Morte assiderate le due alpiniste rimaste bloccate sul Monte Rosa

Sembra come voler trovare per forza la causa per dire "a me non succederà mai".
Non so, a me non ha dato questa impressione.
Sicuramente i thread da tempo vengono "trascesi", nel senso che da una notizia di cronaca si passa spesso a parlare di materiali o di manovre, ma ci sta, stiamo parlando di montagna, che è un ambiente complesso, con rischi oggettivi e soggettivi.
Un forum è qui anche per questo, per dare voce a tutti, belli e brutti (direbbe mia nonna...), e democrazia vorrebbe (anche se oggi la si chiama "tolleranza"), che non ci si insulti perchè il vicino la pensa in modo diverso.
E' anche però vero che oggi proprio quelli che invocano la tolleranza spesso sono i più intolleranti a loro volta, altrimenti non invocherebbero a gran voce un atteggiamento che per primi dovrebbero mettere in pratica e in silenzio...
Succede sicuramente così anche per la MTB o il bricolage, immagino, e la colpa non è dell'argomento, ma forse del mezzo che si usa, ovvero il social (e qui vado davvero OT), perchè una volta al bar o sul muretto (sono vecchio...) prima di aprire bocca ti guardavi intorno e cercavi di prevedere le reazioni alle stupidate che avresti detto...
 
Sicuramente i thread da tempo vengono "trascesi", nel senso che da una notizia di cronaca si passa spesso a parlare di materiali o di manovre, ma ci sta, stiamo parlando di montagna, che è un ambiente complesso, con rischi oggettivi e soggettivi.

Va bene, ma quindi cosa dovremmo fare? Solo scrivere una litania infinita di "RIP" o "poverini" o "un angelo è volato in cielo"? Sarebbe uno spreco di tempo e di risorse informatiche...
 
Io però una cosa non la capisco. Non sono un escursionista. Io vado perlopiù in campeggio e sono con voi da poco. Sono un ex motociclista, ora ho uno scooter ma poco importa.

In un forum di motociclisti o appassionati di un settore in genere non mi immaginerei mai di trovare dei commenti simili in un post del genere.

Sembra come voler trovare per forza la causa per dire "a me non succederà mai".

Vado in moto cado e muoio. Il cadere è un rischio comune intrinseco nell'attività. Non vuoi cadere in moto? Non ci andare.

Vado in quota? Come sopra. Ma forse quel brivido è quello che si cerca. Altrimenti la camminata te la fai nelle pianure del Pavese o sul tappeto un palestra con l inclinazione a 30°.

Avranno sbagliato? Probabilmente sì. Altrimenti non saremmo qua a scrivere.

Ma se non fosse andata male sarebbero tornate dalla vetta del Rosa, quanti di noi possono dire di averlo fatto?

Cosa hai fatto questo we? Bah sono stato sul divano a guardare la tv, tu? Niente di che sono andato in cima al Monte Rosa ma sono morto. Chi ha vissuto di più dei 2?
Scusami, ma non mi sembra di aver letto che qualcuno abbia scritto a me non sarebbe successo mai.

E guarda che tra quelli che hanno scritto abbiamo anche istruttori CAI e comunque gente che qualche 4.000 lo ha salito.

Facendo il paragone con le moto, se qualcuno fosse caduto in moto senza casco e avesse avuto gravi conseguenze, avresti detto poverino può succedere?
Oppure se fosse andato in pista senza esperienza e si fosse schiantato a 300 km/h, avresti detto di nuovo poverino può succedere?

Le ragazze sono state sicuramente sfortunate, non meritavano di morire, ne se la sono cercata, ma qualche errore c'è stato, ed è giusto sottolinearlo (senza fare crociate), per evitare che altri li ripetano.
 
.....che poi....
la "nascita" di questa discussione è forse l'esempio più calzante per capire quale sia il nocciolo della discussione stessa.

Il buon Wombat chiede:

o sentito ieri sera al TG questa terribile notizia.

Chiedo agli esperti dell'alta montagna: com'è possibile? Quanto freddo può aver fatto mai a 4000 m di questa stagione?
Posso solo pensare che non avessero equipaggiamento adeguato perchè altrimenti dovrebbero morire di freddo tutti quelli che fanno i campi base a 5-6000 m prima di salire sull'Everest...

