Escursione Mainarde

Parchi del Lazio
  1. Parco Nazionale d'Abruzzo Lazio e Molise
Dati
Data: 29 Marzo 2017
Regione e provincia: Al confine tra Lazio, Abruzzo e Molise.
Località di partenza: Prato di Mezzo, Picinisco (FR)
Località di arrivo: Idem
Tempo di percorrenza: 8h 26'
Chilometri: 21.9
Grado di difficoltà: EEA
Descrizione delle difficoltà: Escursione di grande impegno fisico dovuto a lunghezza, dislivello, difficoltà dovute all'ambiente innevato e dai tratti fuori sentiero. Ulteriore difficoltà nella discesa e poi risalita alla cima Campiglione, avvenuta per un canale per niente agevole.
Periodo consigliato: Sempre
Segnaletica: Buona nei tratti che coincidono con i sentieri ufficiali del Parco.
Dislivello in salita: 1800 m
Quota massima: La Meta (2242 m)
Altre quote: La Metuccia (2102 m), la quota senza nome 2161 m, M. a Mare (2160 m), cima Campiglione (2014 m), Coste dell'Altare (2075 m), Cappello del Prete (2013 m)
Accesso stradale: Percorrendo la SS 690 Avezzano-Sora-Cassino, si esce ad Atina e poi si seguono le indicazioni per Picinisco. Da qui, dopo 12 km di tornanti si giunge al Prato di Mezzo (1400 m).

Descrizione
Avevo visto le Mainarde solo da lontano e da tempo le avevo collocate nella mia lista della spesa. Chiaramente le difficoltà logistiche connesse alla lontananza da casa mi hanno fatto rimandare più volte una visita in questo comprensorio, ma il pallino mi è rimasto ed alla fine ho potuto realizzare un giro di ampio respiro che mi ha consentito di conoscere e apprezzare una buona parte di questo territorio, tra i più ameni e suggestivi di tutto l'Appennino.
L'inizio di questa strepitosa escursione avviene dal Prato di mezzo (1400 m), località sciistica collocata nei margini meridionali del Parco, e come obiettivo ha quello di inanellare una buona parte della catena montuosa che separa Lazio e Molise risalendo per il Passo dei Monaci e procedendo in direzione Sud Est.
Anzichè procedere per il sentiero N1 (la via classica per il Passo dei Monaci che attraversa il vallone della Meta), ho effettuato un taglio fuori sentiero che mi ha condotto nel fosso Aganello prima e nella località Praticello poi. Variante forse un pò più scomoda e impegnativa ma che mi ha permesso di ammirare ambienti incontaminati e molto interessanti.
Il fosso Aganello, compreso tra la Costa dell'Asino e la Costa della Cicogna, è invaso dalla neve già dai 1500m:
DSC_1727.JPG

Traversato il fosso, si risale un canale in direzione Nord (senza nome su IGM) che con pendenza decisa e costante conduce alla località Praticello.
DSC_1730.JPG



Dietro di me inizio a scorgere i bastioni rocciosi del gruppo Monte Cavallo - Predicopeglia - Forcellone:
DSC_1731.JPG


Mentre di fronte inizia a palesarsi la montagna regina di quest'area, La Meta:
DSC_1733.JPG


L'avvicinamento al Passo dei Monaci avviene mediante una serie di saliscendi immersi in un ambiente intonso e silenzioso, dove sembra che sia io il primo a calpestare la neve (so che non è così, ma mi piace crederlo ...):
DSC_1737.JPG


Il profilo della Meta e del suo Gendarme si fanno sempre più vicini e, nei pressi del valico, mi investe un forte vento proveniente da Est:
DSC_1739.JPG


Il programma dell'escursione prevedeva, una volta giunto al Passo, di deviare in direzione Sud Est per percorrere tutta la dorsale delle Mainarde; tuttavia di fronte a questa bellezza non ho saputo trattenermi e, stregato dalla Meta e dal suo profilo accattivante, ho deciso di fare una piccola deviazione.
Deviazione non proprio piccola, perchè ha aggiunto altri 270 m al dislivello cumulato in questa giornata, ma direi che la fatica supplementare è stata ampiamente ripagata:
DSC_1745.JPG


Dalla vetta, la piana dei Biscurri compresa tra Vedetta e M. Miele, mentre sullo sfondo si nota la Majella:
DSC_1743.JPG


Uno sguardo alla cresta delle Mainarde, oggi è tutta per me e non vedo l'ora di ridiscendere al Passo dei Monaci per iniziare questa lunga cavalcata:
DSC_1751.JPG


Durante la discesa al Passo dei Monaci ho eseguito un tentativo di salita al Gendarme ma la scivolosità del terreno (fanghiglia, neve molle, roccia viscida) unita alle sostenute raffiche di vento mi hanno fatto desistere.

