Ciao a tutti,
apro questa discussione, o per meglio dire "tutorial", nella quale cercherò di spiegare nel dettaglio i vari passaggi affrontati nella progettazione e realizzazione di un anorak, utilizzando delle coperte militari in lana.
Da premettere che ne esistono due tipi, entrambe in Pura Lana Vergine 100% :
la coperta "da campo" che misura ca. 190x150 cm di fattura e spessore più leggera,
la coperta "da casermaggio" che misura ca. 220x170 cm molto più pesante e spessa, tessuta fitta che sembra quasi feltro.
Per il progetto ho usato delle coperte "da casermaggio", volutamente scritto al plurale dato che ho dovuto tagliarne due per avere a disposizione tutti i pezzi necessari.
Non ho mai avuto esperienze in sartoria, a parte le classiche cose comuni del tipo: cucire qualche toppa, rifare un orlo, riattaccare un bottone o rammendare calzini;
nonostante ciò ho deciso di imbarcarmi in questo progetto "più grande di me", perché desideravo da tempo un capo del genere ma, avendo la famigliola sulla groppa, mi pareva improponibile spendere le cifre richieste per averne uno dai marchi più blasonati.
Siccome mi piace imparare sempre cose nuove, dopo essermi documentato un po', ho deciso che ero pronto ad iniziare!!!
Non sapendo come creare un "cartamodello" dalle misure, ho comprato in saldo un pile da caccia della Universe taglia 4XL (io vesto tra L ed XL) perfetto allo scopo, data la grandezza che mi permette di indossare altri strati al di sotto, dal quale ho ricavato i modelli di parte anteriore, parte posteriore e maniche.
Per il cappuccio stesso sistema, copiandolo da un anorak estivo in cotone.
Perfetto nella misura abbondante e nella forma, essendo composto da tre pezzi, evitando di avere quella punta a mo' di cappello di elfo che proprio non mi piace.
La protezione per il collo, come pure i passanti ed altre "migliorie" sono stati realizzati misurando il progetto in corso.
Bene, iniziamo il tutorial vero e proprio, buona lettura...…
Metro da sarta, metro rigido, carta, taglierino, forbici e qualche peso per tenere ben aperto il maglione che servirà da guida per ricavarmi le parti del modello...
Con la carta ho terminato, avendo l'accortezza di lasciare un margine ulteriore di 1.5cm lungo tutto il perimetro dove poi andranno le cuciture.
Inizio col riportare i modelli sulla coperta, utilizzando del gesso bianco
Lasciando il retro volutamente più lungo, per tenere le chiappe all'asciutto quando ci si siede a terra.
Stessa giostra con le maniche….
Ed ancora per il cappuccio….
e le tasche...
Pezzi tutti pronti, posso iniziare ad "imbastire" a mano utilizzando un ago da lana e del filo in poliestere con un buon carico di rottura.
All'interno del tascone a canguro, trova posto una seconda tasca più piccola corredata di una cinghia in cordura con anello a "d" (idea rubata a marchio U.S.A.) per le cose tipo chiavi, portafoglio o telefono...
Dimenticavo.....a proposito del cavo in basso a dx nella foto su, l'intenzione iniziale era di tentare a cucire il tutto a macchina.
Dopo tentativi vani con filo intrecciato, aghi piegati e bestemmioni come se piovesse, la macchina ha ritrovato il suo posto ideale sotto al tavolo onde evitare di finire lanciata dalla finestra.
Quindi l'intero progetto è stato cucito a mano, con la tecnica del "punto indietro", utilizzando il filo cerato che uso solitamente nei lavori in cuoio.
Praticamente indistruttibile!!!
Cucita quindi la tasca interna, passo ad imbastire la grande...
Per poi cucirla al suo posto saldamente...
e bloccare infine il filo con un nodo piano….
E con le tasche ci siamo....
Intanto ho cucito anche il fronte ed il retro sulle spalle, ed imbastito la manica sinistra al busto per rendermi bene conto della situazione.
