Consigli su discesa di piccoli dislivelli con corda a recupero

Buongiorno a tutti,

premetto che sono un escursionista neofita quindi il post è per ricevere tutti i consigli possibili per non commettere errori o manovre pericolose.

La montagna cambia notevolmente dopo eventi meteorologici estremi quindi può capitare di imbattersi in sentieri ormai modificati totalmente.

Ieri durante un'escursione con mio figlio in un bosco di faggi ci siamo ritrovati ad affrontare una discesa particolarmente ripida e leggermente franosa (terreno non compatto costituito da foglie secche). :help::help::help:

Siamo riuscito a scendere procedendo lentamente aiutandoci con gli alberi e le rocce affioranti dal terreno.

La domanda del post è :

Se volessi affrontare queste piccole zone ripide utilizzando una corda (ed eventualmente moschettoni e imbragatura), utilizzando come PERNO alberi, e recuperando la corda a fine discesa, quale tecniche e attrezzature mi consigliate ? :roll::roll:

Grazie a tutti anticipatamente per i consigli
 
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Due considerazioni:
1) l'uso di corda e imbrago esige assolutamente un addestramento tecnico specifico. Altrimenti il rischio è molto alto. Anzi la sensazione falsa di sicurezza dell'essere legati può portarci a comportamenti decisamente imprudenti.
2) se si fa escursionismo (e non alpinismo) arrivare da qualche parte grazie ad una corda può significare non saper più come tornare indietro se ci siamo messi in un vicolo cieco...
 
A me non sembra stia chiedendo qualcosa di pericoloso che richieda un corso di alpinismo a 2000m.
Sta solo chiedendo come fare in passaggi di 4-6 metri in un sentiero diventato scivoloso/franoso che possono anche essere affrontati aggrappandosi agli alberi ma... con un bambino...
Per cui quello che cerca è solo una maggiore sicurezza di potere trattenere il bambino nel caso scivolasse, a me sembra chiarissimo l'intento, non facciamo di una formica un elefante...
 
U

Utente 24852

Guest
Grazie a tutti anticipatamente per i consigli

Se ti é venuta in mente questa cosa vuol dire che dove intendete passare, una caduta non é controllabile e soprattutto non é garantito dove essa possa terminare, che il terreno é così in pendenza da farvi richiedere l'uso delle mani, ancoraggi e appocci particolari... ovvero, non é un terreno in cui il vostro semplice equilibrio vi rende a vostro agio in tutta sicurezza. Inoltre significa che la situazione vi si presenta spesso, in quello che fate.

Potrebbe essere un'idea frequentare un corso, non quelli dei club alpini, ma anche privati. Ovviamente se non hai la possibilità di organizzarti con qualche amico, conoscente esperto, appassionato e che lo fà non per convenienza o altro, ma per passione nel trasmettere certe conoscenze. Sarebbe anche una bella esperienza da condividere con tuo figlio. Ovviamente per ogni cosa non basta una corso, ma serve passione, interesse, costanza e in questi casi l'uso del buonsenso, della pazienza e andare per gradi.

Non sono uno di quelli che si sottomette alla tradizione/moda che per ogni cosa serve avere un certificato, un'autorizzazione, ecc... infatti ammiro l'intraprendenza e gli approcci simili a quelli che hai descritto. Ma ci sono così tante variabili da calcolare, tra di esse anche il semplice proprio borsino e le semplici preferenze personali, che é meglio andarci piano. Non esistono regole assolute, ne sul modo di agire... ne sul materiale da usare.

Idealmente devi essere consapevole di cosa vai a fare, devi sempre essere in grado di poter tornare indietro... a meno che non conosci perfettamente il percorso che hai davanti a te, per tornare a casa.
Oppure che tu non decida di seguire altri approcci, più "spavaldi", che sono comunque un diritto di chiunque.

Idealmente sarebbe il caso di conoscere quali dislivelli vorresti superare in quella maniera, nel senso... entro che limite ti dici "...così é troppo, non si fà, ma si torna indietro" mentre "...da quello, ok, questo lo voglio superare..."??. Perché in base a questo ne consegue il materiale da portarsi dietro... soprattutto la lunghezza della corda. Che non é un'esclusiva di certe attività... se usata con competenza risolverebbe molti problemi e eliminerebbe molti incidenti nei boschi. Vedi "füngiatt" e certi "cacciatori" che non la usano perché "nel bosco e in escursionismo non serve e poi loro sono "bravi" e poi vengono ritrovati giorni dopo... se và bene, vivi.

