- Parchi del Piemonte
-
- Parco Alta Valle Pesio e Tanaro
Dati
Data: maggio 2017
Regione e provincia: Piemonte - Cuneo
Località di partenza: Carnino (Briga Alta)
Località di arrivo: idem
Tempo di percorrenza: 12 ore compreso soste
Chilometri: 21
Grado di difficoltà: PD
Descrizione delle difficoltà: Pendenza media del canale 45°
Periodo consigliato: primavera
Segnaletica: paline
Dislivello in salita: 1800
Quota massima: 2651
Accesso stradale: SS28 fino a Ponte di Nava, dev. per Viozene, Carnino, Upega
Traccia GPS disponibile
Descrizione:
Gran bella 2 giorni nei posti più caratteristici delle Alpi Liguri per scalare per l'ennesima volta "la montana" che però questa volta ha per me un profumo particolare affrontando per la prima volta in invernale il canale più famoso di tutte le Alpi Liguri, sostando per molte ore in Pian del Lupo ove sorge il particolare rifugio Garelli e potendo ammirare con le luci della sera e dell'alba la maestosa e dirupata parete nord del Marguareis solcata dai numerosi canali e cengie che lasciano senza fiato.
Da buoni Liguri abbiamo deciso di compiere il lungo avvicinamento da sud (i piemontesi di solito partono da Pian delle Gorre in valle Pesio per loro più diretta) attraversando luoghi davvero incantevoli a cominciare dal fantastico scenario dell'altipiano dolinico di Piaggia Bella, paradiso di speleologi di mezza Italia ed anche europei, scavalcando Col del Pas, scendendo al laghetto Ratoira e risalendo verso sx fino a Porta Sestrera per scavalcarla, passare il valle Pesio e giù in picchiata in direzione del Rifugio Garelli dove abbiamo passato la notte nel bellissimo locale invernale.
La mattina di buon'ora, dopo aver riordinato con diligenza ci incamminiamo in direzione del laghetto del Marguareis che raggiungiamo in mezz'ora, attraversiamo in prossimità dell'emissario e risaliamo tra neve e sassi e labile traccia la china che ci porta al soprastante cono di deiezione.
Indossiamo l'attrezzatura, il nostro amico ci lega in cordata, lo studiamo un poco prima di cominciare l'avventura.
Il Genovesi, a causa del suo andamento ad esse, incassato com'è tra pareti veriginose, non si vede mai tutto. Infonde preoccupazione e timore reverenziale e ti assale l'ansia da prestazione. Il cono di deiezione è già abbastanza ripido, poi guardi tra le pareti di roccia e vedi che si impenna e si restringe e non vedendo la parte alta, non sai quel che ti aspetta. Il famoso masso incastrato che si trova quasi al termine, che avevo scalato in estate con difficoltà, non riesci ad immaginare come sarà, come si farà a superalo.
Il canale misura 300 mt circa, dicono avere un'inclinazione da 40° a 45°. Io ho analizzato la mia traccia gps (non so quanto precisa possa essere nel semi-buio satellitare del canale) ma mi dice che la pendenza massima degli ultimi 20m=321% corrispondente a 72°
e la pendenza media degli ultimi 150m=95% corrispondente a 44°
E' così che iniziamo a salire su neve sfondosa che mette al riparo dal rischio di scivolate ma rende la salita estremamente faticosa.
A metà canale alziamo lo sguardo e vediamo che si origina ina colata di neve superficiale, quasi come un ruscello, che ci mette addosso un poco di paura, ci spostiamo di qualche metro ed aspettiamo qualche minuto che si fermi. La neve è cosparsa di pietre più o meno grandi segno che le rocce laterali scaricano volentieri.
Arriviamo finalmente dal masso incastrato ed è quasi coperto del tutto ma affiorano già le corde fisse che ci aiutano non poco. Qui incontriamo ghiaccio vivo e la pendenza è terribile. L'amico alpinista (senza la sua guida, sarebbe stata inimmaginabile la mia salita) attrezza la prima sicura su picozza e la seconda in uscita con fettuccia su rocce laterali.
E' così che dopo 2 ore e un quarto di adrenalina pura scavalchiamo l'ultimo muretto, ci abbracciamo, sostiamo lungamente e ci incamminiamo a sinistra su un pendio ripido ma tranquillo vero la vetta che dista solamente un quarto d'ora di cammino.
Scendiamo in cresta verso ovest, (passo Gaina e rifugio Don Barbera) per la direttissima (il traverso della normale a sud-ovest è troppo pieno di neve) dappprima con ramponi su dolci pendii fino all'anticima dopo di chè troviamo le ripide rocce sgombre, (diff. EE) togliamo i ramponi e raggiungiamo così Passo della Gàina e poi a giù a nord nell'ampia conca ancora innevata fino a Colle dei Signori e Rifugio Don Barbera ancora chiuso. Pausa pranzo e pennichella con la numerosa colonia di marotte che ci delizia con i loro giochi.
