- Parchi d'Abruzzo
-
- Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga
Data: 19 luglio 2016
Regione e provincia: Abruzzo, Teramo
Località di partenza: Prato Selva
Località di arrivo: Prato Selva
Tempo di percorrenza: ...
Chilometri: circa 20 a/r
Grado di difficoltà: E il primo tratto ed EE il secondo
Descrizione delle difficoltà: nessuna difficoltà (E) fino al fosso del Monte, poi traccia sempre piuttosto stretta ed esposta, poco o affatto segnato e spesso di difficile interpretazione. Non vi sono difficoltà tecniche particolari (un paio di roccette che sono meno di un primo grado) ma è un sentiero tutt'altro che banale.
Periodo consigliato: mia riflessione: rigorosamente con il bel tempo
Segnaletica: scarsa, vecchio CAI (giallo/rossi) che spariscono nella zona in cui sarebbero più necessari...
Dislivello in salita: da Prato Selva (circa 1300) per colle Abetone (circa 1700) si scende poi al fosso del Monte (circa 1500) per poi risalire (a circa 2000) e riscendere di poco (circa 1900) nella conca di Capovelle
Dislivello in discesa: leggasi al contrario quello che scritto sopra..
Quota massima: il GPS segna 2023
Accesso stradale: dalla SS80 delle Capannelle (Teramo-L'Aquila) seguire le indicazioni per Prato Selva
traccia GPS della sola andata su mappa:
Descrizione
E' da tempo che desidero visitare la valle del Venacquaro, da quando la osservai sulla sella di Pizzo Cefalone, così isolata e ammaliante.
Percorsi la bellissima cresta sino alla sella dei Grilli, al cospetto del Pizzo di Intermesoli e la valle era sotto di me, il richiamo era forte, ma la nostra direzione era opposta quel giorno (la Val Maone). Si presenta l'occasione di una incursione nella valle con un bel giro ad anello, tra l'altro si toccheranno altre zone che vorrei calpestare in cerca "visiva" di sentieri alternativi per altri giri che ho in mente... ma dall'inizio del mese un risentimento al polpaccio non mi molla. Il dolore è spesso forte, il giro previsto sarà lungo e con saliscendi importanti: mio malgrado devo declinare l'invito per evitare di condizionare il gruppo.
Però di stare a casa proprio non ne ho voglia (anche se forse dovrei, il riposo sarebbe indicato se questo è uno strappo muscolare....) quindi chiamo un amico e gli propongo un'incursione nel Venacquaro da Prato Selva. partire di buon mattino dagli impianti della stazione sciistica arrivare - via fosso del Monte - alla fonte del Venacquaro, bere un po' e tornare per pranzo al rifugio del Monte.. ma il mio amico non riesce a liberarsi dal lavoro, sono da solo, con un polpaccio acciaccato ma non posso stare fermo.
Allora "ripiego" sulla più vicina conca di Capovelle, circo glaciale alle pendici del Corvo che mi ha sempre attratto, stessa partenza e stessa ipotesi per pranzo (il rifugio del Monte). Sono solo e quindi potrò fare la mia andatura, fermarmi e tornare indietro senza condizionare alcuno.
Parto quindi da Prato Selva non prestissimo, il sentiero segue per il primo tratto i piloni della seggiovia, cerco più che altro di stare sotto gli alberi perchè il caldo inizia a farsi sentire... circa un'ora e venti e sono al rifugio del Monte, il polpaccio mi condiziona un po' nei movimenti ma riesco a procedere senza grossi problemi poggiando il piede in maniera da non sentire dolore.. farò più fatica del solito, io che non son certo iron man..
Arnaldo (il gestore del rifugio) mi aspettava, lo avevo avvisato della visita e del pranzo lì... scambiamo due chiacchiere sul sentiero che mi appresto a fare, mi ripete che non è difficile ma lo definisce "non banale" e che la traccia spesso si perde, soprattutto al ritorno sarà un po' ostico in un paio di punti (in effetti). Gli faccio vedere i tempi che ho calcolato a casa tra km e dislivelli e lui concorda anche se è più ottimista: io invece mi conosco ed alla fine appurerò che li avevo calcolati bene..
comunque dal rifugio osservo il fosso del Monte alle pendici del Corvo, ed è sempre affascinante... la mia traccia è appena visibile a sinistra sopra il boschetto (boschetto si fa per dire, guardate la terzultima foto): partiamo su..
Guadagnato il colle sopra il bosco, già capisco che la pendenza a sinistra e l'esposizione saranno importanti, pizzo Intermesoli visto da qui è davvero maestoso... e fa caldo...
uno sguardo indietro, il paesaggio è radicalmente diverso, il rifugio ancora si vede tra i massi del fosso del Monte.
Mi addentro e la pendenza a sinistra non molla per niente, la traccia è sottile, ma gli scenari splendidi
A volte delle rocce proteggono un po', fornendo affacci più rassicuranti
mentre dalla parte opposta il Corvo quasi non sembra lui, e qualche bollo indica un sentiero che diversamente sarebbe spesso poco decifrabile
ma continuo ad addentrarmi tra queste due vette e sotto nella gola, l'inizio del Venacquaro si intravede la brulla traccia del sentiero che parte dal borgo di Intermesoli.
