Proposta Galeria mon amour

  • Dati

Data: 03 11 2018
Regione e provincia: Lazio
Località di partenza: S.Maria di Celsano
Località di arrivo: Galeria
Tempo di percorrenza: Due o tre ore a piacere
Chilometri: Circa dieci
Grado di difficoltà: Facile ma alcuni punti richiedono molta attenzione
Descrizione delle difficoltà: Tratti del sentiero attorno alla mola fangosi ed esposti.
Periodo consigliato: Sempre
Segnaletica: Assente
Dislivello in salita: nullo
Dislivello in discesa: nullo
Quota massima:
Accesso stradale: Via di S.Maria di Galeria
Traccia GPS: [puoi caricare la tua traccia GPS nella Mappa Escursioni ed inserire il link permanente al posto di questo testo]


Descrizione
Visto il tempo pessimo ho pensato di rifare una gita che mi è molto cara.Tantissimi anni fa assieme a mio padre,disegnatore di fumetti e quindi sempre in caccia di storie eravamo partiti con la nostra topolino C in cerca di questa "ghost town"di cui avevamo sentito parlare.Non trovandola avevamo raggiunto il borgo di S.Maria di Celsano dove il cortesissimo parroco,studioso dei luoghi ci aveva accompagnato sul posto,donandoci anche un libro,di cui penso di essere uno dei pochi che lo hanno,scritto da Anna Maria Respighi su Galeria. Intanto vediamo come raggiungere il sito: dalla località Osteria Nova sulla via Braccianese prendere via di S.Maria di Galeria e procedere in discesa fino ad incontrare sulla destra il cancello della foto.Qui si può parcheggiare.La sterrata attraversa una tagliata che continuerebbe fino al paese ma l'inizio è sbarrato dai rovi. Quindi salire a destra fino ad avvistare le rovine. Qui prima di attraversare la porta un sentiero infrascato a destra conduce alla antica mola. E' questo il punto in cui si deve fare molta attenzione,perchè seguendola traccia sia arriva,quasi senza accorgersene sul ponte della mola abbastanza stretto e senza alcuna protezione. Le foto sono molto brutte data sia l'incapacità del fotografo di usare questa macchinette malefiche con il mirino a schermo,ma anche della giornata buia e dalla grande vegetazione che quasi sommerge tutto.E' però affascinante vedere il vecchi locali e altri ambienti,c'è ancora,purtroppo spezzata da qualche "caput falli" che ci acceso un fuoco sopra, la pietra della macina che si intravede nella foto.Sulla parete di fronte si aprono alcune tombe etrusche. E' questa la zona in cui fare attenzione data la scivolosità e in alcuni punti l'esposizione sul torrente. Dopodichè si torna al sentiero principale.Il sito come pure i numerosi resti di tegole e cocci vari è senz altro di impianto etrusco:il tipico sperone di tufo tra due fiumi. Si oltrepassa poi la prima porta quella fatta costruire quando entrarono in uso le armi da fuoco.Più avanti c'è la seconda porta.E qui non c'è un itinerario preciso,si gironzolare tra le rovine fino ad avvistare a destra le sale del castello e il bel campanile della chiesa di S.Andrea che assimeme ad una una delle porte fu dotato di orologio nel tentativo di far risorgere il borgo.Andando a sinistra invece si trovano le rovine della seconda chiesa .S.Nicola.In questa fino a pochi anni fa si trovava il basamento di un pilastro con le uniche iscrizioni della citta morta.Basamento che ho poi visto spostato in quella che era la piazzetta principale..e poi rubato.Dietro a questa chiesa c'è la porta più antica quella fatta con la sovrapposizione di tegole etrusche che data il sistema costruttivo denunciano una tecnica paleocristiana.Purtroppo qualche "caput" di cui dicevo ha creduto bene di spezzare la volta. Il posto è ricchissimo di fascino E' storicamente accertato che in una delle sale del castello a soggiornato Carlo V. Poi trecento cavalieri normanni assediarono la cittadina ecc.La storia del borghetto è troppo lunga di dire qui.Diciamo che il sito ha origini antichissime è poi stato abbandonato ai primi del 1800 a seguito di svariate sfortune:un fulmine a distrutto la chiesa con annesso ospedale per i pellegrini,poi un paio di piene dell'Arrone hanno danneggiato la mola ed infine una epidemia ha distrutto l'allevamento dei bachi da seta o morogelsi ,appunto S.Maria dei Celsano,che era una delle primarie attività. Quindi ai primi dell'ottocento su autorizzazione vaticana il borgo fu spogliato di tutto ciò che era recuperabile. Mi sono certo dilungato troppo ma non è nemmeno la decima parte di quello che ci sarebbe da dire.Raccomando molto la visita di questo posto e di cercare notizie sulla interessante storia di questo paesino sommerso dalla vegetazione che pare ci sia una volontà di far cadere nel dimenticatoio complicandone l'accesso.
Colonna sonora. Suite Atom heart mother Pink Floid
 

NOTA AMMINISTRATORE: gli eventi proposti sono regolati dall'articolo 7 del regolamento, prendine visione. Richiedi la compilazione del modulo informativo per chiarire: le difficoltà dell'evento, l'equipaggiamento, le capacità e l'esperienza necessaria.
Organizza e partecipa agli eventi in sicurezza, con criterio, umiltà e competenza, qualità fondamentali per praticare le attività outdoor.

Allegati

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Ultima modifica:
Per la precisione devo dire che @Montinvisibili mi ha informato che la pietra della mola in foto è stata spezzata da qualche scemo accendendoci un fuoco.
La prima volta che ci andai fu alla metà degli anni '80 e ricordo che si riusciva ancora a percorrere per un tratto il fiume a scendere. Ora la vegetazione sta ricoprendo tutto, anche se la zona del borgo è abbastanza pulita. In teoria ricade nell'amministrazione di Roma Natura: chissà che qualcuno ogni tanto non ci pensi. Per un periodo comparvero anche alcuni cartelli.
Certo, ogni volta che ci vado mi aspetto di trovare qualche muro che è venuto giù.
Vedo che uno spiedino non manca mai.
 
Dalla mola in giù per un tratto del fosso si può ancora andare,qualche cartello stortignaccolo ancora sopravvive a sinistra entrando dalla seconda porta.Mi avevano detto che ora è tutto proprietà della Parmalat,ma non so se è una informazione esatta.Il prato a destra salendo al paese era sempre stato meta dei merenderos e boyscout ora come dici è quasi impraticabile,ma allora chi è che faceva manutenzione? La stessa cosa che mi sono chiesto per Norchia,ci siamo andati per circa cinquanta anni ed era tutto abbastanza percorribile ora è quasi impossibile e nn ho mai saputo che qualcuno andasse a tagliare i rovi.Lo spiedino è parte integrante e fondamentale dell'escursione,dove possibile certo.Questa volta ha attirato il gatto vagabondo archeologo,ma non mi pare che fosse patitello!!
 
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