D'altronde una consulenza, sia di un medico o avvocato o specialista in pompe di calore si paga !
E da una certa angolazione può essere anche giusto pagare una consulenza per provare un paio di scarponi.
Ma da quanto citato sopra si ha la prova inconfutabie che in certi negozi i clienti vengono catalogati e suddivisi in caste.
E dopo secoli di discussioni su diritti e pari opportunità questo non è bello.
Se ti trovi dalla parte giusta con possibilità economiche passi in serie A,
se invece sei un giovane studente con meno pecunia stai in serie B e la faccenda può risultare assai fastidiosa.
Checchè se ne dica, il potere del mercato, come sempre, deciderà le sorti dei vari attori presenti.
Personalmente preferisco provare una calzatura in tutta tranquillità senza qualcuno che deve andare avanti e indietro a prendere il numero ed attendere l'esito della prova. Marchi come Scarpa, La Sportiva, ecc. ci sono anche nella grande distribuzione, non in tutti i centri e non sempre, ma ci sono.
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Caro Giuliof, la questione è più complessa di quel che sembra, tant’è che avevo scritto “Può sembrare antipatico pagare per una prova”…………….
Il problema è che chi critica tanto questa scelta non ha la benchè minima idea di quelli che sono i costi di gestione di una attività ( costi fissi,costi variabli, marginalità, potenziale d’acquisto verso i fornitori, termini di pagamento, COVID,tasse da pagare in anticipo ecce cc ) quelli che qualcuno ha definito costi d’impresa che non lo riguardano……………
Leggo commenti del tipo “non sono per il "negozio di quartiere" a tutti i costi, anzi, meno vado nei negozi fisici e meglio sto.”, bene, vorrà dire che la carne e il pane lo compreranno on line………….. fortunatamente la clientela non è tutta così, ricordiamoci che il 90% delle attività commerciali italiani sono delle PMI, lascio a chi avrà voglia di informarsi capire cosa vuol dire!
Non son neanche d’accordo che esistano clienti di serie A e di serie B ma cosa credete che i commercianti facciano delle classi di merito? Assolutamente no, tutti i clienti sono fonte di guadagno/reddito, è che i negozianti cercano di tutelarsi dai comportamenti sbagliati di una certa clientela che “tranquillamente” pensa di fottere chi da un servizio a beneficio dell’e-commerce solo perché sono degli smanettoni e si credono un pelo più furbi di chi invece il mestiere di vendita lo fa da prima che queste persone nascessero, però il servizio e la consulenza la sfrutta a proprio beneficio!
Per smentire chi on-line trova gli sportwatch a 150 € in meno rispetto al negozio, posso dire che ho comprato in negozio il Fenix 5 plus a 300 € in meno (promozione) che su Amazon, quindi di che stiamo parlando?
Qualcuno scrive “Scommetto che agendo in questo modo hanno perso ancora più clienti, altrochè”, beh posso solo dire che “agendo in questo modo” hanno sicuramente selezionato la clientela lavorando con i clienti SERI e non con gli approfittatori.
L’e-commerce è figlio dei nostri tempi ed è giusto che ci sia, così come ci sono commercianti disonesti ci sono clienti che cavalcano una moda ,bisogno, o che altro che non saprei definire però ritengo debba esserci un etica che fa parte della coscienza di ognuno di noi e, se permettete, chi mi da un servizio va premiato(anche io guardo i prezzi, non crediate………..), mi sembra banale dire “ vado da chi mi fa pagare meno”, io sono dalla parte della vendita perché lo faccio di mestiere da anni e, nonostante qualcuno dica che non ho idea di cosa sia una clientela, i miei clienti sono curati e seguiti professionalmente in maniera ineccepibile, quindi sono affezionati e fidelizzati,al tempo stesso però dico anche che “il cliente NON ha sempre ragione.
Ripetendo quello che ho già avuto modo di dire, ognuno spende i suoi soldi come meglio crede e chi comprerà on-line accetterà i rischi del caso, quello che ho sempre voluto puntualizzare è il fatto che i commercianti devono fare delle scelte “impopolari” per poter sopravvivere
Giuliof, hai detto bene, il mercato deciderà chi premiare…………………