Quale sarebbe stato il modo di rispondere ed essere rispettosi?
Secondo alcuni, probabilmente il post avrebbe dovuto essere addirittura ignorato.
Secondo altri ci si sarebbe dovuti al massimo dilungare in una serie di rip, altri due angeli nel cielo, e altre amenità simili.
Il politicamente corretto vorrebbe addebitare il tutto alla sfiga e che sia chiusa li.

Però immaginaimo che @Wombat sia sul punto di fare un escursione (perchè questo è quello che hanno detto che è, un escursione su ghiacciaio) simile e preso magari da dubbi chieda lumi.... voi che gli rispondete?
Che in montagna ci si iberna sempre e immancabilmente se arriva il brutto tempo?
Che qualsiasi genere di abbiagliamento va bene, purchè il tempo sia sempre bello?
Che non c'è problema, ci si alza, si guarda fuori dalla porta e se c'è il sole si va?

Oppure si fanno tutta una serie di considerazioni e di raccomandazioni, portando esempi che possono anche essere scomodi o dissacratori ma che potrebbero (il condizionale è d'obbligo) essere utili ad ognuno di noi (perchè nessuno è nato imparato) a rivedere le proprie check list prima di fare un uscita?
 
Però immaginaimo che @Wombat sia sul punto di fare un escursione (perchè questo è quello che hanno detto che è, un escursione su ghiacciaio) simile e preso magari da dubbi chieda lumi.... voi che gli rispondete?
Che in montagna ci si iberna sempre e immancabilmente se arriva il brutto tempo?
Che qualsiasi genere di abbiagliamento va bene, purchè il tempo sia sempre bello?
Che non c'è problema, ci si alza, si guarda fuori dalla porta e se c'è il sole si va?

gli rispondi di andar tranquillo come si sente, tanto ci sono più rischi di essere investiti a piedi o in bici che di morire su un ghiacciaio... :wall:

scemi noi che ci mettiamo pure degli scrupoli sull'equipaggiamento
 
Faccio un pippone e poi non scrivo più su questo thread, promesso.

Secondo me, tutto questo (inteso come vicenda delle ragazze e come posizioni nella discussione) è emblematico della situazione attuale.
La vita della gente oggi è comoda: nella quotidianità non ha mai provato il freddo, la fame, la sete, l'isolamento in condizioni difficili; è abituata a pensare che c'è sempre qualcuno che ti può aiutare e che arriva subito, basta fare una telefonata.
Oggi la montagna è facilmente raggiungibile da tutti: con le auto arrivi ovunque, i rifugi sono numerosissimi ed a prezzi accessibili, dotarsi di abbigliamento e di un minimo di materiale tecnico (volendo, ricorrendo a materiali low cost, tipo decathlon) è alla portata di tutti, quindi andare in montagna a fare escursionismo diventa un'esperienza percepita come vicina e facile, banale, quasi scontata.
Aggiungiamo poi i condizionamenti sociali: la nostra è la società dei video, delle immagini, dell'esibizione sui social, dei reality dove viene venduta la favola che chiunque può diventare, in breve, un fenomeno o come minimo "uno che ne sa".
Questo condiziona la pecezione delle attività da parte della collettività, che è portata a perdere di vista il senso del tempo, dell'esperienza, dell'impegno, della fatica e del pericolo.
La quotidianità oggi sono i video di sci estremo, freeriding, gente che scia su valanghe, arrampicata in contesti sempre più duri, avventure varie e sempre estreme, tute alari, etc. etc. il tutto quasi sempre descritto non con piglio razionale e giudizioso, ma mettendo in risalto con enfasi sempre e solo (o quasi) l'aspetto ludico, da prestazione istintiva e travolgimento emotivo.
I morti, gli infortuni gravi, etc. etc. vengono accantonati, non hanno evidenza. La percezione del pericolo e del rischio viene ridimensionata ed il rischio stesso viene ridotto ad un aspetto spettacolare, senza presa di coscienza della sua portata e delle sue conseguenze.
Un po' come se si fosse dentro un videogioco, nel quale di vite se ne hanno molte e, in caso, si ricomincia da capo la partita.
Infine, viviamo nella società dell'egualitarsimo, dove tutto deve essere consentito a tutti, dove ci si racconta la favola che siamo tutti uguali, che tutti dobbiamo avere la possibilità di andare ovunque e fare qualsiasi cosa; l'importante è seguire le emozioni, l'istinto, la voglia del momento, senza farsi troppi pipponi, perchè tutti sbagliamo e nessuno ci può e ci deve giudicare... Viviamo nella società della sicurezza, che il sistema deve paternalisticamente garantire a tutti, limitando al minimo o annullando la responsabilità dell'individuo: se le previsioni meteo sono sbagliate, il previsore è responsabile; se uno si sporge e cade da un parapetto, questo doveva essere più alto; se uno entra in un cantiere e si ferisce, l'impresa doveva recintare meglio il cantiere per impedire ingressi; se uno entra in una casa abbandonata e crolla il tetto, il proprietario doveva demolire o recintare la struttura (vedi caso recente della ghiacciaia sui monti Lessini)... La colpa non è mai dell'individuo che deve pensare prima di agire; no, oggi la colpa è sempre di altri.
Conseguentemente, guai a chi critica, a chi richiama alla razionalità, alla disciplina (nel senso buono del concetto, non in quello da regime!), a chi fa notare che la situazione è frutto di un errore, di uno sbaglio, di un comportamento non responsabile... No, oggi non si può fare questo. Oggi siamo nella società delle emozioni, dove se non ti commuovi pubblicamente sei un misantropo, dove se punti alla razionalità sei un insensibile, un cinico; dove se non canti nel coro manchi di rispetto. etc.
Per carità, l'uomo ha sempre sbagliato e sempre sbaglierà e deve esserci la libertà di farlo.
Ma il clima di oggi aggiunge ampi margini di rischio a quelli connaturati all'esistenza ed all'agire umano, perchè vengono tolti o ridotti il senso di responsabilità ed il senso del limite, portando molta gente a percepire in modo distorto la realtà.
 
