Dati
Data: 03/08/2016
Regione e provincia: Piemonte -TO
Località di partenza: Pian della Mussa (1.805 m)
Località di arrivo: Pian della Mussa (1.805 m)
Tempo di percorrenza: 5 + 3 ore
Chilometri: 17
Grado di difficoltà: F
Descrizione delle difficoltà: passaggi di I, ghiacciai
Periodo consigliato: estate
Segnaletica:tacche bianco-rosse, arancioni, ometti
Dislivello in salita: 1.900 m
Dislivello in discesa: 1.900 m
Quota massima: 3.676 m
Accesso stradale: SP1 superato Balme lasciare la macchina a Pian della Mussa, ricordrsi i 3€ del parcheggio (non da' resto).
Descrizione
Eccoci qua, dopo qualche rinvio finalmente diamo l'assalto alla Ciamarella , il dislivello incute timore, ma pensiamo di essere pronti, il meteo è previsto favorevole fino alle 11 e poi in peggioramento.
Decidiamo con il buon @kima di iniziare presto alla 4:45 partiamo da Torino, lasciamo la macchina a Pian della della Mussa (1.805 m), poco prima del tornante per il rifugio, ricordarsi di pagare il parcheggio (3€).
Alle 6 iniziamo a camminare, la Ciamarella è la che ci osserva nel chiarore dell'aurora.
Prendiamo la sterrata e superiore il rio sul ponte ed inizia il sentiero 222, non punta verso la Ciamarella, ma sulla parete a sinistra, in mezzo agli alberi si inizia a salire.
Superato questo primo tratto, raggiungiamo il pian dei Morti (2.200 metri).
Intanto finalmente compare il sole.
Il panorama cambia ci troviamo in mezzo ad ampi pratoni, troviamo un bivio a sx il sentiero 222 per il Rifugio Gastaldi, a destra il 223 verso pian Gias, andiamo a destra il sentiero inizialmente è una traccia, poi diventerà più evidente.
Il kima sente l'importanza della cima , per migliorare le performance decide di fare una pausa alleggerimento, dopo andrà molto più veloce
Finita la pausa si continua a salire in mezzo ai pratoni, che pian piano lasciano il posto alle pietraie e intanto all'orizzonte spunta il ghiacciaio.
Continuiamo in mezzo alle pietraie
Raggiungiamo Pian Gias (2.600 m), e arriva il momento di guadare il mitico torrente.
Le relazioni la descrivono come un'impresa epica, ma al momento sembra abbastanza semplice e in prossimità del masso con il cartello, lo guadiamo agevolmente... il ritorno non sarà così
Qui sbagliamo strada , strano non succede mai.
invece che costeggiare il nevaio, ci stacchiamo sulla destra e seguiamo un ripido sentiero tra sfasciumi e pietrai identificato da ometti di pietra.
C'è anche un tratto di roccette, abbastanza agevole, direi escursionistico, e in lontananza appare uno stambecco.
Continuiamo a salire e finalmente raggiungiamo il ghiacciaio (3.200 metri).
Superiamo due bei laghetti di acqua di fusione
Arriviamo all'attacco del ghiacciaio, sulla destra dopo il ghiacciaio, la traccia verso la vetta.
Mettiamo i ramponi e attraversiamo il ghiacciaio.
In realtà è messo parecchio male, poca neve nuova, ghiaccio nero ricoperto da ciotoli e sabbia, rivoli di acqua lo attraversano e scavano pseudo crepacci.
Superato il ghiacciaio, arriviamo all'attacco della traccia.
Incontriamo uno stambecco piscione.
Saliamo tra sfasciumi franosi, terribili, e inizia un lungo traverso che sale deciso
Finito il traverso si gira a destra e si sale verso il nevaio, tra sfasciumi e rocce scivolosissime. Rischio di farmi una bella scivolata più di una volta.
Appare finalmente il nevaio, all'inizio decidiamo di non prenderlo e stiamo sulla destra.
Raggiungiamo la cresta, qualche passaggio di II, ma non sappiamo come sarà oltre, decidiamo di tornare al nevaio. Rimettiamo i ramponi.
Sulla sx più ghiaccio che neve, sulla destra un po' più neve che tiene discretamente, io passo a sx, kima a dx.
Superato il ghiacciaio appare la vetta.
Superiamo gli ultimi tratti del sentiero con i ramponi e dopo 5h siamo finalmente in vetta.
Un busto di Don Bosco e una Madonnina ci attendono.
Il meteo ha retto ma inizia a guastarsi verso la Val d'Ala da cui salgono minacciose nubi.
Sopraggiunge la nebbia e scendiamo un po' per gustarci il pasto e poi torniamo per la via.
Magnifica gita, in un'ambiente meraviglioso e selvaggio, molto variegato con tutte le componenti: pratoni, pietraie, roccette, sfasciumi, ghiacciai, nevai, incredibile. Il tutto con il buon @kima.