Sappiamo che la grande gitona purtroppo sta per terminare e infatti in due ore raggiungiamo l'auto a Carnino.
Partenza da Carnino alle 11,30
e in Pian Ciucchea si lascia a sinistra il sentiero principale per la gola della Chiusetta per svoltare sul ripido sentiero che porta al passo delle Mastrelle
La sublime conca carsica di Piaggia Bella
Dal Capanno Seracco-Volante: In alto il passo delle Capre tra cima Palù, cima Bozano e Punta Emma, altra via per il Marguareis
Accogliente minuscolo locale invernale sempre aperto
Salendo a col del Pas
Col del Pas e Monte Pian Ballaùr
La discesa in val Ellero fino al laghetto Ratoira ancora parzialmente gelato
A sinistra il canale per salire a Porta Marguareis, in fondo Porta Sestrera
Porta Sestrera
Compare la sagoma del Marguareis e la parte sommitale del canale dei Genovesi. Da qui fa impressione
Ed eccoci a Pian del Lupo con l'originale Rifugio Garelli la cui architettura ricorda il profilo del Marguareis
e la vista che si gode standosene al calduccio
Accogliente dormitorio invernale dotato di 12 posti letto
e si fa il bucato...
..mentre qualcuno sonnecchia al tiepido sole pomeridiano
....e si prepara la cena
.... e ci si gode il tramonto su Costa Rossa e Bisalta
.... e l'alba
Ci si incammina e il Garelli si allontana
e si avvicina il canale. In fondo alla valle si vede l'emissario del laghetto del Marguareis. sulla sinistra della foto gli altri due canali: Torinesi (via normale da Pian delle Gorre) e Savonesi entrambi più facili mentre a destra (non inquadrato) il canale dei Pancioni solitamente scoperto a metà (TD)
A metà Genovesi dipartono verso sinistra la bella cengia Garibaldi (PD+) e il canale Nero (D+)
e si incomincia
...e si va...
notare che pietrone si trova sulla sx della foto....
...e si prosegue
ed ecco il masso incastrato, qui la pendenza è tremenda e si studia come passarlo. alla fine si decide per la destra
Ormai la fatica è quasi finita e la felicità fa capolino
Il Piervi in uscita
Carsene e Marittimesullo sfondo: dal Bego all' Argentera
Cresta dal Mondolè al Mongioie passando per Seirasso, Ferlette e Brignola
scendendo al passo della Gaina
Colla dei Signori e rifugio Don Barbera
e tante marmotte
In verde il nostro percorso
Prosit!!
Data: maggio 2017
Regione e provincia: Piemonte - Cuneo
Località di partenza: Carnino (Briga Alta)
Località di arrivo: idem
Tempo di percorrenza: 12 ore compreso soste
Chilometri: 21
Grado di difficoltà: PD
Descrizione delle difficoltà: Pendenza media del canale 45°
Periodo consigliato: primavera
Segnaletica: paline
Dislivello in salita: 1800
Quota massima: 2651
Accesso stradale: SS28 fino a Ponte di Nava, dev. per Viozene, Carnino, Upega
Traccia GPS disponibile
Descrizione:
Gran bella 2 giorni nei posti più caratteristici delle Alpi Liguri per scalare per l'ennesima volta "la montana" che però questa volta ha per me un profumo particolare affrontando per la prima volta in invernale il canale più famoso di tutte le Alpi Liguri, sostando per molte ore in Pian del Lupo ove sorge il particolare rifugio Garelli e potendo ammirare con le luci della sera e dell'alba la maestosa e dirupata parete nord del Marguareis solcata dai numerosi canali e cengie che lasciano senza fiato.
Da buoni Liguri abbiamo deciso di compiere il lungo avvicinamento da sud (i piemontesi di solito partono da Pian delle Gorre in valle Pesio per loro più diretta) attraversando luoghi davvero incantevoli a cominciare dal fantastico scenario dell'altipiano dolinico di Piaggia Bella, paradiso di speleologi di mezza Italia ed anche europei, scavalcando Col del Pas, scendendo al laghetto Ratoira e risalendo verso sx fino a Porta Sestrera per scavalcarla, passare il valle Pesio e giù in picchiata in direzione del Rifugio Garelli dove abbiamo passato la notte nel bellissimo locale invernale.
La mattina di buon'ora, dopo aver riordinato con diligenza ci incamminiamo in direzione del laghetto del Marguareis che raggiungiamo in mezz'ora, attraversiamo in prossimità dell'emissario e risaliamo tra neve e sassi e labile traccia la china che ci porta al soprastante cono di deiezione.
Indossiamo l'attrezzatura, il nostro amico ci lega in cordata, lo studiamo un poco prima di cominciare l'avventura.