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Secondo me, tutto questo (inteso come vicenda delle ragazze e come posizioni nella discussione) è emblematico della situazione attuale.
La vita della gente oggi è comoda: nella quotidianità non ha mai provato il freddo, la fame, la sete, l'isolamento in condizioni difficili; è abituata a pensare che c'è sempre qualcuno che ti può aiutare e che arriva subito, basta fare una telefonata.
Oggi la montagna è facilmente raggiungibile da tutti: con le auto arrivi ovunque, i rifugi sono numerosissimi ed a prezzi accessibili, dotarsi di abbigliamento e di un minimo di materiale tecnico (volendo, ricorrendo a materiali low cost, tipo decathlon) è alla portata di tutti, quindi andare in montagna a fare escursionismo diventa un'esperienza percepita come vicina e facile, banale, quasi scontata.
Aggiungiamo poi i condizionamenti sociali: la nostra è la società dei video, delle immagini, dell'esibizione sui social, dei reality dove viene venduta la favola che chiunque può diventare, in breve, un fenomeno o come minimo "uno che ne sa".
Questo condiziona la pecezione delle attività da parte della collettività, che è portata a perdere di vista il senso del tempo, dell'esperienza, dell'impegno, della fatica e del pericolo.
La quotidianità oggi sono i video di sci estremo, freeriding, gente che scia su valanghe, arrampicata in contesti sempre più duri, avventure varie e sempre estreme, tute alari, etc. etc. il tutto quasi sempre descritto non con piglio razionale e giudizioso, ma mettendo in risalto con efasi sempre e solo (o quasi) l'aspetto ludico, da prestazione istintiva e travolgimento emotivo.
I morti, gli infortuni gravi, etc. etc. vengono accantonati, non hanno evidenza. La percezione del pericolo e del rischio viene ridimensionata ed il rischio stesso viene ridotto ad un aspetto spettacolare, senza presa di coscienza della sua portata e delle sue conseguenze.
Un po' come se si fosse dentro un videogioco, nel quale di vite se ne hanno molte e, in caso, si ricomincia da capo la partita.
Infine, viviamo nella società dell'egualitarsimo, dove tutto deve essere consentito a tutti, dove ci si racconta la favola che siamo tutti uguali, che tutti dobbiamo avere la possibilità di andare ovunque e fare qualsiasi cosa; l'importante è seguire le emozioni, l'istinto, la voglia del momento, senza farsi troppi pipponi, perchè tutti sbagliamo e nessuno ci può e ci deve giudicare... Viviamo nella società della sicurezza, che il sistema deve paternalisticamente garantire a tutti, limitando al minimo o annullando la responsabilità dell'individuo: se le previsioni meteo sono sbagliate, il previsore è responsabile; se uno si sporge e cade da un parapetto, questo doveva essere più alto; se uno entra in un cantiere e si ferisce, l'impresa doveva recintare meglio il cantiere per impedire ingressi; se uno entra in una casa abbandonata e crolla il tetto, il proprietario doveva demolire o recintare la struttura (vedi caso recente della ghiacciaia sui monti Lessini)... La colpa non è mai dell'individuo che deve pensare prima di agire; no, oggi la colpa è sempre di altri.
Conseguentemente, guai a chi critica, a chi richiama alla razionalità, alla disciplina (nel senso buono del concetto, non in quello da regime!), a chi fa notare che la situazione è frutto di un errore, di uno sbaglio, di un comportamento non responsabile... No, oggi non si può fare questo. Oggi siamo nella società delle emozioni, dove se non ti commuovi pubblicamente sei un misantropo, dove se punti alla razionalità sei un insensibile, un cinico; dove se non canti nel coro manchi di rispetto. etc.
Per carità, l'uomo ha sempre sbagliato e sempre sbaglierà e deve esserci la libertà di farlo.
Ma il clima di oggi aggiunge ampi margini di rischio a quelli connaturati all'esistenza ed all'agire umano, perchè vengono tolti o ridotti il senso di responsabilità ed il senso del limite, portando molta gente a percepire in modo distorto la realtà.

