- Parchi d'Abruzzo
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- Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga
Data: mercoledì 12 dicembre 2018
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Partenza: piazzale di Campo Imperatore.
Dislivello: 460 mt. Quota massima: 2427 mt.
Km: 6,5.
Grado di difficoltà :EAI - F
Difficoltà incontrate : freddo, soprattutto per i cani.
Descrizione :
Il vento taglia la faccia e mi risputa in macchina ricordandomi che non sono ancora preparato.Ecco le premesse dell'avventura di oggi e siamo solo a Fonte Cerreto, ai piedi della funivia del Gran Sasso.
Infilo gli scarponi invernali nell'utilitaria, e ancor piu utilissima, panda del socio. Imbottisco testa, spalle e sono pronto per l'assaggio, finalmente bardato, dell'aria spinosa e gelida del odierno Campo Imperatore. Le pelose Linda e Zoe si mordicchiano gaie, mentre noi arranchiamo, tremanti, negli ultimi preparativi per sistemare gli zaini con l'acciaio a portata di mano. Poi alla fine, e accidenti!Si mettono sempre i guanti con le mani già fredde! Anche con gli scarponi bisogna badare a questo particolare, e credo sia meglio cercare di scaldare piedi e calzature, da sole e prima del loro sodalizio. Ho alitato qualche minuto negli scarponi spesso in inverno, oppure lasciato nelle bocchette d'aria calda della macchina ed è pentimento quando non lo faccio. Come cavolo faranno Linda e Zoe a divertirsi a zampe nude o con un semplice strato di crema è sempre stato un mistero,eppure anche loro hanno un limite, il più delle volte molto più alto del nostro. Non oggi.
Un caffè sfuma in una deserta e triste Fonte Cerreto, poi, meno male, nella cabinovia il rapporto tra le cagnette intenerisce e diverte una manciata di spettatori sorridenti,ed il solo guardarle mette di buon umore e rallegra l'ambiente.
Saliamo decisi, tra le pelose che giocano ancora, verso il rifugio del Duca. Montiamo presto le lame ai piedi e le salite vista Gran Sasso stemperano subito e spesso ogni freddo. Per ora siamo riparati dal venticello del nord odierno, i sudori invitano a spogliarsi, ma dalla cresta qualche spiffero scende a frenare certi impulsi ed arrivati in cima cerchiamo subito riparo tra le mura del rifugio. Nella bella terrazza di legno a sud est, facciamo una prima sosta panoramica, al sole di una giornata limpida come l'acqua, i cani giocano felici, noi mangiucchiamo,fotografiamo,io una fumatina e l'occhio indugia sempre più sulla cresta della Sella di Monte Aquila su cui oggi affonderemo i ramponi.
Ci armiamo di picche, caschi, sorrisi, allegria e concentrazione massima su ogni passo. Badiamo bene anche ai passi dei cani, adesso, perche anche per loro è vietato affacciarsi su cornici. La più irruenta Zoe al guinzaglio, Linda con il fiato sulle mie caviglie e noi come astronauti su un pianeta alieno e bianco. Passo dopo passo puntiamo verso la sella di Monte Aquila in pieno assetto da cialtroalpinisti, qualche folata gelida mi drizza i baffi e iberna il naso libero dal passamontagna. Le nostre pause fotografiche, direi obbligatorie in certi contesti così spettacolari, non piacciono molto ai cani perché il vento, seppur non forte, è gelido. La pelle marrone degli "Scarpa" si cristallizza di bianco e Zoe arriva alla sella tremante, senza appoggiare una Zampetta rigida come un ghiacciolo. Ci fermiamo un po' di tempo per ingrassare, di fissan nuovamente, le zampette della piccola, ma l'operazione si fa lunga e difficoltosa con un tubetto completamente indurito dal freddo. Cerchiamo, quasi invano, di scaldare la crema alla menopeggio e operiamo senza guanti con le mani di marmo. Zoe la infiliamo nella giacca di @Ciccio74 ma nel frattempo anche Linda inizia a tremare a star ferma e soffrire sugli appoggi infreddoliti. Saluto dalla Sella il Monte Aquila con un arrivederci e senza rimpianti stavolta. In escursione, che non sia in solitaria, si è come una famiglia, noi oltretutto siamo una di quelle belle afffiatate e collaudate da più imprevisti, per cui la sicurezza di tutti è una decisione che viene naturale, come lo è l'ansia, che traspare ancor più dagli occhi del socio per la sua piccola.
