Sempre stato favorevole all'uso del nucleare come fonte energetica e l'Italia, ai tempi che furono, era, sul piano industriale, una nazione che avrebbe potuto fare molto e che fece molto (anche all'estero) ma Chernobyl blocco tutto e Fukushima mise l'ultimo chiodo sulla tomba. Amen, così è così rimane. C'è chi è contento e chi no, come in ogni cosa. Rivangare, ora, non serve nulla.
Ora, al di fuori del contesto Italiano, per certe scelte, piaccia o non piaccia, bisogna avere la "potenza" politica per poterle anche solo affrontare, non dico "fare", soprattutto quelle che, anche solo di stomaco, sono difficili da capire a livello di rapporto costi/benefici, se poi sono lontani nel tempo i benefici ma nell'immediato i costi ancora di più, non per altro perchè se incontrano il contrasto della stessa popolazione che poi, materialmente, ti permette di portare avanti il tutto perchè, semplicemente, ti vota non vai da nessuna parte.
Oggi come oggi nessun politico affronterebbe il problema energetico con un piano "nucleare", non è ancora politicamente spendibile.
In fin dei conti, a prescindere da qualsiasi considerazione sul riscaldamento globale che sia o non sia reale (come conseguenze), oggi stiamo ancora bene nel senso che le nazioni "civilizzate" acqua, cibo, riscaldamento, energia, pop corn, benzina, tric e trac ne hanno, magari non più a buon mercato, magari con una "qualità" differente ma bene o male ci sono.
Il giorno in cui si avrà un calo reale, tangibile, senza arrivare a scene di rivolte popolari o guerre civili, allora, forse, si potranno affrontare a 360 gradi tutte le possibili soluzioni e non solo quelle politicamente spendibili. Non credo che mi piacerebbe esserci quel giorno.
Ciao
, Gianluca