Dal Passo si procede quindi sul filo di cresta in direzione Sud Est:
DSC_1753.JPG

DSC_1757.JPG


L'ambiente non tradisce le aspettative; si procede tra scenari maestosi e panorami mozzafiato, dominati dalla sagoma della Meta che mi accompagna per il lungo tragitto:
DSC_1755.JPG


Deviando verso sx rispetto alla intuitiva linea di cresta, dopo una lunga serie di saliscendi e gobbette varie si giunge all'omino di vetta della Metuccia (2102 m):
DSC_1761.JPG


La Meta è sempre più lontana:
DSC_1760.JPG


Guardando in direzione Sud, invece, si scorge la sagoma del Monte a Mare e, più in basso a sinistra, l'isolata protuberanza della Cima a Mare, altrimenti nota come Cima Campiglione:
DSC_1763.JPG


Proseguendo sul filo di cresta, tra cornici e precipizi:
DSC_1765.JPG


DSC_1767.JPG


si giunge alla quota senza nome a 2161 m:
DSC_1766.JPG


So che questa croce ha tratto in inganno molti escursionisti che passavano da queste parti, portandoli a credere di essere sulla Metuccia o sul Monte a Mare, mentre invece si trovavano su una quota senza nome ... il Monte a Mare è poco più avanti, e si raggiunge in pochi minuti:
DSC_1770.JPG


Stupendo lo scenario che si ammira da questa vetta:
DSC_1771.JPG


Scendendo dal Monte a Mare verifico la fattibilità di una discesa verso la Cima Campiglione; le vie di cui ho trovato recensioni sul web non sono percorribili con questo innevamento, pertanto mi invento la discesa per un canale che si trova poco più a Sud:

DSC_1780.JPG


Ecco qualche immagine scattata durante la discesa per questo canale:
DSC_1773.JPG


DSC_1774.JPG


Dalla Cima Campiglione (2014 m) si nota lo sperone del Monte a Mare (roccette di I grado, non fattibili con queste condizioni almeno per me) e la mia via di discesa sulla sinistra:
DSC_1777.JPG


La salita è avvenuta per la medesima via; non è stata proprio semplice perchè la neve era abbastanza sfatta, comunque questa intrigante deviazione ha dato quel tocco di adrenalina in più che tanto valore ha aggiunto a questa escursione.
Da un affaccio della cresta posso ammirare nuovamente la Cima Campiglione:
DSC_1782.JPG


e la mia traccia lasciata sulla neve di quel canale:
DSC_1781.JPG


L'escursione prosegue con i soliti saliscendi in direzione Sud Est fino alla Coste dell'Altare (2075 m):
DSC_1788.JPG


Non ancora sazio di tanta bellezza, proseguo il mio cammino fino al Cappello del Prete (2013 m), che si trova 2 km più a Sud Est:
DSC_1790.JPG


Durante la discesa passo accanto ad un branco di camosci che noncuranti si lasciano fotografare:
DSC_1792.JPG


Dal Cappello del Prete, ultima ascesa della giornata:
DSC_1796.JPG


Verso Ovest si nota la sella del Monte Cavallo, luogo che devo raggiungere per ricollegarmi al sentiero N2. Per farlo avevo dapprima pensato di scendere nella valle Venafrana ma la scarsa consistenza dei nevai -che in un paio di volte mi hanno inghiottito fino al petto- mi ha fatto deviare mediante un percorso a mezzacosta, allungando ulteriormente il tragitto:
DSC_1801.JPG


Ecco la valle Venafrana con il M. Cavallo:
DSC_1805.JPG


Una volta intercettato il sentiero, si costeggiano le propaggini del Monte Predicopeglia:
DSC_1807.JPG


e si percorre un vallone in leggera discesa che conduce al Prato di Mezzo:
DSC_1809.JPG


Uno sguardo all'indietro prima di entrare nel bosco, per salutare queste Mainarde che mi hanno regalato una giornata davvero superlativa:
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Allegati

  • DSC_1772.JPG
    DSC_1772.JPG
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Escursione strepitosa... fisicamente maiuscola, ma soprattutto un ambiente meraviglioso ed un racconto che fa vivere la tensione del grande giro ma senza affanni!