Io mi appresto, con l'infreddolita Lupa, a riprendere un passo allegro per scaldarci, Ciccio senza il completo dei 4 appoggi va più adagio e fa bene, perché c'è un tratto, dove si sprofonda tra buchi di rocce sommitali, che richiede molta cautela anche per me con piccozza in mano. Faccio un po' avanti indietro, sia per scaldarmi con Linda, sia perché vorrei proprio una bella foto del socio su questa assolata cresta bianca. Emozionante per il panorama vertiginoso a picco su Campo Pericoli e Val Maone, per i colossi glaciali del Gran Sasso tutti attorno, con qualche folata di inverno a temprare ancor più il nostro equilibrio, la cresta di Monte Aquila è stata un avventura che insegna e ricorda le insidie della montagna invernale.
Il pavimento di legno della balconata del Duca si è fatto gremito di avventurosi e le pelose già si rincorrono felici di nuovo e sul tavolato caldo del mezzogiorno. Noi siamo più rilassati e felici per le nostre guide, e l'aria di chiacchiere del rifugio stempera adesso ogni tensione. Finalmente sfilo i sempre più doloranti scarponi, mi stendo a un sole senza vento, dalla bocca le nuvole di fumo bianco si mimetizzano tra i ghiacci, la vista si apre su tutto il piccolo Tibet e i cuori cantano lodi su la tanta bellezza del regno Gran Sasso. La discesa verrà un po' ritardata da una visitina alla ventosa Cresta della Portella, dove la meraviglia si palesa sotto forma di spiaggia. Come per la Padula Bianca del Salento sembra di stare in luoghi molto più lontani della nostra Italia,o così "di casa". Il vento e il gelo scolpiscono miraggi sulla Portella ed a terra, dove sembra vedere del mare caraibico, vien voglia quasi di tuffarsi a pesce. Le luci brillano sui cristalli del Cefalone, le ombre giocano giù nei valloni, Eolo talvolta disegna vortici e i cuori battono in accordo come le corde dei bassi, sull'odierno arrangiamento della grande orchestra di sua Maestà.
Bum.. Bum.. Bum.. Bum.....
Mezza giornata di cuor veloce sulle ali dell'avventura e mezza a cuor lento, cullati da un sole ozioso e gradito, come si confà nei migliori club di Cialtroalpinisti del resto.
Buona Montagna a tutti! Alla prossima...
Partenza: piazzale di Campo Imperatore.
Dislivello: 460 mt. Quota massima: 2427 mt.
Km: 6,5.
Grado di difficoltà :EAI - F
Difficoltà incontrate : freddo, soprattutto per i cani.
Descrizione :
Il vento taglia la faccia e mi risputa in macchina ricordandomi che non sono ancora preparato.Ecco le premesse dell'avventura di oggi e siamo solo a Fonte Cerreto, ai piedi della funivia del Gran Sasso.
Infilo gli scarponi invernali nell'utilitaria, e ancor piu utilissima, panda del socio. Imbottisco testa, spalle e sono pronto per l'assaggio, finalmente bardato, dell'aria spinosa e gelida del odierno Campo Imperatore. Le pelose Linda e Zoe si mordicchiano gaie, mentre noi arranchiamo, tremanti, negli ultimi preparativi per sistemare gli zaini con l'acciaio a portata di mano. Poi alla fine, e accidenti!Si mettono sempre i guanti con le mani già fredde! Anche con gli scarponi bisogna badare a questo particolare, e credo sia meglio cercare di scaldare piedi e calzature, da sole e prima del loro sodalizio. Ho alitato qualche minuto negli scarponi spesso in inverno, oppure lasciato nelle bocchette d'aria calda della macchina ed è pentimento quando non lo faccio. Come cavolo faranno Linda e Zoe a divertirsi a zampe nude o con un semplice strato di crema è sempre stato un mistero,eppure anche loro hanno un limite, il più delle volte molto più alto del nostro. Non oggi.
Un caffè sfuma in una deserta e triste Fonte Cerreto, poi, meno male, nella cabinovia il rapporto tra le cagnette intenerisce e diverte una manciata di spettatori sorridenti,ed il solo guardarle mette di buon umore e rallegra l'ambiente.