Guarda..... mi hai letteralmente tolto le parole di bocca, se solo fossi stato capace di esprimere altrettanto bene quello che hai scritto tu.
Quindi..... megaquotone per te. :si:
 
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Secondo me, tutto questo (inteso come vicenda delle ragazze e come posizioni nella discussione) è emblematico della situazione attuale.
La vita della gente oggi è comoda: nella quotidianità non ha mai provato il freddo, la fame, la sete, l'isolamento in condizioni difficili; è abituata a pensare che c'è sempre qualcuno che ti può aiutare e che arriva subito, basta fare una telefonata.
Oggi la montagna è facilmente raggiungibile da tutti: con le auto arrivi ovunque, i rifugi sono numerosissimi ed a prezzi accessibili, dotarsi di abbigliamento e di un minimo di materiale tecnico (volendo, ricorrendo a materiali low cost, tipo decathlon) è alla portata di tutti, quindi andare in montagna a fare escursionismo diventa un'esperienza percepita come vicina e facile, banale, quasi scontata.
Aggiungiamo poi i condizionamenti sociali: la nostra è la società dei video, delle immagini, dell'esibizione sui social, dei reality dove viene venduta la favola che chiunque può diventare, in breve, un fenomeno o come minimo "uno che ne sa".
Questo condiziona la pecezione delle attività da parte della collettività, che è portata a perdere di vista il senso del tempo, dell'esperienza, dell'impegno, della fatica e del pericolo.
La quotidianità oggi sono i video di sci estremo, freeriding, gente che scia su valanghe, arrampicata in contesti sempre più duri, avventure varie e sempre estreme, tute alari, etc. etc. il tutto quasi sempre descritto non con piglio razionale e giudizioso, ma mettendo in risalto con efasi sempre e solo (o quasi) l'aspetto ludico, da prestazione istintiva e travolgimento emotivo.
I morti, gli infortuni gravi, etc. etc. vengono accantonati, non hanno evidenza. La percezione del pericolo e del rischio viene ridimensionata ed il rischio stesso viene ridotto ad un aspetto spettacolare, senza presa di coscienza della sua portata e delle sue conseguenze.
Un po' come se si fosse dentro un videogioco, nel quale di vite se ne hanno molte e, in caso, si ricomincia da capo la partita.
Infine, viviamo nella società dell'egualitarsimo, dove tutto deve essere consentito a tutti, dove ci si racconta la favola che siamo tutti uguali, che tutti dobbiamo avere la possibilità di andare ovunque e fare qualsiasi cosa; l'importante è seguire le emozioni, l'istinto, la voglia del momento, senza farsi troppi pipponi, perchè tutti sbagliamo e nessuno ci può e ci deve giudicare... Viviamo nella società della sicurezza, che il sistema deve paternalisticamente garantire a tutti, limitando al minimo o annullando la responsabilità dell'individuo: se le previsioni meteo sono sbagliate, il previsore è responsabile; se uno si sporge e cade da un parapetto, questo doveva essere più alto; se uno entra in un cantiere e si ferisce, l'impresa doveva recintare meglio il cantiere per impedire ingressi; se uno entra in una casa abbandonata e crolla il tetto, il proprietario doveva demolire o recintare la struttura (vedi caso recente della ghiacciaia sui monti Lessini)... La colpa non è mai dell'individuo che deve pensare prima di agire; no, oggi la colpa è sempre di altri.
Conseguentemente, guai a chi critica, a chi richiama alla razionalità, alla disciplina (nel senso buono del concetto, non in quello da regime!), a chi fa notare che la situazione è frutto di un errore, di uno sbaglio, di un comportamento non responsabile... No, oggi non si può fare questo. Oggi siamo nella società delle emozioni, dove se non ti commuovi pubblicamente sei un misantropo, dove se punti alla razionalità sei un insensibile, un cinico; dove se non canti nel coro manchi di rispetto. etc.
Per carità, l'uomo ha sempre sbagliato e sempre sbaglierà e deve esserci la libertà di farlo.
Ma il clima di oggi aggiunge ampi margini di rischio a quelli connaturati all'esistenza ed all'agire umano, perchè vengono tolti o ridotti il senso di responsabilità ed il senso del limite, portando molta gente a percepire in modo distorto la realtà.

