- Parchi del Piemonte
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- Parco Nazionale Gran Paradiso
Dati
Data: 27/08/2019
Regione e provincia: Piemonte (TO) e forse Valle d'Aosta
Località di partenza: Piani del Nivolet (davanti al rifugio Savoia 2.534 m)
Località di arrivo: Piani del Nivolet (davanti al rifugio Savoia 2.534 m)
Tempo di percorrenza: 6 ore
Chilometri: 15
Grado di difficoltà: F+
Descrizione delle difficoltà: passi di arrampicata I e II, esposizione
Periodo consigliato: estate
Segnaletica: tacche bianco rosse - ometti
Dislivello in salita: 1.000
Dislivello in discesa: 1.000
Quota massima: 3.338
Accesso stradale: Arrivati ai piani del Nivolet parcheggiare davanti al rifugio Savoia
Descrizione
Giornata dal meteo incerto, con @eleutheria decidiamo una gita semplice o quasi.
Partiamo un po' tardi all'andata veniamo bloccati da un pullman che fa tutta l'ultima parte ai 20-30 all'ora, molto zen.
Il piano iniziale era anello e bagno ai laghi, il meteo non sarà clemente.
Con la Basei ho un conto aperto vediamo se riesco a chiuderlo. Eccola alla partenza.
Il sentiero è agevole, ma c'è un pericoloso guado da attraversare , Serena si prepara al Nepal o era Tibet ?
Il sentiero è molto segnato ma riusciremo a perderci , per fortuna torniamo al bivio e riprendiamo la retta via
@eleutheria è sempre davanti, ha caldo anche se ci sono meno di 15°C e tira come una pazza, saranno le droghe che assume?
scherzo ovviamente.
C'è anche un breve tratto attrezzato
Arriviamo al lungo traverso su sfasciumi che mezza costa circumnaviga tutta la conca.
La traccia è evidentissima, come purtroppo è evidente che il meteo è andato a farsi benedire.
Finito il traverso si avanza nella pietraia verso la vetta.
Il senttiero è segnalato da ometti (in realtà ci sono almeno 2 o 3 tracce in mezzo alla pietraia) c'è anche qualche nevaio, non servono i ramponi, ma si possono comunque aggirare.
Passato questo tratto raggiungiamo la dorsale.
Ormai siamo in vista del castello sommitale, ci sono anche altri escursionisti, chi manca è il sole.
Ed ecco l'unica difficoltà alpinistica della salita alla Basei, il tratto attrezzato, passaggi di II, ma c'è la corda.
Ma prima la famosa finestra, con la foto di rito , vabbè non era proprio in posa
Ed eccoci sulla cima della Basei (3.338 metri), la prima e più alta di giornata.
Ci godiamo il panorama nebbiuto
Poi guardiamo la cresta che ci attende sempre nella nebbia.
Raggiunta la dorsale, non riprendiamo il sentiero ma tiriamo dritto, all'inizio è tutto molto ampio e comodo.
Poi si stringe e compaiono le prime roccette.
Inizia ad essere un po' più divertente, non c'è niente di obbligato, ma tenendo il filo è più divertente, non si supera il II.
Proseguiamo, andiamo verso la Nivoletta, cima non ufficiale.
Ci voltiamo un attimo indietro a vedere il tratto percorso.
La salita alla Nivoletta si preannuncia interessante, si può evitare sulla sinistra per traccia su sfasciumi.
Arrivati davanti a un muretto che facciamo, Serena si impunta a voler tenere il filo, allora riponiamo i bastoncini e via.
La roccia è pessima e c'è pietrisco scivoloso ovunque, ma si sale senza eccessiva difficoltà, dopo la pendenza si abbatte e così la difficoltà, ancora qualche passaggino di I qua e là.
Serena è rimasta qualche passo indietro, le droghe stanno finendo l'effetto ?
Arrivati in cima alla Nivoletta, guardiamo le prossime cime che ci aspettano, il panorama è lunare.
Questo tratto è più agevole, in breve arriviamo in vista della Gran Vaudala Sud, un piccolo muretto ci attende.
Superatolo arriviamo in vista dell'ometto di vetta, siamo sulla Gran Vaudala Sud (3.250 metri) seconda cima di giornata.
Di fronte a noi la Vaudala Nord, ma in mezzo c'è il colletto.
