Ciao a tutti!
Come da titolo vorrei fare la Traversata delle Apuane nella prima settimana di Agosto. L'idea sarebbe quella di affrontarla in tenda e in autonomia, appoggiandomi ai rifugi solo per rifornimenti o emergenze. Non avendo mai frequentato le Apuane ho bisogno del vostro aiuto! Ho già fatto molte escursioni in autonomia, in questo caso però mi preoccupa il peso dello zaino proporzionato al dislivello, il caldo e la reperibilità dell'acqua (prima settimana di Agosto), terreni impervi e maltempo.
Ho un libro di Andrea Jacomelli e Marco Marando che descrive questa traversata, sto iniziando a leggerlo ora. Avete tracce Gps o altri itinerari da consigliarmi? Sempre considerando che sarò in tenda. E' umanamente fattibile?
Fatemi sapere!!!
La traversata delle Apuane è molto bella; sono una delle catene montuose più affascinanti che conosca.
Come ti hanno detto l'importante è essere consapevole delle difficoltà principalmente connesse con la discreta esposizione di tutta la parte settentrionale ed alle difficoltà di approvvigionamento acqua.
In ogni caso sia per l'esposizione che per l'acqua ci sono soluzioni, passando nei percorsi migliori; d'altra parte questa è una traversata, in cui in genere si predilige lo spostamento, senza l'obbligo di salire su tante vette.
In calce ti riporto un possibile itinerario, costruito e percorso diversi anni fa', corretto in relazione all'aumentata conoscenza del contesto, visto che frequento molto le Apuane.
Pensavo alla nord-ovest sud-est in 6 giorni. L'idea era quella di non uccidersi e prenderla con calma!
Lo zaino su quanti kg conviene tenerlo?
La leggerezza è importante in Apuane e la puoi ottenere anche riducendo facilmente il numero di giorni di impegno.
Guarda, per "fortuna" mi hanno spostato le ferie a data da destinarsi, io spero nei primi di Settembre
Molto meglio, le Apuane a settembre sono perfette.
Vengo a darti un possibile itinerario da Nord a Sud-Ovest, costruito anni fa' con alcune migliorie fatte al volo:
Itinerario sulle Alpi Apuane
I sentieri sono segnati da diverse sezioni del CAI e correttamente indicati in ottime carte: suggerisco la 4Land e trovi anche buone carte gps.
Parti di Venerdì o di Sabato per passare il più possibile dalle zone più invase dalle cave con l'attività di estrazione ferma.
Il percorso nel suo complesso è molto bello ed assolutamente "particolare", ma non voglio togliere tutta la sorpresa, per cui la mia descrizione è prettamente tecnica. E' assolutamente opportuno studiarsi un pochino della storia degli ambienti descritti.
Con un equipaggiamento leggero e con discreto allenamento l'itinerario si può percorrere in tre o quattro giorni, nulla vieta comunque di diluirlo, come di percorrerlo molto più velocemente in stile skyrunning (l'hanno attraversate su un percorso simile anche in un giorno).
PRIMO GIORNO
Breve percorso (un'oretta circa) di avvicinamento alle Apuane provenendo dalla stazione ferroviaria di Pieve San Lorenzo o da Equi Terme (in provincia di Massa Carrara): si percorre su sentiero verso Ugliancaldo (paesino caratteristico della Lunigiana e primo di osservazione delle Apuane). A Ugliancaldo c'era, non so se c'è ancora, un posto tappa dell'Apuana Trekking, ma è sicuramente meglio proseguire.
Prima di partire fare la scorta di acqua perché, se ti fermi dove suggeisco per la tenda, non la ritroverai fino al mattino del giorno dopo.
Da Ugliancaldo (quota 700 m) proseguire sul sentiero 181 verso le pareti verticali del Pizzo d'Uccello. Superata la cresta di Capradosso si raggiunge la stretta Foce Siggioli e da questa tramite un sentiero molto esposto si aggira a sinistra (Est) il Pizzo d'Uccello fino al Giovetto (quota 1500 m).
Se vuoi, lasciando lo zaino al Giovetto, che altrimenti sarebbe d'impaccio in un paio di canaletti, su un sentiero facile benché a tratti un po' esposto, puoi raggiungere la cima del Pizzo d'Uccello; per poi tornare al Giovetto.
Quindi recuperato lo zaino prosegui fino alla Foce di Giovo (quota 1500 m).
Ci vorrà mezza giornata per fare il percorso, più un'oretta e mezzo per la variante Pizzo, ma non ti conviene andare oltre perché per ritrovare un posto per piantare la tenda bisogna arrivare quasi a Foce di Cardeto, salvo che tu non intenda appoggiarti a un rifugio.
Se invece vai a rifugio prosegui ancora per un'oretta sul sentiero 179 fino al rifugio Orto di donna (chiama prima nel caso la gestrice), questo è anche il primo punto di rifornimento acqua,
SECONDO GIORNO
Sia che parti da Foce di Giovo che dal rifugio ti aspetta un percorso lunghetto (comunque fattibile in una giornata) anche se con dislivelli minori rispetto al giorno prima: seguire il sentiero 179 fino alla Foce di Cardeto.
Al rifugio Orto di Donna fai rifornimento d'acqua, prima di partire/proseguire.
Raggiunta la bella Foce di Cardeto (q.1720 m ca), prosegui, costeggiando in quota le gobbe del Monte Cavallo fino al Passo della Focolaccia (q.1640 m). Da qui aggirando la devastante cava sul passo, sali tramite il sentiero di cresta 148 fino alla vetta del Monte Tambura (q.1895 m) e riscendi fino al Passo Tambura, dove pochi metri più in basso sul sentiero ad Est trovi una sorgente, un po' nascosta da delle erbacce; anche questo è un punto in cui si può piantare la tenda, ma in questo percorso è a metà tappa.
