Recensione Henri Tikkanen Maasepän Puukko

Ciao a tutti.
Circa un mese e mezzo fa è arrivato il mio maasepän puukko artigianale, realizzato da Henri Tikkanen di Pieksämäki, in Finlandia. L'acquisto di questo coltello è stato reso possibile grazie a Federico Buldrini, che ho contattato ancora prima di iscrivermi su questo forum, e che ringrazio di cuore per la squisita gentilezza e disponibilità, e per la sua enorme competenza. È stato lui non solo a mettermi in contatto con Henri, ma anche ad offrirmi preziose dritte sulla scelta delle caratteristiche del coltello.
Inoltre devo dire che anche Henri si è comportato con grande disponibilità e serietà, tenendomi aggiornato sullo stato del lavoro e ultimando il coltello nei tempi (assolutamente ragionevoli, circa 2 mesi per di più in pieno periodo Covid) convenuti.
Le foto, fatte da me con mezzi e capacità limitate, non renderanno giustizia al coltello, ma questo passa il convento.

Sono innamorato dei coltelli nordici, pur non essendone un esperto. Possiedo già un Tommi ed un Tuhoipää Puukko, ma il maasepän puukko mi ha sempre affascinato perché è una delle tipologie di puukko più antiche (se non la più antica) in assoluto, ed io ne volevo una versione archetipica.
Essendo il mio primo puukko artigianale posso valutarlo unicamente in base al confronto con i coltelli nordici industriali o semi-artigianali o con altre tipologie di coltelli da outdoor che possiedo.

CARATTERISTICHE
La lama - forgiata a mano a partire da una vecchia lima di acciaio al carbonio con circa l'1,3% di carbonio e temprata in maniera differenziata in modo da lasciare dorso e codolo più morbidi del tagliente - è a sezione rombica, è lunga 95mm, larga 18mm e spessa 3,5mm sul dorso e 5mm all'attaccatura dei biselli (a circa 2/3 della larghezza). I biselli sono leggerissimamente concavi e sul tagliente è presente un piccolo microbisello, l'angolo a dispetto della larghezza della lama è piuttosto acuto.
Il manico, realizzato in betulla careliana carteggiata a grana fine e oliata, è lungo 120mm largo 3mm e spesso 22mm nel punto più largo. Presenta una sezione a goccia con una marcata rastrematura.
Il codolo è inserito nel manico ed è stato fissato ad esso con colla epossidica.
Il fodero è realizzato in corteccia di betulla intrecciata a mano e passata con cera d'api, il salvafilo al suo interno è in legno intagliato a mano (credo ontano) ed il passante è realizzato in cordoni intrecciato.
Il peso del coltello è di appena 82gr, che arriva a 123gr col fodero.
Il prezzo è 136 euro, comprensivo di spedizione dalla Finlandia.
Henri ha aggiunto un certificato di autenticità in cui ha fornito i dati del coltello ed alcuni cenni relativi alla storia del maasepän pukko in inglese con relativa traduzione in italiano (!).

PRIME IMPRESSIONI
Una volta visto in foto, ed ancora di più quando l'ho avuto tra le mani, l'ho trovato ancora più bello delle mie (elevate) aspettative. Oltre alla cura delle varie lavorazioni, immediatamente percepibile, mi hanno colpito subito il fodero unico nel suo genere, le bellissime venature del manico e...l'ottimo profumo del fodero e dell'impugnatura!
Buona la ritenzione del fodero, che trattiene bene il coltello anche se capovolto e scosso ma ne permette l'estrazione senza troppa fatica; non è concepito per l'estrazione ad una mano (inoltre andrebbe portato sulla sinistra da me che sono destro); permette sicuramente un ottimo drenaggio.
Questo coltello, dall'aspetto a cavallo tra il grezzo ed il raffinato, in mano dà una bella sensazione di solidità, nonostante la grande leggerezza, grazie alla generosità della lama, bella spessa.
Buon grip del manico. La sua decisa rastrematura e la marcata sezione a goccia sulle prime mi ha lasciato perplesso.
Buona l'affilatura "della casa" (anche se io per abitudine appena ho un coltello tra le mani lo stroppo con suede ruvida e poi liscia, senza usare paste).
Il bilanciamento è pressoché neutro. È molto leggero, ma in mano il peso è ben avvertibile.
Non c'è il benché minimo accenno di ricasso e lo spazio tra lama è manico è impercettibile.

