Scusate i tempi biblici della mia risposta (se avete pensato "questo lancia il sasso e nasconde la mano" ...ci stava).
Vengo al punto. Mi rendo conto del fatto che la presenza di medio/grandi predatori sia un buon segno, un ottimo segno. Io vorrei riflettere su frasi come "le montagne come qualsiasi ambiente naturale devono essere per gli animali" (Uomusi ti prego non te ne avere: è solo l'esempio piú vicino da cui fare copia/incolla). Ecco, secondo me questi atteggiamenti non considerano la montagna in una prospettiva piú allargate e quindi finiscono per fare danni. Io credo che in montangna, come altrove, si debba trovare un equilibrio che includa anche noi bipedi.
Mi spiego con un esempio pratico: i monti Sibillini ( perdonate le eventuali inesattezze, ma negli ultimi anni li ho potuti frequentare ahime molto meno che in precedenza).
Ora, i Sibillini sono stati storicamente sempre molto antropizzati, lasciandoci perle architettoniche (vedi le chiesette lungo il sentiero dei mietitori, ad esempio) e un lascito culturale notevole. Se oggi ci gustiamo la fioritura di Castelluccio è perché qualcuno, da secoli, ci pianta la lenticchia (e prima ancora ha bonificato la zona). Negli ultimi decenni i Sibillini "alti" sono stati sostanzialmente abbandonati dalle attivitá economiche tradizionali (i pastori). Risultato? Casali e trocche in malora, sentieri che vanno persi e cosí via. In tutto ció l'ente parco ha spinto sulla reintroduzione dei lupi, alcuni dei quali sono recentemente finiti impallinati e appesi ai cartelli stradali (ahimé). Ora, è un dato di fatto che i per i pochi pastori ancora in attivitá i lupi rappresentino una minaccia. La linea massimalista che citavo sopra rischia, secondo me, di esacerbare gli animi e non permette di trovare un equilibrio positivo. Ben vengano i lupi, con i dovuti distinguo e le contro misure del caso.
Nota a margine: credo che l'animale selvatico piú dannoso (e probabilmente pericoloso) in giro sia il cinghiale e dubito fortissimamente che i lupi possano limitarne il numero in modo percettibile.