La concezione del coltello, così come l'uso, sono cambiati nel corso degli anni. Basta pensare al discorso full tang, o bisello scandi, o spessore al filo... e tra un pò sarà l'epoca dei manici e poi magari anche delle lame stampate in 3d. Attualmente ci sono già manici in titanio stampati con polvere di titanio da stampanti di ultima generazione. Si sono fatte sperimentazioni che hanno portato a sostituire il ferro con cobalto o tungsteno, creando difatti leghe che non ha più nemmeno senso chiamare acciaio, ma leghe di... I risultati non sono sempre così promettenti, ma sono compensati dal marketing dell'era digitale, che è capace di vendere un machete sud-americano ad uno che abita nei boschi di faggio dell'appennino. Quindi vanno sempre fatte le dovute considerazioni.
Personalmente trovo molto interessante vedere, leggere e studiare quali sono gli strumenti che le varie popolazioni locali hanno usato in giro per il mondo, nel corso dei secoli. Il trapper è uscito in un certo periodo storico e faceva determinate cose in quel tipo di ambiente. Non è che un trapper è un profeta dell'uso del coltello. I nord europei hanno sempre preferito l'accoppiata accetta, piccolo utility (pukko), viste le loro necessità e l'ambiente. Ma anche loro hanno avuto coltelli grandi, stile seax o skramaseax vichingo, che assumeva svariate funzioni, dal costruirsi un riparo, magari insieme all'accetta, alla caccia, fino al combattimento. Un antenato a tutti gli effetti del bowie se vogliamo, nati con le stesse premesse. Gli indiani d'america usavano strumenti in pietra fino alla scoperta delle Americhe, il vero tomahawk era in pietra, sono diventati poi in acciaio prendendo le accette da carpentiere usate a bordo delle navi europee. La loro concezione era molto preistorica, coltelli, accette, punte di frecce in pietra, tanta caccia, popolo nomade. Ma deriva anche dall'ambiente in cui si trovavano. Altrove non c'erano accette, ad esempio il masai keniano ha sempre usato una specie di daga, chiamata pugnale del masai. Altrove c'era il machete, il bolo, il parang, il kukri e così via... tutti coltelli decisamente non piccoli e potrei annoiarvi con esempi e storia ancora a lungo
Il punto è che la strumentazione che usiamo deriva dalla storia, ma anche dal tipo di ambiente, combinata con preferenze personali, abitudini e anche uso effettivo. Come detto da Indio e da altri, se vai a fare una passeggiata di 2 ore nel bosco vicino casa, che conosci a memoria, hai dietro il telefono, che sai prendere bene in quelle zone, con la batteria carica, la famiglia sa dove sei e dove trovarti nel caso.... ma ti porti accetta e coltello?? il machete? ma onestamente non ha senso nemmeno il pukko, il mora o quello che sia, ci piacciono i coltelli per cui diciamo che basta un victorinox, ma la verità è che andrebbe bene anche un semplicissimo chiudibile di qualsiasi marca, purchè lo sappia usare.... caso mai trovassi dei funghi, o delle erbe, o volessi farmi un bastone o solo per qualsiasi evenienza, compresa la sicurezza psicologica. Se fossi in bici, porterei una pinza o piuttosto uno di quei multi-tool specifici per la montain bike.
Ma se fossi in un campeggio, o in una escursione in cui devo accendere un fuoco, anche se tutto organizzato nei minimi dettagli... oppure se devo fare un lavoro in giardino, nell'orto, nel campo, nel bosco ecc.. Ma mi porto gli strumenti più efficaci possibili che so usare meglio. Potrebbero essere accetta e coltello, così come un 8 pollici e un segaccio, o un 10 pollici e un chiudibile e via dicendo. Un coltello di medio grandi dimensioni, resta uno strumento estremamente valido a 360°, per tante attività, chopping soprattutto, ma anche costruzione di picchetti ecc. strumenti base che possono essere fondamentali, certo non l'intaglio di una statuetta. Alcuni sono anche adatti ad essere usati per un leggero batonin, sebbene non sia una attività in cui bisogna esagerare. Se io sono due-tre giorni in campeggio fuori, nel bosco e ho solo un coltello da 4 pollici di lama, secondo me ho sbagliato tutto, anche se ho la tenda. Ho sottovalutato ampiamente la quantità di legna che serve per tenere acceso un fuoco e cuocere un pasto, quella che trovo a terra finisce presto e può essere umida e in caso di imprevisto ho uno strumento limitato. Se devo anche fare un riparo, nel senso che volutamente non ho portato una tenda, beh allora il 4 pollici perde ancora più di significato. Già accoppiarlo ad un bel seghetto chiudibile (meglio avere una lama di riserva e il modo per cambiarla) o una accetta cambia tutto. Ma se devo scegliere un solo strumento non potrebbe essere un coltello da 4 pollici, sarebbe almeno un 7-8 polllici. Anche un coltello da 5-6 pollici è limitato in quanto in genere poco efficace nel chopping.
Se devo fare un lavoro di potatura, abbattere un albero secco ecc. ma voi avete mai visto un contadino, un tagliaboschi, un vigile del fuoco, con un 4 pollici?? hanno roncole e mille varianti similari, accette e motoseghe. Una roncola, un roncola pennata, un marraccio, matrasso, roncio ecc. una delle tante varianti regionali nel tema è un grande strumento di taglio, posso sostituirlo con un buon chopper, anche se perdo il gancio in punta, ma magari guadagno in leggerezza e tenuta dell'acciaio, ma sicuramente non con un 4 pollici.
Proprio qua sta il punto principale secondo me. "Coltelli inutilmente grossi e cattivi" detta proprio sinceramente è un titolo fuorviante, fazioso, completamente sbagliato e anche offensivo soprattutto per chi costruisce strumenti del genere. Per questo Indio ha risposto argomentando l'utilità di un coltello grande, anche troppo pacatamente visto il titolo del topic.