DOPO UN PO' DI UTILIZZO
Dopo un breve periodo di utilizzo in garage e per i boschi della Val di Non, il manico che inizialmente mi aveva trasmesso sensazioni contrastanti impugnandolo, mi ha decisamente conquistato: la sezione a goccia molto marcata, sulle prime quasi "spigolosa" in basso, permette di riconoscere immediatamente al tatto l'orientamento della lama (cosa non facile ad esempio sul Mora n.1 e sugli altri miei puukko) e permette di fare più forza con il mignolo. Inoltre rende pressoché impossibile la rotazione accidentale del manico nel palmo, offre una presa molto salda, riempie bene la mano e, contrariamente a quanto mi aspettavo, non affatica con l'uso.
Buono l'appoggio dell'indice sull'ampio dorso della lama.
Una cosa che mi aspettavo invece, anche se non così tanto, è l'estrema aggressività della lama sul legno. Inizialmente ho avuto una certa difficoltà coi feathersticks, dato che tale aggressività si traduceva nella tendenza a tagliare scaglie di legno anziché riccioli. Con un po' di pratica però, usando molta meno forza di quanto sono abituato a fare con altri coltelli, i riccioli hanno iniziato a venire benone (vedi foto). Il coltello è davvero mordace sul legno, sia nel senso delle fibre che in opposto.
Il coltello è davvero agile per le sue dimensioni e per la larghezza non indifferente della lama nell'intaglio di superfici concave e nei lavori di punta per via della sezione rombica e per il manico snello e privo di elementi di ostacolo. È impossibile non trovare l'impugnatura ottimale in pressoché ogni occasione. Lavora bene ed è comodo anche con l'impugnatura a forbice e con la lama rivolta verso sé. Non essendoci né guardia né ricasso serve un po' di attenzione, ma permette tagli di elevata precisione sfruttando la porzione di lama a ridosso del manico.
Ho testato la tenuta del filo dopo aver lavorato su legni verdi duri come noce, ciliegio e rovere della Val di Non e legni stagionati (acero, larice e carpino), e l'ho trovata più che buona: alla fine di ogni mia sessione il filo non ha mai evidenziato asperità visibili ma solo percepibili al tatto, e l'ho sempre ripreso a rasoio con non più di una ventina di passate sulla coramella con pasta Bark River Verde e Bianca. Non conosco la durezza in HRC del tagliente, tuttavia la sensazione è che sia elevata. Non ho testato le capacità né di chopping né di batoning, ritenendoli inappropriati a questa tipologia di coltello, del quale non intendo abusare pur non facendomi remore ad utilizzarlo per il suo scopo, tagliare.

Un test che faccio spesso coi coltelli nuovi è l'effettuare una serie di intagli e scassi su un bastoncino di legno duro reciso col coltello nel più breve tempo possibile, in genere un paio di minuti o poco più. Tali intagli richiedono un lavoro su superfici concave, convesse, lungo le fibre e trasversalmente ad esse, in spinta, in trazione, di punta, di forza e di sensibilità. Lo ritengo quindi un piccolo "esercizio" completo. In foto ho usato del rovere. Il coltello ha lavorato rapido, preciso, agile, senza intoppi nemmeno su un paio di piccoli nodi. Dopo il piccolo test tagliava ancora a rasoio, e faceva saltare i peli del braccio senza pressione. Non ho notato asperità sulla lama, né alla vista né al tatto.