Complimenti
 
Dati
Data: 29 Marzo 2017
Regione e provincia: Al confine tra Lazio, Abruzzo e Molise.
Località di partenza: Prato di Mezzo, Picinisco (FR)
Località di arrivo: Idem
Tempo di percorrenza: 8h 26'
Chilometri: 21.9
Grado di difficoltà: EEA
Descrizione delle difficoltà: Escursione di grande impegno fisico dovuto a lunghezza, dislivello, difficoltà dovute all'ambiente innevato e dai tratti fuori sentiero. Ulteriore difficoltà nella discesa e poi risalita alla cima Campiglione, avvenuta per un canale per niente agevole.
Periodo consigliato: Sempre
Segnaletica: Buona nei tratti che coincidono con i sentieri ufficiali del Parco.
Dislivello in salita: 1800 m
Quota massima: La Meta (2242 m)
Altre quote: La Metuccia (2102 m), la quota senza nome 2161 m, M. a Mare (2160 m), cima Campiglione (2014 m), Coste dell'Altare (2075 m), Cappello del Prete (2013 m)
Accesso stradale: Percorrendo la SS 690 Avezzano-Sora-Cassino, si esce ad Atina e poi si seguono le indicazioni per Picinisco. Da qui, dopo 12 km di tornanti si giunge al Prato di Mezzo (1400 m).

Descrizione
Avevo visto le Mainarde solo da lontano e da tempo le avevo collocate nella mia lista della spesa. Chiaramente le difficoltà logistiche connesse alla lontananza da casa mi hanno fatto rimandare più volte una visita in questo comprensorio, ma il pallino mi è rimasto ed alla fine ho potuto realizzare un giro di ampio respiro che mi ha consentito di conoscere e apprezzare una buona parte di questo territorio, tra i più ameni e suggestivi di tutto l'Appennino.
L'inizio di questa strepitosa escursione avviene dal Prato di mezzo (1400 m), località sciistica collocata nei margini meridionali del Parco, e come obiettivo ha quello di inanellare una buona parte della catena montuosa che separa Lazio e Molise risalendo per il Passo dei Monaci e procedendo in direzione Sud Est.
Anzichè procedere per il sentiero N1 (la via classica per il Passo dei Monaci che attraversa il vallone della Meta), ho effettuato un taglio fuori sentiero che mi ha condotto nel fosso Aganello prima e nella località Praticello poi. Variante forse un pò più scomoda e impegnativa ma che mi ha permesso di ammirare ambienti incontaminati e molto interessanti.
Il fosso Aganello, compreso tra la Costa dell'Asino e la Costa della Cicogna, è invaso dalla neve già dai 1500m:
Vedi l'allegato 148728

Traversato il fosso, si risale un canale in direzione Nord (senza nome su IGM) che con pendenza decisa e costante conduce alla località Praticello.
Vedi l'allegato 148729


Dietro di me inizio a scorgere i bastioni rocciosi del gruppo Monte Cavallo - Predicopeglia - Forcellone:
Vedi l'allegato 148730

Mentre di fronte inizia a palesarsi la montagna regina di quest'area, La Meta:
Vedi l'allegato 148731

L'avvicinamento al Passo dei Monaci avviene mediante una serie di saliscendi immersi in un ambiente intonso e silenzioso, dove sembra che sia io il primo a calpestare la neve (so che non è così, ma mi piace crederlo ...):
Vedi l'allegato 148732

Il profilo della Meta e del suo Gendarme si fanno sempre più vicini e, nei pressi del valico, mi investe un forte vento proveniente da Est:
Vedi l'allegato 148733