mi accodo a @Munny :si:
 
Oltre a condividere tutto quello che hai scritto :si: soprattutto evidenzio questo passaggio:
Viviamo nella società della sicurezza, che il sistema deve paternalisticamente garantire a tutti, limitando al minimo o annullando la responsabilità dell'individuo: se le previsioni meteo sono sbagliate, il previsore è responsabile; se uno si sporge e cade da un parapetto, questo doveva essere più alto; se uno entra in un cantiere e si ferisce, l'impresa doveva recintare meglio il cantiere per impedire ingressi; se uno entra in una casa abbandonata e crolla il tetto, il proprietario doveva demolire o recintare la struttura (vedi caso recente della ghiacciaia sui monti Lessini)... La colpa non è mai dell'individuo che deve pensare prima di agire; no, oggi la colpa è sempre di altri.


E mettiamoci pure che se un ladro entra in casa tua e si fa male nel superare il filo spinato, è colpa tua... :wall:
 
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La vita della gente oggi è comoda: nella quotidianità non ha mai provato il freddo, la fame, la sete, l'isolamento in condizioni difficili; è abituata a pensare che c'è sempre qualcuno che ti può aiutare e che arriva subito, basta fare una telefonata.
Oggi la montagna è facilmente raggiungibile da tutti: con le auto arrivi ovunque, i rifugi sono numerosissimi ed a prezzi accessibili, dotarsi di abbigliamento e di un minimo di materiale tecnico (volendo, ricorrendo a materiali low cost, tipo decathlon) è alla portata di tutti, quindi andare in montagna a fare escursionismo diventa un'esperienza percepita come vicina e facile, banale, quasi scontata.
Aggiungiamo poi i condizionamenti sociali: la nostra è la società dei video, delle immagini, dell'esibizione sui social, dei reality dove viene venduta la favola che chiunque può diventare, in breve, un fenomeno o come minimo "uno che ne sa".
Questo condiziona la pecezione delle attività da parte della collettività, che è portata a perdere di vista il senso del tempo, dell'esperienza, dell'impegno, della fatica e del pericolo.
La quotidianità oggi sono i video di sci estremo, freeriding, gente che scia su valanghe, arrampicata in contesti sempre più duri, avventure varie e sempre estreme, tute alari, etc. etc. il tutto quasi sempre descritto non con piglio razionale e giudizioso, ma mettendo in risalto con efasi sempre e solo (o quasi) l'aspetto ludico, da prestazione istintiva e travolgimento emotivo.
I morti, gli infortuni gravi, etc. etc. vengono accantonati, non hanno evidenza. La percezione del pericolo e del rischio viene ridimensionata ed il rischio stesso viene ridotto ad un aspetto spettacolare, senza presa di coscienza della sua portata e delle sue conseguenze.
Un po' come se si fosse dentro un videogioco, nel quale di vite se ne hanno molte e, in caso, si ricomincia da capo la partita.
Infine, viviamo nella società dell'egualitarsimo, dove tutto deve essere consentito a tutti, dove ci si racconta la favola che siamo tutti uguali, che tutti dobbiamo avere la possibilità di andare ovunque e fare qualsiasi cosa; l'importante è seguire le emozioni, l'istinto, la voglia del momento, senza farsi troppi pipponi, perchè tutti sbagliamo e nessuno ci può e ci deve giudicare... Viviamo nella società della sicurezza, che il sistema deve paternalisticamente garantire a tutti, limitando al minimo o annullando la responsabilità dell'individuo: se le previsioni meteo sono sbagliate, il previsore è responsabile; se uno si sporge e cade da un parapetto, questo doveva essere più alto; se uno entra in un cantiere e si ferisce, l'impresa doveva recintare meglio il cantiere per impedire ingressi; se uno entra in una casa abbandonata e crolla il tetto, il proprietario doveva demolire o recintare la struttura (vedi caso recente della ghiacciaia sui monti Lessini)... La colpa non è mai dell'individuo che deve pensare prima di agire; no, oggi la colpa è sempre di altri.
Conseguentemente, guai a chi critica, a chi richiama alla razionalità, alla disciplina (nel senso buono del concetto, non in quello da regime!), a chi fa notare che la situazione è frutto di un errore, di uno sbaglio, di un comportamento non responsabile... No, oggi non si può fare questo. Oggi siamo nella società delle emozioni, dove se non ti commuovi pubblicamente sei un misantropo, dove se punti alla razionalità sei un insensibile, un cinico; dove se non canti nel coro manchi di rispetto. etc.
Per carità, l'uomo ha sempre sbagliato e sempre sbaglierà e deve esserci la libertà di farlo.
Ma il clima di oggi aggiunge ampi margini di rischio a quelli connaturati all'esistenza ed all'agire umano, perchè vengono tolti o ridotti il senso di responsabilità ed il senso del limite, portando molta gente a percepire in modo distorto la realtà.