Quindi cerca di apprendere bene l'utilizzo della corda, ancoraggi, discensori, sicurezze varie, risoluzione in caso di problemi su corda, cosa può succedere se qualcosa si stacca e vi ruzzola addosso? ecc... Questo ti permette anche di capire cosa preferisci e cosa no,... perché come dicevo, non esistono obblighi, regole assolute... la vita é tua, vostra, e in queste attività, come nella vita, nulla é sicuro e garantito... ma puoi decidere se limitare i rischi e cosa ritenere tollerabile e cosa no.
Così puoi fare le cose in maniera ben ponderata... alla fine se si ha un'interesse é bello dedicarcisi per apprendere il più possibile.

...e non scoraggiarti... ci sono tantissimi esperti di alpinismo, arrampicata che vivono le loro attività con le conoscenze di qualche corso e delle specifiche tecniche dei materiali,... senza andare oltre, come situazioni d'emergenza, risolverle, ecc... Quindi se lo desideri veramente, vedrai che potrai apprendere e fare quello che ritieni necessario, dove e quando lo vuoi.

Ricordati però che una caduta da 3 metri non é meno pericolosa di una caduta in quota,... insomma, se é un'interesse, tanto vale farlo bene e non alla carlona, conoscendo solo il "bello" e nelle "comfort zone". Perché certe piccole cose fatte male, portano ad incidenti gravi.

Te lo dico per esperienza personale nel soccorso,... quindi zero ragionamenti "ma é solo questo, ma é solo lì" ma "faccio le cose per bene, integralmente". Sempre, chiaramente, in base al tuo modo di approcciarti alla vita. Alla fine l'importante non piangere sul bicchiere di latte versato e non dire "imprevedibile, non ci avrei mai pensato". NB. non é una critica, ma é quello che capita molto spesso dopo gli incidenti, tra i diretti interessati e i parenti. Quindi maturità, consapevolezza sono fondamentali, come la capacità di prendersi la responsabilità delle proprie scelte e azioni.


AUGURONI ;)
NB: nulla di quello che ho scritto é per esagerare, criticarti o farti passare la voglia... anzi, tutto il contrario.
Preferisco non essere superficiale, forse per esperienza diretta in certe situazioni e contesti e per fare un quadro piuttosto completo da cui uno poi può decidere. Piuttosto, in assenza di esperienza, dire "...ma dai, per fare solo quello?? Vai trank". ahahah Mh, anche no.
 
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Grazie a tutti per i primi consigli ...

... il mio post era per iniziare a ricevere le prime dritte nel caso ci si trovi ad affrontare dei piccoli dislivelli come quello che mi è capitato ieri.

Essendo un esperto in Sicurezza sul Lavoro, lo abbiamo affrontato con molta calma, analizzando i potenziali rischi e con la massima prudenza (non sono un tipo sprovveduto o propenso all'adrenalina) ... la prudenza e il buon senso ci ha permesso di attraversare il passaggio senza alcun problema e/o incidente.

Generalmente facciamo escursioni su sentieri già battuti pertanto la necessità di utilizzare corde sarebbe legata soltanto a casi remoti qualora nascesse l'esigenza in seguito a modifiche dell'ambiente.

I corsi di arrampicata, soprattutto quelli CAI, sono molto tecnici, utili certamente, ma rivolti più a persone che svolgono attività di arrampicata su pareti ... ben lontani dall'attività di escursionismo che praticherò.

Il mio interesse è iniziare a capire quali tecniche sono più idonee ad affrontare questi casi remoti (con il recupero della corda e l'utilizzo di alberi come perno) ... ovviamente sarà mia cura approfondire gli argomenti con corsi ed esperienze dirette.

Di nuovo grazie a tutti
 
Ciao, la cosa più semplice è una calata in corda doppia, facendo passare la corda intorno all'albero, assicurati che sia robusto, le sollecitazioni possono arrivare oltre i 600 kg.
Questo vale per te, tuo figlio lo puoi calare tramite mezzo barcaiolo, facendo una sosta con una fettuccia intorno ad un albero.

Questo presuppone la conoscenza di un po' di nodi e tecniche di base, che trovi facilmente su YouTube o altri posti, ma sarebbe molto meglio se trovassi una persona esperta che te le mostra.

Prima di provarle sul campo, provale e riprovale in condizioni di sicurezza, fino a raggiungere una ragionevole padronanza.

Ovviamente ci sono anche altre possibilità.

La mia risposta è solo a scopo informativo, poi valuta tu se ne vale la pena. ;)
 
Ciao, la cosa più semplice è una calata in corda doppia, facendo passare la corda intorno all'albero, assicurati che sia robusto, le sollecitazioni possono arrivare oltre i 600 kg.
Questo vale per te, tuo figlio lo puoi calare tramite mezzo barcaiolo, facendo una sosta con una fettuccia intorno ad un albero.

Questo presuppone la conoscenza di un po' di nodi e tecniche di base, che trovi facilmente su YouTube o altri posti, ma sarebbe molto meglio se trovassi una persona esperta che te le mostra.