Fa caldo, devo fare una sosta.. anche perchè il balcone merita
inizio a fare fatica a decifrare il sentiero, i bolli sono spariti, so in che direzione andare ma devo ponderare bene l'esposizione e la pendenza a valle, in questo preferisco le rocce all'erba anche se sono rocce davvero marce che ti restano in mano quindi vanno sempre sondate bene.
aggiro l'ennesima "spalla" del Corvo ed inizio ad intravedere la conca di Capovelle.. che meraviglia
Sono piuttosto stanco, la salita non è stata agevole e la gamba mi condiziona un po' (mi fa solo fare più fatica ma non rischio nulla, diversamente sarei tornato indietro) su un terreno che è sempre in pendenza e senza alcuna traccia da seguire
Mi piacerebbe attraversare la valle per fotografare la conca dalla parte opposta, ma guardo cosa mi aspetterebbe, tutt'altro che una autostrada la conca... stimo almeno una ventina di minuti e quindi tra fotografie ed il resto ci metterei un'ora ad andare e tornare. Decido che per oggi va bene così.
Inizio a tornare indietro, il sentiero non esiste perchè l'ho perso da tempo allora provo a regolarmi con dei massi che avevo tenuto a mente all'andata.. ma ovviamente mi sbaglio... però il panorama è splendido ora che il sole è più favorevole all'inquadratura verso l'Intermesoli
Finalmente vedo la traccia, la riprendo (ero più alto del dovuto) e nonostante sia spesso poco agevole, mi sento rincuorato e mi godo la vista.
E' un ambiente davvero selvaggio ed ipnotico
Riconosco la strada appena fatta, ora, e dopo un po' scorgo il rifugio del Monte: non sono vicinissimo, ma la vista è corroborante.
ora la traccia è davvero "evidente"....
E per le 14.30 circa (diciamo in orario) sono al rifugio, Arnaldo è intento a preparare, mezze maniche con spinaci selvatici (orapi) e funghi tutti colti in loco: piatto a metri zero come dice lui!
La birrozza poi scende che è una meraviglia, restiamo un po' a parlare anche del percorso, di montagne, di uomini e torniamo a Prato Selva insieme che è sempre piacevole: il polpaccio mi duole, l'ho sforzato forse troppo e me la farà pagare... non so se ne è valsa la pena, non so quando potrò tornare in montagna, ma a casa non potevo restare.
Saluti!
Regione e provincia: Abruzzo, Teramo
Località di partenza: Prato Selva
Località di arrivo: Prato Selva
Tempo di percorrenza: ...
Chilometri: circa 20 a/r
Grado di difficoltà: E il primo tratto ed EE il secondo
Descrizione delle difficoltà: nessuna difficoltà (E) fino al fosso del Monte, poi traccia sempre piuttosto stretta ed esposta, poco o affatto segnato e spesso di difficile interpretazione. Non vi sono difficoltà tecniche particolari (un paio di roccette che sono meno di un primo grado) ma è un sentiero tutt'altro che banale.
Periodo consigliato: mia riflessione: rigorosamente con il bel tempo
Segnaletica: scarsa, vecchio CAI (giallo/rossi) che spariscono nella zona in cui sarebbero più necessari...
Dislivello in salita: da Prato Selva (circa 1300) per colle Abetone (circa 1700) si scende poi al fosso del Monte (circa 1500) per poi risalire (a circa 2000) e riscendere di poco (circa 1900) nella conca di Capovelle
Dislivello in discesa: leggasi al contrario quello che scritto sopra..
Quota massima: il GPS segna 2023
Accesso stradale: dalla SS80 delle Capannelle (Teramo-L'Aquila) seguire le indicazioni per Prato Selva
traccia GPS della sola andata su mappa:
Descrizione
E' da tempo che desidero visitare la valle del Venacquaro, da quando la osservai sulla sella di Pizzo Cefalone, così isolata e ammaliante.
Percorsi la bellissima cresta sino alla sella dei Grilli, al cospetto del Pizzo di Intermesoli e la valle era sotto di me, il richiamo era forte, ma la nostra direzione era opposta quel giorno (la Val Maone). Si presenta l'occasione di una incursione nella valle con un bel giro ad anello, tra l'altro si toccheranno altre zone che vorrei calpestare in cerca "visiva" di sentieri alternativi per altri giri che ho in mente... ma dall'inizio del mese un risentimento al polpaccio non mi molla. Il dolore è spesso forte, il giro previsto sarà lungo e con saliscendi importanti: mio malgrado devo declinare l'invito per evitare di condizionare il gruppo.
Però di stare a casa proprio non ne ho voglia (anche se forse dovrei, il riposo sarebbe indicato se questo è uno strappo muscolare....) quindi chiamo un amico e gli propongo un'incursione nel Venacquaro da Prato Selva. partire di buon mattino dagli impianti della stazione sciistica arrivare - via fosso del Monte - alla fonte del Venacquaro, bere un po' e tornare per pranzo al rifugio del Monte.. ma il mio amico non riesce a liberarsi dal lavoro, sono da solo, con un polpaccio acciaccato ma non posso stare fermo.