Condivido in pieno...!
E, dopo avere espresso il dispiacere per la morte delle due ragazze, ribadisco sia sacrosanto criticare i comportamenti imprudenti, perchè sarà pure contrario al "politicamente corretto" (e chi se ne frega...!!!) ma magari può essere utile a far capire quali siano i comportamenti da adottare per evitare il ripetersi di simili incidenti.
 
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in generale facciamo poca autocritica e delle nostre condizioni incolpiamo sempre gli altri.
Personalmente, in quanto assiduo motociclista, cerco sempre di informarmi sulle cause degli incidenti che avvengono, per capire se posso migliorarmi ed evitare che capiti anche a me,
è la base della prevenzione, come già insegnavano ai primi corsi 626.
Per lo stesso motivo mi piacerebbe trovare un'informazione chiara e scevra da manipolazioni giornalistiche relativamente a incidenti in montagna, in modo che possa (se lo ritengo) prevenire futuri eventi infausti.
Sarebbe bello, per molti settori, avere la medesima stuttura che vigila sugli incidenti aerei.
Sono mondialmente disponibili i dati tecnici di tutti i guasti, problemini, incidenti aerei di ogni entità, così ogni pilota/tecnico/costruttore può leggerli e lavorare affinchè si risolvano o non si ripetano.
Ma la cosa non viene fatta per le automobili, figuriamoci per gli incidenti in montagna!
 
in generale facciamo poca autocritica e delle nostre condizioni incolpiamo sempre gli altri.
Personalmente, in quanto assiduo motociclista, cerco sempre di informarmi sulle cause degli incidenti che avvengono, per capire se posso migliorarmi ed evitare che capiti anche a me,
è la base della prevenzione, come già insegnavano ai primi corsi 626.
Per lo stesso motivo mi piacerebbe trovare un'informazione chiara e scevra da manipolazioni giornalistiche relativamente a incidenti in montagna, in modo che possa (se lo ritengo) prevenire futuri eventi infausti.
Sarebbe bello, per molti settori, avere la medesima stuttura che vigila sugli incidenti aerei.
Sono mondialmente disponibili i dati tecnici di tutti i guasti, problemini, incidenti aerei di ogni entità, così ogni pilota/tecnico/costruttore può leggerli e lavorare affinchè si risolvano o non si ripetano.
Ma la cosa non viene fatta per le automobili, figuriamoci per gli incidenti in montagna!