Prima di provarle sul campo, provale e riprovale in condizioni di sicurezza, fino a raggiungere una ragionevole padronanza.

Ovviamente ci sono anche altre possibilità.

La mia risposta è solo a scopo informativo, poi valuta tu se ne vale la pena. ;)
Soprattutto, chi mai si porta la corda e l'attrezzatura per fare una calata per una semplice gita in bosco???
 
U

Utente 24852

Guest
Potrebbe essere chì é consapevole che nonostante definisca "semplici" le sue uscite, si preoccupa di poter aver bisogno di certa attrezzatura per far fronte in sicurezza a dei passaggi... quindi che così semplici non sono. Che poi sia un bosco a livello del mare o in quota poco cambia... Altrimenti non ci si farebbe alcun problema e qualsiasi caduta, se non proprio con modalità "sfortunatissime", non comporterebbe nessun tipo di danno rilevante.

Si recuperano più persone nei boschetti dietro casa... con anni di esperienza, navigati ed esperti, che reputano "semplici" certe cose e certi luoghi.... che persone che praticano attività "tecniche" in chissà quale zona blasonata.

La questione, indifferentemente dal contesto, riguarda puramente una scelta personale, approccio, filosofia.

È praticamente impossibile ritenere se ha senso oppure no una cosa del genere parlando in generale,
visto che il tutto é interpretabile e ci sono mille mila variabili. Si può solo pensare alla questione di dove finisce una caduta, di quanti metri di scivolata o caduta si parla, se questa caduta e la pendenza del terreno ne impediscono la frenata, ecc... basandosi sul principio che se ci si preoccupa di "tutelarsi" é perché non ci si vuole far male.

Differente se non ci si preoccupa di questa cosa,... allora ovvio, si và e via...
 
Ultima modifica di un moderatore:
Boh per carità è capitato, seppur raramente, di trovarsi in situazioni con attrezzatura mancante o errata... solitamente però si conosce un minimo il territorio e quali situazioni evitare per non rischiare troppo (il rischio è in parte oggettivo e in parte soggettivo) e male che vada si torna indietro.
Corda nel bosco conosco chi se la porta, magari non due mezze da 60... serve più che altro ad andare a recuperare magari qualcuno che è scivolato per pochi metri o mille situazioni impreviste.
 
U

Utente 24852

Guest
e male che vada si torna indietro.

Esattamente, purtroppo per molte persone questo limite non é ben chiaro, nemmeno tra chì é abituato. Soprattutto se la tendenza é quella di ritenere delle cose "semplici, ma lì cosa serve, ecc..." certe cose "pericolose" e certe "no", puramente per delle sensazioni o per delle abitudini.
Nel senso... da uno strapiombo di 500 mt. molti hanno più paura che da un ponte di 30 mt.... ma se si cade.... le differente a livello di "vita/morte" non cambiano molto.

Quindi si é in grado di ragionare in base ai rischi per la salute o solo per la sicurezza in se stessi in quella determinata situazione??
 
Passaggi su sentieri in boschi ripidi e foglie bagnate ne ho fatti parecchi e a volte mi son fatto dei bastoni di legno alla abbisogna per avere un appoggio migliore.
Scivolate pure queste situazioni si fortunatamente senza mai cadere ;)

Il consiglio che posso darvi e' di portare bastoncini da trekking ;)
 
Un paio di volte mi è capitato un pendio di pochi metri scivoloso e fangoso, roba di media pendenza e pochi metri 6-7 massimo. Ho trovato a monte un albero robusto, fatto passare dietro il fusto la corda andata e ritorno. Sono sceso tenendo le due corde insieme, arrivato in fondo ho tirato una corda e ciao. Niente nodi, niente imbragatura. Ora mi mangeranno tutti vivo dandomi del folle ma io faccio così da sempre e sono ancora vivo e vegeto.
 
Eh figurati quando si va a funghi solitamente il bosco è bagnato (se è secco -> niente funghi) e al mattino poi è normalmente zuppo di rugiada :woot:
Tant'è che a funghi vado con gli stivali, c'è chi preferisce usare gli scarponcini e le ghette... ma riesco a muovermi bene con gli stivali e per ora nessun problema serio.
La corda io non l'ho mai portata, anche perchè una strada alternativa (a quella valutata troppo pericolosa), magari con un po' di fatica in più, si trova sempre.
La preparazione prima della partenza però è fondamentale, bisogna conoscere un minimo il territorio.
 
Buongiorno a tutti,

premetto che sono un escursionista neofita quindi il post è per ricevere tutti i consigli possibili per non commettere errori o manovre pericolose.

La montagna cambia notevolmente dopo eventi meteorologici estremi quindi può capitare di imbattersi in sentieri ormai modificati totalmente.