Saliamo decisi, tra le pelose che giocano ancora, verso il rifugio del Duca. Montiamo presto le lame ai piedi e le salite vista Gran Sasso stemperano subito e spesso ogni freddo. Per ora siamo riparati dal venticello del nord odierno, i sudori invitano a spogliarsi, ma dalla cresta qualche spiffero scende a frenare certi impulsi ed arrivati in cima cerchiamo subito riparo tra le mura del rifugio. Nella bella terrazza di legno a sud est, facciamo una prima sosta panoramica, al sole di una giornata limpida come l'acqua, i cani giocano felici, noi mangiucchiamo,fotografiamo,io una fumatina e l'occhio indugia sempre più sulla cresta della Sella di Monte Aquila su cui oggi affonderemo i ramponi.
Ci armiamo di picche, caschi, sorrisi, allegria e concentrazione massima su ogni passo. Badiamo bene anche ai passi dei cani, adesso, perche anche per loro è vietato affacciarsi su cornici. La più irruenta Zoe al guinzaglio, Linda con il fiato sulle mie caviglie e noi come astronauti su un pianeta alieno e bianco. Passo dopo passo puntiamo verso la sella di Monte Aquila in pieno assetto da cialtroalpinisti, qualche folata gelida mi drizza i baffi e iberna il naso libero dal passamontagna. Le nostre pause fotografiche, direi obbligatorie in certi contesti così spettacolari, non piacciono molto ai cani perché il vento, seppur non forte, è gelido. La pelle marrone degli "Scarpa" si cristallizza di bianco e Zoe arriva alla sella tremante, senza appoggiare una Zampetta rigida come un ghiacciolo. Ci fermiamo un po' di tempo per ingrassare, di fissan nuovamente, le zampette della piccola, ma l'operazione si fa lunga e difficoltosa con un tubetto completamente indurito dal freddo. Cerchiamo, quasi invano, di scaldare la crema alla menopeggio e operiamo senza guanti con le mani di marmo. Zoe la infiliamo nella giacca di @Ciccio74 ma nel frattempo anche Linda inizia a tremare a star ferma e soffrire sugli appoggi infreddoliti. Saluto dalla Sella il Monte Aquila con un arrivederci e senza rimpianti stavolta. In escursione, che non sia in solitaria, si è come una famiglia, noi oltretutto siamo una di quelle belle afffiatate e collaudate da più imprevisti, per cui la sicurezza di tutti è una decisione che viene naturale, come lo è l'ansia, che traspare ancor più dagli occhi del socio per la sua piccola.
Io mi appresto, con l'infreddolita Lupa, a riprendere un passo allegro per scaldarci, Ciccio senza il completo dei 4 appoggi va più adagio e fa bene, perché c'è un tratto, dove si sprofonda tra buchi di rocce sommitali, che richiede molta cautela anche per me con piccozza in mano. Faccio un po' avanti indietro, sia per scaldarmi con Linda, sia perché vorrei proprio una bella foto del socio su questa assolata cresta bianca. Emozionante per il panorama vertiginoso a picco su Campo Pericoli e Val Maone, per i colossi glaciali del Gran Sasso tutti attorno, con qualche folata di inverno a temprare ancor più il nostro equilibrio, la cresta di Monte Aquila è stata un avventura che insegna e ricorda le insidie della montagna invernale.
Il pavimento di legno della balconata del Duca si è fatto gremito di avventurosi e le pelose già si rincorrono felici di nuovo e sul tavolato caldo del mezzogiorno. Noi siamo più rilassati e felici per le nostre guide, e l'aria di chiacchiere del rifugio stempera adesso ogni tensione. Finalmente sfilo i sempre più doloranti scarponi, mi stendo a un sole senza vento, dalla bocca le nuvole di fumo bianco si mimetizzano tra i ghiacci, la vista si apre su tutto il piccolo Tibet e i cuori cantano lodi su la tanta bellezza del regno Gran Sasso. La discesa verrà un po' ritardata da una visitina alla ventosa Cresta della Portella, dove la meraviglia si palesa sotto forma di spiaggia. Come per la Padula Bianca del Salento sembra di stare in luoghi molto più lontani della nostra Italia,o così "di casa". Il vento e il gelo scolpiscono miraggi sulla Portella ed a terra, dove sembra vedere del mare caraibico, vien voglia quasi di tuffarsi a pesce. Le luci brillano sui cristalli del Cefalone, le ombre giocano giù nei valloni, Eolo talvolta disegna vortici e i cuori battono in accordo come le corde dei bassi, sull'odierno arrangiamento della grande orchestra di sua Maestà.
Bum.. Bum.. Bum.. Bum.....
Mezza giornata di cuor veloce sulle ali dell'avventura e mezza a cuor lento, cullati da un sole ozioso e gradito, come si confà nei migliori club di Cialtroalpinisti del resto.
Buona Montagna a tutti! Alla prossima...
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