Note: il passo è attraversato dalla famosa Via Vandelli, antica mulattiera che collegava l'Emilia al mare; inoltre dal passo in direzione Ovest si possono notare numerose lizze, da cui venivano calati i blocchi di marmo con grandi sacrifici umani.
Scendi lungo il sentiero 35 nella valle di Arnetola (q.1000 m ca), percorri la valle in direzione Sud sul sentiero 31 salendo tramite una mulattiera fino al P.sso Sella (q.1500 m). Anche questo è un possibile punto di pernotto se non hai voglia di proseguire.
Sotto il passo Sella scendendo di poco la marmifera e deviando di poco a dx, c'è una sorgente non facile da trovare, la vedi segnalata su alcune carte.
Se invece opti per la soluzione rifugio o ti fermi sotto al passo Tambura al Nello Conti o scendi quasi ad Arni al rifugio Puliti. Non so se sono aperti.
TERZO GIORNO
Prosegui in direzione Est fino al Passo Fiocca (q.1550 m) sotto la cima del Sumbra (che meriterebbe certamente raggiungere, lungo un sentiero un po' esposto e attrezzato, lasciando gli zaini al passo). Dal Passo Fiocca scendere fino quasi ad Arni (q.916 m) tramite il sentiero che passa dal boschetto del Fatonero.
Percorri la strada asfaltata per breve discesa, in direzione Sud-Ovest, fino all'incrocio in località Tre Fiumi (q.833 m), nei pressi del quale si imbocca il sentiero 128 verso il Rifugio privato La Quiete (q.987 m), nei pressi del quale puoi trovare l'acqua. Devia sul sentiero 11 in direzione Est fino a Col di Favilla, (paesello non raggiunto da carrozzabili, salvo una stradella presumibilmente costruita in tempi recenti, abitato fino a non molti anni fa. Da Col di Favilla prendere il sentiero 9 in salita fino a Foce di Mosceta (q.1150), dove c'è un'altra sorgente, nei pressi del Rifugio CAI Del Freo.
Qui puoi sia pernottare comodamente in tenda che in rifugio.
Il percorso di questo giorno è abbastanza breve ma non conviene proseguire; piuttosto da li si può raggiungere (senza zaino) la Pania della Croce (q.1858 m) del complesso delle Panie, particolarmente interessante, raggiungibile in un paio d'ore su un sentiero in salita ma senza difficoltà, salvo l'ultimo tratto di cresta un pochino esposta ma facile.
QUARTO GIORNO
Prima di partire fai la scorta di acqua perché fino a fine mattinata del giorno dopo non la ritroverete.
Da Foce di Mosceta raggiungi Foce di Valli (q.1266 m) per il sentiero 125.
Attenzione: ci sono un paio di traversi piuttosto esposti da fare con cautela, niente di difficilissimo, comunque classificati EE.
Si prosegue verso Sud, passando per il suggestivo Monte Forato (evitando la bella ferrata, a meno che non siate attrezzati) in parte su cresta ed in parte di costa, fino a Foce di Pietrosciana (q.961 m) e da questa scendendo un po' e poi risalendo a Foce delle Porchette (q.982 m), dove si possono piantare le tende.
Mezz'oretta più in su verso il Monte Croce c'è una sorgente, facendo un piacevole deviazione, magari raggiungendo la facile vetta prativa. L'acqua si può recuperare anche in una deviazione tra le due foci (di Pietrosciana e delle Porchette).
Il percorso di questo giorno non è particolarmente lungo ma un po' impegnativo per cui richiederà buona parte della giornata.
Da Foce delle Porchette salite verso il Monte Nona finché il sentiero si orizzontalizza, tagliando di costa il monte fino a Callare Matanna (q.1139 m). Da qui si sale sul Monte Matanna (q.1317 m) tramite un sentiero non segnato ma facile e si riscende gradualmente per sentieri di cresta e mulattiere (sentiero 105) in zone ampiamente prative, passando da Foce del Termine, fino a Campo all'Orzo (q.900 m ca).
Note: Se la sete vi assale potete rifornirvi al Rifugio Alto Matanna (sotto il Callare): l'acqua è potabilizzata dagli impianti del rifugio; altrimenti potete rifornirvi direttamente a Campo all'Orzo, dove ci sono sorgenti migliori.
Eventualmente da Foce del Termine si può raggiungere Grotta all'Onda (un paio d'ore abbondanti ad andare e tornare lasciando gli zaini alla foce), località particolarmente suggestiva e di notevole interesse storico, peraltro piena di sorgenti.
Questo percorso è lunghetto ma rilassante per il costesto più verde e per i pochi dislivelli dopo il primo iniziale (escluso la visita di Grotta all'Onda).
Da Campo all'Orzo scendi a Ritrogoli, per il sentiero 102, e proseguite sullo stesso sentiero in direzione Sud-Est passando da Le Campore, località di caratteristiche simili a Campo all'Orzo, fino a raggiungere la strada di fondo valle e da questa raggiungere Trebbio, servito dalle autolinee di Lucca.
Note finali: questo percorso l'ho compiuto in tre giorni e in quattro penso tu lo compia tranquillamente, potendo anche percorrere alcune varianti.
Rileggendo l'itinerario mi vien voglia di riscriverlo in un articoletto nella sezione Luoghi/attività.
Per maggiori informazioni scrivi qui, altrimenti mi trovi su fb/messenger come Corrado Bernardi. Ciao