Sarebbe senza dubbio buona cosa, ma credo che molto spesso sia difficile se non impossibile arrivare alla verità.
A tal proposito cito un esempio illustre:

Nel 1992, Lafaille e Beghin (due fortissimi alpinisti francesi) tentano la sud dell'Annapurna.
Non rammento con precisione se arrivano in cima (mi pare di no, ma questo non è importante ai fini di quello che scrivo) fatto sta che durante il rientro vengono sorpresi da una bufera fortissima.
Attrezzano una doppia: Lafaille vorrebbe integrare il primo ancoraggio con un secondo ancoraggio, ma Beghin gli dice di risparmiare materiale perchè cmq il suo primo ancoraggio è ottimo.
Appena Beghin inizia la calata, l'ancoraggio salta e questi precipita nel vuoto portando oltretutto con se quasi tutto il materiale.
Lafaille riesce a ritirarsi grazie a una volontà ferrea, e ovviamente a una grandissima dose di fortuna.

Cosa suggerisce tutto ciò? In primis che se Lafaille non fosse sopravvissuto nessuno saprebbe com'è andata.
In seconda istanza, che ci si cala sempre da una sosta, e una sosta è sempre su almeno due ancoraggi.
Allora Beghin era un imbecille?
Certo che no.... era un grandissimo alpinista, ma evidentemente ha ritenuto che il rischio (perchè è ovvio che se ti cali solo su un punto prendi un rischio grossissimo) fosse accettabile.
Beghin ha commesso un errore? Direi proprio di si.
Chi sono io per dire che ha commesso un errore? Assolutamente nessuno, ma non è che lo dico io.... lo dicono i fatti.
Da notare che Lafaille nel suo libro chiarisce che non fossero in carenza di materiale.... in quanto è ovvio che se hai in previsione tot doppie ma sei a corto di protezioni puoi solo risparmiare.

Chiosa finale: tutti noi, anche il più sfigato degli escursionisti -se non è un imbecille- fa un calcolo costo/benefici quando mette il materiale nello zaino.
Faccio un escursione in piena estate, dovrei stare in giro mezza giornata, c'è il sole, le previsioni sono buone, mi metto nello zaino pile, guscio, cuffia e guanti?
Probabilmente NO.
Ma se il tempo cambia, sbaglio sentiero e mi perdo, inciampo e mi ferisco..... tutto il mio bel programmino se ne va a ramengo, e benchè non si possa dire che me la sono cercata i fatti dicono che mi sono messo in una situazione per la quale non ero preparato.
 
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Bellissimo post quello di Herr.
A me atterrisce il fatto che il risultato, tragico, è figlio di tanti aspetti, decisioni, attitudini, che presi singolarmente non sono errori, tutt'altro, ma che messi insieme e shakerati con l'imprevisto cambiano lo scenario.
Se succede vuole dire che può succedere, e i protagonisti sono spesso persone in gamba, che sanno il fatto loro.
Ma quella, volta, stando dentro la situazione, non hanno percepito i segnali, oppure i segnali non erano percepibili perchè si era già oltre una certa soglia.
Ecco, come avvenga questa sorta di trance, di illusione da miraggio, più spesso collettiva che non individuale, mi dà da pensare.
 
neve fresca a Capanna Gnifetti 3647 m s.l.m.
https://www.facebook.com/groups/509082769996386/posts/807787103459283/

neve fresca praticamente fino a Plan Maison
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grandine temporalesca a Cervinia (già ho evitato di poco fenomeni similari nelle estati scorse)
https://aostasera.it/notizie/societ...e-immagini-del-violento-temporale-a-cervinia/

Dente del Gigante: alpinisti bloccati in condizioni meteo proibitive. Il Soccorso Alpino: consultate i bollettini
https://www.montagna.tv/184406/dent...e-il-soccorso-alpino-consultate-i-bollettini/

è un periodo con meteo straordinariamente instabile qui a nord-ovest, persino qua in pianura a Torino stamattina c'era nebbia dopo il meteo temporalesco di ieri... mi ricorda un po' la Scozia :)
 
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Dente del Gigante: alpinisti bloccati in condizioni meteo proibitive. Il Soccorso Alpino: consultate i bollettini
https://www.montagna.tv/184406/dent...e-il-soccorso-alpino-consultate-i-bollettini/

I due sono rimasti bloccati, uno alla sosta e l’altro appeso in parete, durante la fase di discesa in doppia dopo che il primo ha perso le corde a causa del vento.

....sarei proprio curioso di capire come hanno fatto a perdere le corde, visto che questa cosa -stando alla descrizione- è tecnicamente impossibile. :roll:
 
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