla sinistra a pochi metri dal sentiero c'è la Cima dei Fourneaux (3206 m), è un'occasione troppo ghiotta, facciamo i pochi metri di dislivello e mettiamo nel sacco il 1° 3000 di giornata.
Riprendiamo il sentiero, è abbastanza ripido su sfasciumi, ma niente di proibitivo, dopo circa mezz'ora e 100 metri di dislivello raggiungiamo la vetta: un ometto con un bastone piantato dentro, non importa il Sommeiller è preso (3333 m), e con lui il 2° tremila. Il panorama è stupendo ma iniziano a salire le nuvole.
Giriamo sulla destra (Est) e proseguiamo in cresta, dopo un po' scendiamo di un centinaio di metri e risaliamo verso la Cima d'Ambin (3264 m), non c'è un sentiero vero e proprio, una traccia, in alcuni tratti ci si aiuta con le mani, ma alla fine anche il 3° tremila è nostro. In cima una croce bianca e un bussolotto con il libro di vetta.
Riscendiamo e risaliamo sulla cresta che va' al Sommeiller, da qui tagliamo al Passo Settentrionale dei Fourneax, passando attraverso gli immancabili nevai.
Dal passo si risale e poi si riscende al Passo dei Fourneax Centrale, al Passo dei Fourneax Meridionale e al Passo Galambra, qui seguiamo il sentiero che va al Truc Peyrous (3189 m), il sentiero si perde nei nevai, ma si sale in mezzo agli sfasciumi senza problemi, ormai siamo persi nella nebbia, ma raggiungiamo la croce di vetta, e siamo a 4.
Da qui su una comoda cresta ci dirigiamo verso la Cima del Vallonetto (3216 m), il sentiero è comodo, l'immancabile nevaio, ma vicino alla cima del Vallonetto c'è una cengia su sfasciumi stretta ed esposta, e prima della vetta una breve cresta a strapiombo da entrambe le parti qui mi sono ricordato di soffrire di vertigini, e ho rivisto il mio concetto di esposizione , ma sono passato oltre e anche il Vallonetto ha fatto la fine degli altri, cinque. Ritorniamo indietro a metà cresta tagliamo verso il Galambra, attraversando l'immancabile nevaio, risaliamo tra gli sfasciumi verso il Galambra (3122 m), la punta vera è propria è un piccolo dente lo capiamo in un secondo momento, c'è un sentiero un po' ripido, ma non potevamo lasciarcelo sfuggire: è anche l'ultimo 3000 (il sesto) è nostro.
La fatica è molta, questo continuo saliscendi fiacca le gambe, in più si è sempre sopra i 3000 e l'altitudine si fa' sentire, ma la soddisfazione è tanta: ho fatta più tremila oggi che in tutto il 2013, come detto un vero e proprio furto .
Un sentito ringraziamento ai miei compagni di escursione: Gaijin e Giuliof, per la splendida giornata passata insieme.
E kima?
Purtroppo era a fare il merendero.
Nel prossimo post come al solito le foto, quando riuscirò a caricarle.
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