Qui lasciamo il filo di cresta, non sono convinto sulla fattibilità della discesa, facciamo una digressione a destra sugli sfasciumi in mezzo alla nebbia.
E raggiungiamo il franosissimo colletto, davanti a noi la nord, ancora qualche passaggio di arrampicata.
Ed arriviamo in vetta alla Gran Vaudala Nord (3.272 m) dove c'è una stazione meteo a deturpare la cima, ce l'avrà messa lo @Spinoza?
Diamo uno sgurado alla Vaudala Sud
E poi facciamo una breve pausa con tanto di brindisi con Genepy , ce lo siamo meritati, alla vostra.
Ci attende ancora un po' di cresta il primo tratto agevole.
Poi arriviamo in un tratto spaziale, le rocce hanno tre colori diversi in pochissimo spazio, la foto non rende, veramente bello.
Sulla destra compare l'ultima cima di giornata, la Rosset.
La salita è facile facile, ci aspetta un altro ometto di vetta:
Punta Rosset 3.100 metri tondi tondi, quarta e ultima cima di giornata
Manca solo l'ultimo tratto verso il colle.
È il più tormentato con continui saliscendi ed è anche quello con i tratti più esposti e il fondo è scivoloso.
Si può tenere quasi sempre il filo, qualche passo di di disarrampicata non semplicissimo (II-), altrimenti potete aggirare, un paio di passi esposti obbligati.
Ma alla fine arriviamo al Colle Rosset 3.023 metri, le difficoltà sono finite ormai solo comodo sentiero.
Se c'era tempo si poteva proseguire fino alla Leynir, ma siamo in ritardo.
Si scende un primo tratto ripido a tornati e si raggiunge il pianoro, da qui diamo uno sguardo all'ultimo tratto di cresta percorsa.
Il tempo è brutto e l'ora tarda il bagno ai laghi salta .
Rapidamente ritorniamo al rifugio, dove beviamo una meritatissima birra.
Che dire bella gita in ambiente selvaggio, peccato per il meteo, bravissima @eletheuria, ormai provetta alpinista e senza più paura dell'esposizione, ormai deve solo vincere la paura delle "catenelle" .
Alla prossima
Data: 27/08/2019
Regione e provincia: Piemonte (TO) e forse Valle d'Aosta
Località di partenza: Piani del Nivolet (davanti al rifugio Savoia 2.534 m)
Località di arrivo: Piani del Nivolet (davanti al rifugio Savoia 2.534 m)
Tempo di percorrenza: 6 ore
Chilometri: 15
Grado di difficoltà: F+
Descrizione delle difficoltà: passi di arrampicata I e II, esposizione
Periodo consigliato: estate
Segnaletica: tacche bianco rosse - ometti
Dislivello in salita: 1.000
Dislivello in discesa: 1.000
Quota massima: 3.338
Accesso stradale: Arrivati ai piani del Nivolet parcheggiare davanti al rifugio Savoia
Descrizione
Giornata dal meteo incerto, con @eleutheria decidiamo una gita semplice o quasi.
Partiamo un po' tardi all'andata veniamo bloccati da un pullman che fa tutta l'ultima parte ai 20-30 all'ora, molto zen.
Il piano iniziale era anello e bagno ai laghi, il meteo non sarà clemente.
Con la Basei ho un conto aperto vediamo se riesco a chiuderlo. Eccola alla partenza.
Il sentiero è agevole, ma c'è un pericoloso guado da attraversare , Serena si prepara al Nepal o era Tibet ?
Il sentiero è molto segnato ma riusciremo a perderci , per fortuna torniamo al bivio e riprendiamo la retta via
@eleutheria è sempre davanti, ha caldo anche se ci sono meno di 15°C e tira come una pazza, saranno le droghe che assume?
scherzo ovviamente.
C'è anche un breve tratto attrezzato
Arriviamo al lungo traverso su sfasciumi che mezza costa circumnaviga tutta la conca.
La traccia è evidentissima, come purtroppo è evidente che il meteo è andato a farsi benedire.
Finito il traverso si avanza nella pietraia verso la vetta.
Il senttiero è segnalato da ometti (in realtà ci sono almeno 2 o 3 tracce in mezzo alla pietraia) c'è anche qualche nevaio, non servono i ramponi, ma si possono comunque aggirare.