Il Genovesi, a causa del suo andamento ad esse, incassato com'è tra pareti veriginose, non si vede mai tutto. Infonde preoccupazione e timore reverenziale e ti assale l'ansia da prestazione. Il cono di deiezione è già abbastanza ripido, poi guardi tra le pareti di roccia e vedi che si impenna e si restringe e non vedendo la parte alta, non sai quel che ti aspetta. Il famoso masso incastrato che si trova quasi al termine, che avevo scalato in estate con difficoltà, non riesci ad immaginare come sarà, come si farà a superalo.
Il canale misura 300 mt circa, dicono avere un'inclinazione da 40° a 45°. Io ho analizzato la mia traccia gps (non so quanto precisa possa essere nel semi-buio satellitare del canale) ma mi dice che la pendenza massima degli ultimi 20m=321% corrispondente a 72°
e la pendenza media degli ultimi 150m=95% corrispondente a 44°
E' così che iniziamo a salire su neve sfondosa che mette al riparo dal rischio di scivolate ma rende la salita estremamente faticosa.
A metà canale alziamo lo sguardo e vediamo che si origina ina colata di neve superficiale, quasi come un ruscello, che ci mette addosso un poco di paura, ci spostiamo di qualche metro ed aspettiamo qualche minuto che si fermi. La neve è cosparsa di pietre più o meno grandi segno che le rocce laterali scaricano volentieri.
Arriviamo finalmente dal masso incastrato ed è quasi coperto del tutto ma affiorano già le corde fisse che ci aiutano non poco. Qui incontriamo ghiaccio vivo e la pendenza è terribile. L'amico alpinista (senza la sua guida, sarebbe stata inimmaginabile la mia salita) attrezza la prima sicura su picozza e la seconda in uscita con fettuccia su rocce laterali.
E' così che dopo 2 ore e un quarto di adrenalina pura scavalchiamo l'ultimo muretto, ci abbracciamo, sostiamo lungamente e ci incamminiamo a sinistra su un pendio ripido ma tranquillo vero la vetta che dista solamente un quarto d'ora di cammino.
Scendiamo in cresta verso ovest, (passo Gaina e rifugio Don Barbera) per la direttissima (il traverso della normale a sud-ovest è troppo pieno di neve) dappprima con ramponi su dolci pendii fino all'anticima dopo di chè troviamo le ripide rocce sgombre, (diff. EE) togliamo i ramponi e raggiungiamo così Passo della Gàina e poi a giù a nord nell'ampia conca ancora innevata fino a Colle dei Signori e Rifugio Don Barbera ancora chiuso. Pausa pranzo e pennichella con la numerosa colonia di marotte che ci delizia con i loro giochi.
Sappiamo che la grande gitona purtroppo sta per terminare e infatti in due ore raggiungiamo l'auto a Carnino.
Partenza da Carnino alle 11,30
e in Pian Ciucchea si lascia a sinistra il sentiero principale per la gola della Chiusetta per svoltare sul ripido sentiero che porta al passo delle Mastrelle
La sublime conca carsica di Piaggia Bella
Dal Capanno Seracco-Volante: In alto il passo delle Capre tra cima Palù, cima Bozano e Punta Emma, altra via per il Marguareis
Accogliente minuscolo locale invernale sempre aperto
Salendo a col del Pas
Col del Pas e Monte Pian Ballaùr
La discesa in val Ellero fino al laghetto Ratoira ancora parzialmente gelato
A sinistra il canale per salire a Porta Marguareis, in fondo Porta Sestrera
Porta Sestrera
Compare la sagoma del Marguareis e la parte sommitale del canale dei Genovesi. Da qui fa impressione
Ed eccoci a Pian del Lupo con l'originale Rifugio Garelli la cui architettura ricorda il profilo del Marguareis
e la vista che si gode standosene al calduccio
Accogliente dormitorio invernale dotato di 12 posti letto
e si fa il bucato...
..mentre qualcuno sonnecchia al tiepido sole pomeridiano
....e si prepara la cena
.... e ci si gode il tramonto su Costa Rossa e Bisalta
.... e l'alba
Ci si incammina e il Garelli si allontana
e si avvicina il canale. In fondo alla valle si vede l'emissario del laghetto del Marguareis. sulla sinistra della foto gli altri due canali: Torinesi (via normale da Pian delle Gorre) e Savonesi entrambi più facili mentre a destra (non inquadrato) il canale dei Pancioni solitamente scoperto a metà (TD)
A metà Genovesi dipartono verso sinistra la bella cengia Garibaldi (PD+) e il canale Nero (D+)
e si incomincia
...e si va...
notare che pietrone si trova sulla sx della foto....
ed ecco il masso incastrato, qui la pendenza è tremenda e si studia come passarlo. alla fine si decide per la destra
Ormai la fatica è quasi finita e la felicità fa capolino
Il Piervi in uscita
Carsene e Marittimesullo sfondo: dal Bego all' Argentera
Cresta dal Mondolè al Mongioie passando per Seirasso, Ferlette e Brignola
scendendo al passo della Gaina
Colla dei Signori e rifugio Don Barbera
e tante marmotte
In verde il nostro percorso
Prosit!!