Escursione Bivacco Vigolana dal Rifugio Paludei

Dati

Data: 31/10/2022-1/11/2022
Regione e provincia: Trentino
Località di partenza: Rifugio Paludei
Località di arrivo: Bivacco Vigolana
Tempo di percorrenza: 3h 10' il primo giorno, 2h 40' il secondo giorno
Chilometri: 7,5 km il primo giorno, 7,7 km il secondo giorno
Grado di difficoltà: EE con attrezzature
Descrizione delle difficoltà: qualche passaggio esposto, attrezzature
Periodo consigliato: Da evitare con neve e ghiaccio. Da evitare la salita con giornate calde se no di primo mattino.
Segnaletica: egnavia CAI 432-442-425 il primo giorno, 444-445 il secondo giorno
Dislivello in salita: 1100m il primo giorno, 200m il secondo giorno
Dislivello in discesa: speculare a quello di salita
Quota massima: 2060m forcella Bus de le Zole

Descrizione

Approfitto di questo momento di standby dal lavoro per scrivere 2 righe per un'escursione di 2 giorni che ho fatto con obiettivo il bivacco della Vigolana.
C'ero già stato nel 2017, ma il posto è talmente bello che avevo voglia di tornarci.

Partenza dal Rifugio Paludei sul tardi, intorno alle 13. Si passa per la frazione di Frisanchi e si prende il sentiero 432 che sale per facile forestale. Dopo 20 minuti si prende un sentiero sulla destra. Questo sentiero aggira i fianchi del M.Spilech prima nel bosco e poi per prati con leggere esposizioni sulla Val Rossa.

Si giunge quindi al sentiero 442 che giunge dal rif. Casarota. Da qui in poi la pendenza aumenta fino alla forcella del Bus delle Zole passando al di sotto dei fascioni rocciosi del Becco di Filadonna. Qui il pendio è pieno di resti carbonizzati di mughi. Dev'essere di un vecchio incendio con una grande estensione a suo tempo.

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I mughi carbonizzati

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La fascia rocciosa del Becco di Filadonna

Rimontati sull'altopiano in 5 minuti si raggiunge il bivio per la cima del Becco. Noi l'abbiamo tralasciata preferendo arrivare con un po' di anticipo al bivacco.
Si arriva alla Bocca di Val Larga e si prende il sentiero 425 che scende e costeggia le pareti della Vigolana con qualche passaggio esposto fino a giungere al bivacco della Vigolana.

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Sull'altopiano procedendo verso l'intaglio più in basso della Bocca di Val Larga fuori foto

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Ultimi metri con il bivacco in vista abbarbicato sotto la guglia della Madonnina

Da qui panorama spaziale sul lago di Caldonazzo, la Valsugana e Trento. Le cime spaziano dalle Vette Feltrine a Est alle Dolomiti di Brenta a Ovest.
L'alba da qui è sempre spettacolare, mentre nessun segno di tramonto visto che siamo coperti dalle pareti.
Ricordo che c'era un piccolo gocciolatoio in caso di necessità d'acqua all'inizio del sentiero 435 delle Grattarole, ma noi abbiamo trovato dei nastri che bloccavano il passaggio indicando il sentiero come inagibile.

Al bivacco mi scoccia fare anche troppa pubblicità. I volontari hanno tolto materassi e coperte perché qualche idiota si era comportato male e non aveva lasciato tutto in ordine. Noi quella sera eravamo in 12, con le ultime 4 persone arrivate in pieno buio. Nota di merito è che nonostante l'età fosse molto bassa, c'è stato rispetto sia verso il posto e gli altri fruitori del bivacco.
Rispetto a 5 anni fa il bivacco è ancora abbastanza in ordine, non ho notato scritte e deturpazioni di sorta; certo, si è creato un cacatoio alla base della cima della Madonnina, ma è anche un po' comprensibile visto gli spazi esigui. Ho notato un taglio su una finestra laterale del bivacco.

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Il fondovalle

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Il struttura del bivacco

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Le pareti della Vigolana e della Madonnina incombono dietro al bivacco

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Alla fine la fatica viene sempre ripagata

La mattina dopo, poco dopo l'alba siamo i primi a partire volendo essere a casa per pranzo.
Scendiamo quindi per la Val Larga per un sentiero dotato di facili attrezzature ma la cui pendenza sta intorno al 35% per i primi 2 km (no bene per il mio ginocchio).
Arriviamo al bivio con il sentiero 444 per il Paludei ma troviamo anche questo inagibile (successivamente abbiamo scoperto che eventi alluvionali avevano dilavato la sezione del sentiero che passa il canale della Val Bianca). Poco male, continuiamo per il 445 e raggiungiamo in breve tempo malga Faé. Da lì 3 km su bellissima forestale fino al rif. Paludei.

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Un nuovo giorno qui ha tutto un altro fascino

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I tre cornetti in centro foto dovrebbero essere Piz Sagron, Piz de Mez e Sass de Mura

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A sx il sentiero 444 in discesa, a dx il 425 in salita da cui provenivamo il giorno prima

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Bella scultura della guglia della Madonnina a Malga Faè
 
Le mie zone :si:;)! IO però parto sempre dal Sindech e arrivo su al bus delle zole.
Uso il sentiero come allenamento visti i 4 km scarsi e i 1000 metri di dislivello :)
 
La parte alta, dopo il rifugio per intendersi, non è soggetta a valanghe in inverno?
E non è più da picca+ramponi che da ramponcini?
 
Ci salgo da 10 anni ormai a cadenza pressoché mensile e non ho mai dovuto fare uso di ramponi o picche. Mai nemmeno sentito o visto valanghe.
 
Ti ringrazio per la risposta. Pensavo che il pendio finale di salita alla forcella di Bus delle Zole ne fosse soggetto. Buono a sapersi, me la terrò come meta anche per questo inverno allora.
Semmai la traccia la andrò a battere io allora ;)
 
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