La natura mi dà quel che mi toglie la città
Filastrocche a parte credo che siano stati pochi i giorni della mia vita in cui una montagna non sia stato il mio orizzonte. Questo mi ha portato a confondere spesso la Natura con la Montagna ma vi giuro che è come parlare della mamma
La mia vita trascorsa in paese aveva ed ha come sfondo le montagne e gli anni passati a L'Aquila avevano come sfondo altre montagne cui mi ero affezionato parecchio.
Forse perché sono le prime (le montagne) che mi reintegrano in un mondo lento. Dalle montagne vedevo e vivevo il trascorrere delle stagioni. La notte, piene di neve, illuminavano di azzurro l'orizzonte sotto la luna piena e di giorno, d'estate, si guadagnavano la mia invidia nel fresco all'ombra del loro manto di alberi.
Ma se la montagna lontana copre la mia vista come una calda coperta sono i boschi che più di tutte le bellezze della natura amo e che mi liberano, anche per poche ore, di tutte le corde di violino tra me e il mondo che corre.
Mi sembra di essere ospite ben accetto (a volte magari no
) di un mondo che ha delle regole diverse. Il bosco o parte di esso dopo un po diventa come una casa.
Le pinete mi danno un fresco refrigerio ombroso nelle giornate torride con i loro rami alti fitti e profumati mentre le querce mi proiettano in un mondo antico e ancestrale nei loro ruvidi, screpolati e secolari corpi, arruffate nella chioma e dall'odore forte e acre. I faggi poi, sono eleganti, profumati, forti e puliti nel sottobosco.
Il bosco mi da pace, emozioni e benessere ogni qual volta conosco qualcosa di più delle abitudini degli animali e della vita delle piante che lo abitano.
L'ho sempre detto che non sono uno che macina i chilometri, anzi, più che altro vado dove mi "ricarico" (come avete gia detto) e resto lì ad osservare, ascoltare, respirare perché ho tutto il tempo ascoltare, osservare, respirare e anche gustare
W LA NATURA