Il programma dell'escursione prevedeva, una volta giunto al Passo, di deviare in direzione Sud Est per percorrere tutta la dorsale delle Mainarde; tuttavia di fronte a questa bellezza non ho saputo trattenermi e, stregato dalla Meta e dal suo profilo accattivante, ho deciso di fare una piccola deviazione.
Deviazione non proprio piccola, perchè ha aggiunto altri 270 m al dislivello cumulato in questa giornata, ma direi che la fatica supplementare è stata ampiamente ripagata:
Vedi l'allegato 148734

Dalla vetta, la piana dei Biscurri compresa tra Vedetta e M. Miele, mentre sullo sfondo si nota la Majella:
Vedi l'allegato 148735

Uno sguardo alla cresta delle Mainarde, oggi è tutta per me e non vedo l'ora di ridiscendere al Passo dei Monaci per iniziare questa lunga cavalcata:
Vedi l'allegato 148736

Durante la discesa al Passo dei Monaci ho eseguito un tentativo di salita al Gendarme ma la scivolosità del terreno (fanghiglia, neve molle, roccia viscida) unita alle sostenute raffiche di vento mi hanno fatto desistere.

Dal Passo si procede quindi sul filo di cresta in direzione Sud Est:
Vedi l'allegato 148738
Vedi l'allegato 148739

L'ambiente non tradisce le aspettative; si procede tra scenari maestosi e panorami mozzafiato, dominati dalla sagoma della Meta che mi accompagna per il lungo tragitto:
Vedi l'allegato 148740

Deviando verso sx rispetto alla intuitiva linea di cresta, dopo una lunga serie di saliscendi e gobbette varie si giunge all'omino di vetta della Metuccia (2102 m):
Vedi l'allegato 148741

La Meta è sempre più lontana:
Vedi l'allegato 148742

Guardando in direzione Sud, invece, si scorge la sagoma del Monte a Mare e, più in basso a sinistra, l'isolata protuberanza della Cima a Mare, altrimenti nota come Cima Campiglione:
Vedi l'allegato 148743

Proseguendo sul filo di cresta, tra cornici e precipizi:
Vedi l'allegato 148744

Vedi l'allegato 148745

si giunge alla quota senza nome a 2161 m:
Vedi l'allegato 148746

So che questa croce ha tratto in inganno molti escursionisti che passavano da queste parti, portandoli a credere di essere sulla Metuccia o sul Monte a Mare, mentre invece si trovavano su una quota senza nome ... il Monte a Mare è poco più avanti, e si raggiunge in pochi minuti:
Vedi l'allegato 148747

Stupendo lo scenario che si ammira da questa vetta:
Vedi l'allegato 148749

Scendendo dal Monte a Mare verifico la fattibilità di una discesa verso la Cima Campiglione; le vie di cui ho trovato recensioni sul web non sono percorribili con questo innevamento, pertanto mi invento la discesa per un canale che si trova poco più a Sud:

Vedi l'allegato 148756

Ecco qualche immagine scattata durante la discesa per questo canale:
Vedi l'allegato 148753

Vedi l'allegato 148754

Dalla Cima Campiglione (2014 m) si nota lo sperone del Monte a Mare (roccette di I grado, non fattibili con queste condizioni almeno per me) e la mia via di discesa sulla sinistra:
Vedi l'allegato 148755

La salita è avvenuta per la medesima via; non è stata proprio semplice perchè la neve era abbastanza sfatta, comunque questa intrigante deviazione ha dato quel tocco di adrenalina in più che tanto valore ha aggiunto a questa escursione.
Da un affaccio della cresta posso ammirare nuovamente la Cima Campiglione:
Vedi l'allegato 148757

e la mia traccia lasciata sulla neve di quel canale:
Vedi l'allegato 148758

L'escursione prosegue con i soliti saliscendi in direzione Sud Est fino alla Coste dell'Altare (2075 m):
Vedi l'allegato 148759

Non ancora sazio di tanta bellezza, proseguo il mio cammino fino al Cappello del Prete (2013 m), che si trova 2 km più a Sud Est:
Vedi l'allegato 148760

Durante la discesa passo accanto ad un branco di camosci che noncuranti si lasciano fotografare:
Vedi l'allegato 148761

Dal Cappello del Prete, ultima ascesa della giornata:
Vedi l'allegato 148762

Verso Ovest si nota la sella del Monte Cavallo, luogo che devo raggiungere per ricollegarmi al sentiero N2. Per farlo avevo dapprima pensato di scendere nella valle Venafrana ma la scarsa consistenza dei nevai -che in un paio di volte mi hanno inghiottito fino al petto- mi ha fatto deviare mediante un percorso a mezzacosta, allungando ulteriormente il tragitto:
Vedi l'allegato 148763