Allora "ripiego" sulla più vicina conca di Capovelle, circo glaciale alle pendici del Corvo che mi ha sempre attratto, stessa partenza e stessa ipotesi per pranzo (il rifugio del Monte). Sono solo e quindi potrò fare la mia andatura, fermarmi e tornare indietro senza condizionare alcuno.
Parto quindi da Prato Selva non prestissimo, il sentiero segue per il primo tratto i piloni della seggiovia, cerco più che altro di stare sotto gli alberi perchè il caldo inizia a farsi sentire... circa un'ora e venti e sono al rifugio del Monte, il polpaccio mi condiziona un po' nei movimenti ma riesco a procedere senza grossi problemi poggiando il piede in maniera da non sentire dolore.. farò più fatica del solito, io che non son certo iron man..
Arnaldo (il gestore del rifugio) mi aspettava, lo avevo avvisato della visita e del pranzo lì... scambiamo due chiacchiere sul sentiero che mi appresto a fare, mi ripete che non è difficile ma lo definisce "non banale" e che la traccia spesso si perde, soprattutto al ritorno sarà un po' ostico in un paio di punti (in effetti). Gli faccio vedere i tempi che ho calcolato a casa tra km e dislivelli e lui concorda anche se è più ottimista: io invece mi conosco ed alla fine appurerò che li avevo calcolati bene..
comunque dal rifugio osservo il fosso del Monte alle pendici del Corvo, ed è sempre affascinante... la mia traccia è appena visibile a sinistra sopra il boschetto (boschetto si fa per dire, guardate la terzultima foto): partiamo su..
Guadagnato il colle sopra il bosco, già capisco che la pendenza a sinistra e l'esposizione saranno importanti, pizzo Intermesoli visto da qui è davvero maestoso... e fa caldo...
uno sguardo indietro, il paesaggio è radicalmente diverso, il rifugio ancora si vede tra i massi del fosso del Monte.
Mi addentro e la pendenza a sinistra non molla per niente, la traccia è sottile, ma gli scenari splendidi
A volte delle rocce proteggono un po', fornendo affacci più rassicuranti
mentre dalla parte opposta il Corvo quasi non sembra lui, e qualche bollo indica un sentiero che diversamente sarebbe spesso poco decifrabile
ma continuo ad addentrarmi tra queste due vette e sotto nella gola, l'inizio del Venacquaro si intravede la brulla traccia del sentiero che parte dal borgo di Intermesoli.
Fa caldo, devo fare una sosta.. anche perchè il balcone merita
inizio a fare fatica a decifrare il sentiero, i bolli sono spariti, so in che direzione andare ma devo ponderare bene l'esposizione e la pendenza a valle, in questo preferisco le rocce all'erba anche se sono rocce davvero marce che ti restano in mano quindi vanno sempre sondate bene.
aggiro l'ennesima "spalla" del Corvo ed inizio ad intravedere la conca di Capovelle.. che meraviglia
Sono piuttosto stanco, la salita non è stata agevole e la gamba mi condiziona un po' (mi fa solo fare più fatica ma non rischio nulla, diversamente sarei tornato indietro) su un terreno che è sempre in pendenza e senza alcuna traccia da seguire
Mi piacerebbe attraversare la valle per fotografare la conca dalla parte opposta, ma guardo cosa mi aspetterebbe, tutt'altro che una autostrada la conca... stimo almeno una ventina di minuti e quindi tra fotografie ed il resto ci metterei un'ora ad andare e tornare. Decido che per oggi va bene così.
Inizio a tornare indietro, il sentiero non esiste perchè l'ho perso da tempo allora provo a regolarmi con dei massi che avevo tenuto a mente all'andata.. ma ovviamente mi sbaglio... però il panorama è splendido ora che il sole è più favorevole all'inquadratura verso l'Intermesoli
Finalmente vedo la traccia, la riprendo (ero più alto del dovuto) e nonostante sia spesso poco agevole, mi sento rincuorato e mi godo la vista.
E' un ambiente davvero selvaggio ed ipnotico
Riconosco la strada appena fatta, ora, e dopo un po' scorgo il rifugio del Monte: non sono vicinissimo, ma la vista è corroborante.
ora la traccia è davvero "evidente"....
E per le 14.30 circa (diciamo in orario) sono al rifugio, Arnaldo è intento a preparare, mezze maniche con spinaci selvatici (orapi) e funghi tutti colti in loco: piatto a metri zero come dice lui!
La birrozza poi scende che è una meraviglia, restiamo un po' a parlare anche del percorso, di montagne, di uomini e torniamo a Prato Selva insieme che è sempre piacevole: il polpaccio mi duole, l'ho sforzato forse troppo e me la farà pagare... non so se ne è valsa la pena, non so quando potrò tornare in montagna, ma a casa non potevo restare.
Saluti!
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