la leggenda dell'uomo selvatico

troppo buono :)!! L'ho trovato per caso ma è davvero piacevole nonché interessante ...

E' anche curioso come ne sono venuto a conoscenza, per cui ora sorbitevi la storiella:

Fino a sta mattina non conoscevo nulla di questo mito montanaro che invece pare piuttosto diffuso e radicato senza grosse differenze in tutto l'arco alpino e almeno fino ai monti della Toscana.

Tutto nasce da una presentazione su YouTube di de André dell'Album "Anime Salve" in cui il cantautore dice: " [Anime salve] trae il suo significato dall'origine, dall'etimologia delle due parole "anime" "salve", vuol dire spiriti solitari. È una specie di elogio della solitudine .... " e da uno dei commenti al video di tal "alea60" che commenta: "Tuttavia, senza nulla togliere alla forza del discorso, non capisco quale sia il rapporto "etimologico" fa "salvo" e "solitario". "Salvo" è dal dal latino "salvus", etimologicamente affine a "salus",cioè "salute". Chissà perché ha detto questa cosa, non vera..."

A me però viene in mente un passo del libro di Paolo Rumiz "La leggenda dei monti naviganti" che recita: "...Sugli architravi, i segni di un mondo rimasto pagano fin dopo il mille: le teste tagliate, i tondi faccioni rituali, sopravvivenza in pietra di una sanguinosa superstizione dei Liguri. O forse in ricordo dell' Om Salvé, l'uomo selvaggio, il solitario abitante delle crode che non possedeva nulla, salvo un inestimabile tesoro, la formula che "trasforma il latte in carne": il caglio, il segreto del formaggio. Nei paesi trovi sempre qualche vecchio che giura ancora di averlo visto, da bambino."

Da queste fonti ho dedotto che Faber non si era sbagliato, piuttosto "alea60" aveva confuso l'etimologia latina con con una diversa ... la cosa poteva finire lì, e invece continuo a cercare notizie riguardo "l'uomo selvatico" e mi si apre un mondo ... tra cui la bella recita che vi ho proposto ;)
 
Nelle colline del bolognese, zona Castel d'Aiano, c'è una facile escursione su sentiero CAI che porta a posti dai nomi fantasiosi, come la Tana dell'Uomo Selvatico (una grotta), la Casa delle Fate (parete di arenaria con tante piccole cellette di misteriosa origine).
Per chi va in zona è d'obbligo una visita alle fantastiche Cascate di Labante.
 
Grazie mille @mdsjack . Volevo appunto aprire una discussione che raccogliesse le varie testimonianze degli utenti (leggende popolari, racconti uditi da bambini, toponimi, ecc ....) per conoscere meglio questo "abitante" dei nostri monti che io ho scoperto da poco ma che pare frequenti la montagna da molto più tempo di me :).

Adesso cerco ancora un po di materiale e poi magari creo una discussione apposita ... grazie ancora del contributo ;)
 
Volevo appunto aprire una discussione che raccogliesse le varie testimonianze degli utenti (leggende popolari, racconti uditi da bambini, toponimi, ecc ....
Quì, scendendo in Abruzzo, le leggende sono già "sovrascritte" dal Cristianesimo. Tuttavia, scavando a fondo, escono diversi miti più ancestrali. C'è infatti uno scrittore di Roccaraso che sta stendendo un libro su leggende del luogo relative al Piccolo Popolo (gnomi/folletti ecc...). Stesso quì in zona sentivo spesso parlare di mazzamariell per riferirsi ad entità magiche del bosco.

Altro parametro fondamentale dei miti dell'appennino e non sono poi i tesori. Tesori protetti da creature magiche. Io ho ambientato un racconto (Il Diavolo dell'Arazzecca, lo avevo anche linkato qui sul forum) che si basava proprio sulla leggenda alla base del monte Arazzecca (quì a Castel di Sangro). Il toponimo Arazzecca dovrebbe infatti essere composto dalla giunzione dei termini Ara (campo) e Zecca (lastra di pietra). Sotto la zecca si troverebbe infatti un tesoro ma aimé è protetto da un diavolo molto feroce. Allo stesso modo ci sono filastrocche che raccontavano del fatto che al sopraggiungere della notte, dall'Arazzecca si deve varcare la soglia del paese, altrimenti si incontra "L'Acchiappino" che altri non è che il diavolo che ti graffia la schiena e vuole prenderti l'anima. E così via...

Tenete da conto poi che sempre in Abruzzo ci sono le leggende dei tesori protetti da "diavoli" o da "streghe" o luoghi delle fate (che non ho ancora ben capito se si fanno i fatti loro o sono buone/malvage). Le entità malvage si sconfiggono con l'astuzia o con le palle magiche (???).
Insomma anche quì dove le leggende magari sono di santi e diavoli, già il fatto che si parli di "diavoli" al plurale (a volte) indica, secondo me, che questi diavoli sono una cristianizzazione di leggende più antiche dove vivevano spiriti malvagi con diverse sfaccettature. Per non parlare poi del miscuglio tra diavoli, spiritelli folletti e fate.