CONCLUSIONI
È un coltello comodo, leggero, snello ma "di sostanza". È maneggevole, agile e preciso, anche se per me non "immediato". Morde il legno con una estrema aggressivitá, a volte si sente poco la resistenza del legno (per fare riccioli è un difetto, per altre cose no). Tiene bene il filo. A dispetto del peso ridotto, con un po' di pratica si riesce a dosare molto bene la forza. Ammetto di aver scelto questa tipologia di coltello in primis per ragioni estetiche e stilistiche, pur volendo uno strumento al contempo prestazionale. Dopo averlo provato, penso di avere tra le mani un coltello per me bellissimo ma anche decisamente efficace, con una marcia in più rispetto ai miei semi-artigianali. Vista l'indiscutibile qualità del coltello, considero la spesa sostenuta giustificata ed assai ragionevole. Amo questo coltello, e reputo la mia prima (e a questo punto spero proprio non ultima) esperienza con i nordici artigianali e con Henri Tikkanen assolutamente positiva! Grazie Henri, grazie Federico!
 

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Direi più che onesto per un prodotto del genere.
A mio parere, assolutamente si. Non è un coltello elaborato (e a parer mio proprio in questo sta il suo fascino, ed anche nell'utilizzo la semplicità è il suo punto di forza, rendendolo estremamente versatile soprattutto nell'intaglio), ma è realizzato con grande cura per il dettaglio e soluzioni costruttive (vedi fodero in betulla intrecciata) particolari. Posseggo diversi coltelli di pregio industriali e semi-industriali decisamente più costosi di questo, di fianco ai quali questo puukko non sfigura (anzi!) né per qualità costruttiva né per prestazioni. Secondo me uno dei tanti punti di forza dei nordici è che è ancora possibile acquistare coltelli artigianali belli e performanti a costi tutto sommato abbordabili. In tutta onestà non posso che fare una ottima pubblicità ad Henri Tikkanen, e non esiterei un secondo a rifare lo stesso acquisto.
 
Quando ho contattato Federico per cercare di intenderci sul tipo di coltello che avevo in mente, mi ha fatto vedere una foto del coltello di cui parli, dicendomi che era di un membro del forum. Allora è il tuo! Complimenti, bellissimo anche con il manico in ginepro!
Esatto! Ora mi tocca mostrarvelo, le foto le ha scattate il buon @GreenGabri però, spero non gli dispiaccia se le carico qui...
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Qui purtroppo non si notano molto le venature del ginepro...

Anche il tuo profuma deliziosamente?? :biggrin:
 
Complimenti per la recensione e per il coltello! :si: Molto bello e ad un prezzo onesto... Se penso cosa fanno pagare certi industriali, che non hanno un decimo del lavoro manuale di coltelli come questo, ma hanno da far pagare un nome. Ho visto gli altri coltelli recensiti di Tikkanen e son molto tentato... Ma con l'incertezza tra un Maasepan o un norreno, sarebbe bello vederli a confronto, le differenze di lavoro tra i 2.
Personalmente preferisco i foderi in cuoio anche se questo può essere considerato più tattico, la struttura del fodero a corteccia penso si sposi molto bene con i sistemi "Molle" e renda possibile vincolare il fodero in mille modi diversi, sempre che si riesca ad infilare una fettuccia tra gli strati di corteccia :biggrin:
 
Ho visto gli altri coltelli recensiti di Tikkanen e son molto tentato... Ma con l'incertezza tra un Maasepan o un norreno, sarebbe bello vederli a confronto, le differenze di lavoro tra i 2.
Il modo di lavorare è abbastanza simile, ma un norreno tende a essere un poì più agile di punta in spazi angusti, essendo più rastremato e con biselli a tutta altezza. Per contro il filo più acuto richiede manutenzione più frequente e può faticare di più a tagliare perpendicolarmente alle fibre, avendo pochissimo metallo di supporto.
Mentre per un puukko dopo ogni uso solitamente è sufficiente un po' di stropping, con un norreno possono essere necessarie alcune passate di pietra prima di stoppare o un numero di stroppate più alto.
 
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