Il dislivello è veramente impegnativo, non si arriva mai, ma abbiamo retto bene; l'unica cosa la discesa: infinita.
.... e il guado?
Al ritorno il livello del torrente si è alzato parecchio e il guado era tutt'altro che agevole, dopo un po' di ravanamento, abbiamo deciso di toglierci gli scarponi e passare a piedi nudi, dire che l'acqua era fredda è poco
Data: 03/08/2016
Regione e provincia: Piemonte -TO
Località di partenza: Pian della Mussa (1.805 m)
Località di arrivo: Pian della Mussa (1.805 m)
Tempo di percorrenza: 5 + 3 ore
Chilometri: 17
Grado di difficoltà: F
Descrizione delle difficoltà: passaggi di I, ghiacciai
Periodo consigliato: estate
Segnaletica:tacche bianco-rosse, arancioni, ometti
Dislivello in salita: 1.900 m
Dislivello in discesa: 1.900 m
Quota massima: 3.676 m
Accesso stradale: SP1 superato Balme lasciare la macchina a Pian della Mussa, ricordrsi i 3€ del parcheggio (non da' resto).
Descrizione
Eccoci qua, dopo qualche rinvio finalmente diamo l'assalto alla Ciamarella , il dislivello incute timore, ma pensiamo di essere pronti, il meteo è previsto favorevole fino alle 11 e poi in peggioramento.
Decidiamo con il buon @kima di iniziare presto alla 4:45 partiamo da Torino, lasciamo la macchina a Pian della della Mussa (1.805 m), poco prima del tornante per il rifugio, ricordarsi di pagare il parcheggio (3€).
Alle 6 iniziamo a camminare, la Ciamarella è la che ci osserva nel chiarore dell'aurora.
Prendiamo la sterrata e superiore il rio sul ponte ed inizia il sentiero 222, non punta verso la Ciamarella, ma sulla parete a sinistra, in mezzo agli alberi si inizia a salire.
Superato questo primo tratto, raggiungiamo il pian dei Morti (2.200 metri).
Intanto finalmente compare il sole.
Il panorama cambia ci troviamo in mezzo ad ampi pratoni, troviamo un bivio a sx il sentiero 222 per il Rifugio Gastaldi, a destra il 223 verso pian Gias, andiamo a destra il sentiero inizialmente è una traccia, poi diventerà più evidente.
Finita la pausa si continua a salire in mezzo ai pratoni, che pian piano lasciano il posto alle pietraie e intanto all'orizzonte spunta il ghiacciaio.
Continuiamo in mezzo alle pietraie
Raggiungiamo Pian Gias (2.600 m), e arriva il momento di guadare il mitico torrente.
invece che costeggiare il nevaio, ci stacchiamo sulla destra e seguiamo un ripido sentiero tra sfasciumi e pietrai identificato da ometti di pietra.
C'è anche un tratto di roccette, abbastanza agevole, direi escursionistico, e in lontananza appare uno stambecco.
Superiamo due bei laghetti di acqua di fusione
Arriviamo all'attacco del ghiacciaio, sulla destra dopo il ghiacciaio, la traccia verso la vetta.
Mettiamo i ramponi e attraversiamo il ghiacciaio.
In realtà è messo parecchio male, poca neve nuova, ghiaccio nero ricoperto da ciotoli e sabbia, rivoli di acqua lo attraversano e scavano pseudo crepacci.
Superato il ghiacciaio, arriviamo all'attacco della traccia.
Finito il traverso si gira a destra e si sale verso il nevaio, tra sfasciumi e rocce scivolosissime. Rischio di farmi una bella scivolata più di una volta.
Raggiungiamo la cresta, qualche passaggio di II, ma non sappiamo come sarà oltre, decidiamo di tornare al nevaio. Rimettiamo i ramponi.
Superato il ghiacciaio appare la vetta.
Superiamo gli ultimi tratti del sentiero con i ramponi e dopo 5h siamo finalmente in vetta.
Un busto di Don Bosco e una Madonnina ci attendono.
Il meteo ha retto ma inizia a guastarsi verso la Val d'Ala da cui salgono minacciose nubi.
Sopraggiunge la nebbia e scendiamo un po' per gustarci il pasto e poi torniamo per la via.
Magnifica gita, in un'ambiente meraviglioso e selvaggio, molto variegato con tutte le componenti: pratoni, pietraie, roccette, sfasciumi, ghiacciai, nevai, incredibile. Il tutto con il buon @kima.
Il dislivello è veramente impegnativo, non si arriva mai, ma abbiamo retto bene; l'unica cosa la discesa: infinita.
.... e il guado?
Al ritorno il livello del torrente si è alzato parecchio e il guado era tutt'altro che agevole, dopo un po' di ravanamento, abbiamo deciso di toglierci gli scarponi e passare a piedi nudi, dire che l'acqua era fredda è poco
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