Passato questo tratto raggiungiamo la dorsale.
Ormai siamo in vista del castello sommitale, ci sono anche altri escursionisti, chi manca è il sole.
Ed ecco l'unica difficoltà alpinistica della salita alla Basei, il tratto attrezzato, passaggi di II, ma c'è la corda.
Ma prima la famosa finestra, con la foto di rito , vabbè non era proprio in posa
Ed eccoci sulla cima della Basei (3.338 metri), la prima e più alta di giornata.
Ci godiamo il panorama nebbiuto
Poi guardiamo la cresta che ci attende sempre nella nebbia.
Raggiunta la dorsale, non riprendiamo il sentiero ma tiriamo dritto, all'inizio è tutto molto ampio e comodo.
Poi si stringe e compaiono le prime roccette.
Inizia ad essere un po' più divertente, non c'è niente di obbligato, ma tenendo il filo è più divertente, non si supera il II.
Proseguiamo, andiamo verso la Nivoletta, cima non ufficiale.
Ci voltiamo un attimo indietro a vedere il tratto percorso.
La salita alla Nivoletta si preannuncia interessante, si può evitare sulla sinistra per traccia su sfasciumi.
Arrivati davanti a un muretto che facciamo, Serena si impunta a voler tenere il filo, allora riponiamo i bastoncini e via.
La roccia è pessima e c'è pietrisco scivoloso ovunque, ma si sale senza eccessiva difficoltà, dopo la pendenza si abbatte e così la difficoltà, ancora qualche passaggino di I qua e là.
Serena è rimasta qualche passo indietro, le droghe stanno finendo l'effetto ?
Arrivati in cima alla Nivoletta, guardiamo le prossime cime che ci aspettano, il panorama è lunare.
Questo tratto è più agevole, in breve arriviamo in vista della Gran Vaudala Sud, un piccolo muretto ci attende.
Superatolo arriviamo in vista dell'ometto di vetta, siamo sulla Gran Vaudala Sud (3.250 metri) seconda cima di giornata.
Di fronte a noi la Vaudala Nord, ma in mezzo c'è il colletto.
Qui lasciamo il filo di cresta, non sono convinto sulla fattibilità della discesa, facciamo una digressione a destra sugli sfasciumi in mezzo alla nebbia.
E raggiungiamo il franosissimo colletto, davanti a noi la nord, ancora qualche passaggio di arrampicata.
Ed arriviamo in vetta alla Gran Vaudala Nord (3.272 m) dove c'è una stazione meteo a deturpare la cima, ce l'avrà messa lo @Spinoza?
Diamo uno sgurado alla Vaudala Sud
E poi facciamo una breve pausa con tanto di brindisi con Genepy , ce lo siamo meritati, alla vostra.
Ci attende ancora un po' di cresta il primo tratto agevole.
Poi arriviamo in un tratto spaziale, le rocce hanno tre colori diversi in pochissimo spazio, la foto non rende, veramente bello.
Sulla destra compare l'ultima cima di giornata, la Rosset.
La salita è facile facile, ci aspetta un altro ometto di vetta:
Punta Rosset 3.100 metri tondi tondi, quarta e ultima cima di giornata
Manca solo l'ultimo tratto verso il colle.
È il più tormentato con continui saliscendi ed è anche quello con i tratti più esposti e il fondo è scivoloso.
Si può tenere quasi sempre il filo, qualche passo di di disarrampicata non semplicissimo (II-), altrimenti potete aggirare, un paio di passi esposti obbligati.
Ma alla fine arriviamo al Colle Rosset 3.023 metri, le difficoltà sono finite ormai solo comodo sentiero.
Se c'era tempo si poteva proseguire fino alla Leynir, ma siamo in ritardo.
Si scende un primo tratto ripido a tornati e si raggiunge il pianoro, da qui diamo uno sguardo all'ultimo tratto di cresta percorsa.
Il tempo è brutto e l'ora tarda il bagno ai laghi salta .
Rapidamente ritorniamo al rifugio, dove beviamo una meritatissima birra.
Che dire bella gita in ambiente selvaggio, peccato per il meteo, bravissima @eletheuria, ormai provetta alpinista e senza più paura dell'esposizione, ormai deve solo vincere la paura delle "catenelle" .
Alla prossima
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