Qui un dettaglio del punto indietro visto dal lato interno...
la parte esterna "a vista" ha un effetto simile alla cucitura a macchina, ed è anche più resistente se non fosse per i tempi assurdi che richiede l'esecuzione.
Poi taglio l'apertura verticale sul collo, di cui non ho foto, e da lì misuro il pezzo che sarà il paravento...
"Punto quadro" tutt'intorno per evitare sfilacciamenti
ed imbastitura sul busto con relativa prova di vestibilità e misure
Paravento cucito e aggiunta di un rinforzo in cordura nella parte bassa centrale, per distribuire lo stress sul tessuto
Cucito il tutto saldamente e poi imbastito il cappuccio sul busto...
Preparo poi con altra cordura i pezzi che saranno le asole per il laccetto
e prendo del filo cerato nero per cucirle in posizione
operazione difficile che ha richiesto l'uso della pinza, dato che si inizia a cucire più strati di materiale
Passanti cuciti, adesso è ora di mettere un liner in pile all'interno del colletto che vada a nascondere le cuciture ed anche evitare di avere la lana a diretto contatto con il naso
Ora è il turno del cappuccio, trasformare le imbastiture in cuciture definitive….
e preparare anche per lui un liner in pile, riutilizzando i cartamodelli che avevo lasciato da parte....
solito margine in più per le cuciture e via….
cappuccio pronto a riceverlo
Nel frattempo ho cucito anche il bordo del cappuccio dove passerà internamente del cordino per stringerlo, rinforzando le asole con due pezzetti di cuoio forati con la fustellatrice
Poi ancora pile per il bordo inferiore frontale e sui polsini, prima di cucire le due maniche al busto….
Per cucire il liner nel cappuccio, ho lavorato a rovescio infilandoci dentro un maglione appallottolato, che tenesse tutto ben teso e in forma
E' arrivato il momento di cucire le maniche sul lato inferiore, sempre con "punto indietro", per poi infine chiudere anche i lati del busto e terminare così il grosso del lavoro….
Adesso si può giocare ad abbellire e personalizzare...
creo due alamari con del corno di cervo, che serviranno a tenere collegato il cappuccio col paravento frontale
utilizzando anche qui del cordino e della cordura come supporto da cucire
Ho aggiunto successivamente ulteriori due asole più all'interno, per avere il colletto ancor più aderente al viso, in caso di tempesta con forti venti.
Più due ulteriori passanti per il laccio sul collo, anch'essi per migliorare le prestazioni con clima proibitivo.
Di queste due ultime modifiche aggiungerò le foto appena possibile.
In conclusione, con poca spesa (ca. 10 euro complessivamente) in merceria per:
1 ago da lana a punta viva (non stondato),
4 rocchetti di filo in poliestere resistente per le imbastiture,
4 ferma-cordino a molla in plastica nera;
e tutto il resto dei materiali riciclati:
la cordura nera e l'anello a D, da un vecchio zaino da trekking che tengo come riserva pezzi e tessuto,
la cordura verde da un vecchio cinturone militare,
il pile da una vecchia maglia con zip rotta ed ormai in disuso.
Il filo cerato e il paracord li avevo già, come anche le coperte (che aspettavano ormai da un anno nell'armadio), anche se è possibile trovarne in rete per chi volesse cimentarsi.
L'unica cosa, ma credo la più importante di tutte: la PAZIENZA, unita alla passione in quel che si fa, che mi ha permesso di terminare un progetto così, totalmente a mano.
Ci è voluto quasi un mese e mezzo dal fare i cartamodelli a poter indossarlo, momenti in cui ti prende lo sconforto, altri in cui devi ripensare più volte a ciò che stai facendo, vedendo la fine sempre lontana.