Ieri durante un'escursione con mio figlio in un bosco di faggi ci siamo ritrovati ad affrontare una discesa particolarmente ripida e leggermente franosa (terreno non compatto costituito da foglie secche). :help::help::help:

Siamo riuscito a scendere procedendo lentamente aiutandoci con gli alberi e le rocce affioranti dal terreno.

La domanda del post è :

Se volessi affrontare queste piccole zone ripide utilizzando una corda (ed eventualmente moschettoni e imbragatura), utilizzando come PERNO alberi, e recuperando la corda a fine discesa, quale tecniche e attrezzature mi consigliate ? :roll::roll:

Grazie a tutti anticipatamente per i consigli

La sola "manovra" corretta è la discesa in doppia ma questo presuppone (oltre a saperla fare) che ogni componente della gita abbia con se un imbragatura, un discensore, due/tre moschettoni e un cordino per fare un machard..... oltre naturalmente a una corda di lunghezza adeguata e a quello che serve per attrezzare eventualmente una sosta (che poi rimarrebbe in loco).

Tutte le altre alternative sono abbastanza "artigianali", la meno peggio che mi viene in mente (con la necessità di utilizzare meno materiale possibile) potrebbe essere quella di legarsi la corda in vita e poi utilizzando un albero come sosta calarsi utilizzando un machard di sicurezza (assicurato con un moschettone alla corda legata in vita) sul ramo di corda che utilizziamo per calarci (non quello a cui siamo legati insomma, ma l'altro). Con il machard anche in caso si scivoli e le mani lascino la corda si viene bloccati immediatamente..... qualsiasi manovra di corda (anche solo legarsela in vita) presuppone però di sapere con esattezza cosa si fa e perchè lo si fa.

:biggrin: .....resta il fatto che se durante un escursione in un bosco di faggi ci si mette in una situazione tale per cui si può scendere solo con una corda, vuol dire che qualcosa è andato molto storto....
 
Dalle mie parti succede spesso, nei boschi ci sono quelle stradine scavate nella terra che servono per scaricare l’acqua quando piove. Non chiedetemi come si chiamano ma durante un forte temporale si trasformano in veri torrenti. Di solito a monte sono a livello del bosco e a valle sono profonde diversi metri con sponde ripide e scivolose. Scavate di sicuro da antichi boscaiaioli che con i carri andavano a fare legna in inverno.
 
Dalle mie parti succede spesso, nei boschi ci sono quelle stradine scavate nella terra che servono per scaricare l’acqua quando piove. Non chiedetemi come si chiamano ma durante un forte temporale si trasformano in veri torrenti. Di solito a monte sono a livello del bosco e a valle sono profonde diversi metri con sponde ripide e scivolose. Scavate di sicuro da antichi boscaiaioli che con i carri andavano a fare legna in inverno.
Beh non conviene passare fuori da ste stradine? Quando sono a funghi sto più tempo fuori sentiero che sul sentiero :biggrin:
 
Lo facevo quando ero un “bocia” cercavo di scalarle aiutandomi con le radici che uscivano dalla terra, certo che ora l’idea di scivolare e prendermi una musata mi frena ma ricordo ancora con affetto quei giorni spensierati.
 
Il mio interesse è iniziare a capire quali tecniche sono più idonee ad affrontare questi casi remoti (con il recupero della corda e l'utilizzo di alberi come perno) ... ovviamente sarà mia cura approfondire gli argomenti con corsi ed esperienze dirette.
Ho capito che la tua non è la domanda di una persona imprudente e che per le tue esigenze un corso di arrampicata è eccessivo...

Però, per farmi capire, ti dico che non attaccherei l'imbrago di mio figlio ad un nodo che ho imparato a fare guardando You Tube...
Così come ti invito a considerare come sia facile, scendendo in un fuori sentiero ripido e sconosciuto grazie alla corda, andarsi a mettere in una situazione senza uscita dove diventa difficilissimo e faticoso sia proseguire sia tornare indietro.

Ma sono valutazioni che tu puoi fare in base alle tue esigenze e ai casi concreti che hai in mente.
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A me non sembra stia chiedendo qualcosa di pericoloso che richieda un corso di alpinismo a 2000m.
Sta solo chiedendo come fare in passaggi di 4-6 metri in un sentiero diventato scivoloso/franoso che possono anche essere affrontati aggrappandosi agli alberi ma... con un bambino...
Per cui quello che cerca è solo una maggiore sicurezza di potere trattenere il bambino nel caso scivolasse, a me sembra chiarissimo l'intento, non facciamo di una formica un elefante...
Sono d'accordo ci mancherebbe...
Ma in fondo "4-6 metri" ripidi e scivolosi si fanno anche con "il sedere in terra"...

Mi preoccupa solo l'ipotesi di persone che si "attaccano a nodi" imparati a fare in casa...
 
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