Temo ormai che il mio contagio sia conclamato... fornellite acuta cronica.....
Dopo due anni tondi tondi di sbattimenti, bestemmie, prove e soprattutto utilizzo sul campo, credo di essere giunto a quella che per me è la versione definitiva del fornello ad alcool pressurizzato. Sono partito con il modello proposto da Paiolo sulla sua pagina, per poi arrivare a questi:
Rispettivamente con lattine da 250ml, 330ml e 500ml, che permettono capacità dai 35/40ml fino ai circa 75ml del piu grande, che si traduce in oltre 30 minuti di fiamma.
Le prove (quasi 50 fornelli realizzati...) mi hanno portato a concludere che la migliore configurazione è quella che prevede 24 fori di 0,5mm, ottenuti con una punta di quella misura e un mini "Dremel". Questo comporta lo svilupparsi di una pressione maggiore e più costante che permette di avere le singole fiammelle belle "separate" e soprattutto ben "ossidate", come si vede dal colore blu:
Nella foto alcuni getti sono parzialmente occlusi, basta dargli una leggera scovolata e tornano uguali agli altri.
Tutti i fornelli hanno praticamente la stessa "potenza" e riescono a far bollire 1/2 litro di acqua in 5 minuti, quella che cambia è la durata.
In linea di massima consumano qualcosina più di 2ml al minuto (con 60ml di bioetanolo ottengo oltre 27 minuti di fiamma).
Essendo diversa tra loro l'altezza, cambia anche la distanza ottimale dalla pentola che andrebbe ottimizzata per ognuno di essi:
Questo è quello più grande.
Il medio sullo stesso supporto.
Il piccolo su un supporto più stretto ma forse un po' troppo alto, anche se il tempo di ebollizione è stato praticamente lo stesso dei precedenti.
Per il foro di caricamento utilizzo un rivetto filettato ed una vite in ottone che permettono di chiuderlo ermeticamente una volta riempito:
La fettuccia nera che si vede sul perimetro è una guarnizione ignifuga per gli sportelli delle stufe a pellet, che trovo molto utile per permettere l'avvio del fornello senza bisogno di piattini o altri espedienti: basta bagnarla con un po' di alcool ed accendere, il calore sviluppato sarà sufficente a far evaporare il combustibile interno e "avviarlo" in una decina di secondi. La fettuccia è già dotata di un suo adesivo ma preferisco aggiungere un filo di silicone per alte temperature per fissarla in maniera sicura. Dello stesso sigillante uso metterne un po' anche tra le due "coppette" in alluminio che compongono il fornelletto. Preferisco non mettere lana di roccia o cotone all'interno perchè ho notato che spesso influiscono sulla omogeneità delle fiammelle e oltretutto riducono la capacità. Con fori di 0,5mm anche in caso di rovesciamento l'alcool che esce è una quantità limitata.
Per la foratura (che è la parte più complessa) mi sono deciso a realizzare una dima in alluminio nella quale incastro le lattine (per quelle da 330ml e 250ml ho fatto degli adattatori):
La punta da 1/2mm è una bestiaccia da usare a "mano libera" ma con un po' di pratica si riesce.....
E adesso che ho fornelletti per i prossimi dieci anni non rimane che tornare in montagna e farli lavorare
PS..Se qualcuno volesse provarli ne realizzo volentieri qualcuno da regalare...basta contattarmi (qui o in privato) ed avere un po' di pazienza perchè io e le bevande gassate non andiamo troppo daccordo, quindi approvigionarmi di lattine è la cosa più problematica...e nei supermercati guardano male quel coglione che prima di mettere le lattine nel carrello le gira e controlla che non ci siano ammaccature....
Dopo due anni tondi tondi di sbattimenti, bestemmie, prove e soprattutto utilizzo sul campo, credo di essere giunto a quella che per me è la versione definitiva del fornello ad alcool pressurizzato. Sono partito con il modello proposto da Paiolo sulla sua pagina, per poi arrivare a questi:
Rispettivamente con lattine da 250ml, 330ml e 500ml, che permettono capacità dai 35/40ml fino ai circa 75ml del piu grande, che si traduce in oltre 30 minuti di fiamma.
Le prove (quasi 50 fornelli realizzati...) mi hanno portato a concludere che la migliore configurazione è quella che prevede 24 fori di 0,5mm, ottenuti con una punta di quella misura e un mini "Dremel". Questo comporta lo svilupparsi di una pressione maggiore e più costante che permette di avere le singole fiammelle belle "separate" e soprattutto ben "ossidate", come si vede dal colore blu:
Nella foto alcuni getti sono parzialmente occlusi, basta dargli una leggera scovolata e tornano uguali agli altri.
Tutti i fornelli hanno praticamente la stessa "potenza" e riescono a far bollire 1/2 litro di acqua in 5 minuti, quella che cambia è la durata.
In linea di massima consumano qualcosina più di 2ml al minuto (con 60ml di bioetanolo ottengo oltre 27 minuti di fiamma).
Essendo diversa tra loro l'altezza, cambia anche la distanza ottimale dalla pentola che andrebbe ottimizzata per ognuno di essi:
Questo è quello più grande.
Il medio sullo stesso supporto.
Il piccolo su un supporto più stretto ma forse un po' troppo alto, anche se il tempo di ebollizione è stato praticamente lo stesso dei precedenti.
Per il foro di caricamento utilizzo un rivetto filettato ed una vite in ottone che permettono di chiuderlo ermeticamente una volta riempito:
La fettuccia nera che si vede sul perimetro è una guarnizione ignifuga per gli sportelli delle stufe a pellet, che trovo molto utile per permettere l'avvio del fornello senza bisogno di piattini o altri espedienti: basta bagnarla con un po' di alcool ed accendere, il calore sviluppato sarà sufficente a far evaporare il combustibile interno e "avviarlo" in una decina di secondi. La fettuccia è già dotata di un suo adesivo ma preferisco aggiungere un filo di silicone per alte temperature per fissarla in maniera sicura. Dello stesso sigillante uso metterne un po' anche tra le due "coppette" in alluminio che compongono il fornelletto. Preferisco non mettere lana di roccia o cotone all'interno perchè ho notato che spesso influiscono sulla omogeneità delle fiammelle e oltretutto riducono la capacità. Con fori di 0,5mm anche in caso di rovesciamento l'alcool che esce è una quantità limitata.
Per la foratura (che è la parte più complessa) mi sono deciso a realizzare una dima in alluminio nella quale incastro le lattine (per quelle da 330ml e 250ml ho fatto degli adattatori):
La punta da 1/2mm è una bestiaccia da usare a "mano libera" ma con un po' di pratica si riesce.....
E adesso che ho fornelletti per i prossimi dieci anni non rimane che tornare in montagna e farli lavorare
PS..Se qualcuno volesse provarli ne realizzo volentieri qualcuno da regalare...basta contattarmi (qui o in privato) ed avere un po' di pazienza perchè io e le bevande gassate non andiamo troppo daccordo, quindi approvigionarmi di lattine è la cosa più problematica...e nei supermercati guardano male quel coglione che prima di mettere le lattine nel carrello le gira e controlla che non ci siano ammaccature....
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