Tanti bei buchi sulle dita e imprecazioni da licenza poetica, ma alla fine di tutto la soddisfazione che provo, quella si, non ha prezzo!!!!!
apro questa discussione, o per meglio dire "tutorial", nella quale cercherò di spiegare nel dettaglio i vari passaggi affrontati nella progettazione e realizzazione di un anorak, utilizzando delle coperte militari in lana.
Da premettere che ne esistono due tipi, entrambe in Pura Lana Vergine 100% :
la coperta "da campo" che misura ca. 190x150 cm di fattura e spessore più leggera,
la coperta "da casermaggio" che misura ca. 220x170 cm molto più pesante e spessa, tessuta fitta che sembra quasi feltro.
Per il progetto ho usato delle coperte "da casermaggio", volutamente scritto al plurale dato che ho dovuto tagliarne due per avere a disposizione tutti i pezzi necessari.
Non ho mai avuto esperienze in sartoria, a parte le classiche cose comuni del tipo: cucire qualche toppa, rifare un orlo, riattaccare un bottone o rammendare calzini;
nonostante ciò ho deciso di imbarcarmi in questo progetto "più grande di me", perché desideravo da tempo un capo del genere ma, avendo la famigliola sulla groppa, mi pareva improponibile spendere le cifre richieste per averne uno dai marchi più blasonati.
Siccome mi piace imparare sempre cose nuove, dopo essermi documentato un po', ho deciso che ero pronto ad iniziare!!!
Non sapendo come creare un "cartamodello" dalle misure, ho comprato in saldo un pile da caccia della Universe taglia 4XL (io vesto tra L ed XL) perfetto allo scopo, data la grandezza che mi permette di indossare altri strati al di sotto, dal quale ho ricavato i modelli di parte anteriore, parte posteriore e maniche.
Per il cappuccio stesso sistema, copiandolo da un anorak estivo in cotone.
Perfetto nella misura abbondante e nella forma, essendo composto da tre pezzi, evitando di avere quella punta a mo' di cappello di elfo che proprio non mi piace.
La protezione per il collo, come pure i passanti ed altre "migliorie" sono stati realizzati misurando il progetto in corso.
Bene, iniziamo il tutorial vero e proprio, buona lettura...…
Metro da sarta, metro rigido, carta, taglierino, forbici e qualche peso per tenere ben aperto il maglione che servirà da guida per ricavarmi le parti del modello...
Con la carta ho terminato, avendo l'accortezza di lasciare un margine ulteriore di 1.5cm lungo tutto il perimetro dove poi andranno le cuciture.
Inizio col riportare i modelli sulla coperta, utilizzando del gesso bianco
Lasciando il retro volutamente più lungo, per tenere le chiappe all'asciutto quando ci si siede a terra.
Stessa giostra con le maniche….
Ed ancora per il cappuccio….
e le tasche...
Pezzi tutti pronti, posso iniziare ad "imbastire" a mano utilizzando un ago da lana e del filo in poliestere con un buon carico di rottura.
All'interno del tascone a canguro, trova posto una seconda tasca più piccola corredata di una cinghia in cordura con anello a "d" (idea rubata a marchio U.S.A.) per le cose tipo chiavi, portafoglio o telefono...
Dimenticavo.....a proposito del cavo in basso a dx nella foto su, l'intenzione iniziale era di tentare a cucire il tutto a macchina.
Dopo tentativi vani con filo intrecciato, aghi piegati e bestemmioni come se piovesse, la macchina ha ritrovato il suo posto ideale sotto al tavolo onde evitare di finire lanciata dalla finestra.
Quindi l'intero progetto è stato cucito a mano, con la tecnica del "punto indietro", utilizzando il filo cerato che uso solitamente nei lavori in cuoio.
Praticamente indistruttibile!!!
Cucita quindi la tasca interna, passo ad imbastire la grande...
Per poi cucirla al suo posto saldamente...
e bloccare infine il filo con un nodo piano….
E con le tasche ci siamo....
Intanto ho cucito anche il fronte ed il retro sulle spalle, ed imbastito la manica sinistra al busto per rendermi bene conto della situazione.