Ecco la valle Venafrana con il M. Cavallo:
Vedi l'allegato 148764

Una volta intercettato il sentiero, si costeggiano le propaggini del Monte Predicopeglia:
Vedi l'allegato 148765

e si percorre un vallone in leggera discesa che conduce al Prato di Mezzo:
Vedi l'allegato 148766

Uno sguardo all'indietro prima di entrare nel bosco, per salutare queste Mainarde che mi hanno regalato una giornata davvero superlativa:
Vedi l'allegato 148767

Vedi l'allegato 148768
Ammazza che calvalcata!!Strepitosa in un comprensorio montuoso di grande bellezza di cui mi sono innamorato l'anno scorso con la salita alla Meta.Davvero complimenti
 
Ipnotizzato dalla foto de" la Meta sempre più lontana"....in verità ipnotizzato un po' da tutto il percorso,letto tutto di un fiato, e sobbalzato alla "scena"di affondare fino al petto: che brutta sensazione!:help:
Escursione, come hai detto giustamente,superlativa :woot:, di quelle da
"geometricamente quadrati":ignore:
Grazie della condivisione e complimenti.
 
Ultima modifica:
Un anello del genere è faticoso già a secco, figuriamoci con la neve. Le Mainarde sono il lembo più affascinante e selvaggio del PNALM e, come per Laga e Majella, ogni anno non mi faccio mancare un incursione da quelle parti. Hai fatto bene e lasciar perdere il Gendarme. Ha un solo passaggio delicato e con la neve scivolosa non era proprio il caso.
 
Escursione strepitosa... fisicamente maiuscola, ma soprattutto un ambiente meraviglioso ed un racconto che fa vivere la tensione del grande giro ma senza affanni!

Complimenti
Grazie, Francesco. E' stata una bella sfacchinata, ma hai ragione tu: quell'ambiente è meraviglioso e la fatica passa in secondo piano.
Devo dire che un pò di tensione l'ho vissuta nello scendere e poi nel risalire il canale sotto il Monte a Mare. Nel racconto non mi sono soffermato troppo sul pathos dovuto a questa sensazione di aver osato troppo e poi, quando ne sono uscito, sulla soddisfazione di aver fatto quella deviazione. Insomma, ottime sensazioni!
 
Ammazza che calvalcata!!Strepitosa in un comprensorio montuoso di grande bellezza di cui mi sono innamorato l'anno scorso con la salita alla Meta.Davvero complimenti
Ti capisco perfettamente: io me ne sono innamorato in una escursione a Novembre in cui la Meta è rimasta addirittura sempre coperta dalle nubi! Dovevo per forza tornarci.
Grazie1000
 
Ipnotizzato dalla foto de" la Meta sempre più lontana"....in verità ipnotizzato un po' da tutto il percorso,letto tutto di un fiato, e sobbalzato alla "scena"di affondare fino al petto: che brutta sensazione!:help:
Escursione, come hai detto giustamente,superlativa :woot:, di quelle da
"geometricamente quadrati":ignore:
Grazie della condivisione e complimenti.

Purtroppo con lo stato della neve di questo periodo è facile ''sfondare'' ben oltre la cintola, con accumuli che negli strati adiacenti al terreno sono cavi e ti inghiottono come fossero trappole. Ma anche questa è avventura!!!:si:
Geometricamente quadrato mi piace, GRAZIE!
 
Un anello del genere è faticoso già a secco, figuriamoci con la neve. Le Mainarde sono il lembo più affascinante e selvaggio del PNALM e, come per Laga e Majella, ogni anno non mi faccio mancare un incursione da quelle parti. Hai fatto bene e lasciar perdere il Gendarme. Ha un solo passaggio delicato e con la neve scivolosa non era proprio il caso.
Ho provato ad ottimizzare le mie 3 ore di viaggio per raggiungere Prati di Mezzo compiendo un giro quanto più lungo possibile: non so quando tornerò da quelle parti a farmi un altro giretto, però il Gendarme (che ho tralasciato senza rimpianti) lo devo fare!
 
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