Ci sarebbe molto da ricercare :)
 
Insomma anche quì dove le leggende magari sono di santi e diavoli, già il fatto che si parli di "diavoli" al plurale (a volte) indica, secondo me, che questi diavoli sono una cristianizzazione di leggende più antiche dove vivevano spiriti malvagi con diverse sfaccettature. Per non parlare poi del miscuglio tra diavoli, spiritelli folletti e fate.

Indagare in questo senso può portare a rivelazioni inaspettate: grazie a wikipedia ho ritrovato una cosa interessante che avevo già sentito e che riguarda niente meno che il Natale:

Da wikipedia:
"Le origini storiche della festa non sono note[12] e sono state spiegate con varie ipotesi[13]. Probabilmente la sua data venne fissata al 25 dicembre per sostituire la festa del Natalis Solis Invicti con la celebrazione della nascita di Cristo, indicato nel Libro di Malachia come nuovo "sole di Giustizia" (cfr. Malachia III,20)[14][15][16]. Sono state proposte anche soluzioni diverse, sia in relazione ad influenze ebraiche[6] che a tradizioni interne al cristianesimo.[17] Le diverse ipotesi possono coesistere[18].

La tradizione cristiana si intreccia con quella popolare e contadina, dal momento che nello stesso periodo si celebravano una serie di ricorrenze e riti legati al mondo rurale: infatti nell'antica Roma dal 17 al 24 si festeggiavano i Saturnali in onore di Saturno, dio dell'agricoltura, durante i quali avvenivano scambi di doni e sontuosi banchetti."

E ancora:" La data di nascita di Gesù è sconosciuta[30]: il giorno non è indicato nei Vangeli né in altri scritti contemporanei. "

Vuoi che non abbiano un po "storpiato" anche qualche credenza minore come l'uomo selvatico ;).
 
La tradizione cristiana si intreccia con quella popolare e contadina, dal momento che nello stesso periodo si celebravano una serie di ricorrenze e riti legati al mondo rurale: infatti nell'antica Roma dal 17 al 24 si festeggiavano i Saturnali in onore di Saturno, dio dell'agricoltura, durante i quali avvenivano scambi di doni e sontuosi banchetti."
Si, certo @SemiMonade è ovviamente plausibile che, dal momento in cui vuoi istituire un certo culto, cerchi di evitare le ricorrenze pagane. Come? Istituendo le ricorrenze "religiose" proprio negli stessi giorni, così eviti che anche i nuovi credenti possano praticare entrambi i credi. :)

Conosci ad esempio Gl Cierv, R Cierv, Ru Cierv o come lo vuoi chiamare... è una figura nota tra l'Abruzzo e il Molise. L'uomo cervo, una specie di omo selvadego, forse più simile al Fanes (????).
Ad un certo punto questa figura ancestrale viene combattuta dal Martino (che dovrebbe essere un nostrano Merlino) ecc...



All'interno della stessa manifestazione, lo vedo ora, c'è anche la danza delle Janare (leggi Ianare)
 
Grazie Giovanni del contributo, davvero affascinante.
Proprio cercando notizie sull'uomo selvaggio ho trovato un testo che lo imparentava anche ad un "uomo cervo" del quale si trova un graffito di 13000 anni fa nella grotta "Trois Frères" in Francia. Impossibile non associarlo all'uomo cervo che compare nella manifestazione che hai postato (e infatti il bel documentario che hai condiviso lo cita). La famiglia si allarga :)
troisfreres2.jpg

prehistoricrelig00jame_0181-crop.jpg
 
In effetti SemiMonade, il cervo é da sempre un'icona dei popoli che vivono nei boschi.

Forse dove il lupo era una presenza più spirituale e divina, il cervo era un elemento più vicino all'uomo :)
 
Durante le consuete vacanze estive a Garessio (CN), le mattine di cielo sereno, uscendo dalla roulotte sono solito ammirare l'immagine montuosa che comprende il Galero, Pietra Ardena, Rocca d'Orse (che in famiglia chiamiamo "Grotta del Coccodrillo"), Antoroto, Mongrosso e Mindino.

Quest'anno, sono rimasto particolarmente colpito dalla nitidezza con cui si presenta, alle prime ore del mattino quando non ci sono altre ombre a " disturbare", una grotta proprio sotto alla vetta dell'Antoroto.

Date le dimensioni del "buco" e la sua posizione la ho identificata con la "Donna selvaggia" (stranamente non ho associato immediatamente il toponimo alla discussione) una grotta che ho visitato in gioventù.

Più tardi, verso la fine delle vacanze, mi sono imbattuto in un libro che parla di alcune credenze popolari dei dintorni della cittadina.

Il libro ("LA PIETRA DELLE MASCHE" diciassette storie di streghe, servan, giganti, animali. Di Bruno Vallepiano, edito da arabAFenice) racconta anche la storia di un "servan" (uomo selvatico) della zona che insegnava a fare il carbone e che pare dimorasse in ... UNA CAVERNA SUL MONTE ANTOROTO.

Io non sono sicuro che la grotta (o presunta tale) che vedo al mattino dalla roulotte sia effettivamente la Donna Selvaggia ed è vero che tutta la zona dell'Antoroto è un sito carsico piuttosto importante (lo dimostra la presenza dello Speleo Club Tanaro di cui ho fatto parte in passato), ma ora, quando passerò da quelle parti, guarderò a quei "buchi" con una curiosità del tutto diversa :).
 
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