Qui un dettaglio del punto indietro visto dal lato interno...
la parte esterna "a vista" ha un effetto simile alla cucitura a macchina, ed è anche più resistente se non fosse per i tempi assurdi che richiede l'esecuzione.
Poi taglio l'apertura verticale sul collo, di cui non ho foto, e da lì misuro il pezzo che sarà il paravento...
"Punto quadro" tutt'intorno per evitare sfilacciamenti
ed imbastitura sul busto con relativa prova di vestibilità e misure
Paravento cucito e aggiunta di un rinforzo in cordura nella parte bassa centrale, per distribuire lo stress sul tessuto
Cucito il tutto saldamente e poi imbastito il cappuccio sul busto...
Preparo poi con altra cordura i pezzi che saranno le asole per il laccetto
e prendo del filo cerato nero per cucirle in posizione
operazione difficile che ha richiesto l'uso della pinza, dato che si inizia a cucire più strati di materiale
Passanti cuciti, adesso è ora di mettere un liner in pile all'interno del colletto che vada a nascondere le cuciture ed anche evitare di avere la lana a diretto contatto con il naso
Ora è il turno del cappuccio, trasformare le imbastiture in cuciture definitive….
e preparare anche per lui un liner in pile, riutilizzando i cartamodelli che avevo lasciato da parte....
solito margine in più per le cuciture e via….
cappuccio pronto a riceverlo
Nel frattempo ho cucito anche il bordo del cappuccio dove passerà internamente del cordino per stringerlo, rinforzando le asole con due pezzetti di cuoio forati con la fustellatrice
Poi ancora pile per il bordo inferiore frontale e sui polsini, prima di cucire le due maniche al busto….
Per cucire il liner nel cappuccio, ho lavorato a rovescio infilandoci dentro un maglione appallottolato, che tenesse tutto ben teso e in forma
E' arrivato il momento di cucire le maniche sul lato inferiore, sempre con "punto indietro", per poi infine chiudere anche i lati del busto e terminare così il grosso del lavoro….
Adesso si può giocare ad abbellire e personalizzare...
creo due alamari con del corno di cervo, che serviranno a tenere collegato il cappuccio col paravento frontale
utilizzando anche qui del cordino e della cordura come supporto da cucire
Ho aggiunto successivamente ulteriori due asole più all'interno, per avere il colletto ancor più aderente al viso, in caso di tempesta con forti venti.
Più due ulteriori passanti per il laccio sul collo, anch'essi per migliorare le prestazioni con clima proibitivo.
Di queste due ultime modifiche aggiungerò le foto appena possibile.
In conclusione, con poca spesa (ca. 10 euro complessivamente) in merceria per:
1 ago da lana a punta viva (non stondato),
4 rocchetti di filo in poliestere resistente per le imbastiture,
4 ferma-cordino a molla in plastica nera;
e tutto il resto dei materiali riciclati:
la cordura nera e l'anello a D, da un vecchio zaino da trekking che tengo come riserva pezzi e tessuto,
la cordura verde da un vecchio cinturone militare,
il pile da una vecchia maglia con zip rotta ed ormai in disuso.
Il filo cerato e il paracord li avevo già, come anche le coperte (che aspettavano ormai da un anno nell'armadio), anche se è possibile trovarne in rete per chi volesse cimentarsi.
L'unica cosa, ma credo la più importante di tutte: la PAZIENZA, unita alla passione in quel che si fa, che mi ha permesso di terminare un progetto così, totalmente a mano.
Ci è voluto quasi un mese e mezzo dal fare i cartamodelli a poter indossarlo, momenti in cui ti prende lo sconforto, altri in cui devi ripensare più volte a ciò che stai facendo, vedendo la fine sempre lontana.
Tanti bei buchi sulle dita e imprecazioni da licenza poetica, ma alla fine di tutto la soddisfazione che provo, quella si, non ha prezzo!!!!!
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